Rifugio Campione

Il Rifugio Campione è situato non lontano dal Passo dei Campelli che segna il confine tra la Val di Scalve (BG) e la Val Camonica (BS).
E' stato ottenuto dalla ristrutturazione della baita che fino agli anni 60 forniva alloggio ai lavoratori delle vicine cave di pietra ed è stato inaugurato nel mese di agosto 2013.
Dal rifugio, la panoramica con PeakVisor ci mostra le seguenti cime: Monte Cuel (m. 2186), Cima di Tenerle (m. 2196), Monte dei Frati (m. 3285), Cima Plem (m. 3177), Monte Elto (m. 2145), Monte Adamello (m. 3535), Monte Marser (m. 2760), Cima Meridionale del Dosson (m. 3430), Crozzon di Lares (m. 3348), Corno di Cavento (m. 3398), Corno di Lendeno (m. 2805), Cima di Boazzo (m. 2553), Cima Buciaga Nord (m. 3003), Carè Alto (m. 3449), Corno di Grevo (m. 2858), Monte Foppa (m. 2747), Monte Marosso (m. 2681), Monte Campellio (m. 2793), Cima di Danerba (m. 2902), Cima Latola (m. 2828), Cima Sablunera (m. 2601), Monte Frisozzo (m. 2879), Cima Tredenus Meridionale (m. 2778), Cima Becani (m. 2603), Pizzo Badile Camuno (m. 2429), Monte Monoccola (m. 2678), Monte Listino (m. 2743), Cima Laione (m. 2758), Cornone di Blumone (m. 2840), Dosso Saret (m. 2206), Cima dei Ladrinai (m. 2403) e Cima della Bacchetta (m. 2550), queste ultime tre facenti parte del massiccio della Concarena.

Primo itinerario: da Cimalbosco

Nonostante il rifugio si trovi in provincia di Brescia, questo itinerario si svolge quasi completamente in territorio scalvino.

Da Boario con la statale 294 oppure da Clusone tramite il Passo della Presolana arriviamo a Schilpario.
All'inizio di Schilpario prendiamo la strada sulla destra (Via Corniola) con la quale aggiriamo l'abitato evitando di transitare per le stradine del centro.
Giunti al termine del paese (chiesa a sinistra e campo sportivo a destra), continuiamo con la statale che sale nel bosco.
Dopo km. 3.3 arriviamo in Località Fondi (m. 1261). Sulla destra c'è l'edificio del Centro Raid e un ampio piazzale sterrato. Un cartello indica il Rifugio Cimon della Bagozza a ore 0.45.
D'inverno occorre parcheggiare qui e proseguire a piedi. D'estate è possibile continuare in auto tenendo presente che la strada è stretta.
Continuando in auto, dopo km. 3.8 da Fondi lasciamo a sinistra il posto di ristoro Baracca Rossa (m. 1550) e arriviamo al tornante sinistrorso in Località Cimalbosco sopra il quale è visibile il Rifugio Cimon della Bagozza.

Parcheggiamo la macchina a bordo della strada accanto ad un cartellone che parla della flora, della fauna e dei percorsi didattici della Val di Scalve (m. 1565). I segnavia indicano: Passo Campelli a ore 1.10, Rifugio Campione a ore 1.10, Monte Cimon della Bagozza a ore 2.30, Passo Valzellazzo a ore 2.10.

Ci incamminiamo su una strada con il fondo in cemento che in leggera salita si stacca verso destra. Un segnale stradale ne vieta il transito ai veicoli.
Poco dopo, due cartelli indicano a sinistra il sentiero che sale al Rifugio Cimon della Bagozza e segnalano se lo stesso è chiuso o aperto.
Entriamo nel bosco.
Dopo una curva a sinistra proseguiamo in salita (m. 1575).
Una sterrata si stacca a sinistra e conduce al Rifugio Cimon della Bagozza; anche qui ci sono due cartelli che lo segnalano.
Dopo una curva a sinistra usciamo dal bosco. Continuiamo con poca pendenza. Alla sinistra ci sono dei prati e alla destra degli alberi. (m. 1585).

Poco dopo la strada diventa sterrata (m. 1595).
Superiamo una larga cunetta di cemento e pietre che attraversa alla strada obliquamente.
Percorriamo una semicurva verso sinistra. Alla destra, poco più in basso, vediamo scorrere un torrente (m. 1610).

Ad una biforcazione i segnavia indicano a sinistra il Monte Gardena m. 2117 a ore 1.30 e la Baita Glaiola m. 1942 a ore 1.10. Continuiamo diritto.
Superiamo una stanga rossa che troviamo aperta e attraversiamo il torrente su di un ponte che ha le sponde di legno e il fondo in cemento e pietre (m. 1620). Un cartello informa se il Rifugio Campione è chiuso o aperto.

Subito dopo alla destra si stacca una stradina inerbita. I segnavia indicano diritto: Rifugio Campione a ore 1; a destra con il percorso 418: Passo del Valzellazzo a ore 2.
Cominciamo a trovare della canaline metalliche per lo scolo dell'acqua, di traverso alla sterrata.
In salita, dopo una curva a sinistra, percorriamo un tratto tra gli alberi.
Percorriamo due semicurve destra-sinistra. Proseguiamo tra i prati.

Da questo punto fino al Passo dei Campelli, alla destra costeggeremo il versante nord del gruppo del Cimon della Bagozza.
Quasi in piano percorriamo una curva a destra (m. 1635) all'esterno della quale si stacca una sterrata che in leggera salita conduce alla Malga Campelli di Sotto.
Proseguiamo con poca pendenza. Alla sinistra c'è un baitello.
Poi torniamo a salire e ignoriamo un sentiero che scende alla destra (m. 1645).
Percorriamo una curva a destra tra gli alberi (m. 1665).
Continuiamo con un tornante sinistrorso monto ampio.
Subito dopo percorriamo un tornante destrorso (m. 1675).
Dopo una curva a sinistra continuiamo con alcune semicurve (m. 1690).

In leggera salita raggiungiamo dei prati (m. 1705). Su di una palina vediamo alcuni segnavia che indicano diritto: Rifugio Campione a 40 min., Bivacco Val Baione a ore 3, Cima Bacchetta a ore 5, Sommaprada a ore 4.30. Accanto c'è una piccola croce con la foto in ricordo di un escursionista.
Poco dopo nel prato alla sinistra vediamo alcune roccette sulla più alta delle quali è stata collocata una madonnina. Accanto ci sono anche un piccolo altare e delle targhe.
Nel prato alla destra invece si stacca una stradina inerbita che in dieci minuti conduce al Lago Campelli. Il lago non è segnalato. Delle scritte e una freccia rossa tracciate su due pietre segnalano solo il sentiero 417 e il Cimone della Bagozza a ore 2. Proseguiamo diritto.

Torniamo a salire e percorriamo un lungo tratto, con delle semicurve, camminando tra alberi, prati, massi, pietre e più avanti anche cespugli.
Troviamo poi un masso alla sinistra sul quale è stato dipinto il segnavia 428 a bandierina.
Subito dopo percorriamo due curve sinistra-destra (m. 1760).
Un ruscello attraversa passando sotto alla sterrata.
Ora le canaline per lo scolo dell'acqua sono di legno.
Proseguiamo in lievissima pendenza con delle semicurve.
Percorriamo una curva a sinistra (m. 1780).
Dopo un tratto in salita, camminando quasi in piano lasciamo a destra una stalla situata un po' in dentro tra i prati.
Superiamo un tornante sinistrorso passando con un ponte sopra al ruscello.

In leggera salita percorriamo un tornante destrorso all'esterno del quale si stacca una breve stradina inerbita con conduce alla Malga Campelli di Sopra (m. 1815).
Poco dopo, in basso a destra, vediamo il ruscello scorrere in fondo ad una valletta.
Le canaline per lo scolo dell'acqua tornano ad essere in metallo. La prima precede di poco una curva a destra (m. 1835).

Dopo una curva a sinistra, quasi in piano, arriviamo ad un bivio (m. 1845). I segnavia indicano a sinistra: Passo del Giovetto a ore 0.15, Passo del Vivione a ore 2.10; a destra: Passo dei Campelli a ore 0.15, Rifugio Campione a ore 0.20, Rifugio Iseo a ore 1.30. Andiamo a destra in salita. Un rivolo attraversa la sterrata.
Poco più avanti ne troviamo un altro (m. 1865).
Continuiamo in leggera salita. Percorriamo due curve sinistra-destra.
Scavalchiamo due rivoli. Percorriamo altre due curve sinistra-destra (m. 1875). Bella la vista alla destra che abbraccia tutta la vallata.

Giriamo poi a sinistra e, percorrendo un breve tratto incassato tra le rocce, attraversiamo il passo che mette in comunicazione la Val di Scalve con la Val Camonica. I segnavia indicano: Passo dei Campelli 1892 m., Rifugio Campione a 10 minuti, Rifugio Iseo, Ono San Pietro a ore 2.30.
Camminando quasi in piano, poco dopo arriviamo ad una biforcazione. Alla sinistra, come rinforzo per prevenire smottamenti del terreno, ci sono alcune reti contenenti delle pietre. I segnavia indicano a diritto il Rifugio Campelli a 10 minuti. Dalla destra sale la strada, descritta nel secondo itinerario, che proviene da Ono San Pietro. Continuiamo in leggera salita.
Percorriamo un lungo tratto con alcune semicurve: sx-sx-sx-dx-sx-dx-sx.
Superiamo una curva verso destra (m. 1930) seguita da due tornanti sinistra-destra (m. 1940).
Un rivolo attraversa la strada su di un letto di pietre e cemento.
All'esterno di una curva verso sinistra troviamo delle arnie.
Continuiamo quasi in piano. Dopo un tornante sinistrorso davanti cominciamo a vedere il rifugio ai piedi del Monte Campioncino.
Superiamo due semicurve destra-sinistra.
Dopo un breve tratto in salita, quasi in piano arriviamo al termine della strada e al rifugio (m. 1946).

Tempo impiegato: ore 1.20 - Dislivello: m. 381
Data escursione: giugno 2014

Secondo itinerario: da Ono San Pietro (Località Pisul)

Questo lungo itinerario segue la strada che da Ono San Pietro sale fino al Passo Campelli e al Rifugio Campione.
Su questa strada, il transito con automezzi è consentito gratuitamente sino alle Località Valaiù e Pisul (dove partono rispettivamente i sentieri n. 98 e n. 6 per il Rifugio Baita Iseo) previo ritiro permesso presso:
- Comune di Ono San Pietro, Piazzale Donatori di Sangue 1 (lunedì-giovedì-sabato mattina) - info@comune.ono-san-pietro.bs.it - tel.: 0364 434490;
- B&B Perbacco Bar, Via Nuova 2.
Oltre, il transito è soggetto al pagamento di 5 euro e la strada è percorribile con mezzi fuoristrada.

Dalla statale 42 della Val Camonica, circa sette chilometri dopo Breno e due prima di Capo di Ponte, imbocchiamo l'uscita per Ono San Pietro.
Seguendo le indicazioni, raggiungiamo l'abitato di Ono San Pietro e percorriamo la via principale del paese.
Troviamo una piazzetta alla destra alla quale si affaccia il Perbacco Bar dove ritiriamo il permesso di transito, gratuito per la prima parte del percorso.

Continuiamo diritto con Via Nuova. Poco dopo aver superato la chiesa, giriamo a destra in Via Corno (cartello Baita Iseo).
Procediamo su questa stretta strada che porta al Passo Campelli e dopo un chilometro e mezzo circa raggiungiamo le Baite di Valaiù (Valleione m. 700), dove lasciamo a sinistra una stradina che sale al Rifugio Iseo (itinerario 98).
Proseguiamo per un altro chilometro e troviamo alla destra una santella contenente un affresco raffigurante il volto di Cristo coronato di spine mentre sulla parete esterna verso la strada uno scheletro rappresenta la morte. Accanto alla santella c'è spazio per parcheggiare due auto (Località Pisul m. 868). Qui abbiamo lasciato la nostra macchina.
Dopo un centinaio di metri in salita nel bosco, presso un tornante destrorso, prende avvio il percorso n. 6 per la Baita Iseo. Sulla sinistra c'è spazio per altre cinque o sei vetture. I segnavia indicano, diritto con il sentiero 6: Alta Via Orobie Orientali, Rifugio Iseo a ore 1.30, Bivacco Val Baione a ore 5.30; a destra seguendo il tornante: Rifugio Campione; dietro: Pescarzo a ore 1.30. Su un cartello marrone leggiamo: "Località Parsanega - Plasuplana". Qui inizia il tratto a pagamento (m. 880).

La strada è ancora asfaltata. Alla destra c'è il guard-rail.
Lungo il cammino, di tanto in tanto troveremo una canalina di ferro, di traverso alla strada, per lo scolo dell'acqua.
Superiamo una semicurva verso sinistra.
Quasi in piano percorriamo una curva verso sinistra. Il guard-rail termina.

Subito troviamo un cartello che indica la "Località Ruà" raggiungibile con un sentiero che si stacca alla destra (m. 890).
Continuiamo con poca pendenza. Alla sinistra c'è un muro in cemento.
Proseguiamo in salita con delle semicurve appena accennate. Alla sinistra abbiamo delle pareti di roccia e alla destra una staccionata (m. 920).
Alla destra troviamo un muretto con infissi dei paletti di legno che reggono un traverso (m. 950).
Continuiamo in leggera salita con due semicurve sinistra-destra.
In salita superiamo altre semicurve appena accennate. Alla sinistra ci sono dei cespugli di arunco (barba di capra). In alto, gli alberi non coprono la vista del cielo.
Presso una curva verso sinistra rientriamo nel bosco (m. 990).
Superiamo un'altra curva verso sinistra e proseguiamo con poca pendenza (m. 1005).

Alla sinistra troviamo un piccolo slargo e un sentiero non segnalato che si stacca in salita (m. 1010).
Alla destra c'è una corta staccionata. Ignoriamo una stradina sterrata che retrocede con un tornante sinistrorso (m. 1015).
Poco dopo, un sentiero si stacca alla destra. Alla sinistra vediamo una freccia rossa dipinta su di un piccolo manufatto in cemento dell'acquedotto.
Un rivolo attraversa la strada scorrendo dentro una canalina formata da tre tronchi.

Percorriamo una curva verso destra camminando tra un muro di pietre e una staccionata (m. 1025).
Superiamo un'altra canalina di legno come la precedente.
Percorriamo un'ampia curva verso sinistra.
Poco dopo, alla destra, riparte la staccionata infissa su un muretto (m. 1040).

Presso un tratto allo scoperto, davanti vediamo la Concarena (m. 1050).
Con pendenza minima superiamo un breve tratto con un muretto sormontato dalla staccionata alla destra. Dal basso alla destra proviene il rumore di un torrente nascosto dagli alberi (m. 1055).
Riprendiamo a salire. Lasciamo a destra una gabbia colma di pietre (m. 1070).

Quasi in piano superiamo due semicurve destra-sinistra. La strada diventa sterrata e procede incassata nel terreno circostante (m. 1075).
Con poca pendenza, lasciato uno slargo alla sinistra, percorriamo una semicurva verso destra.

Continuiamo in salita su asfalto. Presso una semicurva verso sinistra ignoriamo un sentiero che prosegue diritto.
Torniamo a sentire il rumore del torrente che scorre più in basso alla destra (m. 1100).
Superiamo una semicurva verso destra aggirando una roccetta e proseguiamo con poca pendenza (m. 1110).
Ora, tra gli alberi, in basso alla destra, riusciamo a scorgere il torrente.
Lasciamo a sinistra un  piccolo manufatto in cemento dell'acquedotto.

Riprendiamo a salire. Un cartello segnala che siamo in "Località Plemort". Oltre il torrente riusciamo a scorgere alcune baite (m. 1125).
Proseguiamo con poca pendenza. Alla sinistra ci accompagna un muretto di pietre (m. 1135).
Dopo una curva verso destra, attraversiamo il torrente su di un ponte che ha le sponde con pali di ferro verticali e traversi di legno (m. 1145).

Continuiamo in salita su sterrato. Su di un pannello inciso nel legno e appeso sotto ad un tettuccio leggiamo: "Benvenuti al Borghetto del Plemort". Superiamo due semicurve sinistra-destra.
Alla destra troviamo un Crocefisso e un cartello con la "Preghiera dell'Alpino". Alla sinistra ci sono una cartina della zona e un segnavia che indica con il sentiero 89A che retrocede verso sinistra: Baita Iseo a ore 0.45. [Questo sentiero, che abbiamo percorso al ritorno, dopo un guado prosegue per km. 1.5 circa su percorso stretto e con continui lievi saliscendi nel bosco fino ad immettersi sul sentiero n. 6 che da Pisul sale al Rifugio Baita Iseo] (m. 1155).
Sulla facciata dell'ultima baita vediamo un affresco raffigurante una Madonna con Bambino e una scritta parzialmente cancellata.

Subito dopo, in leggera salita, rientriamo nel bosco (m. 1160).
Alla destra troviamo nell'ordine: una corta staccionata, una stanga, e un muretto realizzato con grandi pietre.
Continuiamo con un muro di pietre alla sinistra (m. 1165).

Percorriamo un tratto allo scoperto. Un torrente attraversa la strada su di una base in cemento (m. 1170).
Proseguiamo con il fondo in cemento.
Riprendiamo a salire. Presso una curva verso destra passiamo su di un ponte con le sponde di legno.
Dopo il ponte la strada torna ad essere sterrata. Continuiamo in leggera salita.
Alla sinistra troviamo una vecchia cascina mentre alla destra c'è una staccionata. Dietro, sopra gli alberi, vediamo spuntare delle cime (m. 1190).
Poco più in basso, alla destra, vediamo un'altra vecchia baita. Torniamo a camminare tra gli alberi.
Per un tratto la strada è incassata nel terreno circostante.
Presso una semicurva verso sinistra torniamo su asfalto (m. 1200).

All'esterno di un tornante sinistrorso c'è una baita. Un cartello informa che siamo in "Località Cantagall" (m. 1210).
Superiamo una stanga e subito troviamo uno slargo alla sinistra. Su di un vecchio cartello di legno leggiamo: "Percorso di osservazione fauna selvatica". Continuiamo nel bosco seguendo la strada, dapprima su asfalto e poi su cemento.
Percorriamo una curva verso destra molto ampia (m. 1250).
Superiamo un tornante sinistrorso anch'esso molto ampio e continuiamo con poca pendenza (m. 1265).
Riprendiamo a salire (m. 1280).
Lasciamo a destra un masso aguzzo e superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1290).
Continuiamo in modo abbastanza ripido.

Un segnavia indica la "Località Funtanet" con una stradina che si stacca alla destra. Un altro cartello segnala che ci troviamo in "Località Crus del Curobe". Alla destra troviamo una croce con due Crocefissi, uno per lato (m. 1320). Continuiamo diritto.
Con poca pendenza superiamo una semicurva verso sinistra.
Lasciamo a sinistra un  piccolo manufatto in cemento dell'acquedotto.
In salita percorriamo una semicurva verso destra (m. 1335).
Oltre alle solite canaline di ferro per lo scolo dell'acqua, che di tanto in tanto attraversano la strada, ne troviamo anche una di legno.
Dopo una semicurva verso destra proseguiamo in leggera salita (m. 1360).
Una dopo l'altra, troviamo due serie formate da tre canaline di ferro affiancate ciascuna. Nella seconda serie scorre un rivolo (m. 1370).
Un altro rivolo attraversa sopra alla strada.

Percorriamo una curva verso sinistra molto ampia (m. 1385) subito seguita da una curva verso destra presso la quale un sentiero retrocede alla sinistra (m. 1390).
Continuiamo con delle semicurve appena accennate.
Per un tratto, l'assenza di alberi alla destra consente una veduta panoramica (m. 1405).
Proseguiamo in salita.

Su un cartello alla destra leggiamo: "La Sagrada" (m. 1425).
Alla sinistra c'è una zona recintata con pali di legno che reggono una rete a quadrotti.
Continuiamo con altre semicurve appena accennate.

Un cartello indica la "Località Plaurec" con una stradina che sale a sinistra. Continuiamo diritto (m. 1445).
Percorriamo una curva verso sinistra molto ampia.
Presso una semicurva verso destra attraversiamo un ponte con le sponde di legno (m. 1480).
Lasciamo a sinistra un casello dell'acquedotto in pietra.
Attraversiamo un ponticello con le sponde e il fondo di pietra (m. 1485).
Superiamo una semicurva verso sinistra.

Il bosco è ormai terminato. Continuiamo tra prati e pochi alberi.
Alla destra troviamo la "Baita Rio Freddo". Lasciamo a sinistra la sterrata (non segnalata) per il Rifugio Baita Plaurent e continuiamo diritto (m. 1495).
Torniamo a camminare su asfalto. Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire tra radi larici (m. 1510).
Con un masso per lato, percorriamo una curva verso sinistra (m. 1535).
Continuiamo con una staccionata alla destra.
Alla sinistra abbiamo un muro di pietre (m. 1545).
In basso alla destra vediamo il Torrente Clegna.

Una stradina sale a sinistra verso una casa. Con il fondo lastricato percorriamo una curva verso destra seguendo l'indicazione per il Rifugio Campione.
Su di un pannello dipinto in bianco sul legno e inchiodato sotto ad un tettuccio leggiamo: "Benvenuti al Bait del Mela". Attraversiamo il ponte sul Torrente Clegna (m. 1560).
Subito ignoriamo una stradina inerbita che continua diritto e seguiamo la strada lastricata che piega a sinistra.

Ora possiamo seguire la strada che aggira le Baite del Mela o prendere un sentiero che sale a destra verso la chiesa dell'alpeggio.
Saliamo alla chiesa che troviamo aperta. All'esterno sotto ad un portico ci sono due tavoli con relative panche e una fresca fontana (m. 1575).
Continuiamo tra le baite, tra le quale troviamo anche una fontana con vasca, e ci riportiamo sulla strada.
Superiamo una grata per lo scolo dell'acqua.
Proseguiamo in salita con una curva verso destra e arriviamo al termine dell'alpeggio (m. 1590).
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1595).
Dopo pochi passi quasi in piano scavalchiamo un rivolo che attraversa la strada (m. 1600).
Superiamo un tratto in salita e continuiamo con poca pendenza lasciando a destra una baita isolata, la "Baita del Belvedere" (m. 1610).

Ora la strada prosegue circondata dai prati. Per un tratto è sterrata.
Con il fondo in cemento e pietre superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1640).
Alla destra ci sono delle gabbie piene di pietre allo scopo di prevenire eventuali smottamenti del terreno.
Superiamo un tratto con pochissima pendenza (m. 1645).

In salita percorriamo un tornante destrorso ignorando un'altra stradina che continua diritto. All'esterno del tornante c'è una gronda per lo scolo dell'acqua. Continuiamo su una larga mulattiera con pietre ben sistemate. Ora le gabbie con le pietre sono alla sinistra (m. 1650).
Superiamo due semicurve destra-sinistra.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1685). Nel primo tratto dopo il tornante, alla destra ci sono altre gabbie piene di pietre.
Superiamo una semicurva verso sinistra mentre, davanti poco più in alto, vediamo una vecchia baita con una madonnina in una nicchia nel muro (m. 1710).
La strada diventa sterrata (m. 1715).

Ignoriamo una stradina inerbita che scende a sinistra verso la Malga Vericolo e continuiamo diritto con poca pendenza.
Sul margine sinistro della strada ci sono dei pali di legno.
Superiamo alcune semicurve.
Alla sinistra vediamo le cime della Concarena.
In basso alla sinistra vediamo i due edifici della Malga Vericolo. Superiamo due semicurve destra-sinistra. Il fondo stradale torna ad essere una mulattiera di pietre ben sistemate (m. 1735).
Con minima pendenza superiamo due semicurve sinistra-destra (m. 1755). Nei prati, poco sopra alla destra, vediamo una malga bianca.

Superiamo una semicurva verso sinistra, con il fondo in cemento e pietre.
Subito raggiungiamo un bivio (m. 1765). Su di un cartello leggiamo: "Località Vericolo - Erìcol". Consultiamo per sicurezza la cartina appesa ad un pannello di legno e continuiamo diritto ignorando l'altra strada che sale a destra verso la malga bianca.
Dopo pochi passi in leggera discesa, torniamo a camminare su sterrato, percorriamo una curva verso sinistra e proseguiamo in leggera salita.
Continuiamo quasi in piano. Davanti vediamo la Concarena.
Superiamo una curva verso sinistra seguita, con minima pendenza, da una verso destra.
Percorriamo un tornante destrorso molto ampio e superiamo una stanga verde che troviamo aperta (m. 1780).

Davanti, in alto, vediamo il Passo Campelli.
Continuiamo in leggera discesa su sterrato. Ignoriamo una sterrata che si stacca alla sinistra e conduce alla Malga Campione Inferiore dove vediamo alcune mucche al pascolo.
Proseguiamo quasi in piano e cominciamo a vedere dei bolli bianco-rossi.
Percorriamo una semicurva verso destra seguita da una curva verso sinistra presso la quale guadiamo un ruscello (m. 1785).
Continuiamo in leggera salita con delle serpentine appena accennate.

Alla destra, all'interno di una zona recintata con una catena, vediamo una targa in memoria di una persona scomparsa e la seguente poesia: "Incantevole questo immenso avvolto dal silenzio, cancella dalla mente la fatica della salita. Il cielo è terso e sulla neve il sole luccica miliardi di stelline che inutilmente il vento cerca di spazzare. Ivan"
Superiamo una semicurva verso sinistra molto ampia.
Lasciamo a sinistra due piccole aree recintate.
Subito percorriamo un ampio tornante destrorso (m. 1805).
Continuiamo con pendenza minima accompagnati alla sinistra da un ruscelletto.
Poco dopo il ruscelletto attraversa la strada passandole sotto o anche sopra su di un letto in cemento e pietre.
Nel verde dei prati spicca il giallo dei ranuncoli fioriti in questa stagione. Vediamo un bollo bianco-rosso.

In leggera salita, con il fondo lastricato, percorriamo due tornanti sinistra-destra.
Dopo un tratto in salita, ne superiamo un altro con poca pendenza su sterrato (m. 1850).
Riprendiamo a camminare su fondo lastricato (m. 1865).

Alcuni segnavia, collocati all'esterno di un tornante destrorso (m. 1870), indicano, continuando verso destra: Rifugio Campione a min. 15; a sinistra con il sentiero 81: Bivacco Valbione a ore 3, Cima Bacchetta (81A) a ore 5, Sommaprada a ore 4.30; dietro (n. 162): Baite del Mela a ore 0.40, Rifugio Iseo a ore 2.10.
Dopo un tornante sinistrorso continuiamo con poca pendenza su sterrato (m. 1890).

Poco più avanti abbiamo il Passo Campelli (m. 1892), dal quale proviene il percorso descritto nel primo itinerario, ma anziché raggiungerlo giriamo a destra come indicato dal segnavia: Rifugio Campione a 15 minuti.
Percorriamo un lungo tratto con alcune semicurve: sx-sx-sx-dx-sx-dx-sx.
Superiamo una curva verso destra (m. 1930) seguita da due tornanti sinistra-destra (m. 1940).
Un rivolo attraversa la strada su di un letto di pietre e cemento.
All'esterno di una curva verso sinistra troviamo delle arnie.
Continuiamo quasi in piano. Dopo un tornante sinistrorso davanti cominciamo a vedere il rifugio ai piedi del Monte Campioncino.
Superiamo due semicurve destra-sinistra.
Dopo un breve tratto in salita, quasi in piano arriviamo al termine della strada e al rifugio (m. 1946).

Tempo impiegato: ore 3.40 - Dislivello: m. 1078
Data escursione: giugno 2020

Monte Campioncino (m. 2102)

Lasciato a destra il rifugio proseguiamo con la sterrata.
Poco dopo prendiamo il sentiero che si stacca alla sinistra e si dirige verso la croce ben visibile sulla vetta del monte.
Una dopo l'altra aggiriamo due pozze con acqua rossastra.
Il sentiero continua con pendenza sempre maggiore. L'ultimo tratto può essere scivoloso.
Raggiunta la cima, ammiriamo il panorama dominato dal Cimon della Bagozza e firmiamo il libro di vetta che si trova in una cassetta metallica ai piedi della croce (15 minuti, difficoltà E).
Discesa per la stessa via.

Escursioni partendo dal Rifugio:


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