Rifugio Cespedosio
- Altezza: m. 1085
- Gruppo: Val Brembana
- Ubicazione: Cespedosio
- Comune: Camerata Cornello - BG
- Carta Kompass: 105 D6
- Coordinate Geo: 45°55'34.60"N 9°38'56.80"E
- Gestore: Pietro Dominoni
- Telefono gestore: -
- Telefono rifugio: 349 6472491
- Posti letto: 8
- Apertura: lunedì: chiuso; mar-mer-gio-ven: ore 9-15; sabato: ore 9-23; domenica: ore 9-19; (tutte le sere su prenotazione)
- Pagina aggiornata il: 07/11/2021
Il Rifugio Cespedosio, inaugurato nel 2012, è situato presso l'omonima frazione di Camerata Cornello che conta solo dieci abitanti, sul versante orientale del Monte Venturosa.
Primo itinerario: in auto
Lasciamo la statale 470 della Valle Brembana al km. 34.6, in località Scalvino, per prendere sulla sinistra la strada che sale a Era e Cespedosio.
La strada è abbastanza stretta ed è priva di protezioni a valle. E' asfaltata tranne che in alcuni punti nei pressi delle Cave Gamba (m. 870).
Salendo con vari tornanti arriviamo ad un bivio (m. 1050) dove la segnaletica indica a sinistra Era e a destra a Cespedosio. Ancora qualche centinaio
di metri e troviamo il rifugio sulla destra poco prima di raggiungere la chiesa di San Domenico e le altre case del piccolo abitato.
Secondo itinerario: da Camerata Cornello (Frazione Orbrembo)
Lasciamo la statale 470 al km. 30.1, prima di entrare nella galleria Cornello, per proseguire con la provinciale 29 B che costeggia il Brembo.
Ad un bivio (km. 31.1), seguendo la segnaletica che indica il centro di Camerata Cornello, prendiamo a sinistra la provinciale 29.
Dopo circa trecento metri, raggiunta Camerata Cornello bassa, lasciamo la macchina nel parcheggio alla sinistra, in un angolo del quale, sotto una tettoia
riservata ai ciclomotori, ci sono anche due fontane con vasca (m. 440).
Ci incamminiamo seguendo la carrozzabile asfaltata che da un cartello apprendiamo chiamarsi Via Roma.
Dopo duecento metri, troviamo una mulattiera a gradini che sale dalla destra. Questa mulattiera parte pochi metri più in basso dalla provinciale, nei
pressi della fermata del pullman SAB.
Proseguiamo seguendo l'asfalto. Superiamo una curva a sinistra.
Percorriamo due tornanti destra-sinistra vicini tra loro; all'esterno del secondo imbocchiamo una
mulattiera all'inizio della quale vediamo un bollo giallo e rosso (m. 475).
La mulattiera sale inizialmente con un corrimano alla destra. Alla sinistra ci sono delle protezioni verso un ruscello che scorre a lato. Dopo un
primo tratto a gradini proseguiamo con un fondo misto di pietre e cemento. Alla destra ci sono un muretto e dei lampioni.
Lasciamo a sinistra, uno dopo l'altro, due ponticelli in legno sopra al ruscello che conducono verso dei prati. Alla destra si stacca un sentiero.
Per un tratto il ruscello scorre sotterraneo poi torna in superficie e alla sinistra riprendono le protezioni.
Alla destra c'è un muretto sormontato da rete metallica.
Alla destra troviamo un monumento a ricordo di quatto giovani scomparsi (m. 495).
Ad un bivio andiamo a destra. Dopo un tratto con gradini e corrimano ai lati sbuchiamo sulla carrozzabile asfaltata (m. 515).
Attraversata la strada proseguiamo con una mulattiera inerbita che sale alla sinistra di una casa con un grande muro di recinzione. Troviamo anche l'ultimo
lampione.
Alla sinistra ci sono dei noccioli.
Più avanti, poco distante sulla destra, vediamo un tornante della carrozzabile e subito dopo troviamo altre case e le relative recinzioni e muretti.
Alla sinistra ci sono delle protezioni di ferro dipinte di verde (m. 535).
Giriamo a destra e sbuchiamo in Piazza Avis Aido dove passiamo davanti alla prima casa e poi giriamo a sinistra riprendendo la mulattiera (m. 545).
Ora saliamo tra le case in direzione del campanile. Passiamo sotto un arco.
Proseguiamo con dei gradini. Alla destra vediamo un campo di calcio.
Giunti in cima passiamo tra due picchetti di pietra e arriviamo alla chiesa. Andando a sinistra si raggiunge la piazzetta antistante la chiesa e il
cimitero. A noi conviene però andare a destra, passare dietro alla chiesa, attraversare la strada di accesso alla chiesa stessa e, dopo qualche passo
verso destra, prendere un sentiero
all'inizio del quale c'è un bollo rosso (m. 570).
Entriamo nel bosco camminando dapprima in leggera salita e poi quasi in piano.
Con un breve tratto in leggerissima discesa arriviamo ad una curva a destra dove, tramite un ponticello in cemento senza sponde, superiamo un torrente.
Proseguiamo con poca pendenza poi, dopo una curva a sinistra, riprendiamo a salire. Alla sinistra c'è il bosco; alla destra un basso muretto di pietre
ed una stalla nei prati.
Dopo un tratto di sentiero incassato tra terreno e pietre giriamo a destra.
Ci immettiamo sulla carrozzabile asfaltata. Due frecce rosse indicano il sentiero a coloro che devono imboccarlo in discesa. Andiamo a sinistra in leggera
salita (m. 595).
Ora seguiremo il nastro d'asfalto a lungo, fino oltre Bruga. La carrozzabile si snoda tra prati e boschi e serve unicamente per collegare Camerata
Cornello alle frazioni più alte per cui il traffico è quasi inesistente.
Percorriamo un tornante destrorso.
Sulla destra troviamo una casa con l'insegna: "El Runchett".
Passiamo sotto i cavi dell'alta tensione. Alla destra vediamo il M. Menna.
Vediamo un bollo rosso su di un palo e una freccia rossa su di un muro.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 620) e ripassiamo sotto i cavi dell'alta tensione.
Superato un tornante destrorso arriviamo ad un bivio dove la segnaletica indica a sinistra: Brembella, Garzani, Bretto, Tassi; a destra: Bruga. Andiamo
a destra (m. 640).
Attraversiamo un gruppo di case, percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio e transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione (m. 650) poi, alla fine
dell'abitato troviamo due stradine che retrocedono verso le ultime abitazioni.
Superiamo una curva a sinistra, al cui esterno c'è un grande slargo, e rientriamo nel bosco.
Per un tratto alla sinistra ci accompagna un muro in cemento. In basso a destra sentiamo scorrere un torrente. Ignoriamo due sentieri che si staccano
a sinistra (m. 670).
Proseguiamo con alcune curve. Alla sinistra troviamo, uno dopo l'altro, quattro torrenti che scendono ripidamente e, protetti da muri in pietre,
passano sotto alla strada. Dalla destra sale un sentiero.
Superiamo un tornante destrorso mentre un torrente attraversa passando sotto alla strada (m. 710).
Subito dopo alla sinistra c'è un casello dell'acquedotto; su di un cartello leggiamo: "Serbatoio Bruga Bassa".
Ora alla sinistra ci sono delle pareti rocciose ingabbiate dentro delle reti allo scopo di prevenire cadute di pietre sulla strada.
Proseguiamo con un muro alla sinistra e percorriamo un tornante sinistrorso.
Dopo varie curve e semicurve, usciti dal bosco, arriviamo alla prima vecchia casa di Bruga che troviamo sulla sinistra (m. 735).
Proseguiamo con varie curve e semicurve tra le case sparse nei prati.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 760).
Presso il successivo tornante destrorso troviamo una grande casa, metà bianca e metà rosa, con un affresco raffigurante una madonna con bambino.
Davanti all'edificio c'è una fontana (m. 785).
Ora la strada è un poco più stretta. Alla sinistra c'è un muretto e nel prato soprastante vediamo una vecchia vasca da bagno riciclata come abbeveratoio.
Camminiamo tra prati e alberi da frutta.
Lasciati a destra una vecchia stalla e un garage in lamiera, percorriamo un tornante sinistrorso (m. 800). Ora davanti vediamo le cime del gruppo del
Monte Venturosa.
In salita percorriamo un ampio tornante destrorso tra i prati nei quali vediamo alcune case e stalle (m. 825).
Raggiungiamo dapprima una cascina e poi il "Serbatoio di Cima Bruga". Qui la strada diventa sterrata (m. 840).
Con due curve sinistra-destra percorriamo pochi passi in leggera discesa, poi continuiamo quasi in piano con un prato alla sinistra e alberi alla destra.
In basso alla destra vediamo le cave di marmo Gamba.
Dopo una curva a sinistra camminiamo in leggera discesa. Superiamo un tratto con il fondo in cemento (m. 835).
Continuiamo su sterrato quasi in piano nel bosco.
Ignoriamo un sentiero che sale a sinistra e proseguiamo in lieve discesa.
Quasi in piano percorriamo un ampio tornante destrorso guadando un ruscello che attraversa la stradina (m. 830).
Continuiamo in leggera salita. Superiamo un tratto con il fondo in cemento.
Percorriamo un tratto quasi in piano su sterrato ed un altro in salita su cemento.
Nuovamente su sterrato arriviamo ad una curva a sinistra dove dei tronchi tagliati e ammucchiati dai boscaioli, ci obbligano a delle acrobazie per
scavalcarli (m. 865). Qui termina la stradina. Ora proseguiamo con un ampio sentiero in leggera discesa nel bosco.
Percorriamo poi un tratto quasi in piano con delle vecchie protezioni in ferro arrugginite alla destra dove il pendio scende ripidamente.
Alterniamo tratti in discesa e quasi in piano. Troviamo alcune canaline di legno per lo scolo dell'acqua che attraversano il percorso.
Dopo un tratto in discesa su cemento e con un basso muretto di pietre alla sinistra, presso una curva a destra torniamo a camminare su sterrato
alternando alcuni tratti in lieve discesa ad altri quasi in piano.
Attraversiamo un piccolo ponte in cemento (m. 835).
Subito dopo giriamo a destra e riprendiamo a salire tra i noccioli, inizialmente con poca pendenza.
Continuiamo in salita dapprima con due strisce di cemento ai lati e poi nuovamente su sterrato (m. 850).
Dopo una curva a sinistra la pendenza diminuisce, poi riprendiamo a salire con una sola striscia di cemento sul lato destro.
Superata una curva a sinistra, alla sinistra del sentiero troviamo una cappella contenente un affresco raffigurante una madonna tra due santi. In alto
leggiamo: "Regina sine laude originali concepta". Balza all'occhio un evidente errore (laude anziché labe) (m. 875).
Proseguiamo dapprima in leggera discesa nel bosco ora più fitto e poi quasi in piano con una curva a destra seguita da alcune serpentine (m. 870).
Presso una curva a destra un rivolo scende da sinistra e per alcuni metri allaga il percorso.
Vediamo un cassottello di legno poco più in alto a sinistra (m. 885).
Ancora due curve sinistra-destra tra le quali alterniamo due tratti in lieve discesa ad altrettanti quasi in piano.
Proseguiamo con lievi saliscendi, circondati da cespugli, rovi e alberelli, mentre il pendio alla destra precipita ripidamente.
Troviamo alcuni assi a terra, alla destra del sentiero, come rinforzo.
Accompagnati da un muretto di pietre coperto da muschio, in leggera discesa raggiungiamo un vecchio ponte romanico con il quale
attraversiamo il Torrente Valsecca (m. 880).
Sull'altra sponda riprendiamo a salire dapprima con due zig-zag destra-sinistra e poi in linea retta con alcuni gradini distanziati tra loro. Alla destra ci
accompagna un muretto. Alla sinistra scorre un torrente che più avanti attraversiamo.
Ora camminiamo su di una mulattiera a gradini accompagnati alla sinistra da un muro di pietre coperte da muschio.
Dopo un tornante sinistrorso la pendenza diminuisce (m. 925).
Presso una curva a destra ignoriamo un piccolo sentiero che prosegue diritto.
All'esterno della successiva curva a sinistra troviamo un rudere (m. 940).
Per un po' il sentiero è incassato tra le rocce e un muretto di pietre.
Dopo un tratto quasi in piano riprendiamo a salire. Alla destra ci accompagna un muretto.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 955).
Ora camminiamo circondati da due file di alberi. Alla sinistra c'è una rete oltre la quale vediamo un prato (m. 970).
Più avanti anche alla destra c'è una rete oltre la quale vediamo un cassottello.
Alla sinistra troviamo una vecchia stalla davanti alla quale c'è una madonnina bianca (m. 990).
Poco dopo, in alto a sinistra, vediamo una casa e una stalla/fienile. Ora la recinzione è solo alla sinistra. Passiamo sotto dei cavi (m. 1015).
Percorriamo un tornante sinistrorso e risaliamo fino al fienile.
Poi il sentiero gira a destra e va ad immettersi sulla carrozzabile asfaltata descritta nel primo itinerario (m. 1030). I segnavia indicano, verso
sinistra: Cespedosio; dietro: Bruga, Camerata C., al ponte, la stalla.
Andiamo a sinistra in leggerissima salita seguendo l'asfalto e aggirando il fienile. Alla destra ci sono una fontana con vasca e il "Serbatoio
Cespedosio".
Dopo un tornante destrorso la strada si divide e i segnavia indicano, a destra Cespedosio; a sinistra: Era, Brembilla, per B. Maffenoli, Incr. 127 per
Olmo, 128 per Piazza Brembana. Andiamo a destra (m. 1050).
Ignoriamo una strada con il fondo in cemento che sale a sinistra e dopo un tratto quasi in piano proseguiamo con poca pendenza.
All'esterno di un ampio tornante destrorso, un po' in dentro, vediamo una fontana con vasca (m. 1075).
Alla sinistra una sterrata sale con alcuni zig-zag verso una casa che vediamo più in alto.
Ancora un ultimo tratto con vista su parecchi pannelli solari e raggiungiamo il Rifugio Cespedosio (m. 1085).
Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello m. 705 -60
Data escursione: aprile 2013
Terzo itinerario: da Piazza Brembana (Località "I Fondi")
Con la statale 470 percorriamo il fondo della Valle Brembana fino al bivio di Lenna (km. 39) dove lasciamo a sinistra la provinciale 1 che sale al
Passo San Marco e continuiamo sulla destra con la provinciale 2 in direzione di Foppolo.
Poco dopo, prendiamo la prima strada a destra, all'inizio della quale i segnavia indicano con il sentiero 128: B. Maffenoli - incrocio 127, Cespedosio
a ore 2.30 (ma sicuramente occorre un tempo maggiore). Altri cartelli indicano: parcheggio, pesca sportiva, piazzola ecologica.
Prendiamo questa strada e dopo un centinaio di metri parcheggiamo la macchina sulla sinistra (m. 505).
Ci incamminiamo, quasi in piano, seguendo l'asfalto. Poco dopo raggiungiamo un segnale stradale che indica il divieto di transito ai veicoli e una
stanga che chiude l'accesso.
Dopo un centinaio di metri giriamo a destra e con un ponte attraversiamo il Fiume Brembo. In fondo al ponte alla destra c'è una torre.
Scendiamo dal ponte e ci troviamo in un prato (m. 500). Qui alla destra ci sono una bacheca, un rudere ed un'area pic-nic con
fontana, tavoli e panche; alla sinistra invece troviamo una stele a ricordo dell'on. Remo Gaspari e la Cappella dei Fondi. La cappella fu costruita
nel 1799 in ricordo dei morti della peste. Contiene tre affreschi e un tavolo/altare. Sulla parete esterna alla sinistra sono indicati i livelli di
piena raggiunti dal Brembo durante le grandi alluvioni del 1890 e del 1987.
Pochi passi più avanti, prendiamo il sentiero che entra nel bosco e cominciamo a salire.
Lasciamo a sinistra un agglomerato di roccia nel quale si aprono due cavità (m. 525).
Percorriamo due tornanti ravvicinati destra-sinistra.
Sul muro alla destra vediamo il segnavia 128 mentre alla sinistra ci sono delle protezioni di legno.
Alla sinistra troviamo un masso coperto dal muschio seguito da una vecchia protezione di legno e percorriamo uno zig-zag destra sinistra. La presenza
del muschio sarà una delle caratteristiche della risalita lungo la Valle Foppone, fino alle Baite Maffenoli.
Percorriamo una curva a destra (m. 540).
Continuiamo con un tornante sinistrorso all'esterno del quale c'è un muretto che poi prosegue alla destra del sentiero. Vediamo una freccia rossa.
Dopo un tornante destrorso, saliamo in modo abbastanza ripido (m. 555).
Percorriamo uno zig-zag sinistra-destra e proseguiamo con pochissima pendenza. Su di un masso vediamo il segnavia 128 (m. 570).
Dopo un tratto in salita continuiamo con minore pendenza. Alla destra c'è un masso, con i bolli e una freccia rossa, al quale è stata appoggiata una
vecchia porta che i bikers utilizzano per scavalcarlo.
Alla sinistra c'è un muretto di pietre oltre il quale sale obliquamente un erboso pendio.
Proseguiamo in salita con il sentiero incassato tra il muretto alla sinistra e il terreno alla destra.
Alla sinistra troviamo una baita, su una parete della quale vediamo una freccia rossa e la scritta "AEM" (m. 605).
Superata una curva a sinistra, troviamo alla sinistra un rudere con il segnavia 128 e alla destra un prato con una stalla davanti alla quale vediamo
due cavalli al pascolo.
Poco più avanti, oltre una fila di alberi, c'è un prato nel quale vediamo, in alto alla sinistra, un orto recintato e una baita raggiungibili con un sentiero (m. 630).
Presso una ampia curva a sinistra vediamo il segnavia 128 su di una pietra.
Il sentiero si biforca (m. 645). Su di un cartello, un bollo blu e una freccia indicano a sinistra in salita la Variante Mafenol. Continuiamo diritto,
seguendo i bolli bianco-rossi, dapprima quasi in piano e poi in leggera salita. In basso a destra c'è una valletta con il letto di un torrente che
troviamo in secca.
Proseguiamo in salita e troviamo alcuni faggi sradicati che restringono il passaggio lungo il sentiero (m. 660).
Su di un masso vediamo il segnavia 128. Le pietre sono coperte dal muschio.
Attraversiamo il letto del torrente dalla sinistra verso destra (m. 685).
Vediamo il segnavia 128 dipinto su di una pietra in mezzo al sentiero.
Alcune piccole pietre ammucchiate sopra altre più grandi formano degli ometti.
Il sentiero si divide per aggirare alcune pietre e subito si ricompone (m. 695).
Un muretto di pietre alla sinistra del sentiero, lo separa dal letto del torrente.
La pendenza aumenta. Attorniati da pietre coperte dal muschio attraversiamo il letto del torrente verso sinistra (m. 705).
Percorriamo un tornante destrorso. In alto alla sinistra vediamo una roccia.
Continuiamo con delle serpentine.
Dopo uno zig-zag destra-sinistra, la pendenza diminuisce un poco.
Alcune pietre formano dei rudimentali gradini. Altre pietre ammucchiate formano degli ometti (m. 730).
Dopo un breve tratto abbastanza ripido, continuiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Alla destra troviamo un altro ometto accanto a due alberi con i bolli (m. 745).
Attraversiamo il torrente passando alla sua destra.
Troviamo una piccola croce, attaccata ad un masso, in ricordo di una persona morta nel 1897 (m. 755).
In modo abbastanza ripido superiamo tre tornanti dx-sx-dx e vediamo il segnavia 128.
Lasciamo a destra un ometto.
Dopo altri due tornanti destra-sinistra la pendenza diminuisce (m. 770).
Alla sinistra troviamo un masso con delle pietre ammucchiate e il segnavia 128 (m. 785).
Il letto del torrente è alla sinistra del sentiero ed entrambi scorrono affiancati sul fondo della valletta.
La pendenza aumenta. Troviamo una serie di ometti.
Ora la valletta si restringe un poco. Alla sinistra c'è un'alta parete di roccia. Il muschio regna sempre sovrano (m. 805).
Con maggiore pendenza e con uno zig-zag destra-sinistra, aggiriamo delle pietre (m. 820).
Subito dopo, seguendo i bolli, con un tornante sinistrorso risaliamo in modo abbastanza ripido il fianco sinistro della valletta.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 830).
Troviamo altri ometti. Poi la pendenza diminuisce un poco (m. 835).
Passiamo tra due basse roccette e proseguiamo con pochissima pendenza.
Dopo alcuni passi in leggera discesa, giriamo a destra e, sul fondo della valletta, attraversiamo il letto del torrente (m. 845).
Sulla sponda opposta risaliamo in modo abbastanza ripido.
Dopo tre corti tornanti sx-dx-sx la pendenza diminuisce un poco.
Percorriamo un tornante destrorso ignorando un sentiero che sale a sinistra (m. 855).
Subito dopo ne percorriamo un altro sinistrorso presso il quale l'altro sentiero ripidamente rientra.
Percorriamo due semicurve sinistra-destra (m. 875).
Ora saliamo ripidamente.
Il sentiero si divide e si ricompone.
Poco dopo torna a dividersi solo per aggirare un albero (m. 890).
Percorriamo un tratto dove alcuni alberi sono stati segati e così in alto possiamo vedere il cielo.
Il sentiero ancora si divide solo per aggirare due alberi; su quello più grande vediamo il segnavia 128 (m. 905).
La pendenza diminuisce. Passiamo accanto ad un ometto (m. 915).
Raggiungiamo una zona con alberi morti e li aggiriamo alla sinistra in modo abbastanza ripido.
Arriviamo ad un bivio (m. 935). Un cartello con una freccia e un bollo blu, indica a sinistra: Sentiero Prato Lenna - Fagiolivo. Continuiamo diritto
seguendo i bolli bianco-rossi.
Alcuni alberi caduti sopra al sentiero ci costringono a scavalcarli faticosamente o ad aggirarli.
Poi saliamo ripidamente (m. 960).
Attorno, tra gli alberi, vediamo alcuni piccoli massi (m. 975).
Dopo un tratto con minore pendenza, riprendiamo a salire ripidamente.
Su di un albero alla destra, situato ad alcuni metri dal sentiero, vediamo un cartello con un bollo blu ed una freccia che segnala verso destra la
presenza di una casetta e di una grotta (m. 990). Continuiamo diritto.
Il sentiero è ancora ripido. Alla sinistra c'è un masso.
Poco dopo percorriamo una semicurva verso destra e raggiungiamo una vecchia fontana con un tubo di ferro dal quale però acqua non ne esce.
Dopo una semicurva verso sinistra saliamo in modo abbastanza ripido. Troviamo dei massi ed un ometto (m. 1020).
Proseguiamo ripidamente (m. 1030).
Camminiamo sopra delle radici affioranti dal terreno (m. 1050).
Il sentiero si divide e si ricompone mentre alla destra ci sono due massi (m. 1065).
Per un breve tratto il pendio alla sinistra del sentiero scende ripidamente verso il fondo del valloncello.
Accanto ad un ometto, il sentiero di scompone solo per aggirare alcuni alberi.
Raggiungiamo un casello dell'acquedotto. All'interno sentiamo scorrere l'acqua. Una freccia obliqua con due punte indica di proseguire aggirando la
piccola costruzione verso destra (m. 1080).
In modo abbastanza ripido passiamo tra due ometti.
Proseguiamo con alcune lievi serpentine. Vediamo il segnavia 128 su di una pietra (m. 1095).
Troviamo un ometto in mezzo al sentiero (m. 1115). Davanti su di un albero vediamo il n. 58. Il sentiero gira a sinistra e prosegue con due serpentine
destra-sinistra.
Percorriamo tre paia di tornanti destra-sinistra, vicini tra loro (m. 1125).
Proseguiamo in leggera salita. Un altro sentiero si immette provenendo da dietro-destra (m. 1140).
In salita, giriamo a sinistra passando accanto ad un masso con i bolli.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1150).
All'interno di una curva verso destra troviamo un masso.
Mentre percorriamo un tornante sinistrorso, dalla destra si immette una ripidissima scorciatoia che ha tagliato le ultime giravolte (m. 1165).
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire con alcune serpentine (m. 1180).
Giriamo a destra. Vediamo il segnavia 128 su di un faggio.
Il sentiero si divide (m. 1195). Alla sinistra prosegue in modo abbastanza ripido mentre alla destra in modo assai ripido. Preferiamo andare a
sinistra e, dopo una curva a destra, ritroviamo l'altra traccia.
Continuiamo con una coppia di tornanti sinistra-destra vicini tra loro.
Dopo il successivo tornante sinistrorso la pendenza diminuisce.
Percorriamo un tratto quasi in piano (m. 1215).
In leggera salita arriviamo ad una curva a sinistra oltre la quale riprendiamo a salire ripidamente con delle pietre che formano alcuni rudimentali gradini (m. 1225).
Poi la pendenza diminuisce un poco ma è comunque abbastanza ripida (m. 1245).
Per un tratto il sentiero si scompone in due tracce parallele (m. 1260).
Camminiamo sopra delle radici. Il sentiero diventa più ripido.
Le due tracce si ricompongono. Percorriamo una curva a destra seguita da un tornante sinistrorso leggermente incassato nel terreno circostante (m. 1270).
Presso il successivo tornante destrorso vediamo il segnavia 128. Ora camminiamo quasi in piano con un alberato pendio che precipita alla sinistra (m. 1280).
Dopo un breve tratto su due tracce parallele, riprendiamo a salire.
Il sentiero nuovamente si scompone e procede a sinistra in modo lineare mentre alla destra sale e scende. Poi si ricompone (m. 1290).
Percorriamo un tratto quasi in piano. Alla sinistra c'è un tronco raso terra a rinforzo del sentiero.
Continuiamo dapprima in leggera salita e poi quasi in piano (m. 1305).
In salita arriviamo ad una biforcazione dove, seguendo i bolli, andiamo a sinistra. Percorriamo un tornante destrorso. Poi al successivo
sinistrorso, l'altra traccia rientra e vediamo il segnavia 128 su di un albero.
Il sentiero si divide nuovamente (m. 1315). Scegliamo la traccia più a destra, che sale in modo abbastanza ripido e poi a sua volta si scompone.
Dopo un tornante destrorso il sentiero diventa uno solo (m. 1325).
Percorriamo pochi passi quasi in piano e riprendiamo a salire.
Presso una curva a destra (m. 1335), in alto a sinistra vediamo la prima delle Baite Maffenoli.
Dopo un tornante sinistrorso continuiamo con poca pendenza. Alla sinistra c'è un tronco raso terra a rinforzo del sentiero. Ora vediamo entrambe le baite.
Percorriamo un tornante destrorso e riprendiamo a salire (m. 1345).
Il sentiero si divide; entrambe le tracce effettuano un tornante sinistrorso e poi si riuniscono (m. 1355).
Quasi in piano, continuiamo con un traverso a valle delle baite, ben visibili in alto a destra in cima ad un prato.
Riprendiamo a salire con alcuni rudimentali gradini di legno.
Percorriamo un tornante destrorso e, quasi in piano, raggiungiamo le Baite Maffenoli (m. 1370). Qui il sentiero n. 128 gira a sinistra mentre dalla destra
arriva il n. 127. I segnavia indicano a sinistra: Cespedosio; a destra: Olmo al Brembo; dietro: Piazza Brembana. Andiamo a sinistra dapprima con poca
pendenza e poi in salita iniziando ad contornare la testata della Valle Rossa.
Scavalchiamo un rivolo che attraversa il sentiero. Torniamo a camminare tra gli alberi.
Attraversiamo un grande prato (m. 1390), in fondo al quale troviamo un appostamento per la caccia ma, prima di raggiungerlo, come indicato da un
picchetto bianco-rosso con il segnavia 128, giriamo a destra con un tornante e, in leggera discesa, rientriamo nel bosco.
Un cartello su di un faggio segnala l'appostamento per la caccia a coloro che provengono dall'opposta direzione. Il pendio alla sinistra del sentiero
scende ripidamente. Vediamo delle grandi radici affioranti dal terreno.
Quasi in piano percorriamo un'ampia curva a sinistra (m. 1385).
In leggera salita arriviamo ad un tornante destrorso oltre il quale continuiamo in lieve discesa (m. 1390).
Troviamo una grossa pietra in mezzo al sentiero.
Proseguiamo quasi in piano, seppur con lievi saliscendi.
Il sentiero si divide solo per aggirare una pietra.
Proseguiamo dapprima in leggera discesa e poi quasi in piano. Percorriamo pochi passi su fondo roccioso.
Dopo una curva a sinistra continuiamo in leggera discesa.
Passiamo tra due basse pietre. Alla sinistra c'è anche un masso (m. 1380).
Torniamo a salire. Lasciamo a sinistra delle roccette.
Quasi in piano arriviamo ad una curva a sinistra oltre la quale riprendiamo a salire.
Dopo un tornante destrorso percorriamo pochi passi quasi in piano.
In salita superiamo un rivolo che proviene da una piccola pozza circondata da pietre accanto alla quale c'è anche una cisterna di plastica bianca di
forma cubica (m. 1390).
Proseguiamo tra radici affioranti dal terreno.
Dopo una curva a destra continuiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Presso una curva a sinistra troviamo alcuni tronchi collocati in orizzontale come protezione a valle (m. 1420).
Dopo alcuni passi con poca pendenza torniamo a salire.
Su di un faggio vediamo un cartello scolorito e illeggibile.
Lasciamo a destra un appostamento per la caccia ed una grande gabbia.
Con una curva a destra raggiungiamo un vasto prato in fondo al quale c'è una grande antenna. Alla destra del prato vediamo un rudere ed un baitello.
Siamo alla Baita Campo (m. 1442).
Evitiamo di entrare in mezzo al prato e ci manteniamo sul margine alla sinistra vicino agli alberi, seguendo i bolli bianco rossi tra l'erba.
Cominciamo a scendere.
Prima di arrivare alla grande antenna, seguendo il segnavia 128, giriamo a sinistra e riprendiamo il sentiero che inizialmente è incassato nel terreno circostante.
Quasi in piano, superiamo un metro di sentiero in parte franato e scivoloso (m. 1420).
Continuiamo dapprima in leggera discesa e poi quasi in piano.
Raggiungiamo un appostamento per la caccia e una gabbia per gli uccelli (m. 1405).
Proseguiamo dapprima in leggera discesa e poi quasi in piano.
Attraversiamo uno slargo con alberi radi dove un cartello, rivolto a chi sale, segnala la presenza dell'appostamento per la caccia (m. 1395).
Continuiamo in leggera discesa.
Ignoriamo un largo sentiero che scende alla destra (m. 1380).
Un centinaio di metri più avanti troviamo dei rami tagliati, ammucchiati da tempo e ormai completamente rinsecchiti. Li scavalchiamo e proseguiamo. Qui il
sentiero è infestato da erbacce e sembra in disuso però è ben marcato da bolli bianco-rossi dipinti sugli alberi.
Poi torna ad essere evidente. Percorriamo uno zig-zag sinistra-destra tra alcune pietre.
Proseguiamo in discesa, poi la pendenza diminuisce.
Nuovamente in discesa, troviamo un cartello che avverte della presenza di un altro capanno di caccia (m. 1345).
Usciamo dal bosco e ci troviamo sul retro di una baita (m. 1330).
Giriamo a destra e proseguiamo quasi in piano.
Poco dopo ci immettiamo su di una stradina in cemento che in questo punto effettua un tornante. Un cartello appeso ad un faggio indica nella direzione
dalla quale proveniamo: "128 x B. Maffenoli-Piazza B. + incr. 127 x Olmo al B." (m. 1325).
Seguiamo la strada in discesa. Troviamo alcune canaline per lo scolo dell'acqua. In basso a sinistra nei prati vediamo una cascina.
Percorriamo un tratto in leggera discesa. Vediamo il segnavia 128 su di un masso alla destra.
In discesa arriviamo ad un tornante sinistrorso dove ignoriamo una sterrata che prosegue diritto. Qui due cartelli ormai illeggibili sembrano indicare
dietro il sentiero 128 e alla destra Campei (m. 1280).
Subito dopo il tornante ignoriamo una sterrata, chiusa da una stanga verde, che scende alla destra verso una casa.
Poco dopo ne trascuriamo un'altra, anch'essa chiusa da una stanga, che si stacca alla sinistra e si dirige verso una cascina (m. 1260).
Nel prato alla sinistra vediamo una grande vasca in cemento che serve come abbeveratoio per gli animali.
Percorriamo una ampia curva a sinistra camminando in lievissima discesa tra prati (m. 1250)
Con un tornante destrorso rientriamo tra gli alberi.
Poco dopo ignoriamo una strada con il fondo in cemento che alla sinistra scende verso una casa (m. 1240).
Proseguiamo dapprima su sterrato e poi in discesa con il fondo in cemento. Sugli alberi alla sinistra vediamo alcuni bolli bianco-rossi.
Presso una curva a sinistra, un ruscello attraversa in parte passando sotto alla strada in un tubo e in parte scorrendo in una canalina di cemento (m. 1230).
Continuiamo in leggera discesa su sterrato.
Troviamo alla destra dei tronchi collocati orizzontalmente come rinforzo.
Proseguiamo in discesa con il fondo in cemento (m. 1205).
Un altro piccolo corso d'acqua attraversa passando sopra e sotto alla strada (m. 1195).
Nuovamente su sterrato, quasi in piano, percorriamo un ampio tornante destrorso.
Un altro ruscelletto attraversa passando sopra e sotto alla strada (m. 1185). Percorriamo una curva a sinistra dopo la quale alla destra c'è un muretto di pietre.
Camminando in lievissima discesa, transitiamo sotto a due cavi e superiamo un altro ruscelletto che attraversa la strada.
Continuiamo in discesa con il fondo in cemento.
Alla sinistra troviamo dapprima una vecchia stalla e poi una baita, mentre percorriamo un ampio tornante destrorso tra prati e alcuni alberi. In basso alla
sinistra vediamo una vecchia vasca da bagno riciclata come abbeveratoio (m. 1170).
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1155). Alla destra ci accompagna un torrente.
Presso una curva a sinistra, oltre una recinzione, vediamo una casa ed un baitello.
Superiamo una stanga di ferro e ci immettiamo su di una strada asfaltata. Vediamo il segnavia 128 ed una freccia che indica la direzione dalla quale proveniamo (m. 1110).
Un cartellone parla dei lavori effettuati grazie al "Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale".
Proseguiamo quasi in piano.
Percorriamo una curva a sinistra.
Su di una casa, in alto a sinistra, vediamo un affresco raffigurante S. Antonio con un maiale.
Torniamo a scendere. Passiamo sotto ad un cavo.
Alla sinistra c'è un muretto.
Tra gli alberi alla destra vediamo le poche case di Era. Una stradina scende a destra. Proseguiamo diritto con una staccionata alla destra.
Lasciamo a destra uno slargo con parcheggio (m. 1055).
Dopo una curva a destra, quasi in piano, arriviamo ad un bivio (m. 1050). La segnaletica indica a sinistra Cespedosio, dietro Era, Brembilla, mentre alla destra
c'è la strada che scende a Scalvino dove si immette sulla statale 470. Continuiamo in leggera salita.
Ignoriamo una strada con il fondo in cemento che sale a sinistra e dopo un tratto quasi in piano proseguiamo con poca pendenza.
All'esterno di un ampio tornante destrorso, un po' in dentro, vediamo una fontana con vasca (m. 1075).
Ancora pochi passi e raggiungiamo il rifugio.
Tempo impiegato: ore 4 - Dislivello m. +1000 -420
Data escursione: maggio 2015
Escursioni partendo dal Rifugio:
- alla Baita Campo (m. 1442)
- alla Baita Maffenoli (m. 1370)
- al Monte Venturosa (m. 1999)
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