Rifugio Donati

Il Rifugio Donati è situato nei pressi del Lago Reguzzo nell'alta Val di Quai, laterale dalla Valle di Arigna.

La struttura è formata da un unico locale che dispone di una cucina completa con fornello quattro fuochi e bombola gas, lavandino e scolapiatti, un mobile e alcuni armadietti con pentole stoviglie e generi di prima necessità. Ci sono inoltre una stufa a legna, un tavolone con due panche e cinque sgabelli, 13 posti letto (più uno nel bivacco) completi di materassi, cuscini e coperte, l'estintore e la cassetta per le offerte.
Una porticina alla sinistra dell'ingresso da accesso alla legnaia dove c'è anche un'accetta per tagliare la legna in pezzi più piccoli.
Sul tetto c'è un pannello solare per fornire energia elettrica ai due faretti che illuminano l'interno del rifugio.
Dietro al rifugio c'è un baitello con due porte, sempre aperte, che conducono nel bagno (turca, lavandino, specchio, mensola) e nel bivacco (branda con materasso e due coperte, un tavolo, cinque sgabelli e una stufa a legna).
All'esterno ci sono: un grande tavolo con due panche, la fontana, il barbecue, la piazzola per l'elicottero e la bandiera posizionata in modo da essere visibile prima dell'ultimo tratto di salita.
Davanti alla facciata del rifugio, poco più in basso e a 150 metri di distanza, c'è la conca con il Lago Reguzzo.

Il rifugio è utilizzabile in autogestione. Chi fosse interessato, per prenotare e ritirare le chiavi deve rivolgersi al Sig. Arialdo Donati a Briotti tel.: 0342 482000 - 328 4312315. Il costo per notte è di Euro 15 a persona.

Con la statale 38 della Valtellina, 5 chilometri dopo il passaggio a livello che costituisce la fine della tangenziale di Sondrio e precisamente al km. 45.6 della statale, in località Casacce di Ponte in Valtellina, giriamo a destra seguendo le indicazioni per Carolo, Sazzo, Arigna e Briotti.
Successivamente giriamo ancora a destra seguendo le stesse indicazioni e scendiamo verso un ponte con il quale attraversiamo l'Adda.
Alla fine del ponte, ignorata una stradina sulla sinistra, continuiamo verso destra seguendo la strada principale.
Lasciamo a destra la deviazione per Carolo e continuiamo in salita.
Arrivati a Sazzo, con una curva a destra aggiriamo l'abitato.
Superiamo i cartelli che indicano Albareda e Tripolo e arriviamo a Fontaniva dove troviamo due bivi. Al primo bivio andiamo a destra evitando di entrare in paese.
Al secondo bivio andiamo ancora a destra con un tornante seguendo l'indicazione Briotti-Paiosa (mentre diritto un altro cartello indica: Rifugio Corti, Rifugio Resnati, Alpe Druet, Prataccio, Forni).
Lasciamo poi a destra le deviazioni per Berniga e Famlonga (quest'ultima presso un tornante sinistrorso). Superiamo Prestinè.
Arriviamo al cartello Briotti dove la strada si divide: diritto verso Briotti e a destra verso Paiosa e Pigolze. Continuiamo diritto.

All'inizio del borgo di Briotti troviamo due slarghi contigui alla destra (m. 1030). Nel primo, sterrato, ci sono il parcheggio e i cassonetti della raccolta differenziata; nel secondo, a prato, ci sono l'edicola del Parco delle Orobie Valtellinesi, un'altalena, un tavolo in legno con relative panche e due panchine.
I segnavia indicano con il sentiero 268: Laghi Santo Stefano a ore 2.40, Rifugio Donati a ore 4, Pizzo Rodes a ore 5; con il sentiero 267: Alpe Tripolo a ore 1.45, Alpe Grioni a ore 2.15.

Ci incamminiamo in leggera salita e attraversiamo il paese seguendo la strada asfaltata.
All'esterno di un tornante sinistrorso troviamo una statua di legno, sotto ad un tettuccio, raffigurante una madonna (m. 1045).
Pochi passi più avanti, altri segnavia indicano
- diritto: Località Piane e con il sentiero 265: Lago di Santo Stefano a ore 2.40, Lago di Sopra a ore 3, Bivacco Corti a ore 6.30;
- a destra con il sentiero 264: Alpe Armisola a ore 1.30, Pizzo Rodes a ore 4.30; e con il sentiero 267: Alpe Tripolo a ore 1.45, Alpe Grioni a ore 2.15;
- un cartello giallo su di una casa indica: Briotti (m. 1060); a sinistra: Capanna Donati (m. 2500) ore 5 (di fronte a questo cartello c'è un lavatoio coperto).
Andiamo a sinistra quasi in piano e, dopo alcuni passi, ci infiliamo in un viottolo tra le case.

Giriamo a destra in salita e raggiungiamo un bivio dove due cartelli di legno segnalano a sinistra: Spanu, S. Stefano; a destra: Bratta, Campei. Andiamo a sinistra in leggera salita con un sentiero tra case e prati.
Percorriamo un tornante destrorso e proseguiamo attorniati dai prati.
Alla sinistra troviamo una fontana recintata e una madonnina. Subito dopo c'è una panchina di pietra ricoperta da piastrelle e la scritta "Posa di Spusch".
In salita percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio e proseguiamo con un traverso (m. 1075).
La pendenza aumenta.
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra.
Poco dopo ci immettiamo su di una sterrata e andiamo a sinistra (m. 1105).

Troviamo subito un bivio. I segnavia indicano a sinistra: Località Pianei; a destra con il sentiero 268: Laghi Santo Stefano a ore 2.30, Rifugio Donati a ore 3.50, Pizzo Rodes a ore 4.50. Continuiamo verso destra in salita con il fondo in cemento e pietre.
La strada ridiventa sterrata (m. 1120). Dopo pochi passi quasi in piano proseguiamo con poca pendenza.
Alla sinistra ci accompagnano dei paletti di legno. In basso alla sinistra vediamo alcune case su una delle quali sventola la bandiera elvetica.

Lasciamo a destra una panchina di metallo.
Dopo un tratto in leggera discesa (m. 1130) proseguiamo con poca pendenza (m. 1125). Alla destra ci sono altre case; una la vediamo in alto, in cima al prato.

Raggiungiamo un gruppo di case. Vediamo una madonnina bianca in una nicchia nel muro di una recinzione e un bollo bianco-rosso sullo spigolo di una baita (m. 1145).
Lasciamo la stradina che continua diritto e proseguiamo con un tornante destrorso in salita passando accanto ad una fontana con vasca in cemento sulla quale c'è un bollo bianco-rosso.
Subito arriviamo ad un bivio. Superiamo una canalina di metallo cementata e, seguendo un bollo bianco-rosso, andiamo a sinistra entrando in un bosco di betulle (m. 1160).
Cominciamo a trovare delle canaline di legno per lo scolo dell'acqua di traverso alla stradina.
Proseguiamo con minore pendenza e poi quasi in piano. Alla destra c'è un muretto di pietre sul quale vediamo un bollo bianco-rosso. Oltre il muretto ci sono dei prati e due baite. Alla sinistra c'è il bosco (m. 1190).
Terminato il muretto continuiamo con poca pendenza.
In salita percorriamo delle semicurve appena accennate. Sentiamo il rumore del torrente che scorre poco più in basso alla sinistra e poco dopo lo scorgiamo tra gli alberi (m. 1220).
La stradina è bagnata dall'acqua di un rivolo che esce da un tubicino metallico. Alla destra vediamo una piccola croce sotto ad un tettuccio formato da tre lastre di pietra coperte di muschio.
Con due passi in discesa raggiungiamo il letto di un torrente che troviamo asciutto. Vediamo un bollo bianco-rosso su di una pietra (m. 1230).
Proseguiamo in leggera salita. Vediamo un altro bollo.

Incrociamo un sentiero che sale dalla sinistra. Un cartello di legno indica a destra: Santo Stefano, Rifugio Donati. Lasciamo la stradina che continua verso delle vecchie case e prendiamo il sentiero che sale a destra in un bosco di larici (m. 1235).
Troviamo un bollo bianco-rosso su di una pietra nel mezzo del sentiero.
Il sentiero si divide solo per aggirare quattro alberi da entrambi i lati (m. 1245).
Alcune radici affiorano dal terreno.
Dopo un tratto con maggiore pendenza proseguiamo in leggera salita.
Il sentiero si divide e si ricompone dopo aver aggirato due alberi (m. 1270).
Pochi passi più avanti, superiamo una semicurva verso destra e riprendiamo a salire (m. 1280).
Troviamo una pietra con un bollo bianco-rosso nel mezzo del sentiero. Proseguiamo in modo abbastanza ripido (m. 1290).
Sul tronco di un albero vediamo un segnavia a strisce orizzontali di colore rosso-bianco-rosso (m. 1295).

Di tanto in tanto vediamo un segnavia bianco-rosso.
Superiamo una curva verso destra camminando sopra delle radici affioranti dal terreno (m. 1320).
La pendenza diminuisce un poco.
Presso un tornante sinistrorso troviamo una pietra, con un bollo bianco-rosso, che dalla destra si inclina verso il sentiero (m. 1325).
Continuiamo in leggera salita.

Un cartello affisso ad un paletto di legno segnala verso destra il sentiero per Bratta. Continuiamo diritto in salita (m. 1335).
Il sentiero si divide in due tracce parallele e dopo alcuni metri si ricompone.
Proseguiamo con delle serpentine appena accennate camminando sopra delle radici affioranti dal terreno (m. 1355).
Lasciamo a destra un formicaio (m. 1365).
Continuiamo con poca pendenza. Per tre volte il sentiero si divide e subito si ricompone (m. 1375).
Alla sinistra c'è un altro formicaio (m. 1380).
Poco dopo riprendiamo a salire.
Una pietra coperta dal muschio affiora nel mezzo del sentiero (m. 1390).
Subito percorriamo due tornanti destra-sinistra vicini tra loro.
Alterniamo due tratti con poca pendenza ad uno quasi in piano (m. 1405).
Aggiriamo un albero cresciuto nel mezzo del sentiero e proseguiamo in salita camminando sopra delle radici. Alla destra ci sono due grandi formicai (m. 1410).

Poco dopo, ad una biforcazione, i bolli ci invitano a tenere la destra (m. 1425).
Dopo un tratto abbastanza ripido continuiamo, dapprima con poca pendenza e poi in salita, camminando su delle radici che affiorano dal terreno (m. 1435).
Alla destra vediamo altri due formicai, il secondo dei quali è molto grande (m. 1445).
Lasciamo alla destra un altro formicaio (m. 1460).
Alcune pietre formano dei rudimentali gradini (m. 1470).
Aggiriamo una pietra, con un bollo bianco-rosso, situata nel mezzo del sentiero (m. 1475).
Continuiamo in modo abbastanza ripido con delle serpentine appena accennate.
Percorriamo due curve destra-sinistra vicine tra loro (m. 1485).

Dopo un breve ripido tratto nel quale saliamo dei rudimentali gradini, la pendenza diminuisce un poco.
Percorriamo un tornante sinistrorso, seguito da uno destrorso tra le rocce (m. 1495).
In leggera salita, presso un tornante sinistrorso aggiriamo una betulla.
Continuiamo in salita. Il sentiero si divide solo per aggirare tre roccette (m. 1510).
Superiamo due curve destra-sinistra m. 1520).

Allo scoperto, attraversiamo un piccolo slargo. Alla destra c'è un formicaio (m. 1530).
In salita rientriamo nel bosco.
Attraversiamo una piccola radura e torniamo nel bosco, ora più rado (m. 1540).
Superiamo una serpentina destra-sinistra (m. 1555).

Continuiamo in leggera salita con gli alberi alla sinistra e un prato alla destra e raggiungiamo una vecchia baita, aperta e vuota. Su di un cartello giallo leggiamo: "Baita Spanone (m. 1559)". Lo stesso cartello indica davanti la Capanna Donati a ore 3.30 e dietro Briotti a ore 0.45.
Lasciata a destra la vecchia baita, rientriamo nel lariceto.
Alterniamo due tratti in salita ad uno con poca pendenza.
Superiamo due semicurve sinistra-destra (m. 1590).
Percorriamo due tornanti destra-sinistra vicini tra loro (m. 1605).

Una freccia, incisa nella corteccia di un albero, segnala un sentiero che si stacca alla destra. Tre piccoli cartelli inchiodati agli alberi indicano diritto: Santo Stefano; a destra: Tripolo; dietro: Briotti. Continuiamo diritto in leggera salita (m. 1620).
Poco dopo vediamo un bollo bianco-rosso su di una bassa roccetta piatta.
Alla destra c'è un formicaio (m. 1635).

Dapprima in salita e poi quasi in piano, percorriamo un tratto allo scoperto, rinforzato da un muro che scende alla sinistra del sentiero.
Alternando due brevi tratti in leggera discesa ad altrettanti in leggera salita, rientriamo nel bosco.
Quasi in piano percorriamo una semicurva verso sinistra (m. 1650).
Alla sinistra troviamo due roccette; sulla prima che è appuntita nella parte alta, ci sono i bolli.

Riprendiamo a salire e percorriamo due tornanti destra-sinistra vicini tra loro (m. 1660).
Per un breve tratto il sentiero è incassato nel terreno circostante.
Continuiamo quasi in piano (m. 1680).
Saliamo in modo abbastanza ripido con delle pietre alla sinistra, terminate le quali proseguiamo quasi in piano (m. 1690).
Superiamo due zig-zag destra-sinistra; il primo in salita e il secondo con poca pendenza e incassato tra le pietre circostanti (m. 1700).
Continuiamo con delle serpentine appena accennate. Alcune pietre formano dei rudimentali gradini.

Attraversiamo una radura nella quale ci sono alcuni massi tra l'erba (m. 1715).
Verso la fine della radura percorriamo una curva verso destra e riprendiamo a salire.
Tra radi alberelli superiamo delle serpentine: dx-sx-dx e una curva verso sinistra (m. 1730).
Percorriamo due tornanti destra-sinistra (m. 1735).
Continuiamo con poca pendenza. Un rivolo attraversa il sentiero (m. 1740).
Ora gli alberelli sono più fitti.
Per una quindicina di metri, un rivolo bagna il sentiero (m. 1750).

Riprendiamo a salire, tra radi larici, con delle serpentine appena accennate (m. 1760).
Percorriamo un tratto abbastanza ripido.
Il sentiero si divide solo per aggirare alcune pietre (m. 1770).
La pendenza diminuisce un poco. Dopo un breve tratto tra l'erba proseguiamo su fondo roccioso con delle serpentine: dx-sx-dx.
Continuiamo su sentiero sterrato con altre due serpentine sinistra-destra.

Superiamo due tornanti sinistra-destra vicini tra loro (m. 1785).
Dopo pochi passi quasi in piano proseguiamo in leggera salita. Il sentiero si divide e subito si ricompone.
Continuiamo in modo abbastanza ripido.
Attraversiamo un tratto tra erba e cespugli e percorriamo un tornante destrorso (m. 1800).
Superiamo altri due tornanti sinistra-destra (m. 1810).

Arrivati davanti ad una parete di roccia, effettuiamo un tornante sinistrorso passando accanto alla statua di una madonnina collocata in una nicchia scavata in un tronco, sul quale è stata incisa la lettera "D" (m. 1815).
Per alcuni metri il sentiero prosegue su due tracce parallele.
Continuiamo su fondo roccioso. Il sentiero si sdoppia (m. 1820). Scegliamo di proseguire con quello alla sinistra e dopo un tornante destrorso ritroviamo l'altro.

Usciamo dal bosco (m. 1835). Davanti, poco più in alto, vediamo la diga del Lago di S. Stefano, la croce e la chiesetta ricostruita (mentre quella vecchia è rimasta sotto le acque del lago).
I segnavia indicano diritto: Lago di Mezzo a ore 0.10, Lago di Sopra a ore 0.30, Bocchetta di Santo Stefano a ore 1.15; a sinistra con il sentiero 265: Bivacco Corti a ore 3.20 e con il sentiero 268: Baite Quai a ore 0.30, Rifugio Donati a ore 2; dietro: Prati di Torre a ore 1.30, Briotti a ore 2. Andiamo a sinistra in salita.

Quasi in piano, il sentiero segue la diga a distanza disegnando un semicerchio. Su di una pietra vediamo il segnavia 265 a bandierina (m. 1845).
Continuiamo in salita.
Vediamo un bollo giallo-rosso e, in leggera salita, pieghiamo a sinistra.
Dopo un breve tratto quasi in piano e una curva a destra, arriviamo ad una biforcazione (m. 1855). Un sentiero prosegue diritto in discesa (c'è la scritta "Quai" incisa sulla corteccia di un albero) e l'altro verso destra in salita. Proseguiamo diritto.
Attraversiamo un prato alternando due tratti quasi in piano ad uno in leggera salita. Alla destra ci sono la diga e una casa utilizzata dai custodi.

Con pochi passi in leggera salita e discesa, raggiungiamo un sottopasso con il quale attraversiamo il piano inclinato della funicolare di servizio alla diga. Su di un cartello giallo leggiamo: "Lago di S. Stefano (m. 1848)". Lo stesso cartello indica davanti la Capanna Donati a ore 2.30 e dietro Briotti a ore 1.30.
Proseguiamo in salita tra erba, cespugli e radi alberi.

In leggera salita percorriamo una curva verso destra e arriviamo ad un bivio. I segnavia indicano a destra: Piz Culdera a ore 1 EE, Piz S. Stefano a ore 2.30 EE. Andiamo a sinistra.

Continuiamo quasi in piano (m. 1870). Alla sinistra c'è una croce. Alla destra ci sono il sentiero che aggira il lago e una delle case dei guardiani della diga.
Davanti inizia un sentiero chiuso da due sbarre di legno e su di un cartello leggiamo: "Attenzione. Lasciare chiuse le palanghe! Animali al pascolo". Chiediamo la conferma ai guardiani che sia quello il percorso da prendere e, ottenutala, passiamo tra le due sbarre.

Dovremo ora percorrere per circa mezzora un sentiero praticamente in piano, largo circa due metri, scavato nella roccia e a tratti protetto sul lato sinistro dove precipita verso la Valle d'Arigna.
Iniziamo con alcune semicurve assecondando le anse della montagna. Alla sinistra ci sono degli alberi e alla destra delle rocce, una delle quali sporgente sopra al sentiero (m. 1875).
Troviamo una corta protezione di ferro dipinta di verde e due tratti di muro che scendono a sinistra come rinforzo del sentiero.
Alla destra troviamo un raccoglitore dell'acqua che scola dalla montagna.
Una dopo l'altra, lasciamo a destra due grate.
Ora alla sinistra ci sono degli alberelli e cominciamo così a vedere il fondo della Val d'Arigna punteggiato da varie baite.

Presso una curva verso destra con protezioni a valle, troviamo una panchina bifronte (con due sedute e un solo schienale) in cemento, sulla quale è stato inciso l'anno 1955. La panchina è un po' a sbalzo sul baratro. Sostiamo un attimo e mentre ci riposiamo cerchiamo di individuare la sagoma (rossa, rettangolare e addossata ad una roccia) del Bivacco Resnati; cosa non facile se non si dispone di un'ottima vista. Altrimenti possiamo limitarci ad ammirare le cime del gruppo del Coca.
Ripreso il cammino, dopo un tratto rettilineo percorriamo una curva verso sinistra con protezioni a valle mentre alla destra c'è una piazzola in cemento per raccogliere l'acqua (queste piazzole sembrano un grande piatto doccia).
Superiamo delle semicurve.
Per un tratto il sentiero si restringe un poco. Alla sinistra ci sono le protezioni. Percorriamo una curva verso destra.

Attraversiamo un tunnel, scavato nella roccia, lungo una quindicina di metri.
Continuiamo con le protezioni sul lato a valle.
Superiamo delle semicurve e troviamo due tratti con protezioni e due senza.
Percorriamo una curva verso sinistra protetta a valle mentre alla destra c'è la solita piazzola in cemento per la raccolta dell'acqua.
Giriamo subito a destra.
Superiamo due tratti con protezioni e due senza.
Presso il successivo tratto protetto a valle, alla destra c'è un altro raccoglitore d'acqua in cemento.
Subito percorriamo una curva verso destra.
Troviamo altri due tratti protetti alternati ad altrettanti senza protezioni.

Alla destra cominciamo a trovare degli anelli fissati alla roccia. Probabilmente, nel periodo invernale, viene tesa una corda per procedere in sicurezza.
Dopo una semicurva verso sinistra troviamo delle protezioni a valle e una presa d'acqua dall'altro lato.
Dopo una semicurva verso destra troviamo due tratti protetti; in corrispondenza del secondo alla destra c'è un muretto.
Continuiamo con una curva verso destra e poco dopo troviamo un muretto alla destra.
Presso una curva verso sinistra protetta a valle, alla destra oltre un muro scende un torrente.

Raggiungiamo un cancelletto, da richiudere dopo il passaggio per impedire che gli animali del vicino alpeggio possano allontanarsi.
Qui terminano il precipizio alla sinistra e la parete di roccia alla destra. Percorriamo un'ampia curva verso sinistra.
Lasciamo a destra una presa d'acqua.

Subito dopo, ad una biforcazione, lasciamo il sentiero che continua diritto verso una fontana con vasca che vediamo pochi metri più avanti e prendiamo l'altro che sale a destra (m. 1880).
Davanti ad una stalla, attorno alla quale pascolano della capre, percorriamo due tornanti destra-sinistra aggirandola.
In leggera salita raggiungiamo l'edificio principale dell'alpeggio. Su di un cartello giallo leggiamo: "Alpe Quai (m. 1890)". Lo stesso cartello indica davanti la Capanna Donati a ore 2 e dietro Briotti a ore 2.
Con due tornanti destra-sinistra aggiriamo la baita.
Continuiamo con un sentiero in salita, camminando tra erba, cespugli e qualche pietra.
Percorriamo un tratto con poca pendenza (m. 1920). Alla sinistra vediamo una cascata.
Proseguiamo in salita. Il sentiero si divide e si ricompone (m. 1935).

Quasi in piano, giriamo a sinistra e, su di un ponticello in cemento senza le sponde, attraversiamo un torrente (m. 1945).
Dopo tre passi in discesa, in leggera salita superiamo una curva a sinistra e riprendiamo a salire.
Percorriamo un tornante destrorso tra l'erba e alcune pietre (m. 1950).
Lasciamo a sinistra un masso con un bollo bianco-rosso (m. 1965).
Continuiamo tra cespugli di rododendro. Alla destra, poco sotto, scorre il torrente.
Superiamo delle serpentine appena accennate.

Quasi in piano pieghiamo a destra verso il torrente (m. 1995).
Dopo alcuni passi in salita, in leggera discesa aggiriamo una roccetta nel sentiero (m. 2000).
Percorriamo un tratto con poca pendenza ed uno in salita, alternando tratti su fondo roccioso ad altri su sentiero sterrato.
Continuiamo con un tornante sinistrorso seguito da una curva verso destra. Passiamo tra due massi.
Subito dopo percorriamo due tornanti sinistra-destra vicini tra loro.
Proseguiamo con pochi passi quasi in piano (m. 2015).

Scavalchiamo un ruscelletto e riprendiamo a salire.
Continuiamo quasi in piano tra erba e cespugli
Superiamo un ampio tornante sinistrorso (m. 2020).
Con poca pendenza percorriamo un tornante sinistrorso e proseguiamo in salita (m. 2025).
Superiamo uno zig-zag destra-sinistra.

Ad una biforcazione, seguendo i bolli, teniamo la sinistra (m. 2040). Dopo una curva verso destra in leggera salita, ritroviamo l'altro sentiero (m. 2050).
Continuiamo in salita con serpentine appena accennate.
Percorriamo una curva verso destra (m. 2060).
Superiamo una serpentina sinistra-destra. Proseguiamo tra erba, rododendri e poche pietre.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 2075).
Continuiamo con una serpentina sinistra-destra tra cespugli di rododendro.
Superiamo due semicurve, entrambe verso sinistra.
Ora camminiamo tra erba e pietre (m. 2095). Poco dopo troviamo altri rododendri.
Dopo una curva verso destra, percorriamo un tornante sinistrorso in leggera salita e due tornanti destra-sinistra in salita (m. 2120).
Superiamo alcune serpentine seguite da un tratto più diretto in modo abbastanza ripido.

Arriviamo al bivio (m. 2145) dove incontriamo la Gran Via delle Orobie (il sentiero lungo ben 130 chilometri che collega Delebio all'Aprica). I segnavia indicano diritto continuando a risalire il vallone del Quai: Rifugio Donati a ore 1.40, Lago Reguzzo a ore 1.40, Rifugio Mambretti a ore 3.40; a sinistra: Baite Michelini a ore 1.40, Bivacco Corti a ore 3, Baita Pesciola a ore 3.20; dietro: Baita Cuai a ore 0.10, Lago di Santo Stefano a ore 0.40, Briotti a ore 2.30. Continuiamo diritto. Da questo punto oltre ai soliti segnavia bianco-rossi del CAI troveremo anche quelli di colore rosso-giallo-rosso con il n. 1 della G.V.O.
In salita scavalchiamo un ruscelletto.
Vediamo il segnavia G.V.O dipinto su di una pietra e proseguiamo diritto. Alla sinistra ci sono delle lastre di roccia.
Con poca pendenza superiamo due curve destra (m. 2170)-sinistra (m. 2175) e riprendiamo a salire.

Giriamo a destra come indicato da diversi grossi bolli (m. 2180).
Superiamo una serpentina sinistra-destra.
Saliamo ripidamente. Alla destra, tra l'erba e qualche pietra, c'è un solco nel terreno (m. 2190).
Dopo una curva verso sinistra continuiamo con delle serpentine: dx-sx-dx-sx-dx (m. 2210).
Superiamo un tratto con poca pendenza (m. 2215).

Percorriamo un ampio tornante sinistrorso (m. 2220) e continuiamo in modo abbastanza ripido con varie serpentine: dx-sx-dx-sx-dx-sx-dx-sx.
La pendenza diminuisce (m. 2245).
Dopo un tratto con poca pendenza torniamo a salire.
Percorriamo due curve destra-sinistra (m. 2260).
Dopo un altro tratto con poca pendenza riprendiamo a salire con una serpentina destra-sinistra.

Ormai, in alcuni punti, camminiamo su tracce di sentiero, comunque ben guidati da vari bolli (m. 2275). Saliamo prevalentemente diritto seppur con qualche serpentina appena accennata.
Giriamo a sinistra, passando su due massi piatti, e poco dopo a destra tornando a salire in modo abbastanza ripido (m. 2285).
Troviamo una liscia roccia che affiora diagonalmente dal terreno (m. 2290).
Continuiamo in salita tra l'erba.
Pieghiamo un po' a destra.

Presso una curva verso sinistra vediamo una bandierina di colore rosso-giallo-rosso con il segnavia 1 dipinto su di una pietra (m. 2320).
Continuiamo con uno zig-zag destra-sinistra (m. 2325).
Percorriamo due curve destra-sinistra vicine tra loro (m. 2335).
Proseguiamo con una curva verso destra ed una verso sinistra.

Lasciamo a destra una roccetta sopra la quale sono state collocate delle pietre per formare un ometto (m. 2345).
Aggiriamo una pietra che si trova nel mezzo del sentiero.
Alla destra c'è un masso con vari bolli (m. 2360).
Superiamo due coppie di zig-zag destra-sinistra.

Sopra delle rocce montonate, cominciamo a vedere la bandiera del rifugio, che sventola ancora lontana (m. 2365).
Passiamo accanto ad un masso con il segnavia 1 a bandierina (m. 2385).
Un bollo bianco-rosso ricurvo ci indirizza verso sinistra tra lisce pietre ed erba.

Con pochissima pendenza attraversiamo una pozza asciutta attorniata da eriofori (m. 2390).
Camminiamo tra erba e roccette seguendo i bolli e qualche ometto.
Alla sinistra, dell'acqua scivolando da una roccia forma una cascatella (m. 2405).
Attraversiamo un rivolo.

Seguendo i bolli iniziamo a risalire un dosso montonato. E' evidente il lavoro del ghiacciaio, ora scomparso, il cui attrito nel corso dei millenni ha arrotondato le rocce.
Percorriamo un tratto con poca pendenza tra erba e pietre (m. 2420).
I bolli ci mandano dapprima a destra in salita e poi a sinistra sulle rocce lisce (m. 2425). Frattanto la bandiera è sparita alla vista.
Continuiamo con poca pendenza aggirando alla destra un masso piatto sovrapposto al fondo roccioso (m. 2430).
Dopo alcuni passi tra l'erba, sempre seguendo i bolli, risaliamo in modo abbastanza ripido altre rocce lisce.

Alla sinistra vediamo scorrere un ruscello.
Dopo un passo tra l'erba torniamo a risalire le rocce lisce (m. 2445).
Poco dopo, quasi in piano, attraversiamo il ruscello camminando sopra delle pietre affioranti dall'acqua (m. 2450).
Continuiamo, dapprima in salita e poi con minore pendenza, sulle rocce lisce, con il ruscello alla destra.
Superiamo un tratto tra rocce ed erba.

Davanti ad una piccola cascata, seguendo i bolli, pieghiamo un poco verso sinistra.
Riprendiamo a salire. I bolli ci riportano sulle rocce lisce dove camminiamo in modo obliquo (m. 2465).
Proseguiamo, quasi in piano, sopra delle piccole pietre, lasciando alla sinistra le rocce montonate.

In leggera salita, sempre seguendo i bolli, camminiamo in un largo canale.
Attraversiamo verso sinistra il ruscello, emissario del Lago Reguzzo, che scorre tra le pietre (m. 2475). Per un po' lo seguiamo camminando alla sua sinistra.
Ora i bolli ci fanno risalire le rocce alla sinistra in modo abbastanza ripido.
Poco dopo pieghiamo a destra. Finalmente vediamo il rifugio e, quasi in piano, lo raggiungiamo (m. 2504).

Tempo impiegato: ore 5 - Dislivello: m. 1474
Data escursione: agosto 2018

Escursioni partendo dal Rifugio:


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