Bivacco Zamboni
- Altezza: m. 2007
- Gruppo: Val Brembana
- Ubicazione: Baita di Cima - Foresta Regionale Azzaredo Casù
- Comune: Mezzoldo - BG
- Carta Kompass: 105 D3
- Coordinate Geo: 46°03'24.80"N 9°39'49.50"E
- Gestore: CAI Piazza Brembana
- Telefono gestore: 0345 82244
- Telefono bivacco: -
- Posti letto: 3
- Apertura: sempre aperto
- Pagina aggiornata il: 18/08/2015
Il Bivacco Zamboni è situato nella Foresta Demaniale Azzaredo-Casù ed è stato ricavato dalla vecchia Baita Cima recentemente ristrutturata dalla ERSAF.
Il bivacco dispone di tre posti letto su tavolato (mancano materassi e coperte). Contiene inoltre un tavolo con panche in legno, un mobile, una stufa,
un fornello con bombola, un solo padellino, una cassetta per il pronto soccorso e attrezzi vari (badile, piccone, martello). All'esterno c'è una vasca
per l'acqua; nei pressi c'è anche una sorgente segnalata da un cartello.
Dietro al bivacco passa il Sentiero delle Orobie n. 101.
Primo itinerario: dal Rifugio Madonna delle Nevi (sent. n. 124)
Con la statale 470 percorriamo il fondovalle della Val Brembana fino al bivio di Lenna dove lasciamo a destra la provinciale 2 per Foppolo e
continuiamo sulla sinistra con la provinciale 1.
Attraversata Mezzoldo, la strada diventa la provinciale 9 e inizia a salire verso il Passo San Marco.
Al primo tornante, in Località Riva, parte il sentiero n. 124. Alcuni segnavia indicano verso destra con il sentiero n. 111: Piede Azzaredo a ore
0.10, Casera Siltri a ore 1.10, Forc. Rossa (incrocio 101) a ore 2.00; e con il sentiero n. 124: Piede Azzaredo a ore 0.10, Baita Casera a ore 1.10,
Baita Cima (incrocio 101) a ore 1.40, Bivacco Zamboni.
Superiamo il ponte sul torrente e troviamo un bivio presso il quale è stato collocato un busto raffigurante Don Arizzi: a sinistra la strada asfaltata
prosegue verso alcuni parcheggi e termina al Rifugio Madonna delle Nevi (m. 1336); a destra i segnavia 111/124 su di un masso segnalano la stradina
sterrata che dovremo inizialmente percorrere.
Lasciata la macchina in uno dei parcheggi, torniamo al bivio e ci incamminiamo quasi in piano alla sinistra del torrente (m. 1320). Troviamo una
bacheca con una cartina della zona e vediamo su di un albero il segnavia che indica l'itinerario della Casere di Mezzoldo.
Poco dopo la sterrata gira a destra e attraversa il torrente o con un guado o passando su di un ponte con le sponde di legno. Sull'altro lato c'è una
vasta area picnic al termine della quale con un altro guado o con una passerella di legno è possibile ritornare alla sinistra del corso d'acqua. Tanto
vale pertanto rimanere alla sinistra. Prendiamo dunque un sentiero all'inizio del quale i segnavia indicano: Lago Cavizzola a ore 1.30, Forcella Rossa
a ore 2, Bivacco Zamboni a ore 2.
Un sentiero scende dalla sinistra dove c'è un parcheggio situato davanti ad un campo di calcetto e ad uno di pallacanestro.
Scavalchiamo un rivolo. Vediamo un bollo bianco rosso.
Continuiamo diritto in leggera salita tra erba e radi alberi mentre il torrente, alla destra, effettua alcuni salti causati artificialmente dalle
opere di contenimento dello stesso.
Proseguiamo camminando tra il bosco ed il torrente (m. 1340).
Poco dopo, sempre fiancheggiando il torrente, entriamo nel bosco. Percorriamo due tratti quasi in piano intervallati da uno con poca pendenza. Di
tanto in tanto troviamo dei bolli bianco rossi.
Dopo un tratto in salita, il sentiero si divide solo per aggirare un alberello e subito si ricompone (m. 1355).
Continuiamo con poca pendenza.
Ritroviamo la sterrata che arriva dalla destra riattraversando il torrente. Alla sinistra sale la teleferica di servizio al rifugio e alle altre baite
della zona, attraversando tutta la foresta. Su una pietra vediamo una freccia rossa con due punte che indica i sentieri 124 e 111 nelle due possibili
direzioni di marcia. Un grande cartello segnala che stiamo entrando nella Foresta Azzaredo Casù (m. 1365).
Seguiamo la sterrata tra gli alberi che alla destra nascondono la vista del torrente. Alla sinistra ci accompagna una canalina per lo scolo dell'acqua.
Troviamo un'altra freccia rossa con due punte.
Guadiamo un ruscello che attraversa la sterrata su di una base in cemento e pietre.
Raggiungiamo un bivio (m. 1390). Su un masso vediamo i segnavia a bandierina 124-111 e la scritta: F. Rossa 111. Possiamo continuare con la stradina
che gira a sinistra oppure diritto con un sentiero che segue il torrente.
Con la stradina, dopo una curva a destra, attraversiamo un ruscello che bagna il percorso e continuiamo in salita.
Con il sentiero, scavalcato il ruscello che in questo punto è più stretto, proseguiamo in salita. Ignoriamo un altro sentiero che scende a destra tra
gli alberi verso il torrente e poi ritroviamo la sterrata che arriva dalla sinistra (m. 1410).
Alla destra vediamo una diga per l'incanalamento dell'acqua del torrente.
Proseguiamo in leggera salita nel bosco.
Superiamo un altro torrente che scende da una cascata alla sinistra e attraversa la strada passandole sotto.
Torniamo a salire e raggiungiamo una palina con vari segnavia che indicano a sinistra il percorso 124: Bivacco Zamboni, Baita Cassù a ore 0.30, Casera
Azzaredo a ore 1, Baita Cima (incrocio 101) a ore 1.30; diritto con il percorso n. 111: Casera Siltri a ore 1, Incrocio 101 a ore 1.50; dietro: Piede
Azzaredo a ore 0.05, Madonna delle Nevi a ore 0.15. Prendiamo il sentiero 124 che, quasi in piano, si addentra in un'abetaia. Alla sinistra c'è una
corta staccionata/corrimano in legno (m. 1430).
Riprendiamo a salire. Di tanto in tanto troviamo dei bolli bianco rossi.
Proseguiamo quasi in piano e con la staccionata alla sinistra (m. 1440).
Percorriamo un ampio tornante destrorso ignorando un sentiero che continua diritto.
Lasciato a sinistra un corto corrimano, superiamo due tornanti sinistra-destra.
Iniziamo a salire in modo abbastanza ripido mentre il rumore del torrente nel fondovalle si affievolisce poco alla volta.
Superiamo due tornanti sinistra-destra (m. 1460).
Su di una pietra vediamo il segnavia 124.
Percorriamo altri due tornanti sinistra-destra vicini tra loro (m. 1470).
Per un tratto camminiamo sopra delle radici che affiorano dal terreno.
Ignoriamo un piccolo sentiero che si stacca alla sinistra. Dopo alcuni passi, percorriamo una curva a destra (m. 1485).
Troviamo due tronchi collocati raso terra e fissati con dei paletti per prevenire un eventuale smottamento del terreno.
Subito percorriamo uno zig-zag sinistra-destra camminando sopra delle radici affioranti.
Superiamo un altro zig-zag sinistra-destra passando accanto ad un masso sul quale vediamo il segnavia 124 (m. 1495).
In salita arriviamo ad un tornante sinistrorso rinforzato all'esterno.
Il sentiero si divide solo per aggirare un albero e subito si ricompone.
Con delle protezioni alla sinistra, percorriamo un tornante destrorso (m. 1510).
Continuiamo con uno zig-zag sinistra-destra.
Superiamo un tornante sinistrorso.
Presso il successivo tornante destrorso saliamo due gradini di legno (m. 1525).
Percorriamo altri due tornanti sinistra-destra.
Troviamo alcuni gradini di legno e delle protezioni alla destra, poco prima di un tornante sinistrorso.
All'esterno del successivo tornante destrorso ci sono delle protezioni/corrimano (m. 1545).
In leggera salita percorriamo un ampio tornante sinistrorso.
Con pochissima pendenza arriviamo ad un tornante destrorso.
Riprendiamo a salire. Percorriamo un ampio tornante sinistrorso (m. 1560).
Proseguiamo con un tornante destrorso.
Quasi in piano arriviamo ad un tornante sinistrorso presso il quale saliamo un gradino di legno.
Continuiamo in salita e, all'esterno di un tornante sinistrorso, troviamo un ramo collocato orizzontalmente come protezione (m. 1575).
Con poca pendenza superiamo due tornanti sinistra-destra. Torniamo a salire.
Poco dopo il sentiero si divide solo per aggirare un albero e subito si ricompone (m. 1585).
Dopo un tratto quasi in piano continuiamo in leggera salita.
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso.
Superiamo un tornante destrorso.
In salita arriviamo ad un tornante sinistrorso oltre il quale continuiamo quasi in piano (m. 1615).
Troviamo uno spazio aperto in quanto gli alberi sono stati tagliati. In alto a destra vediamo la Baita Casù.
In salita percorriamo un tornante destrorso e poi quasi in piano la raggiungiamo (m. 1624).
La baita è stata realizzata in pietra nella parte inferiore ed in legno in quella superiore. Vi troviamo sei rudimentali panche fatte con dei mezzi
tronchi: tre all'esterno e tre all'interno. Una scala a pioli conduce al soppalco. La porta è mancante. Può essere un buon riparo in caso di un
improvviso acquazzone.
Rientriamo nel bosco. In leggera salita percorriamo un tornante sinistrorso.
Passiamo dietro alla baita, un poco più in alto.
Dopo un tratto quasi in piano, in leggera salita arriviamo ad un tornante destrorso, tagliabile pochi passi prima con un sentierino (m. 1645).
Proseguiamo con un lungo tratto in salita che termina con un tornante sinistrorso (m. 1695).
Presso il successivo tornante destrorso vediamo il segnavia 124.
Dopo pochi passi quasi in piano, con poca pendenza arriviamo ad un tornante sinistrorso (m. 1705).
Torniamo a salire. Alla sinistra ci sono delle protezioni.
Continuiamo in modo abbastanza ripido.
Dopo un tratto quasi in piano, in salita percorriamo un tornante destrorso presso il quale le protezioni terminano.
Proseguiamo con un tratto quasi in piano, poi in leggera discesa raggiungiamo un ansa della montagna dove giriamo a sinistra guadando un ruscello (m. 1725).
Poco dopo, quasi in piano, guadiamo un altro piccolo corso d'acqua e riprendiamo a salire.
Vediamo il segnavia 124 su di una pietra. Dopo un tratto quasi in piano riprendiamo a salire
Continuiamo con altri due tratti quasi in piano intervallati da uno con poca pendenza (m. 1740).
Percorriamo un lungo tratto in salita.
Continuiamo con un tratto abbastanza ripido nel quale camminiamo su fondo pietroso e vediamo il segnavia 124 (m. 1760).
Poi la pendenza diminuisce un poco. Vediamo una freccia rossa che indica le due direzioni di marcia.
Arriviamo alla fine dell'abetaia (m. 1780). Un cartello indica, a coloro che devono scendere, l'imbocco del sentiero per la Madonna delle Nevi.
Dopo alcuni passi nei prati raggiungiamo il baitello di legno dove termina la teleferica.
Il sentiero prosegue verso destra in lieve salita e con bella vista sui monti circostanti.
Troviamo il sentiero n. 124/a che sale dalla sinistra (m. 1790 - vedi il secondo itinerario). I segnavia indicano a sinistra: Loc. Fraccia; diritto:
Bivacco Zamboni; dietro: Madonna delle Nevi.
Nei pressi del passaggio nell'apertura in un muretto a secco, troviamo un cartellone che parla della "Geomorfologia in Azzaredo - inquadramento
territoriale".
Continuiamo quasi in piano superando altri bàrech (= recinzioni fatte con muretti a secco).
In leggera salita raggiungiamo la Casera Azzaredo (m. 1795).
Qui giriamo a destra e, superato un muretto a secco, passiamo davanti alla stalla della casera (m. 1806).
Una freccia rossa indica le due direzioni di marcia.
Torniamo a salire tra i prati a zig-zag e raggiungiamo un altro passaggio tra un muretto. Un cartellone parla dei "Pascoli magri a nardo" (m. 1840).
In sentiero si sdoppia in due tracce che si intersecano. Seguiamo dei paletti con il segnavia bianco rosso.
Dopo un tratto abbastanza ripido il sentiero si ricompone (m. 1855).
Con poca pendenza percorriamo due curve sinistra-destra e proseguiamo quasi in piano.
Arriviamo alla Baita Arletto (m. 1860) che precede una piccola conca prativa nella quale un cartellone narra dei "Pascoli con forte stazionamento
di bestiame".
Dopo un tratto con poca pendenza tra erba e pietre, torniamo a salire con dei gradini perfettamente intagliati nella pietra e con il sentiero
incassato nel terreno circostante (m. 1875).
Riprendiamo il sentiero e percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1885).
Dopo un tratto quasi in piano continuiamo in leggera salita, a mezza costa, tra erba e qualche albero. In basso a destra vediamo una baita racchiusa
in un bàrech.
Percorriamo un breve tratto in salita e continuiamo con minore pendenza.
Presso una curva a sinistra, davanti cominciamo a vedere la bandiera del rifugio (m. 1920).
Percorriamo alcuni passi quasi in piano e continuiamo in leggera salita.
Troviamo un altro cartellone: "Pascoli secchi su substrato siliceo a festuca varia".
Saliamo con delle pietre ben sistemate per formare dei gradini.
Giriamo a destra e vediamo il segnavia 124 su di una pietra (m. 1930).
Proseguiamo quasi in piano con delle serpentine.
Dopo una curva a sinistra torniamo a vedere la bandiera del rifugio.
Riprendiamo a salire con delle pietre sistemate a gradino. Proseguiamo su fondo roccioso.
Quasi in piano, scavalchiamo un rivolo, camminando tra l'erba (m. 1950).
Percorriamo una curva a sinistra.
Poco dopo alla destra troviamo la Baita Laghetti, di fronte alla quale ci sono il vecchio stallone e la nuova costruzione in legno del Rifugio Balicco (m. 1963).
Oltre le tre costruzioni, troviamo un altro cartellone che parla dei "Pascoli umidi".
Camminando sopra due pietre superiamo un ruscelletto.
Il sentiero ora si perde tra l'erba ma, alzando gli occhi, possiamo già vedere il bivacco davanti a noi.
In leggera salita passiamo accanto ad un masso.
Raggiungiamo il muretto a secco di un barech (m. 1980). Una scritta in quattro lingue ci da il benvenuto al Bivacco Zamboni.
Entriamo nel barech, lo attraversiamo in salita seguendo delle tracce tra l'erba e poi ne usciamo dalla parte opposta, ormai davanti al bivacco.
Troviamo un altro cartellone che parla dei "Pascoli pingui".
Ancora pochi passi e raggiungiamo il bivacco.
Tempo impiegato: ore 2 - Dislivello: m. 687
Data escursione: agosto 2015
Secondo itinerario: da Fraccia (sentiero n. 124a)
Con la statale 470 percorriamo il fondovalle della Val Brembana fino al bivio di Lenna dove lasciamo a destra la provinciale 2 per Foppolo e
continuiamo sulla sinistra con la provinciale 1.
Attraversata Mezzoldo, la strada diventa la provinciale 9 e inizia a salire verso il Passo San Marco.
Al primo tornante, in Località Riva, alla destra della stradina che sale alla Madonna della Neve, parte il sentiero n. 124 descritto nel primo
itinerario.
Proseguiamo con la provinciale per altri tre chilometri, superando le Località Castello e Fraccia, fino al nono tornante dove inizia il sentiero
124/a. Qui un segnavia su una tavola in legno indica il Bivacco Zamboni a ore 1.30. In questo punto c'è posto per non più di quattro autovetture (m.
1600). Eventualmente possiamo proseguire per altri 350 metri e lasciare la macchina in uno slargo ai bordi della strada.
Ignorate alcune tracce che salgono a sinistra, prendiamo il sentiero che scende davanti a noi tra i pini.
Proseguiamo con un tratto pianeggiante tra faggi e altri alberi.
Torniamo a scendere ed usciamo dal bosco.
Piegando a destra, superiamo un'ansa della montagna dalla quale scende un torrente (m. 1585).
Percorriamo un tratto in salita. Alla sinistra ci sono degli alberelli. Una freccia rossa indica le due direzioni.
Camminiamo poi in leggera discesa tra i prati; in alto a sinistra vediamo una casa in costruzione.
Ci addentriamo in un altro bosco di conifere. Dopo un breve tratto in leggera discesa troviamo un masso che restringe la sede del sentiero (m. 1575).
Continuiamo con percorso che alterna brevi tratti in leggera salita o discesa. Un rivolo attraversa il sentiero.
Ad un bivio andiamo a destra in leggera discesa, poi continuiamo quasi in piano. In basso a destra nei prati vediamo tre baite.
Dopo una curva a sinistra, scendiamo un poco fino ad un'ansa della montagna dove, camminando sulle pietre che affiorano, superiamo un altro corso
d'acqua (m. 1565).
Percorriamo un tratto in salita nel bosco e continuiamo in piano con alberi a sinistra e prati a destra.
Tra i cespugli arriviamo al terzo guado che superiamo agevolmente grazie a delle pietre ben sistemate (m. 1575).
Giriamo a sinistra, riprendiamo a salire e poi, in piano, arriviamo all'ultimo guado (m. 1600).
Subito dopo troviamo un bivio. Seguendo una freccia rossa andiamo a sinistra e riprendiamo a salire passando accanto ad un segnavia 124/a.
Camminiamo tra i prati nei quali vediamo pascolare delle mucche. Lasciamo a destra un baitello.
Ci avviciniamo ad un bosco ma, prima di raggiungerlo, il sentiero piega a sinistra.
Continuiamo con un traverso a sinistra in leggera salita.
La pendenza aumenta. Dopo alcuni zig-zag percorriamo un altro traverso, questa volta verso destra.
Troviamo una scorciatoia che si stacca a sinistra (m. 1660). Il sentiero principale continua fino al limitare di un bosco e poi piega anch'esso a
sinistra e, quasi in piano, viene raggiunto dall'altro.
Continuiamo in salita con prati a sinistra e alberi a destra.
Dopo una curva a destra la pendenza aumenta. Camminiamo tra prati e radi alberelli.
Un sentiero sale da destra e si unisce a quello che stiamo percorrendo (m. 1705). In questo punto giriamo a sinistra. La pendenza diminuisce.
Il sentiero si sdoppia ma torna subito ad unirsi. Ora saliamo ripidamente. A destra, nei prati, vediamo un baitello (m. 1735).
Con qualche zig-zag raggiungiamo alcuni abeti.
Sulla sinistra si stacca una ripida scorciatoia. Una freccia rossa indica di proseguire diritto.
Subito dopo troviamo una bacheca con un cartellone riguardante la Foresta Azzaredo Casù.
Troviamo poi il primo di una serie di cartelloni che parlano del "Sentiero dei Pascoli" collocati a cura della Ersaf.
Il sentiero ora gira a sinistra e continua con minore pendenza fino al bivio (m. 1790) dove incontriamo il sentiero n. 124, descritto nel precedente
itinerario, con il quale continuiamo fino al bivacco.
Tempo impiegato: ore 1.30 - Dislivello: m. 447 -40
Data escursione: luglio 2009
Escursioni partendo dal Bivacco:
- al Rifugio Balicco (m. 1963) in ore 0.10
- al Passo della Porta (m. 2028) in ore 0.15
- alla Malga Fioraro (m. 1880) in ore 0.40
- al Passo San Marco (m. 1985) in ore 2
- al Lago di Cavizzola (m. 1900) in ore 1
- alla Forcella Rossa (m. 2053) in ore 1.30
- a Foppolo (m. 1500) in ore 4
- alla Casera Azzaredo (m. 1795) in ore 0.20
- alla Baita Casù (m. 1624) in ore 0.50
- alla Madonna delle Nevi (m. 1336) in ore 1.30
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