Rifugio Baroni al Brunone

Il Rifugio Baroni al Brunone è situato sulle pendici occidentali del Pizzo Redorta e a sud del Passo della Scaletta; nella parte alta della lunghissima Valle di Fiumenero.
E' un rifugio più che centenario, il primo costruito dal CAI di Bergamo.

Su un rosone collocato nel cortile sono indicate cime e località, la loro altezza e la direzione in cui bisogna guardare; da nord in senso orario: Pizzo Brunone (m. 2700), Pizzo Redorta (m. 3038), I Gendarmi (m. 2960), Valle e Vedretta Secreti (m. 2600), Punta Santa Maria (m. 2545), Gandellino, Monte Secco (m. 2267), Pizzo Ceppo (m. 2232), Pizzo Arera (m. 2512), Pizzo Poris (m. 2712) e Bivacco Frattini, Passo Valsecca (m. 2496), Pizzo Diavolino (m. 2810), Pizzo Diavolo di Tenda (m. 2914), Pizzo dell'Orso (m. 2773), Pizzo del Salto (m. 2665), Pizzo Gro (m. 2653), Cima Soliva (m. 2710), Bocchetta Cantonase (m. 2647), Passo Scaletta (m. 2523).

Lasciamo la provinciale (ex statale 671) della Val Seriana al bivio di Parre (km. 29) per continuare diritto con la provinciale 49 lungo il corso del Serio. Arrivati a Fiumenero, al km. 47.7, lasciamo la macchina nel parcheggio accanto al cimitero (m. 790).

Il sentiero parte sulla sinistra della provinciale, a lato di un muro, dove accanto ad un segnale di divieto di transito, un cartello recita: "Rif. Brunone, m. 2297, h. 3½-4 sentiero 227 tel. 0346-41235".
Dopo pochi passi in leggera salita tra i prati, entriamo nel bosco e ci immettiamo su di una sterrata che arriva dalla sinistra (m. 810).
Seguiamo la stradina per poco in quanto, al primo tornante sinistrorso, già la lasciamo per un sentiero che prosegue diritto in salita. Alla destra oltre gli alberi vediamo dei prati e le case del paese (m. 825).
Arrivati ad un bivio davanti ad una rete metallica, seguendo un segnavia che indica il Rifugio Brunone, andiamo verso destra in leggera discesa (m. 845).
Pochi passi più avanti ad un altro bivio andiamo a sinistra in leggera salita tra due muretti a secco.

Passiamo accanto ad una piccola croce e proseguiamo su una sterrata in leggera discesa. Alla destra, più in basso scorre il Fiumenero.
Alcune canaline metalliche per lo scolo dell'acqua attraversano il percorso.
Proseguiamo in leggera salita alternando tratti nel bosco ad altri al sole.
Superiamo un torrente che attraversa passando sotto alla sterrata (m. 870).
Sulla sinistra vediamo una madonnina e una fontana la cui acqua cade in un piccolo tronco scavato.

Percorriamo un tratto a cielo aperto con gli alberi solo attorno. Lontano in alto cominciamo a vedere alcune delle cime che chiudono la testata della valle.
Dopo una curva a destra rientriamo nel bosco (m. 895). In basso a destra sentiamo lo scroscio del torrente ma non riusciamo a vederlo.
Proseguiamo quasi in piano con un breve saliscendi.
Presso uno slargo a cielo aperto, un altro torrente attraversa la stradina passandoci sotto (m. 905).
Proseguiamo in leggera salita, attraversando una bella faggeta, poi la pendenza aumenta.
In alto a sinistra vediamo una casa nel bosco.
Dopo un breve tratto quasi in piano riprendiamo a salire e arriviamo ad un bivio (m. 950). Seguendo una freccia e il segnavia 227, lasciamo la sterrata fin qui percorsa, che prosegue con un tornante sinistrorso, e ne prendiamo un'altra che continua diritto.

Percorriamo una curva a sinistra quasi in piano e poi proseguiamo con poca pendenza. In basso oltre il torrente vediamo una casa.
Riprendiamo a salire agevolati da alcuni rudimentali gradini di pietra situati accanto ad un grosso masso alla destra.
Poi, sotto un altro masso alla sinistra vediamo un'apertura (m. 985).
Dopo un breve tratto al sole rientriamo nel bosco e ad un bivio andiamo a sinistra (m. 995).
Proseguiamo alternando due tratti in leggera salita con uno in piano e raggiungiamo una zona coperta dalle pietre di una vecchia frana. Ora il bosco è solo alla sinistra. La valle si allarga un poco e torniamo a vedere il torrente (m. 1100).

Superiamo un altro gruppo di alberi e poi ignoriamo un sentiero che scende a destra verso una recinzione realizzata con paletti di legno.
Ci avviciniamo al Torrente Fiumenero. Su di un masso leggiamo "Cavalli P.R".
Guadiamo il torrente che scende dalla Val Secca alla sinistra con una cascata e si getta nel Fiumenero.
Proseguiamo in leggera salita e raggiungiamo uno slargo. Siamo in località Campiol. Su di un masso leggiamo "Cavalli pericolosi: stare lontano". Attorno ci sono vari massi sparsi. In alto a sinistra vediamo una costruzione con una lunga tettoia. (m. 1045).

Il sentiero prosegue in salita tra pietre franate e poi, con minore pendenza, tra radi alberi (m. 1060).
Entriamo in un boschetto ma ben presto siamo attorniati da alberi piccoli e in alto torniamo a vedere il cielo (m. 1085).
Quasi in piano passiamo tra altre pietre franate. Una freccia rossa indica la nostra direzione di marcia. Riprendiamo a salire.
In questa zona, su alcune pietre ci sono delle crocette rosse dipinte. Vediamo il torrente alla nostra destra compiere un salto.

Poco dopo raggiungiamo il primo ponticello di legno, con una sponda sola, quella a destra, e passiamo alla destra del torrente (m. 1100).
Scesi dal ponte ci troviamo di fronte un grosso masso sotto il quale c'è una grotta che può servire da riparo.
Giriamo a sinistra seguendo una freccia e il segnavia 227 ed entriamo nel bosco, in salita, inizialmente con alcuni rudimentali gradini.
Il sentiero si biforca; possiamo salire a destra verso lo scheletro di un vecchio cartello e poi ridiscendere, oppure andare a sinistra quasi in piano. Poco dopo i due rami si riuniscono.
Terminato il bosco il sentiero prosegue in salita tra l'erba. In alto davanti vediamo una cascata.

Incontriamo l'altro sentiero, (vedi la variante descritta più sotto) che si innesta dalla destra. Sui sassi leggiamo la scritta: "Variante Fiumenero" (m. 1120).
Dalla destra, presso un'ansa della montagna scende a cascata un torrente. Lo guadiamo in piano e proseguiamo in salita.
Superiamo un gruppo di alberi e poi proseguiamo allo scoperto.
In piano scavalchiamo un ruscello che scivola giù da grandi pietre alla destra (m. 1165).

Il sentiero si divide; alla destra c'è una scorciatoia. Proseguiamo diritto e arrivati ad una curva a destra saliamo su un masso nel quale sono stati incisi degli spazi sufficienti a contenere la punta dello scarpone.
Poi le due tracce tornano ad unirsi (m. 1190).
La salita diventa abbastanza ripida. Percorriamo una curva a destra accanto ad una roccia bagnata.
Ora, seguendo una freccia, andiamo a sinistra salendo su delle roccette e attraversiamo un rivolo.
Arrivati in alto, proseguiamo in piano tra i noccioli (m. 1205).
Dopo una curva a destra, in alto vediamo una cascata.
In salita attraversiamo una faggeta (m. 1215); tra gli alberi in basso a sinistra riusciamo comunque a vedere il torrente che compie alcuni salti. Poi, terminato il bosco, nel torrente vediamo una pozza.

In alto a destra vediamo una cascata che scende verso il sentiero. Ci avviciniamo e guadiamo il corso d'acqua accompagnati da una catena fissata alla roccia (m. 1240).
Proseguiamo dapprima in salita su fondo roccioso e poi nuovamente su sterrato quasi in piano e poi nuovamente in salita.
Più avanti alla sinistra ci sono delle protezioni realizzate con paletti di ferro che reggono prima uno e poi due cavi di ferro arrugginiti (m. 1255).
Dopo una curva a destra le protezioni terminano e saliamo in modo abbastanza ripido a cielo scoperto.
Percorriamo poi una curva a sinistra e proseguiamo con poca pendenza. Qui il sentiero è un po' esposto ma largo (m. 1280).
In salita arriviamo ad un intaglio tra le rocce (m. 1295) oltre il quale proseguiamo con minore pendenza.

In leggera discesa ci abbassiamo di una diecina di metri fino a giungere in piano ad un guado accompagnato dalla seconda catena passamano.
Rientriamo nel bosco e, dopo pochi passi in leggera discesa, riprendiamo a salire.
Guadiamo l'acqua proveniente da una cascata che scende dalla destra.
In leggera salita usciamo dal bosco e poi quasi in piano guadiamo un altro corso d'acqua.
Sulla destra troviamo una marmitta dei giganti colma d'acqua dalla forma perfettamente cilindrica e dal diametro di circa un metro (m. 1320).
Proseguiamo con delle serpentine poco accentuate tra i prati. Alla sinistra vediamo due piccole croci.
Poi saliamo in modo abbastanza ripido attraversando una pietraia con massi e pietre di una vecchia frana (m. 1350).
Dopo un breve tratto con poca pendenza riprendiamo a salire con due tornanti.
Poi, quasi in piano, passiamo sotto i rami di un solitario larice. Un segnavia e una freccia indicano il Brunone davanti.

Arriviamo al Piano di Campo, una zona pianeggiante dove confluiscono dalla sinistra la Valle del Salto e dalla destra la Valle dell'Aser che dovremo risalire (m. 1365). Nella piana vediamo un baitello.
Proseguiamo in leggera salita e dopo una semicurva davanti vediamo una cascata.
Mentre ci avviciniamo alla cascata, la pendenza aumenta e ben presto diventa abbastanza ripida (m. 1445).
Superiamo due tornanti ravvicinati destra-sinistra (m. 1485) e poi altri due più distanziati (m. 1500).

Continuando con vari zig-zag raggiungiamo una passerella in metallo traforato alla quale sono stati fissati dei pezzi di legno per formare dei rudimentali gradini. Alla destra c'è una catena fissata alla roccia, utile in caso di neve o ghiaccio (m. 1530).
Dopo una curva a destra, proseguiamo su fondo roccioso percorrendo un breve tratto un po' esposto.
Siamo ormai in cima alla cascata. Dopo un tratto quasi in piano ed un altro in salita tra cespugli e pietre, seguendo i bolli superiamo alcune roccette bagnate e ci avviciniamo al torrente che scorre alla sinistra (m. 1595).
Quasi in piano tra erba e alcune pietre passiamo accanto ad un masso con delle scritte illeggibili e ad un altro che indica che siamo arrivati al Pian del Aser. Nel torrente si è formata una bella marmitta dei giganti dove l'azzurro-verde dell'acqua fa uno splendido contrasto con il colore delle pietre circostanti. In alto a sinistra cominciamo a vedere il rifugio, ancora lontanissimo, ed in effetti la parte più faticosa sta per cominciare solo ora. Un cartello indica il Rifugio Brunone a ore 1.30 di cammino.

Con un ponticello di legno con la sola sponda di sinistra attraversiamo il torrente e riprendiamo a salire con ripidi zig-zag.
Il sentiero si divide in due tracce parallele per superare un tratto roccioso. I segnavia indicano a sinistra ma possiamo utilizzarle entrambe.
Proseguiamo tra l'erba con un tornante sinistrorso (m. 1655). Attorno ci sono alcuni cespugli di rododendro.
Dopo un altro tornante sinistrorso vediamo un segnavia 227 e una pietra aguzza conficcata a fare da ometto (m. 1710).
La pendenza diminuisce un poco e saliamo agevolati da alcune pietre ben disposte in modo da accompagnare il passo.

Superiamo un tornante destrorso e poi troviamo un muro a secco che precede i ruderi di una vecchia baita. Una scritta indica verso destra una variante (m. 1745).
Proseguiamo su ripidi sfasciumi. Attorno ci sono ciuffi d'erba e pietre.
Dopo un po' di zig-zag su fondo roccioso (m. 1780), continuiamo, ancora su sfasciumi.
Superati altri due tornanti sinistra-destra, quasi in piano passiamo accanto a delle pietre chiuse in gabbie che lasciamo alla sinistra (m. 1820).

Una piccola freccia bianca e una più grande rossa con la scritta Brunone indicano la prosecuzione davanti a noi.
Riprendiamo a salire e, arrivati a un ruscello, proseguiamo ripidamente verso sinistra e poi lo guadiamo.
Alcune pietre fanno da gradino. Attorno ci sono dei cespugli di pino mugo (m. 1855).
Continuiamo a zig-zag con rudimentali gradini e poi superiamo un tornante sinistrorso (m. 1930).
La salita è sempre ripida. Alzando gli occhi vediamo la bandiera del rifugio sempre troppo lontana.
Passiamo accanto ad un ometto (m. 1950) e superiamo due tornanti sinistra-destra.
Al successivo tornante sinistrorso davanti vediamo una cascata (m. 1975). Proseguiamo su fondo roccioso.

Dopo altri tornanti e serpentine, percorriamo un breve tratto quasi in piano e superiamo una roccetta (m. 2020).
Proseguiamo in salita tra erba e pietre poi il sentiero torna ad essere ripido (m. 2060). In alto vediamo il rifugio al quale lentamente ci avviciniamo.
Dopo vari zig-zag la pendenza diminuisce un poco mentre un rivolo bagna le rocce (m. 2075).
Riprendiamo poi a salire ripidamente con altri zig-zag mentre un torrentello scende alla destra.
Il percorso si divide in due tracce su sfasciumi e poco dopo si riunisce (m. 2140).
La pendenza diminuisce un poco. Dopo una curva a sinistra camminiamo su delle roccette bagnate (m. 2150).
Dopo un tornante destrorso percorriamo un tratto con poca pendenza (m. 2165) e riprendiamo subito a salire. Alla destra un torrente forma una piccola cascata. Ora il rifugio e davanti a noi anche se è ancora in alto.

Dopo un ripido tratto con il fondo roccioso, ci immettiamo sul Sentiero delle Orobie (m. 2190). I segnavia indicano a sinistra: Bivacco Frattini a ore 3 (sent. 225), Rifugio Calvi a ore 5.30 (sent. 225), Rifugio Longo a ore 5.30 (sent. 248); a destra: Rifugio Brunone a ore 0.20 (sent. 225); dietro: Fiumenero a ore 2.45 (sent. 227).
Andiamo a destra in leggera salita e guadiamo un piccolo corso d'acqua.
Troviamo i segnavia 225-227 e proseguiamo dapprima in salita e poi con minore pendenza tra erba e pietre (m. 2230).
Riprendiamo a salire mentre per un attimo il rifugio scompare alla vista.
Con poca pendenza guadiamo un ruscello (m. 2250) e torniamo a salire in modo abbastanza ripido (m. 2265).
Superiamo un ultimo tratto su fondo roccioso, lasciamo a sinistra il sentiero che sale al Passo della Scaletta e arriviamo al rifugio.

Tempo impiegato: ore 4 - Dislivello: m. 1505
Data escursione: luglio 2011

Variante alla parte iniziale

Anziché iniziare l'escursione con il sentiero che parte di fronte al cimitero di Fiumenero, possiamo proseguire in auto per altri trecento metri, attraversando il centro dell'abitato, fino a trovare sulla sinistra Via Ponte e il Parco Giochi.
Lasciata la macchina, prendiamo una stradina asfaltata in salita e la lasciamo poco dopo, appena questa gira a sinistra, per continuare verso destra con una sterrata. Alla destra c'è il Parco Giochi.
Entriamo nel bosco e superiamo una sbarra verde che troviamo aperta (m. 810).

Seguendo la sterrata in salita passiamo sotto i cavi dell'alta tensione mentre camminiamo tra due muretti a secco.
Troviamo poi un muro a secco sulla destra oltre il quale, più in alto, c'è un prato (m. 845).
Di tanto in tanto la stradina è attraversata da una canalina per lo scolo dell'acqua.
Percorriamo un tornante destrorso in un breve tratto a cielo scoperto e poi rientriamo nel bosco (m. 895).
Salendo con varie curve arriviamo alla fine del bosco. Poco più avanti con una curva a destra termina anche la salita (m. 940).
Ora ci sono solo radi alberi. In piano passiamo in una zona bagnata e infangata; qui sulla sinistra ci sono delle protezioni.
Più avanti troviamo un sentiero che sale alla destra; un cartello indica in quella direzione il sentiero 227 per il Rifugio Brunone.

Lasciamo pertanto la sterrata che prosegue diritto e saliamo a destra nel bosco.
Sull'altro lato della valle, tra gli alberi riusciamo a vedere una cascata.
Il sentiero, sempre nel bosco, alterna vari tratti in leggera salita ad altri quasi in piano e a volte anche in leggera discesa mantenendosi sempre alto sul torrente che scorre in basso a sinistra.
Per un po' sulla destra seguiamo una grande parete (m. 1005).
Troviamo un rivolo che attraversa e poco dopo un masso con l'indicazione del sentiero 227 per il Rifugio Brunone (m. 1025).
Più avanti troviamo un masso coperto di muschio che restringe il sentiero e costringe a passare di sbieco (m. 1085).
Proseguiamo sempre alternando vari saliscendi e per un attimo usciamo dal bosco e guadiamo un torrente che scende dalla destra (m. 1110).
Terminato il bosco attraversiamo un prato in piano. Volgendo lo sguardo indietro a sinistra vediamo il primo ponticello sul Fiumenero e l'altro sentiero che scorre parallelo.
Poco dopo lo raggiungiamo. Qui vediamo dei segnavia che segnalano, a chi scende, questa variante (m. 1120).
Proseguiamo pertanto verso destra immettendoci sul percorso principale.

Escursioni/Ascensioni partendo dal Rifugio:


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