Bivacco Gusmeroli
- Altezza: m. 1881
- Gruppo: Orobie Valtellinesi
- Ubicazione: Alpe Torrenzuolo Mont Còch
- Comune: Tartano - SO
- Carta Kompass: 92 D9 - 104 A2
- Coordinate Geo: 46°06'15.50"N 9°41'55.50"E
- Gestore: -
- Telefono gestore: -
- Telefono bivacco: -
- Posti letto: 6
- Apertura: sempre
- Pagina inserita il: 28/05/2012
Il bivacco dedicato ai fratelli Aldo e Sergio Gusmeroli è situato in località Mont Còch nella parte alta dell'Alpe Torrenzuolo in Val Tartano.
Si tratta di un edificio in muratura recuperato dalla ristrutturazione di una preesistente baita ed inaugurato nel settembre 2011.
Dispone di un unico locale che contiene 6 posti letto su due piani a castello completi di materassi, cuscini e coperte, tavolone con 3 panche e 2
sedie, stufa economica e legna, viveri, stoviglie e cassetta per le offerte.
Nello spazio antistante ci sono un altro tavolone con panche, una fontana, una pozza recintata e una croce.
Bella la vista panoramica sulla Costiera dei Cech e su alcune cime della Val Masino. Dietro il bivacco invece c'è il Pizzo Torrenzuolo (m. 2380).
Nella zona è presente anche l'agriturismo Alpe Torrenzuolo. Nessuno dei due sentieri descritti gli passa accanto ma da entrambi è possibile
raggiungerlo con una breve deviazione.
Primo itinerario: dalla SP 11 tra Campo e Tartano (sentiero 126)
Lasciamo la statale 38, dopo aver superato Talamona ed il viadotto sul fiume Tartano, al km. 18.4, per imboccare sulla destra (sud) la provinciale 16.
Al primo bivio prendiamo a destra la provinciale 11. Dopo 10 chilometri e 11 tornanti arriviamo a Campo (m. 1070).
La strada spiana e proseguendo per altri 3 chilometri circa, superato il viadotto della Val Vicima, troviamo sulla destra una piccola area di sosta
con due tavoloni in legno e relative panche.
Pochi metri più avanti sulla sinistra inizia il sentiero 126 (m. 1160). Anche alla destra della strada c'è un sentiero. Una palina reca alcuni
segnavia che indicano a sinistra con il sentiero 126: Dossala a ore 0.40, Barghetto a ore 1.20, Torrenzuolo a ore 2; a destra con il sentiero 163:
Corte a ore 2.45.
Saliamo a sinistra, inizialmente accompagnati dai fili della corrente. Poi proseguiamo con poca pendenza tra alberi di vario tipo (m. 1175).
Torniamo poi a salire su di una stretta mulattiera con pietre ben sistemate ed entriamo nel bosco.
Presso una curva a destra ignoriamo un piccolo sentiero che prosegue diritto (m. 1195).
Continuiamo con un tornante sinistrorso seguito da due zig-zag destra-sinistra (m. 1210).
Ora saliamo in modo abbastanza ripido agevolati da alcuni gradini di pietra.
Percorriamo poi un tratto quasi in piano con delle grosse pietre ben sistemate alla sinistra del sentiero.
Ad un bivio, seguendo i bolli bianco-rossi, andiamo a destra in salita ignorando l'altro sentiero che scende a sinistra.
Incrociamo un rivolo e, dopo un breve tratto quasi in piano, riprendiamo a salire (m. 1240).
Su di un albero vediamo un quadretto con un'immagine raffigurante una madonna con bambino.
Percorriamo un tornante destrorso ignorando una traccia che prosegue diritto.
Ora la mulattiera diventa un sentiero sterrato. Saliamo in modo abbastanza ripido con alcuni zig-zag (m. 1260).
Alla destra scorre un torrente incassato nel terreno circostante e in alto a destra vediamo una baita (m. 1275).
Superiamo alcuni gradini (m. 1290).
Dopo un tornante sinistrorso saliamo in modo abbastanza ripido fino ad una curva a destra dove la pendenza diminuisce un poco.
Subito dopo troviamo un bivio e seguendo i bolli andiamo a sinistra (m. 1300).
Saliamo alcuni gradini.
Lasciamo a destra una roccia e proseguiamo quasi in piano con lievi saliscendi (m. 1310). In basso a sinistra vediamo quanto resta di un baitello in
legno totalmente mancante del tetto.
Più avanti un ruscelletto che scende dalla destra infanga il sentiero.
Proseguiamo tra erba e rade betulle con un muretto di pietre alla destra.
Presso una curva a destra troviamo un piccolo sentiero che arriva da sinistra (m. 1315). Riprendiamo a salire.
Lasciamo a destra un rudere. Dalla sinistra sale un sentiero (m. 1340).
Proseguiamo con alcuni zig-zag in un bosco di pini e faggi con il sentiero un po' incassato nel terreno circostante.
Dopo un tratto abbastanza ripido troviamo sulla destra un stalla in legno subito seguita da una baita in pietra (m. 1380).
Dietro la baita proseguiamo in salita. Alla destra c'è un corto muretto di pietre sul quale vediamo il segnavia a bandierina n. 126 (m. 1395).
Continuiamo in modo abbastanza ripido con alcuni corti zig-zag. Il sentiero, in alcuni punti, è incassato nel terreno circostante.
Ad una biforcazione teniamo la destra (m. 1415).
Al successivo bivio prendiamo il sentiero a sinistra in salita ignorando quello quasi in piano sulla destra (m. 1425).
Riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido. Su di un abete vediamo un quadretto con una immagine raffigurante un uomo con un sacco di mele
inginocchiato tra una madonna e due angeli (m. 1435).
Ora saliamo ripidamente (m. 1455). Sentiamo lo scroscio di un torrente che proviene dalla sinistra ma non riusciamo a vedere il corso d'acqua.
Il sentiero si biforca e scegliamo il percorso più a sinistra che sembra più agevole.
Camminiamo sopra alcune radici poi percorriamo un tornante destrorso (m. 1485).
La pendenza diminuisce un poco ma solo per un breve tratto poi riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido con due tornanti sinistra-destra,
agevolati da alcuni gradini di pietra (m. 1495).
Ora la pendenza e minore (m. 1510). In alto vediamo alcune baite.
Arriviamo ad un bivio (m. 1530). Alla sinistra c'è un bollo rosso mentre a destra, qualche passo più avanti, c'è un segnavia a bandierina con il n.
14. Andiamo a sinistra in leggera salita al limitar del bosco. Alla destra ci sono delle pietre ammucchiate oltre le quali vediamo i ripidi prati che
portano all'Alpe Barghetto.
Proseguiamo poi in salita. In alto a destra cominciamo a vedere la parte alta di alcune baite.
Il sentiero di divide solo per aggirare due abeti e subito si riunisce (m. 1555).
Percorriamo un tratto con maggiore pendenza seguito da uno quasi in piano.
Ignoriamo, uno dopo l'altro, due sentieri che salgono a destra verso le baite e proseguiamo diritto in piano tra gli alberi (m. 1580).
Percorriamo un tornante destrorso trascurando un altro sentiero che prosegue diritto.
In alto vediamo un paletto sulla cui parte alta è stato dipinto un segnavia bianco-rosso.
Torniamo a salire e incrociamo un piccolo sentiero. Poco dopo, con un prato alla destra, giriamo a sinistra (m. 1595).
Saliamo con alcune serpentine e con il sentiero incassato nel terreno circostante.
Per un attimo il sentiero si sdoppia ma solo per aggirare una grande radice (m. 1610).
Arriviamo ad un bivio. Il percorso ufficiale prosegue verso sinistra ma viene spontaneo andare a destra con un sentiero più marcato. Ad ogni modo è
possibile utilizzarli entrambi, tenendo presente che se, andiamo a destra, bisognerà prestare molta attenzione ai bolli e agli ometti.
a) a sinistra
Saliamo in modo abbastanza ripido con alcuni zig-zag.
Poi superiamo un tornante destrorso.
Usciamo dal bosco. La pendenza diminuisce un poco.
Lasciamo a sinistra i ruderi di un baitello. Alla destra ci sono dei prati, e più in basso un ometto. Qui si innesta l'altro percorso (m. 1665).
b) a destra
Passiamo sotto la chioma dall'ultimo abete e poi quasi in piano tra i prati e con bella vista sul fondovalle raggiungiamo la prima stalla/fienile (m.
1625).
Troviamo poi altre tre baite e una panchina di legno. Altre baite le vediamo più in basso mentre sul fondo valle distinguiamo nettamente l'abitato di Campo.
Passiamo tra altre due baite su una delle quali vediamo il segnavia a bandierina con il n. 126. In fondo alla vallata vediamo Tartano.
A questo punto occorre prestare attenzione e non seguire il sentiero che prosegue diritto tra i prati. Dobbiamo invece alzare gli occhi e cercare in
alto a sinistra un ometto. Dopo averlo individuato, saliamo ripidamente tra l'erba, senza traccia alcuna, e lo raggiungiamo (m. 1655). Notiamo allora
che si tratta di un masso su cui sono state ammucchiate due pietre.
Con minor pendenza raggiungiamo poi i ruderi di un baitello di pietra davanti al quale passa il sentiero ufficiale che sale da sinistra (m. 1665).
Riunitisi i due percorsi, passiamo accanto ad un altro piccolo rudere e con un breve ripido tratto tra qualche albero andiamo a sbucare nel prato
soprastante (m. 1670).
Ci teniamo a sinistra, al limitar del bosco, seguendo qualche pallida traccia tra l'erba.
In leggera salita passiamo accanto ad un paletto la cui parte alta è stata dipinta di bianco e rosso (m. 1685).
Attraversiamo una recinzione realizzata con delle pietre. Una pietra con un foro rotondo fa supporre che qui doveva esserci un cancelletto.
Rientriamo nel bosco.
Vediamo un tubo nero che, in due punti, affiora dal sentiero.
Dopo un breve tratto quasi in piano, proseguiamo in leggera salita (m. 1695).
Il sentiero si biforca e, seguendo i bolli, andiamo a sinistra (m. 1720). Riprendiamo a salire.
Percorriamo poi un lungo tratto con minore pendenza (m. 1745).
Ora camminiamo tra radi pini e larici (m. 1780).
Attraversiamo una radura, seguendo i bolli su alcune pietre tra l'erba e passando accanto ad un rudere e ad un ometto.
Poi ci spostiamo un poco a sinistra in modo da transitare a monte di una baita (m. 1815).
Proseguiamo tra alcuni alberi e, tramite un varco, superiamo una recinzione fatta con muretti di pietre (m. 1855).
Attraversiamo poi un'altra radura passando a valle di un'altra baita sulla quale leggiamo la scritta: "Baita del Lares" (m. 1870).
Dopo una curva a sinistra, arriviamo ad un bivio dove ignoriamo il sentiero che si dirige a sinistra verso la baita e andiamo a destra guadando un
torrente (m. 1875).
Proseguiamo quasi in piano su di un ampio sentiero e vediamo un paletto di legno con dipinti i segnavia bianco rossi.
Superiamo un secondo guado. Tra i larici con una breve discesa ne raggiungiamo un altro con il quale attraversiamo un torrente più grande dei
precedenti (m. 1870) e risaliamo l'altra sponda.
Continuiamo in piano guadando il quarto torrente e poi in leggera salita ne superiamo un altro che allaga il percorso.
Torniamo a camminare quasi in piano. Alla destra c'è una baita sulla quale leggiamo: "Baita di Runchè" (m. 1845).
Guadiamo anche un ruscello.
Ora l'ampio sentiero prosegue in discesa verso il ben visibile agriturismo, noi invece, seguendo i bolli, ne prendiamo un altro più piccolo che si
stacca alla sinistra (m. 1835).
In leggera salita raggiungiamo una costruzione dell'acquedotto accanto alla quale c'è una vasca in cemento nella quale l'acqua entra tramite un tubo
di plastica nero. L'acqua poi prosegue formando un rivolo che scende verso valle.
Poco dopo torniamo a vedere l'agriturismo in basso a destra (m. 1840).
Il sentiero ora è incassato nel terreno circostante. Attorno ci sono rododendri e radi larici. In basso a destra vediamo Campo e il suo lago.
Dopo un tratto in salita, proseguiamo quasi in piano passando accanto a due paletti di legno con i bolli bianco rossi (m. 1860).
Terminati gli alberi, riprendiamo a salire puntando ad un altro paletto collocato in alto e, raggiuntolo, davanti vediamo la conca nella quale è
situato il bivacco.
Lasciamo a destra la croce di legno, la fontana e una pozza recintata e arriviamo al bivacco.
Tempo impiegato: ore 2.15 - Dislivello m. 761-46
Data escursione: maggio 2012
Secondo itinerario: da Fraccia, fraz. di Tartano (sentiero 16)
In questo caso dobbiamo percorrere tutti i 14 chilometri della provinciale 11 e arrivare a Tartano.
Prendiamo poi la prima strada asfaltata a sinistra che inizia poco prima del cimitero e saliamo con vari tornanti. Più avanti il fondo stradale
diventa in cemento e quindi sterrato.
La strada termina in località Fraccia, poco dopo un tornante sinistrorso. Lo spazio per parcheggiare è limitato a poche autovetture (m. 1360).
Ci incamminiamo in leggera salita lungo un sentiero contrassegnato da bolli bianco-rossi.
Subito troviamo un bivio e andiamo a sinistra. Alla destra ci sono due baitelli, una teleferica e alcuni piccoli orti. In basso a sinistra vediamo
Campo in fondo alla vallata.
Un rivolo, passando sotto due pietre, attraversa il sentiero (m. 1375).
Poi cominciamo a salire con dei rudimentali gradini di pietra e con un muretto di pietre accatastate alla sinistra.
Ignoriamo un piccolo sentiero che esce a sinistra e si dirige verso una vecchia stalla/fienile. Alla sinistra ci sono dei prati e alla destra il bosco.
Dopo due passi in piano mentre un rivolo attraversa su una base in cemento, riprendiamo a salire con rudimentali gradini di pietra (m. 1395).
In basso a sinistra vediamo una baita (m. 1410).
Passiamo poi accanto ad un baitello di legno con il tetto in lastre di ardesia.
Entriamo in un fresco bosco di conifere e dopo pochi passi incrociamo un altro sentiero. Qui, per la prima volta, troviamo due segnavia che indicano
diritto il bivacco (m. 1425).
Proseguiamo con poca pendenza e scavalchiamo un rivolo, poi riprendiamo a salire.
Sentiamo lo scroscio di un torrente che proviene dalla sinistra ma laggiù in basso non riusciamo a vedere alcun corso d'acqua (m. 1480).
Dopo pochi passi in leggera pendenza torniamo a salire. Frattanto il fragore dell'acqua che scorre è aumentato.
In leggera salita superiamo un piccolo torrente che scende ripido dalla destra (m. 1510).
Percorriamo un altro tratto in salita seguito da uno con minore pendenza e poi attraversiamo un piccolo corso d'acqua (m. 1540).
Riprendiamo a salire e ben presto in modo abbastanza ripido.
Dopo due zig-zag destra-sinistra, una apertura tra gli alberi consente di vedere il fondovalle (m. 1560).
Percorriamo altri due corti tornanti e poi vediamo un foglietto attaccato ad un albero che indica il bivacco.
Alla successiva svolta a sinistra troviamo un piccolo sentiero che si innesta dalla destra.
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire, inizialmente con il sentiero bagnato da un rivolo (m. 1595).
Poco prima di un tornante destrorso vediamo, sulla sinistra un poco più in basso, il torrente che da tempo aveva annunciato la sua presenza (m. 1615).
Continuiamo con un breve ripido strappo cui fa seguito un tratto con poca pendenza e poi riprendiamo a salire.
Un ruscelletto incassato nel terreno circostante scende dalla sinistra e attraversa il percorso (m. 1635).
Subito dopo anche il nostro sentiero diventa incassato e alcune radici fanno da rudimentale gradino.
Pochi passi in lieve discesa ci portano verso un rivolo che scende ripidamente e attraversa il sentiero (m. 1650).
Ora il bosco è diventato più rado. In leggera salita arriviamo ad un bivio dove andiamo a sinistra seguendo il segnavia su di un albero (m. 1665).
Notiamo che alla destra buona parte degli alberi sono stati tagliati.
Percorriamo un paio di zig-zag destra-sinistra e vediamo su di un albero un vecchio cartello di legno che indica l'Alpe Torrenzuolo (m. 1675).
Proseguiamo in salita con il bosco alla sinistra e prati alla destra.
Ben presto la pendenza diventa ripida. Saliamo su tracce tra l'erba e raggiungiamo un rudere accanto al quale un cartello di legno segnala la
prosecuzione verso l'agriturismo Torrenzuolo (m. 1710). Delle altre baite presenti nei pressi sono rimaste solo le fondamenta.
Ci spostiamo un poco verso destra dove un altro segnavia indica la Baita Aldo e Sergio verso l'alto. Seguendolo, risaliamo l'ultima parte del prato e,
giunti al limitare di un bosco, vediamo un cartello di legno quasi illeggibile che segnala verso destra la Baita Valenc, una freccia bianca e un altro
segnavia appeso ad un albero che indica il bivacco. Qui ci immettiamo su di un altro sentiero che sale dalla destra. In basso a destra vediamo Campo
(m. 1725).
Proseguiamo in leggera salita tra radi larici accompagnati da altri segnavia. La pendenza aumenta.
Il sentiero di divide (m. 1760); il ramo a sinistra sale direttamente mentre quello a destra con minore pendenza compie un tornante sinistrorso e si
ricongiunge all'altro. Vediamo un altro cartello che indica la Baita Valenc.
Il bosco ormai è terminato e in alto a destra vediamo la baita (m. 1775).
Passiamo a valle della baita e poi, dopo un tornante destrorso la raggiungiamo (m. 1790).
Ora lasciamo il sentiero, che con poca pendenza prosegue verso l'agriturismo, e saliamo a destra con un sentierino nei prati, guidati da paletti di
legno con la parte alta dipinta di bianco e rosso.
Lasciamo a sinistra una grande vasca abbeveratoio (m. 1805) e tra l'erba raggiungiamo il secondo paletto.
Proseguiamo poi verso il terzo e poi con minore pendenza raggiungiamo una baita sulla quale un cartello dice: "Alpe Gerlo" (m. 1835).
Continuiamo verso destra tra prati e radi alberi superando altri due paletti poi riprendiamo a salire.
Dopo il sesto paletto (m. 1855) il sentiero sale a zig-zag tra rocce e cespugli. In alcuni punti ci sono dei rudimentali gradini di pietra.
Su di una pietra vediamo una doppia freccia rossa che indica davanti e a destra la Baita Gerlo.
Superiamo un altro paletto e poi saliamo in modo abbastanza ripido verso il successivo agevolati da alcuni gradini di legno e di pietra (m. 1875).
Poco dopo sulla sinistra vediamo la croce che preannuncia il termine della nostra escursione.
Infatti dopo averla raggiunta, ecco apparire il bivacco e, in piano lasciando a sinistra una fontana e una pozza recintata, lo raggiungiamo.
Tempo impiegato: ore 1.30 - Dislivello m. 521
Data escursione: maggio 2012
Escursioni partendo dal Bivacco:
- al Pizzo Torrenzuolo (m. 2380)
- ai Laghi di Purscìil in ore 3.30 (Alta Via Val Tartano)
- al Bivacco Zamboni - Rifugio Balicco in ore 8 (AV)
- alla Val Vicìma - incr. sent. 127 in ore 1.15 (AV)
- a Campo in ore 5.15 (AV)
- a Barghetto in ore 1 (126)
- a Dossala in ore 1.45 (126)
- alla strada provinciale 11 in ore 2 (126)
- alla località Fraccia in ore 1 (126)
- a Tartano in ore 1.30 (126)
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