Bivacco Baita Tacher

Il Bivacco Baita Tacher è situato in Val Tartano, in una radura circondata dai larici, sulla dorsale che divide la Val Lunga dalla Val Corta e dalla Val di Lemma.
Si tratta di un edificio costruito con pietre del luogo. Dispone di un unico locale che contiene: un tavolato in legno con tre materassi e alcune coperte, un camino, due tavoli in legno, una panca, otto mensole, alcune pentole, piatti di plastica e attrezzi vari. Fontana con vasca all'esterno (chiusa fuori dalla stagione estiva quando il gelo potrebbe causare danni alle tubature). Manca l'illuminazione.
Il panorama verso Nord mostra le cime del gruppo Masino - Bregaglia.

Lasciamo la statale 38 al km. 18.4, dopo aver superato Talamona ed il viadotto sul fiume Tartano, per imboccare sulla destra (sud) la provinciale 16.
La percorriamo solo per 900 metri poi giriamo a destra e prendiamo la provinciale 11.
Dopo 10 chilometri e 11 tornanti arriviamo a Campo (m. 1070).
La strada spiana e dopo altri quattro chilometri raggiungiamo Tartano dove la provinciale termina (m. 1210).
La vallata si divide in due. Alcuni segnavia indicano a sinistra: Val Lunga, Laghi di Porcile, Alpe Gavet; a destra: Val di Lemma, Passo di Lemma, Val Budria, Passo di Pedena.

La strada volge a sud-est per la Valle Lunga. Dopo l'ultima casa di Tartano proseguiamo per km. 1.3 fino a trovare sulla destra un sentiero che scende verso il torrente. I segnavia indicano col il sentiero 117: Casera Gavet a ore 1.20, Casera della Scala a ore 2.50, Passo di Tartano a ore 3.30. Pochi metri prima alla destra c'è un parcheggio, pochi metri dopo alla sinistra ci sono tre garages. In alto alla sinistra vediamo le case della località Rondelli (m. 1280).

Lasciata la macchina, prendiamo il sentiero che scende con tre ripidi tornanti: dx-sx-dx.
Poi in leggera discesa attraversiamo un prato infangato camminando sopra delle pietre appositamente collocate.
Su di un ponte di legno, con le sponde di ferro e una rete verde, attraversiamo una gola in fondo alla quale scorre impetuoso il Torrente Tartano (m. 1260).
Subito giriamo a destra. Un altro ponte di legno, con la sola sponda di destra, ci deposita all'inizio della mulattiera che inizia a salire in un bosco di larici.
Percorriamo uno zig-zag sinistra-destra, bagnato da un rivolo.
Saliamo dei gradini di pietra.
Alla destra ci sono delle protezioni a valle formate da alcuni tronchi fissati orizzontalmente agli alberi del bosco.

Percorriamo un tratto quasi in piano (m. 1280). Un rivolo scende dalla sinistra, scorre in un canalino metallico e poi attraversa la mulattiera passandole sotto.
Continuiamo con una semicurva a sinistra ignorando un sentiero, chiuso da un cancelletto di legno, che prosegue diritto.
Saliamo in modo abbastanza ripido.
Superiamo uno zig-zag sinistra-destra agevolati da rudimentali gradini di pietra.
Vediamo un bollo bianco-rosso.

Alla destra oltre una protezione, con pali di legno che reggono una rete, c'è un prato scosceso (m. 1290). In questo punto l'assenza di alberi alla destra consente di vedere la strada, le case della loc. Rondelli e il parcheggio nel quale abbiamo lasciato la macchina.
La pendenza diminuisce un poco.
Percorriamo un tornante sinistrorso.
Continuiamo con alcuni zig-zag: dx-sx-dx.
Per un breve tratto il sentiero è incassato nel terreno circostante. Giriamo a sinistra (m. 1310).

Torniamo a salire in modo abbastanza ripido. Ora gli alberi del bosco sono in prevalenza dei pini. Troviamo altri tronchi fissati orizzontalmente agli alberi per formare delle protezioni sul lato a valle.
Percorriamo tre tornanti: sx-dx-sx (m. 1340).
Vediamo un bollo bianco-rosso prima di un tornante destrorso.
Superiamo uno zig-zag sinistra-destra.
Proseguiamo con un ampio tornante sinistrorso.

Presso un ampio tornante destrorso ignoriamo un sentiero che prosegue diritto chiuso da un tronco collocato di traverso che ne impedisce l'accesso (m. 1360).
Percorriamo subito un tornante sinistrorso con il sentiero che si sdoppia e si ricompone mentre passiamo accanto ad un masso con i bolli.
Continuiamo con due tornanti destra-sinistra.
La mulattiera aggira un masso alla destra (m. 1375).

Di tanto in tanto troviamo un bollo bianco-rosso. Alcuni tratti della mulattiera sono gradinati e altri no.
La pendenza diminuisce un poco. Il percorso si divide (il sentiero alla destra scorre più in alto rispetto all'altro) e si ricompone presso un tornante destrorso (m. 1385).
Percorriamo due ampi tornanti sinistra-destra (m. 1395).
Continuiamo con un tornante sinistrorso (m. 1405).
Percorriamo un ampio tornante destrorso subito seguito da uno sinistrorso.
Troviamo ancora delle protezioni a valle con dei tronchi collocati in orizzontale e fissati agli alberi.

Presso un tornante destrorso, internamente rinforzato con un muretto di pietre, ignoriamo un sentiero che prosegue diritto in discesa (m. 1420).
Accompagnati dalle solite protezioni alla destra arriviamo ad un ampio tornante sinistrorso oltre il quale superiamo un tornante destrorso con un muretto di rinforzo all'interno e con delle protezioni alla sinistra (m. 1435).
Continuiamo in modo abbastanza ripido. Alla destra ci sono le solite protezioni con tronchi fissati orizzontalmente agli alberi.

Vediamo una madonnina ed una piccola croce in una cassettina di legno con tettuccio appesa ad un albero (m. 1445).
Superiamo due tornanti sinistra-destra incassati nel terreno circostante.
In un tratto con pochi alberi, in leggera salita percorriamo una curva a sinistra (m. 1455).
Continuiamo in salita nel bosco, sempre con le protezioni alla destra.

Percorriamo un tornante sinistrorso assai ampio (m. 1470).
Proseguiamo con un tornante destrorso incassato nel terreno circostante.
Presso un tornante sinistrorso, ignoriamo un sentiero che prosegue diritto.
Continuiamo con un tornante destrorso incassato nel terreno (m. 1480).
Superiamo due tornanti sinistra-destra vicini tra loro.

Con uno zig-zag sinistra-destra usciamo del bosco, in questo tratto formato da abeti (m. 1495).
Troviamo una palina senza alcun segnavia. Davanti abbiamo una piccola radura. Seguendo i bolli bianchi e rossi, prendiamo un sentiero che sale dietro alla palina. Gli alberi sono più radi.
Percorriamo due curve destra-sinistra.
Dalla destra si innesta un altro sentiero a lato del quale c'è una serie di paletti di legno.
Il sentiero si divide e subito si ricompone.

Troviamo un ometto con i bolli nel mezzo di un bivio. Andiamo a destra (m. 1515).
Per alcuni metri i due sentieri scorrono paralleli, poi percorriamo un tornante destrorso.
Superiamo una curva a sinistra.

Dietro cominciamo a vedere le cime del versante retico valtellinese.
Un muretto di pietre a secco si allontana verso destra. Continuiamo con poca pendenza con larici alla sinistra e prati alla destra.
Alla sinistra c'è un muretto di rinforzo, poco sotto al sentiero (m. 1530).

Alla destra troviamo una grande vasca abbeveratoio. Davanti vediamo una baita dalla quale parte una teleferica che sale a destra verso la Casera Gavet.
Poco dopo raggiungiamo questa baita e, in leggera salita, seguendo i bolli, passiamo alla sua destra (m. 1545).
Continuiamo in salita con il sentiero attorniato dai prati. Lasciamo a destra un mucchio di pietre.
Presso un tornante destrorso troviamo un ometto con i bolli (m. 1570).

In leggera salita transitiamo sotto alla teleferica. Un cartello triangolare avverte: "Attenzione non sostare sotto le funi".
In basso alla destra vediamo alcuni gruppi di baite nella valle; in lontananza all'orizzonte ci sono le Alpi Retiche; alla sinistra la teleferica sale verso le tre baite della Casera Gavet.

Dopo una curva a sinistra raggiungiamo una grande vasca abbeveratoio in cemento e pietre (m. 1590). Proseguiamo verso sinistra (alla destra invece vediamo un baitello).
Subito percorriamo un tornante destrorso.
Riprendiamo a salire.
Continuiamo con un tornante sinistrorso, attorniati da giovani larici e cespugli di rododendro.
Superiamo una curva a destra.

Passiamo nuovamente sotto alla teleferica. Anche questa volta troviamo il cartello che avverte di non sostare sotto alle funi. Subito giriamo a sinistra (m. 1610).
Proseguiamo con poca pendenza. Vediamo un bollo su di un masso situato alcuni metri più in alto alla destra.
Percorriamo una semicurva a destra e passiamo sotto ai rami di un solitario larice (m. 1620).
Dopo un tratto in salita continuiamo diritto con poca pendenza mentre la teleferica si allontana salendo alla destra.

Passiamo accanto ad un ometto. Davanti vediamo una baita (m. 1635).
Poco più in alto alla destra ci accompagna un muretto di pietre.
Raggiungiamo la baita e la lasciamo all'esterno di un tornante destrorso (m. 1645).
Passiamo accanto ad un mucchietto di pietre e ad un ometto con un bollo bianco-rosso.

Attraversiamo un'apertura in un muretto di pietre (m. 1655).
Il sentiero si biforca; entrambe le tracce girano a sinistra con un tornante e si ricompongono.
Dopo un tornante destrorso passiamo nuovamente a valle delle baite della Casera Gavet (m. 1665).
Transitiamo sotto alla teleferica e, anche questa volta, troviamo il cartello che raccomanda di non sostare sotto ai cavi (m. 1680).
Passiamo accanto ad un mucchietto di pietre. In basso a destra vediamo la baita dalla quale parte la teleferica.
Pieghiamo a sinistra e torniamo a salire.

Arriviamo ad un bivio e proseguiamo con un tornante sinistrorso ignorando l'altro sentiero che continua diritto (m. 1700).
Poco dopo il sentiero si divide e subito si ricompone. Vediamo un bollo bianco-rosso.

Passando tra due staccionate raggiungiamo dapprima la legnaia e poi le tre baite della Casera Gavet, tutte quante allineate e con la facciata rivolta a valle (m. 1725).
Ora dobbiamo prestare attenzione perché il sentiero marcato con i bolli continua alla sinistra delle baite mentre noi dobbiamo andare nell'opposta direzione. Pertanto prendiamo un sentiero che parte dietro alla legnaia e sale nei prati verso destra. Non ci sono indicazioni né bolli.
Dopo un centinaio di metri le tracce si perdono tra l'erba. Poiché la nostra cartina segnala che la direzione è quella corretta, proseguiamo diritto, quasi in piano tra l'erba, verso un lariceto.
Raggiunto il bosco ritroviamo il sentiero (m. 1750).

Percorriamo alcuni metri in discesa, scavalchiamo un rivolo e proseguiamo in leggera salita tra mughi e rododendri.
Continuiamo in leggera discesa tra radi larici.
Quasi in piano percorriamo una curva a destra (m. 1745).
In leggera salita iniziamo ad attraversare un prato.
Continuiamo quasi in piano su una traccia poco visibile.
Dopo un tratto con poca pendenza proseguiamo quasi in piano; inizialmente il sentiero è ben visibile poi molto meno.
Il sentiero si divide e si ricompone.

Terminato il prato, proseguiamo tra larici e rododendri (m. 1755).
Percorriamo un tratto in leggera salita su due tracce parallele. Poi il sentiero si ricompone e prosegue quasi in piano e ben marcato.

Un altro sentiero si immette dalla destra.
Continuiamo in leggera salita. Il sentiero si divide solo per aggirare un cespuglio di rododendro.
Nuovamente si divide, aggira dei rododendri e dopo circa cinque metri si ricompone.
Proseguiamo quasi in piano (m. 1770).
Dopo un breve tratto in leggera discesa continuiamo in salita.
Alterniamo due tratti con poca pendenza ad uno quasi in piano (m. 1780).

Scavalchiamo una radice, adagiata di traverso al sentiero, il cui tronco, che si alza alla destra, è stato tagliato.
Il sentiero si divide e subito si ricompone. Poco dopo si scompone in tre tracce che, dopo un tratto in salita, tornano ad unirsi.

Raggiungiamo una radura e la attraversiamo, con pochissima pendenza, rimanendo sul margine destro e seguendo delle tracce tra l'erba (m. 1800).
Continuiamo quasi in piano. Davanti vediamo la Baita Tacher.
Camminando in lievissima discesa, lasciamo a sinistra una pozza e la raggiungiamo.

Tempo impiegato: ore 1.30 - Dislivello m. 554 -40
Data escursione: ottobre 2016

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