Rifugio Capanna delle Aquile

Il Rifugio Capanna delle Aquile è situato sulle pendici occidentali della Cima de Cugn (m. 2237).
Su di una lastra di pietra collocata sulla facciata leggiamo: "Cima de Cugn, Casermetta degli Alpini costruita nel 1914, ristrutturata nel 1986 dal Comune e Gruppo ANA Germasino." Su di una targhetta metallica invece: "Capanna delle Aquile. CAI Sezione Cermenate (CO). Gennaio 2004. Privato."
Pochi metri più in alto, sul versante elvetico c'è l'equivalente casermetta svizzera, ora chiusa.

Con la statale 340 seguiamo il Lago di Como fino a Dongo dove imbocchiamo la provinciale n. 5 che sale a Stazzona, Germasino e Garzeno.
Arrivati a Garzeno, al primo tornante destrorso, ignoriamo la deviazione che porta a Brenzeglio.
Ad un successivo tornante sinistrorso, prendiamo invece la deviazione per S. Anna e la Bocchetta di Germasino.
La strada, tra boschi di castagni, sale con vari tornanti lungo le pendici del Monte Cortafon; supera la chiesetta di S. Anna ed il vicino posto di ristoro e perviene alla Bocchetta di Germasino (m. 1210).
Continua poi lungo il versante nord del monte, dapprima ancora asfaltata e poi sterrata.
Durante il periodo invernale, l'esposizione a nord del percorso, dalla bocchetta fino al Rifugio Il Giovo, fa si che la strada sia ghiacciata o innevata e pertanto non transitabile.
Nella bella stagione invece, fino al Rifugio Il Giovo la strada è percorribile anche in auto, meglio se con un fuoristrada in quanto il fondo stradale non è in perfette condizioni.
Per km. 2.3 dopo la bocchetta la strada è ancora asfaltata. Continuiamo poi su fondo sterrato procedendo quasi in piano e a mezza costa nel bosco.
Ignoriamo una stradina a sinistra che conduce all'Alpe Brunedo e dopo km 3.1 arriviamo ad un bivio. Alcuni cartelli indicano che andando a destra, dopo duecento metri in leggera discesa, si arriva al Rifugio Mottafoiada (m. 1316), mentre continuando diritto potremo raggiungere i Rifugi Il Giovo, San Jorio e Sommafiume.
La sterrata comincia a salire leggermente e poco dopo vediamo sulla destra, sotto di noi, il Rifugio Mottafoiada.
Continuiamo poi con alcuni tornanti, ma sempre con poca pendenza, uscendo dal bosco e risalendo il versante nord del Motto di Paraone (m. 1809).
Dopo km. 8.8 dalla Bocchetta di Germasino, raggiungiamo l'ampia insellatura del Motto di Paraone tra le due valli di San Jorio e Dongana e parcheggiamo la macchina accanto al Rifugio Il Giovo (m. 1714).

Seguendo la sterrata, passiamo sotto i cavi dell'alta tensione e arriviamo ad un bivio. Sulla destra ci sono due tavoloni in legno con relative panche e una fresca fontana con vasca. I segnavia indicano a sinistra: Pizzo di Gino a ore 3.15, Vegna a ore 4.15, Val Cavargna, Rifugio Sommafiume a ore 1.15, Rifugio Menaggio a ore 8.15; a destra: Rifugio San Jorio a ore 0.50 Passo San Jorio a ore 1, Laghi di Roggio a ore 1.30, Monte Cardinello a ore 4.30. C'è anche una bacheca che indica a sinistra il Laboratorio di Ricerca e Didattica Ambientale Nembruno.

Andiamo a destra. In piano percorriamo due tornanti destra-sinistra all'esterno dei quali ci sono delle protezioni di legno (m. 1730).
Ripassiamo sotto i cavi dell'alta tensione e alterniamo tratti sterrati ad altri con il fondo lastricato, camminando quasi in piano o in leggera salita. Alla sinistra quasi sempre ci accompagna un muretto di pietre. Alcuni cartelli portano delle schede didattiche; la prima parla dell'ontano verde e la seconda del formaggio d'alpe. Altri cartelli indicano alla sinistra i confini del Parco della Valle Albano. Attorno ci sono erba e vari cespugli di rododendro che a inizio estate danno un bel tocco di colore.

Nei pressi di un casello dell'acquedotto (m. 1775), ignoriamo una stradina che scende a destra all'Alpe Possolo.
Con una curva a destra superiamo un'ansa della montagna dove troviamo un casello dell'acquedotto, in basso al quale da due tubicini esce dell'acqua. Un torrente attraversa la sterrata passando sotto un ponticello (m. 1820).
Il fondo torna ad essere lastricato e rimarrà così fino al Rifugio San Jorio. La stradina piega a destra iniziando il giro delle testata della valle (m. 1870).
Superiamo in successione sei torrentelli che scendono dalla montagna e attraversano passando sotto altrettanti ponticelli. Un po' in alto a sinistra vediamo un altro casello dell'acquedotto (m. 1895).

Presso un tornante sinistrorso, dove ci riportiamo in direzione del Rifugio San Jorio, troviamo un sentiero che si stacca sulla destra (m. 1910). I segnavia indicano davanti: Confine italo-svizzero e Passo San Jorio a ore 0.20; a destra: Laghi di Roggio a ore 1, Capanna Como a ore 8.30 e Alta Via del Lario; dietro: Rifugio Il Giovo a ore 0.30, Garzeno a ore 3.
Poco più avanti troviamo un picchetto piantato nel mezzo della strada per impedire il transito a coloro che fossero arrivati fin qui in auto (m. 1920).
Nei prati alla destra parte la teleferica di servizio al Rifugio Capanna della Aquile che già vediamo in alto (m. 1940).
Superiamo un tornante destrorso, dove troviamo un cartello didattico che parla dell'aquila reale, subito seguito da un tornante sinistrorso (m. 1965).
Ancora pochi passi e raggiungiamo il cartellone che mostra una cartina della zona e ci da il benvenuto al Rifugio San Jorio (m. 1980).

Qui termina la strada lastricata. Lasciato a sinistra il rifugio proseguiamo con un ampio sentiero sterrato e coperto da pietrisco con il quale in modo abbastanza ripido raggiungiamo il Passo di San Jorio (m. 2014). Vi troviamo dei segnavia svizzeri che indicano la prosecuzione verso: Giggione a ore 0.25, Monti di Ruscada a ore 1.50, Carena a ore 2.40, Alpe di Giumello a ore 1.15, Biscia a ore 1.10, Capanna Gesero a ore 1.35; dietro viene indicato il Rifugio Il Giovo a ore 0.50. Alla sinistra in pochi minuti è possibile salire alla Chiesetta di San Jorio (m. 2040).
Noi però è nella direzione opposta che dobbiamo andare. Senza indicazioni e con un sentiero inizialmente poco marcato per non dire inesistente, dobbiamo risalire verso destra il ripidissimo versante sud della Cima de Cugn.

Passiamo accanto al cippo che segna il confine e lasciamo a destra un sentiero più marcato che a mezza costa sale verso la cima orientale del M. Marmontana (vedi la variante).
Percorriamo un breve tratto quasi in piano aggirando verso destra un piccolo dosso (m. 2030).
Poi con poca pendenza camminiamo su di una crestina erbosa. In basso a destra vediamo il Rifugio San Jorio.
Il fondo diventa roccioso e cominciamo a salire ripidamente (m. 2045).
Percorriamo un tratto con poca pendenza poi lasciamo a sinistra alcune rocce che aggiriamo tra pietre, erba e rododendri (m. 2060).
Poi ci riportiamo in cresta (m. 2085) e dopo un tratto con poca pendenza torniamo a salire con delle serpentine ripidissime (m. 2115).
Ad un bivio abbiamo scelto il sentiero a sinistra (m. 2140).
Più avanti la pendenza diminuisce un poco. Poi riprendiamo a salire, faccia a terra, con ripidissimi zig-zag. Per un breve tratto il sentiero è incassato nel terreno circostante.
Infine, con minore pendenza, camminando tra erba e pietre sbuchiamo di fronte al rifugio e vediamo l'altro sentiero che arriva dalla destra.

Tempo impiegato: ore 1.30 - Dislivello: m. 471
Data escursione: giugno 2012

Variante per le cime della Marmontana (EE)

Come precedentemente descritto arriviamo al Passo San Jorio (m. 2014).
Accanto al cippo che segna il confine prendiamo verso destra un sentiero che a mezza costa si dirige verso la cima orientale del M. Marmontana.
In lievissima discesa arriviamo ad un bivio dove ignoriamo il sentiero che a destra ridiscende al Rifugio San Jorio e prendiamo l'altro a sinistra in leggera salita (m. 2000).
Incrociamo la teleferica di servizio al Rifugio Capanna delle Aquile; un cavo è steso rasoterra mentre l'altro scorre molto in alto sopra di noi.
Proseguiamo alternando tratti quasi in piano ad altri con poca pendenza. Dal terreno vediamo affiorare dapprima un tubo nero e poi, per due volte, un tubo di ferro.
Un rivolo attraversa il sentiero (m. 2035).
Passiamo a valle di un baitello in pietra, forse un casello dell'acquedotto (m. 2060).
Poi ci spostiamo a sinistra avvicinandoci alle rocce (m. 2080).
In modo abbastanza ripido raggiungiamo un poggio erboso (m. 2115).

Pieghiamo a sinistra e, dapprima quasi in piano poi con maggiore pendenza cominciamo a risalire, tra erba e pietre, un contrafforte verso la cima orientale della Marmontana.
Ben presto il percorso diventa molto ripido e cerchiamo con delle serpentine di utilizzare la traccia migliore.
Molto prima di arrivare in vetta pieghiamo a sinistra (m. 2165) e ci spostiamo, con alcuni zig-zag tra pietre e pietrisco, sempre in modo assai ripido, verso la cima centrale.
Rimanendo sul versante italiano, proseguiamo tra pietre e qualche ciuffo d'erba. Alla sinistra il pendio scende in modo scosceso (m. 2285).
Lasciamo a destra una zona con grosse pietre e dopo una breve discesa proseguiamo quasi in piano aggirando dalla sinistra la cima centrale. Il percorso è un po' esposto.
Poi pieghiamo a destra e raggiungiamo la cima occidentale dove troviamo un grande ometto (m. 2309).

Ora iniziamo a scendere in modo ripido, sempre in direzione ovest, mantenendoci sul versante italiano, cercando di restare alla destra di una zona con grandi pietre.
Poi le attraversiamo, ci spostiamo un poco a destra e raggiungiamo la cresta erbosa percorsa da un sentiero abbastanza ampio ma esposto da entrambi i lati (m. 2270).
In seguito la pendenza diminuisce e poco (m. 2230) e ci spostiamo tra l'erba un poco a sinistra del filo di cresta dove troviamo un sentiero ben marcato che percorriamo in leggera discesa. Alla sinistra ci sono prati scoscesi (m. 2215).

Raggiungiamo la massima depressione tra la Marmontana e la Cima de Cugn con bella vista panoramica da entrambi i lati (m. 2185).
Proseguiamo con lievi saliscendi con un piccolo sentiero, esposto a sinistra, che aggira sul versante italiano la Cima de Cugn. In basso vediamo il Rifugio San Jorio.
Poi cominciamo a vedere la Capanna delle Aquile, passiamo sotto i cavi della teleferica e la raggiungiamo.

Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello: m. 600 -129 Difficoltà: Escursionisti Esperti
Data escursione: giugno 2012

Escursioni partendo dal Rifugio:


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