Rifugio Cima Bianca
- Altezza: m. 2080
- Gruppo: Orobie
- Ubicazione: Versante Nord della Presolana
- Comune: Colere (BG)
- Carta Kompass: 104 D5
- Coordinate Geo: 45°58'16.20"N 10°02'31.50"E
- Gestore: -
- Telefono gestore: 338 8212479
- Telefono rifugio: 0346 51579
- Posti letto: 35
- Apertura: -
- Pagina inserita il: 06/08/2010
Il Rifugio Cima Bianca è situato, tra la Presolana e il M. Ferrante, a fianco della stazione di arrivo della seggiovia che sale da Carbonera di Colere.
Scendendo dal passo della Presolana (m. 1297) in Val di Scalve con la SP 56, dopo km. 4.7 in località Castello, giriamo a sinistra per prendere la SP
58 per Colere.
A Colere attraversiamo l'abitato tenendo sempre la via principale (Via Valle, Via Tortola, Via Zanoli).
Prendiamo poi a sinistra Via Carbonera la strada che conduce verso gli impianti di risalita (cartello indicatore: seggiovie e Rifugio Albani)
Dopo 400 metri, alla destra troviamo il primo dei due parcheggi della seggiovia mentre a sinistra parte il sentiero 403 (m. 1039).
Poco più avanti invece c'è il secondo parcheggio a fianco della stazione a valle della seggiovia (m. 1050).
Primo itinerario: da Carbonera di Colere in seggiovia
La seggiovia è suddivisa in due tronconi: da Carbonera a Malga Polzone (m. 1571) e da Malga Ponzone a Cima Bianca (m. 2080).
Nell'estate 2010 è in funzione nei giorni: 24-25-31 luglio e dall'1 al 22 agosto. Il costo del biglietto A/R fino alla Malga Polzone è di Euro 7 e fino a Cima
Bianca di Euro 10. Non è in vendita il biglietto di sola andata. Orario: 9-17.30 continuato per la prima tratta; 15 minuti ogni ora per la seconda.
Scesi dalla seggiovia troviamo il rifugio alla sinistra della stazione a monte.
Secondo itinerario: da Carbonera di Colere (sentiero 403)
Lasciamo la macchina nel primo parcheggio sulla destra.
Dall'altra parte della strada, all'inizio di Via Polzone, un segnavia indica la partenza della nostra escursione (sentiero 403 - Rifugio Albani ore 2.15).
Ci incamminiamo dunque sulla stradina asfaltata alla destra del torrente Rino; la pendenza per ora è lieve.
Troviamo quasi subito un bivio. I segnavia indicano a sinistra il sentiero delle Tre Fontane e il Pian di Vione a 30 minuti; diritto il Rifugio Albani.
Ignoriamo un sentiero sulla destra che conduce verso le case della frazione e iniziamo a salire nel bosco in modo abbastanza ripido alternando tratti con il
fondo in cemento e sterrato.
Al primo tornante altri segnavia confermano il Rifugio Albani nella nostra direzione di marcia.
Superiamo una costruzione dell'acquedotto (m. 1110), poi saliamo con alcuni tornanti che tagliano una pista di fondo come indica anche un cartello su un albero.
Ai lati della pista ci sono due cannoni spara neve. Un altro cartello segnala un percorso di sci alpinismo.
Ora la pendenza è minore. Ignoriamo un sentierino sulla destra poi, dopo aver percorso un tratto con una protezione a valle, raggiungiamo una baita (m. 1220).
Sulla destra vediamo il primo troncone della seggiovia. Guadiamo due volte un ruscello, passando dapprima verso sinistra e poi tornando dall'altra parte.
Poco dopo arriviamo alla Baita Frassinetto (m. 1265).
Un segnavia indica il Rifugio Albani sulla sinistra. Lasciamo pertanto la strada e prendiamo il sentiero che, in leggera salita, si addentra nella pineta.
Superato un ruscello che troviamo in secca e un cartello indicante il Rifugio Albani, vediamo una baita in alto a destra e attraversiamo il torrente con un bel
ponte di legno, coperto da una pensilina. Dopo il ponte c'è una panca di legno (m. 1280).
Riprendiamo a salire ripidamente e raggiungiamo un bivio (m. 1305) dove un segnavia indica sulla destra il sentiero 403 per il Rifugio Albani a ore 1.45; mentre
a sinistra si stacca un altro sentiero definito come "variante". Andiamo a destra.
Il sentiero diviene ancora più ripido poi spiana e, uscendo dal bosco, incrociamo una pista da sci. A monte vediamo due cannoni spara neve e a valle un tornante
della strada.
Attraversata la pista rientriamo nel bosco (m. 1360).
Saliamo tra faggi e pini, in modo parallelo alla pista, seguendo le bandierine bianco rosse dipinte sugli alberi.
Riattraversiamo poi la pista in direzione opposta, vale a dire verso sinistra, seguendo un segnavia che indica il Rifugio Albani (m. 1410).
Ovviamente avremmo anche potuto abbandonare il sentiero e risalire semplicemente la pista da sci anziché attraversarla due volte.
Tra faggi e pini saliamo con un ripido zig-zag poi percorriamo un tratto in piano dove ci sono parecchi ciclamini.
In leggera salita superiamo due piccoli slarghi nel bosco e arriviamo ad un bivio dove dalla sinistra si innesta la "variante" che avevamo precedentemente
trascurato (m. 1505).
Riprendiamo a salire con ripidi tornantini passando per qualche piccola radura nel bosco.
In alto cominciamo a vedere la Presolana. Ad un bivio andiamo a sinistra (m. 1640) poi, dopo un tratto in piano, giriamo a destra e riprendiamo a salire
ripidamente. Il bosco ormai è terminato.
Ci avviciniamo a una parete tenendoci sulla sinistra e incontriamo il sentiero 406 descritto nel secondo
itinerario, che arriva dalla destra. I segnavia indicano a sinistra il Rifugio Albani a ore 0.30 e a destra la Malga Polzone a ore 0.45.
Continuiamo in salita su pietre e ghiaia e poi, superato un canalone detritico, lo risaliamo faticosamente alla sua sinistra. Siamo in località La Rata e in
alto cominciamo a vedere il Rifugio Albani.
Superiamo un traliccio arrugginito dell'ex teleferica (m. 1790) e continuiamo con un traverso a sinistra tra i prati con minore pendenza.
Riprendiamo a zigzagare ripidamente e arriviamo al colletto, nei pressi della Baita Alta di Polzone, ove incrociamo il sentiero 401.
Qui, di fronte al ripido versante nord della Presolana, i segnavia indicano a sinistra: il Colle Guaita a ore 0.20, il Passo Porea a ore 0.45 e Colere a ore
1.45.
Continuando diritto, arriviamo ad un altro bivio dove andiamo a sinistra solo perché il cammino sembra più agevole.
Raggiungiamo le baracche, alcune delle quali visitabili, che venivano utilizzate dai minatori (m. 1915). Infatti, nella zona attorno al Rifugio Albani, potremo
notare diverse gallerie scavate nella roccia dai minatori che estraevano la fluorite.
Accanto c'è la vecchia Capanna Trieste, una baracca in legno che fungeva da rifugio fino a quando nel 1967 venne sostituita dall'attuale costruzione in
muratura.
Ci dissetiamo al Fontanone, un pozzo intermittente che porta incisa la frase: "Tu stanca, io fresca e pura".
Superiamo un bel ponticello. In alto a sinistra vediamo una cappellina dedicata alla madonna.
Ancora pochi passi in salita e arriviamo al Rifugio Albani (m. 1939).
Oltre il rifugio proseguiamo lasciando a sinistra il sentiero per il Rifugio Curò, un cassottello di legno e l'ingresso di alcune miniere. Alla destra invece
una breve deviazione conduce ad una croce accanto alla quale c'è un rosone che riporta nome, altezza e direzione dei monti che si possono ammirare.
Saliamo con alcuni tornanti, lasciamo a sinistra un piccolo dosso e passiamo tra due rocce (m. 1980).
Davanti cominciamo a vedere il Rifugio Cima Bianca.
Sulla sinistra oltre un valloncello, vediamo due ruderi.
Troviamo poi sulla destra, uno dopo l'altro, due avvallamenti contenenti delle pozze d'acqua (m. 2000).
Ignoriamo un sentiero che si retrocede verso sinistra (m. 2030) e proseguiamo alternando alcuni tratti in piano ad altri in salita.
Ignoriamo una stradina che sale a sinistra. Un cartello indica il Rifugio Albani nella direzione dalla quale proveniamo e informa se è aperto o chiuso.
Con pochi passi in discesa ci abbassiamo in un avvallamento dove sulla destra c'è un baitello in legno.
Infine in leggera salita raggiungiamo il rifugio e la stazione a monte della seggiovia.
Tempo impiegato: ore 2.45 - Dislivello m. 1041
Data escursione: agosto 2010
Escursioni partendo dal Rifugio:
- al Rifugio Albani (m. 1939) in ore 0.20
- al Rifugio Curò (m. 1895) in ore 6
- al Rifugio Chalet dell'Aquila (m. 2170)
- al Monte Ferrantino (m. 2325)
- al Monte Ferrante (m. 2427)
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