Rifugio Barbellino

Il Rifugio Barbellino è situato nei pressi della sponda occidentale del Lago Naturale del Barbellino, circondato dalle Cime di Caronella (m. 2796), Monte Torena (m. 2912) e Pizzo Strinato (m. 2836).

Lasciamo la provinciale (ex statale) 671 della Val Seriana al bivio di Parre (km. 29) per continuare diritto con la provinciale 49 lungo il corso del Serio fino a Valbondione, ultimo comune di questa vallata.
Il percorso n. 305 parte in contrada Beltrame (m. 940).
Possiamo però evitare il primo tratto di strada (circa km 1.4) proseguendo in auto fino alla contrada Grumetti (m. 970) dove, in fondo alla Via Pianlivere, parte un sentiero che sale nel bosco e va ad immettersi sul n. 305 a quota m. 1150.

A Valbondione possiamo lasciare la macchina nei pressi del Campo Sportivo o in alcuni parcheggi lungo le vie del paese. Meglio comunque proseguire fino a Grumetti, in cima al paese, e parcheggiare lungo la Via Pianlivere o in fondo alla stessa nello slargo davanti alla Cappella Lisander.
Nei giorni di apertura delle Cascate del Serio (tre salti per complessivi m. 315; le seconde più alte d'Europa), il parcheggio è soggetto al pagamento di un ticket di 5 euro. Per il 2018 le date previste sono le seguenti: 17 giugno (ore 11-11.30), 14 luglio (22.00-22.30), 19 agosto (11-11.30), 16 settembre (11-11.30), 14 ottobre (11-11.30).

Primo itinerario: da Valbondione (Loc. Beltrame) - sent. 305-308

Arrivati a Valbondione, risaliamo le vie del paese.
Superata la chiesa, prendiamo sulla destra la strada per Lizzola all'inizio della quale alcuni cartelli indicano i Rifugi Curò e Barbellino e le Cascate del Serio.
Percorriamo in tornante destrorso e proseguiamo fino a trovare sulla sinistra Via Curò (m. 940). La possibilità di parcheggio in questo punto è praticamente nulla.
Alcuni segnavia indicano l'inizio dei percorsi: n. 305 per il Rifugio Curò, l'Ostello Curò e il Rifugio Consoli UEB tutti segnalati a ore 2.30; n. 305-308 per il Rifugio Barbellino a ore 3.30. Viene anche indicato se i rifugi sono chiusi o aperti. Un altro cartello indica le Cascate del Fiume Serio. C'è anche una bacheca con una cartina della zona.

Il primo tratto di Via Curò è asfaltato, in salita, tra case e recinzioni.
Superiamo, una dopo l'altra, delle grate per lo scolo dell'acqua e lasciamo a destra una fila di otto garages (m. 950).
La strada diventa sterrata e un segnale stradale indica il divieto di transito ai veicoli. Alla sinistra scende una stradina asfaltata (m. 965).
Alla sinistra ci sono delle villette a schiera; alla destra un casello dell'acquedotto.

Entriamo nel bosco (m. 970).
Un rivolo, che troviamo asciutto, attraversa la sterrata in una cunetta.
Di tanto in tanto, un'apertura tra gli alberi consente di vedere il fondovalle e i monti sul versante opposto.
Percorriamo due serpentine appena accennate destra-sinistra (m. 980).
Troviamo un'altra cunetta con un rivolo che attraversa la strada.
Lasciamo a sinistra un corto muro di pietre (m. 1000).
Poco dopo, presso una semicurva a sinistra, troviamo uno slargo.
Un ruscelletto attraversa la strada (m. 1005).
Presso una semicurva verso destra, un sentiero si immette dalla sinistra e dopo alcuni metri riparte salendo alla destra (m. 1010).

Percorriamo un ampio tornante sinistrorso e attraversiamo un ruscello (m. 1015). In questo caso, come pure nei successivi che troveremo lungo il cammino, generalmente l'acqua è bassa per cui è sufficiente camminare sulle pietre che affiorano.
Alla destra c'è un muretto di sostegno.
Superiamo due semicurve, entrambe verso destra (m. 1030).

Più avanti, presso una curva verso sinistra, dell'acqua passa intubata sotto alla strada. Alla destra c'è un casello dell'acquedotto sormontato da una staccionata (m. 1060). Continuiamo con un muro di pietre alla destra.
Poco dopo superiamo due semicurve destra-sinistra e troviamo un altro casello, più piccolo del precedente (m. 1065).

Presso un ampio tornante sinistrorso guadiamo un torrente che scende dalla destra formando una cascata (m. 1070).
Percorriamo un tornante destrorso molto ampio (m. 1075).
Alla destra ci accompagna un muretto di pietre. Alla sinistra c'è un'apertura tra gli alberi e vediamo dei cavi dell'alta tensione.
Dopo una serpentina destra-sinistra lasciamo a sinistra un traliccio (m. 1095).
Superiamo una curva verso sinistra molto ampia seguita da una curva verso destra (m. 1110).
Su di una pietra vediamo un bollo e una freccia rossa che invitano a proseguire.
Percorriamo una curva verso sinistra e proseguiamo in leggera salita.
Presso una curva verso destra un sentiero sale dalla sinistra. Vediamo un bollo rosso dipinto sul tronco di un albero (m. 1125).
Proseguiamo in salita. Percorriamo una curva verso sinistra seguita da una semicurva verso destra.

Alla destra troviamo un casello dell'acquedotto e un muro sul quale è stato dipinto il segnavia 305 a bandierina.
Poco dopo, dalla sinistra sale e si immette il sentiero che proviene dalla Cappella Lisander in fondo a Via Pianlivere. Su si una pietra leggiamo: Grumetti (m. 1150).
Proseguiamo con poca pendenza. Superiamo due semicurve destra-sinistra e una curva verso destra (m. 1165).
Alla destra ci accompagna un muro in cemento.
Un altro muro scende a sinistra come rinforzo alla sterrata.

Proseguiamo in salita. All'interno di una curva molto ampia verso destra, ignoriamo un sentiero che sale a destra (m. 1170).
Percorriamo una curva verso sinistra. Il bosco ora è più fitto (m. 1185).
Superiamo un'ampia semicurva verso sinistra (m. 1195).
Percorriamo due tornanti destra-sinistra, entrambi molto ampi (m. 1210-1215).
Il muro in cemento alla destra termina. Continuiamo quasi in piano.
Su di una roccia in alto a destra, una freccia ed una scritta gialla indicano: "Maslana Osservatorio a 50 metri" (m. 1230).
Riprendiamo a salire e superiamo due semicurve sinistra-destra.

Troviamo la stradina proveniente dall'Osservatorio Faunistico e Floristico di Maslana che sale da sinistra, segnalata da una scritta gialla su di una pietra e dal cartello "Osservatorio" affisso ad un albero (m. 1240). Alla sinistra c'è un basso muretto con delle scritte in bianco che indicano: a destra un sentiero che sale nel bosco e conduce a Lizzola, dietro Valbondione, davanti Curò 305. In questo punto il bosco è aperto sulla sinistra dove c'è una staccionata al bordo della strada. Guardando in alto a sinistra possiamo vedere il Rifugio Coca che sembra un nido d'aquila appiccicato alla roccia. Davanti invece è visibile l'Ostello situato poco prima del Rifugio Curò.
Poco dopo rientriamo nel bosco che però alla sinistra non è più così fitto.
Proseguiamo in salita.
Troviamo poi una apertura tra gli alberi che consente di ammirare il panorama sul lato a valle.
Continuiamo con un lungo tratto nel bosco.

Percorriamo poi un tratto senza alberi alla sinistra con vista sui tre salti della cascata del Serio (m. 1320). In alto sono ben visibili il Rifugio Coca e l'Ostello del Rifugio Curò.
Torniamo nel bosco e troviamo un cartello che indica ai cacciatori che questa è una "Zona Alpi 'A' di maggior tutela"; altri cartelli uguali li troveremo in seguito.

Durante il successivo tratto allo scoperto, alla destra troviamo dell'acqua che esce da un tubicino grigio di plastica e bagna la strada (m. 1340).
Subito dopo, alla sinistra, tempo fa c'era un bar; ora ne rimangono solo le fondamenta.
Alla sinistra ci sono alberi bassi e possiamo così vedere il panorama.
Ai lati della strada troviamo le colate di pietre di una vecchia frana.
Rientriamo nel bosco (m. 1355).

Presso un tornante destrorso molto ampio, alla sinistra sotto una tettoia, troviamo la partenza della teleferica di servizio al Rifugio Curò. A destra c'è una bacheca in legno, con tettuccio, alla quale è appesa una cartina della zona (m. 1375).
Poco dopo, quasi in piano, presso una curva a sinistra guadiamo un ruscelletto che scende da una roccia alla destra.
Continuiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita. Un rivolo attraversa la strada.
Proseguiamo senza alberi alla sinistra della strada (m. 1405).
Scavalchiamo un altro ruscelletto.
Con pochissima pendenza, raggiungiamo un torrente. L'acqua scende da una cascata alla destra e passa sotto alla stradina in due tubi di ferro. C'è anche una fontana con la scritta: "acqua non potabile" (m. 1415).

La sterrata ora è più stretta e diventa una mulattiera.
Proseguiamo con poca pendenza e con una parete di roccia alla destra. Da questa roccia scende dell'acqua che bagna il percorso. Una catena assicura il cammino che nel periodo invernale potrebbe essere ghiacciato.
Presso una curva a sinistra, quasi in piano, guadiamo un torrente. Sul lato a valle, come rinforzo, ci sono alcune gabbie contenenti delle pietre (m. 1430).
Proseguiamo allo scoperto, in leggera salita.
Percorriamo una curva a destra e una a sinistra.
Poco dopo in salita torniamo tra gli alberi (m. 1440).
Continuiamo poi con dei prati alla destra (m. 1460).

Alla destra troviamo una piccola croce in ricordo di un escursionista deceduto.
Percorriamo una semicurva verso destra all'inizio della quale ignoriamo un sentiero che sale a destra (m. 1470).
Continuiamo a mezza costa dapprima circondati da prati e qualche pietra e poi con alberi e cespugli alla destra.
In salita rientriamo nel bosco (m. 1485).

Ora gli alberi sono radi. Alla sinistra di tanto in tanto troviamo un masso (m. 1505).
Con pochissima pendenza, presso una curva a sinistra, attraversiamo un rivolo. Alla sinistra, in lontananza, vediamo l'Arera ben riconoscibile dalle rocce più chiare rispetto a quelle delle altre montagne (m. 1520).
Torniamo a salire e percorriamo un tratto nel bosco, poi ne usciamo e continuiamo circondati da pendii erbosi da entrambi i lati (m. 1535).
Proseguiamo in leggera salita.
Percorriamo una semicurva a sinistra e pochi passi quasi in piano (m. 1555).
In leggera salita transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione.
Superiamo un tornante destrorso (m. 1570).

Pochi metri più avanti troviamo il segnavia che indica alla sinistra il ripido sentiero della "direttissima". Anche questo sentiero è contrassegnato con il n. 305 e sale con alcuni tratti attrezzati, consentendo di evitare i successivi tornanti. Preferiamo continuare diritto con il "panoramico" e con bella vista sulla Valbondione.
Troviamo subito due grandi massi alla sinistra del sentiero.
Dopo pochi passi in leggera discesa proseguiamo in leggera salita, a mezza costa, tra pendii erbosi. Il sentiero è sempre largo almeno un metro (m. 1585).
Torniamo tra gli alberi e giriamo a sinistra (m. 1600).
Percorriamo un'altra curva a sinistra.
Usciamo allo scoperto e su di una roccia alla sinistra vediamo una scritta in giallo che dice "Freni!!"
Presso una curva a destra attraversiamo l'acqua di un ruscello che scola dalla montagna (m. 1615).
Camminiamo con poca pendenza tra alberelli.
Dopo una curva a sinistra proseguiamo allo scoperto.
Percorriamo un'altra curva a sinistra. Alla destra vediamo ancora il Rifugio Coca.

Presso un tornante sinistrorso ignoriamo un sentiero che prosegue diritto (m. 1640).
Ora il nostro sentiero attraversa una colata di pietre (m. 1655).
Percorriamo un tornante destrorso e riprendiamo a salire (m. 1665).
Poco dopo superiamo due tornanti sinistra-destra (m. 1680).
La pendenza aumenta. Camminiamo sempre con bella vista panoramica sulla vallata e sul paese di Valbondione. In lontananza spicca sempre l'Arera.
Continuiamo in leggera salita (m. 1695).
Percorriamo due semicurve sinistra-destra presso la seconda delle quali troviamo un muretto a protezione di una frana (m. 1720).
Vediamo una croce a ricordo di un'escursionista deceduto.

Con vista, in basso a destra, su due baite, arriviamo ad un tornante sinistrorso dove ignoriamo un sentiero che prosegue diritto (m. 1748). I segnavia indicano a sinistra con il sentiero 305 seguendo il tornante: Rifugio Curò a ore 0.30; a destra, con il sentiero 304: Passo della Manina a ore 3, con il sentiero 401: Rifugio Albani a ore 7, con il sentiero 306: Lizzola a ore 2.30; dietro con il sentiero 305: Valbondione a ore 1.20.
Percorriamo due semicurve destra-sinistra (m. 1780).
Alla destra ricominciamo a trovare dei cartelli che indicano il divieto di caccia.
Percorriamo un breve tratto con delle pietre sul lato a valle (m. 1800).
Continuiamo con due semicurve destra-sinistra e troviamo alla destra un muretto di pietre a protezione di una frana (m. 1815).
Dopo pochi passi quasi in piano e una semicurva verso destra riprendiamo a salire.
Continuiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita (m. 1825).

Percorriamo una curva a sinistra tra gli sfasciumi trascinati da un torrente che scende dalla destra e che troviamo asciutto (m. 1850).
Lasciamo a sinistra una roccetta aguzza.
Presso una curva a sinistra, un ruscello attraversa il percorso passandogli sotto.
Continuiamo quasi in piano.

Ora alla sinistra c'è un verticale precipizio. Il sentiero comunque è molto largo.
Dopo una curva a destra, inizia una fune fissata alla parete, utile sicuramente in caso di gelo.
Troviamo altre roccette sul lato a valle.
Percorriamo una curva a destra. Il sentiero è letteralmente scavato nel fianco del Monte Verme.
In leggera salita giriamo a sinistra passando sotto una parete di roccia dalla quale gocciola dell'acqua (m. 1865).
Troviamo una targa in memoria di un quarantenne deceduto.
Al termine della fune percorriamo una curva a destra (m. 1875).
Poco dopo la fune riparte e ci accompagna fino ad una semicurva a destra.
Troviamo un'altra targa a ricordo di un giovane ventunenne.
Guadiamo un ruscello che scende da una roccia alla destra.
Percorriamo una curva a sinistra guadando un altro ruscello.
Presso una semicurva a destra un rivolo scola dalla roccia.

Con una semicurva a sinistra raggiungiamo il punto di arrivo della teleferica. Qui rientra il ripido sentiero della "direttissima".
Giriamo a destra passando sotto ai cavi della teleferica.
Transitiamo anche sotto ai cavi dell'alta tensione lasciando un traliccio alla sinistra.
Dopo una curva a destra, davanti vediamo l'Ostello e il Rifugio Curò.
Percorriamo un tratto con il fondo in cemento. Alla sinistra ci sono delle protezioni con paletti di ferro che reggono un cavo.

Troviamo una prima deviazione a sinistra che in leggera salita porta all'Ostello, poi prosegue in piano e infine con una breve salita termina davanti al Rifugio Consoli U.E.B. (Unione Escursionisti Bergamaschi).
Con la seconda deviazione o, poco più avanti con una gradinata, è possibile raggiungere il Rifugio Curò (m. 1915).
La terza deviazione, aggirando il dosso, conduce alla diga che chiude il Lago Barbellino. Alcuni segnavia, accanto ad una fontana (m. 1910), indicano in questa direzione anche il Rifugio Coca a ore 3 (sent. 303) e Valmorta (sent. 323) mentre nella direzione dalla quale proveniamo il Rifugio Albani a ore 7.30 (sent. 304-401). Altri segnavia indicano dietro: Passo Manina a ore 3.30 (sent. 304), Valbondione a ore 1.30 (sent. 305), Lizzola a ore 3 (sent. 306); proseguendo lungo la sponda destra del lago: Rifugio Barbellino a ore 1.30, Passo Caronella a ore 2.30 (sent. 308); Lago Malgina, Lago Gelt, Passo Caronella a ore 4 (sent. 310); Passo Pila, Malga Pila, Rifugio Tagliaferri a ore 4.30 (sent. 324); Val Cerviera, Passo Bondione, Passo Belviso, Passo Venano, Rifugio Tagliaferri a ore 4.30 (sent. 321) e le salite alpinistiche ai monti della zona: P. Recastello (2886 m), P. Tre Confini (2824 m), M. Gleno (2882 m), M. Costone (2836 m), P. Strinato (2835 m), M. Torena (2991 m), C. Caronella (2796 m), P. Diavolo Malgina (2926 m).

Proseguiamo quasi in piano su di un ampio sentiero che asseconda ogni ansa della montagna.
Percorriamo due semicurve destra-sinistra, lasciando a sinistra una chiesetta ed una pozza d'acqua, e iniziamo a costeggiare la sponda destra del lago situato una trentina di metri più in basso.
Troviamo un tombino di pietra in mezzo al sentiero.
Transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione.
Alla destra, sotto ad una roccia sporgente, vediamo un monumento con degli sci intrecciati dedicato a quattro sciatori deceduti.
Troviamo, sempre alla destra, una piccola costruzione dell'acquedotto e, poco dopo, un basso muretto in cemento.
Un ruscelletto scola dalle rocce e bagna il sentiero.
In basso vediamo due promontori che si protendono come penisole nel lago.
Da una roccia alla destra scola dell'acqua.

Dopo una semicurva a destra, davanti vediamo la cascata formata dal torrente che scende dalla Val Cerviera.
In leggera salita raggiungiamo alcuni vecchi segnavia che indicano a destra: Passo Bondione, Passo Belviso, Rifugio Tagliaferri a ore 4 (sent 321), Itinerario Naturalistico del Curò. Altri segnavia di recente collocazione indicano diritto con il sentiero 308: L. Nat. del Barbellino a ore 1.10, Passo di Caronella a ore 2.30, Passo Grasso di Pila a ore 2.30; a destra con il sentiero 321: Rif. N. Tagliaferri a ore 4.30, Passo del Vivione a ore 9, It. Nat. A. Curò; Laghetti Val Cerviera a ore 1.30; dietro: Rifugio Curò a ore 0.15, Valbondione, Lizzola. Su di un masso, vediamo i segnavia a bandierina n. 308-310-321-324 dipinti su fondo blu.

Con una passerella in legno attraversiamo il torrente.
Subito dopo alla sinistra troviamo una croce in memoria di una ragazza deceduta.
Pochi passi più avanti un cartello in legno informa se il Rifugio Barbellino è aperto o chiuso.
Troviamo alcuni grandi massi alla destra e subito percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio.
Superiamo un tornante destrorso e due curve sinistra-destra.

Poco dopo un torrente, che scende a cascata dalla destra, allaga il percorso mentre iniziamo a percorrere un'ampia curva a sinistra (m. 1935).
Superiamo una curva a destra.
Quasi in piano, presso un ampio tornante sinistrorso, guadiamo un torrente che scende formando una cascata (m. 1950).
Transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione e con un tornante destrorso aggiriamo un traliccio.
Passiamo nuovamente sotto ai cavi e continuiamo con poca pendenza.
Da un tubo in alto a destra sgorga un rivolo che bagna il percorso (m. 1960).
Proseguiamo quasi in piano. Dalle rocce alla destra scola dell'acqua.
Percorriamo subito un tornante destrorso seguito da una curva a sinistra.

Continuiamo con pochissima pendenza. Alla destra troviamo un freccia bianca e rossa e la scritta che indica, 40 metri più avanti, l'inizio del sentiero per il M. Gleno.
Infatti, poco dopo, lasciamo a destra questo sentiero segnalato nuovamente da una freccia e dalla scritta M. Gleno.
Subito percorriamo una curva a destra e passiamo accanto ad un ometto. Poco dopo troviamo un bollo bianco-rosso.
Continuiamo con due semicurve attorniati da erba e molti cespugli di rododendro da entrambi i lati.
Percorriamo due semicurve, entrambe verso destra, e superiamo un rivoletto che bagna il percorso.

Il sentiero si biforca, e prosegue alla sinistra in leggera discesa e alla destra in piano. Seguendo i bolli teniamo la sinistra.
Poco dopo, tramite una passerella in metallo appoggiata su delle reti che contengono pietre, attraversiamo un torrente che scende da una valletta alla destra (m. 1975).
Dopo un tratto in leggera salita proseguiamo con un traverso quasi in piano. Alle nostre spalle è ben visibile il Monte Recastello.
Percorriamo un tratto con poca pendenza e continuiamo quasi in piano seppur con lievi saliscendi.
Giriamo a destra. Alla sinistra il pendio precipita ripidamente verso il lago. Alla destra ci sono delle pareti di roccia. Passiamo sotto ai cavi dell'alta tensione (m. 1985).
Un muretto in cemento scende a sinistra a rinforzo del percorso. Siamo in fondo al Lago Barbellino Inferiore; sulla sponda opposta vediamo il Rifugio Curò e, in lontananza, l'Arera.
Continuiamo con un tornante destrorso seguito da una curva a sinistra molto ampia in leggera salita.

Ci addentriamo nella Valle del Torrente Serio che vediamo scorrere in basso a sinistra.
Attraversiamo un rivolo.
Alla destra ci sono delle pareti di roccia. Vediamo il torrente effettuare alcuni saltelli.
Percorriamo una curva a destra molto ampia (m. 2005).
Continuiamo con un largo sentiero camminando su delle pietruzze.
Presso una curva a sinistra, dell'acqua scivola da una roccia.
Cominciamo a trovare dei grandi bolli blu quadrati. Percorriamo alcune serpentine appena accennate.
Alla sinistra scende un muretto a rinforzo del sentiero.

Il Serio, nel suo accidentato percorso, compie tre piccoli salti. Alla destra ci sono delle pareti di roccia.
Dopo una curva a destra, un piccolo torrente scende da un valloncello scorrendo sopra delle pietre (m. 2025).
Giriamo a destra e proseguiamo con percorso praticamente pianeggiante.
La valle si restringe e di conseguenza siamo più vicini al torrente che scorre in una gola in basso a sinistra.
Proseguiamo in leggera salita.
Percorriamo un tornante destrorso molto ampio mentre il Serio compie alcuni salti, l'ultimo dei quali termina in una pozza (m. 2040).

Quasi in piano, presso un tornante sinistrorso molto ampio, guadiamo un torrente che scende dalla destra tra le rocce.
Poco dopo percorriamo un tornante destrorso.
Continuiamo quasi in piano con due curve destra-sinistra.

Attraversiamo il Serio su di una passerella in cemento (m. 2050).
Poco dopo, in leggera salita, troviamo dei segnavia che indicano a sinistra con il sentiero 310: Valle Malgina; davanti con il sentiero 308: Passo Caronella a ore 1.30 e con il sentiero 324: Passo Pila, Venano, Rif. Tagliaferri in ore 3.30. Le stesse indicazioni sono riportate, in modo molto evidente, con delle scritte sulla roccia (m. 2060). Davanti cominciamo a vedere il Rifugio Barbellino.
Proseguiamo diritto dapprima quasi in piano e poi in leggera salita. Ora il torrente saltella alla nostra destra.
Quasi in piano percorriamo una curva a sinistra e subito attraversiamo il letto di un torrente in secca (m. 2070).
Continuiamo in leggera salita. Davanti verso destra vediamo la piramide appuntita del Pizzo Strinato.
Percorriamo una curva a sinistra.
Dopo un breve tratto in leggera discesa continuiamo quasi in piano.

Alla sinistra, su di una roccia, c'è una piccola croce con la scritta: "Santus Santo" (m. 2080).
Poco dopo troviamo due frecce bianche e rosse che invitano a proseguire diritto ignorando il sentiero che sale a sinistra. Per un breve tratto torniamo a vedere il rifugio.
Lasciamo a sinistra una colata di piccole pietre.
Transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione.
Continuiamo in salita, con una curva a destra.
Percorriamo subito un tornante sinistrorso camminando su di una lastra di roccia liscia (m. 2090).
Attorno al sentiero ci sono diverse pietre.
Dopo una curva a destra torniamo a vedere il rifugio.
Proseguiamo quasi in piano.
Passiamo su di una liscia lastra di pietra.

Continuiamo in leggera salita, con una curva a destra, camminando su sfasciumi. Il Serio forma una cascata.
Proseguiamo attorniati da massi e pietre franate.
Dopo un tratto quasi in piano continuiamo con poca pendenza (m. 2105).
Alla destra vediamo due ruderi accanto al torrente.
Percorriamo una curva a sinistra.
Continuiamo con due curve verso destra, presso la seconda delle quali ignoriamo il sentiero 308-324, indicato da una freccia bianca e rossa, che prosegue diritto.
Lasciamo a sinistra un rudere ed una fontana con lavatoio e arriviamo al rifugio.

Tempo impiegato: ore 4 - Dislivello: m. 1190
Data escursione: agosto 2016

Variante iniziale: da Valbondione (Loc. Grumetti - Cappella Lisander)

Arrivati a Valbondione, risaliamo le vie del paese. Superiamo la chiesa e percorriamo Via Beltrame e Via Pianlivere.
Possiamo lasciare la macchina a lato di quest'ultima via o delle viuzze circostanti (m. 970 circa), oppure in uno slargo davanti alla Cappella Lisander al termine della stessa (m. 990).
Alzando gli occhi verso sinistra vediamo il Rifugio Coca e davanti l'ostello che precede il Rifugio Curò.

Un cartello con il fondo giallo informa se il Rifugio Barbellino al Lago Naturale è chiuso o aperto.
Ci incamminiamo in leggera salita e, con due curve destra-sinistra, aggiriamo la Cappella Lisander.
Proseguiamo in salita lasciando a sinistra una cabina e una vecchia santella.
Prendiamo un sentiero che inizia alla destra aggirando una casa.
Passiamo nell'apertura di una recinzione e proseguiamo con un prato alla sinistra e dei paletti di ferro che reggono un cavo alla destra dietro ai quali c'è una rete metallica.

Con alcuni ripidi passi ci immettiamo su di una stradina e andiamo a sinistra seguendo dei bolli bianco-rossi (m. 1005).
Poco dopo, ad una biforcazione, andiamo a destra, in un bosco di faggi, come indicato da un cartello che segnala il sentiero 305 per il Rifugio Curò.
Subito troviamo un masso alla destra e percorriamo un tornante destrorso.
Saliamo in modo abbastanza ripido.
Dopo un tornante sinistrorso la pendenza diminuisce un poco e proseguiamo con serpentine appena accennate (m. 1030).
Superiamo uno zig-zag destra-sinistra (m. 1050).
Una freccia rossa invita a proseguire.
Lasciamo a sinistra un piccolo slargo e giriamo a destra (m. 1060).
Alla sinistra c'è una parete rocciosa coperta dal muschio.
Dopo una curva a sinistra, alla destra tra gli alberi, riusciamo a vedere una cascata.
Percorriamo una curva a sinistra molto ampia (m. 1070).

Con una curva a sinistra aggiriamo un traliccio e passiamo sotto ai cavi dell'alta tensione. Alla destra c'è un masso (m. 1080).
Subito percorriamo un tornante destrorso e continuiamo con altre tre curve sx-dx-sx.
All'interno della successiva curva a destra c'è un masso (m. 1090).
Dopo una curva a sinistra il sentiero diventa largo e, nel mezzo, c'è un albero.

Percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio che possiamo tagliare con un sentiero che prosegue diritto (m. 1105).
Continuiamo con una serie di zig-zag.
Percorriamo due tornanti destra-sinistra (m. 1125).
La pendenza diventa abbastanza ripida e superiamo un altro tornante destrorso.
Per un tratto il sentiero è incassato nel terreno circostante.
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso seguito, con minore pendenza, da uno destrorso.
Poco dopo ci immettiamo sulla sterrata che costituisce il percorso principale, davanti a due sbarramenti artificiali su di un torrente. Seguiamo la strada verso sinistra come già descritto (m. 1150).

Tempo impiegato: ore 3.50 - Dislivello: m. 1160
Data escursione: agosto 2016

Escursioni partendo dal Rifugio:


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