Rifugio Monte Tesoro

Il Monte Tesoro è situato lungo la dorsale che degrada a meridione del Monte Resegone e divide la Valle San Martino dalla Valle Imagna e quindi le province di Lecco e di Bergamo.
Dalla sua cima la vista spazia a 360 gradi sulle Prealpi Lecchesi e Orobiche ma anche sulle lontane Retiche e sui laghi di Olginate, Garlate, Annone e Pusiano.
Sulla vetta nel 1985 sono stati eretti una croce metallica alta 15 metri ed un sacrario a ricordo dei soldati italiani caduti in guerra.
Nel piano sottostante il sacrario è stato ricavato un rifugio-ristoro.

Primo itinerario: da Boccio Alto (mulattiera)
Lasciamo la statale 36 al km. 49.5 (ponte sull'Adda a Lecco) per prendere l'uscita Bione e subito dopo giriamo a destra seguendo le indicazioni per Bergamo.
Seguiamo la sponda dell'Adda e il Lago di Garlate e poi presso una rotonda ci immettiamo sulla statale 639 andando a destra in direzione Bergamo.
Attraversiamo Vercurago e arriviamo a Calolziocorte dove, al secondo semaforo imbocchiamo sulla sinistra la provinciale 180 in direzione di Erve e Carenno.
A Rossino, ad un bivio lasciamo a sinistra la deviazione per Erve e, continuando diritto, arriviamo a Carenno.
All'inizio del paese troviamo un semaforo e andiamo a destra evitando così di passare per le strette vie del centro.
Successivamente, al bivio tra Carenno a sinistra e Sopracorniola a destra, andiamo a sinistra.
Percorrendo Via Verdi, poco prima del campo sportivo, troviamo sulla destra la strada per Boccio e Colle di Sogno. Prendiamo questa strada e la seguiamo fin quando diventa sterrata (m. 885).
In questo punto lo spazio per parcheggiare è limitato a poche vetture. Sulla destra in alto c'è la trattoria Boccio Alto. Tra i monti visibili, il Monte Tesoro è quello alle nostre spalle.

Possiamo proseguire a piedi sia con la strada, chiusa al traffico motorizzato, (vedi il secondo itinerario) che con la mulattiera, segnata con bolli gialli, che sale a destra. Un piccolo segnavia in legno indica con la mulattiera: 817, Forcella Alta a ore 0.40, Monte Tesoro a ore 1.05, Pertus.

Prendiamo la mulattiera il cui tratto iniziale ha il fondo in cemento. Alla destra c'è un muretto sovrastato da una rete metallica mentre a sinistra la vista spazia sulla vallata e sui sottostanti laghetti di Garlate e Olginate.
Giunti davanti ad un orticello, giriamo a destra con un tornante.
Poco dopo raggiungiamo la trattoria Boccio Alto situata alla sinistra della mulattiera (m. 900). Ignoriamo un sentiero che si stacca sulla destra.
La pendenza aumenta.

Lasciata a destra una costruzione in cemento, incrociamo per la prima volta la strada (m. 910).
Percorriamo pochi passi verso destra con la strada. Alla destra troviamo nell'ordine: un cartellone a cura della Comunità Montana San Martino che illustra le caratteristiche geologiche della zona, un segnale stradale di divieto di transito alle persone non autorizzate e una staccionata. Alla sinistra c'è una casa.

Poco dopo ritroviamo la mulattiera che si stacca alla sinistra. Un piccolo segnavia in legno indica la Forcella Alta e il Monte Tesoro. Prendiamo la mulattiera che sale nel bosco.
Passiamo sotto ai cavi del telefono. Di tanto in tanto troviamo dei gradini realizzati riciclando delle vecchie traversine ferroviarie.
Vediamo un vecchio cartello che indica la Forcella; il cartello è rotto a metà e pertanto la parola è troncata (m. 955).

Più avanti ci immettiamo per la seconda volta sulla strada e la seguiamo verso destra in piano per un centinaio di metri (m. 965).
Poi ritroviamo la mulattiera che sale a sinistra nel bosco.
Passiamo sotto a dei cavi telefonici.
Presso un tornante sinistrorso, ignoriamo un sentiero che continua verso destra (m. 990).

Più avanti incrociamo la strada; questa volta dobbiamo solo attraversarla e proseguire (m. 1000).
Riprendiamo a salire nel bosco e arriviamo ad un bivio (m. 1015). Ignoriamo il sentiero pianeggiante a sinistra e continuiamo in salita verso destra.
Poco dopo, in leggera salita, raggiungiamo un altro bivio. Un segnavia indica a sinistra il sentiero 817 per la Forcella Alta. Trascuriamo pertanto il sentiero pianeggiante a destra e andiamo a sinistra, come segnalato anche da un bollo giallo.
Superata una curva a destra, riprendiamo a salire.
Dopo una curva a sinistra (m. 1040) passiamo sotto ai cavi del telefono.
Alla successiva curva a destra, ignoriamo un sentiero pianeggiante che si stacca a sinistra.

Ad un bivio (m. 1070) andiamo a sinistra con la mulattiera mentre diritto un corto sentiero si collega con la strada (vedi il secondo ed il sesto itinerario).
Più avanti percorriamo una curva a destra trascurando un sentiero che prosegue diritto.
Poco dopo passiamo nuovamente sotto ai cavi telefonici.
In rapida successioni superiamo due tornanti, il primo verso sinistra e il secondo verso destra (m. 1100).
Incrociamo un sentiero e proseguiamo diritto mentre a destra un altro sentiero riconduce sulla strada, nei pressi di una stalla.
La pendenza diminuisce. Lasciamo a destra un altro sentiero che scende alla stalla e passiamo ancora una volta sotto ai cavi del telefono. Alla sinistra c'è un prato.

Raggiungiamo la bianca chiesetta dedicata a Maria Auxilium Christianorum (m. 1140). La troviamo chiusa ma l'ampio portico sulla facciata può essere un buon riparo in caso di un acquazzone improvviso.
Passiamo davanti alla chiesa, ignorando un sentiero che scende alla destra verso la strada, e proseguiamo con la mulattiera.
Alla sinistra ci sono un muretto a secco e dei prati; alla destra una fila di faggi. Alla destra, un po' lontano, c'è una vecchia cascina; a sinistra in alto vediamo un appostamento per la caccia.
La pendenza aumenta un poco.
Passiamo tra due file di alberelli. Una freccia rossa indica la direzione dalla quale proveniamo.
Camminiamo tra i prati, a mezza costa, quasi in piano.
Poi riprendiamo a salire e raggiungiamo un lavatoio con tre vasche sotto ad una tettoia (m. 1175).

Ora il fondo è selciato. Accompagnati da un corrimano a lato della mulattiera, raggiungiamo la strada, proprio di fronte alle poche case della Forcella Bassa (m. 1185).
Andiamo a sinistra, in piano, lungo la strada.
Raggiunta l'ultima casa, seguendo una freccia rossa dipinta sul muro, prendiamo un sentiero che sale a destra.
Il primo tratto ha il fondo in cemento. Proseguiamo poi con un ripido sentiero tra i prati. In alto vediamo una casa gialla.
Attraversiamo la strada (m. 1215) e continuiamo diritto nei prati in modo abbastanza ripido seguendo dei cavi telefonici.
Lasciamo a destra una vecchia costruzione (m. 1235).
Attraversiamo una strada inerbita (m. 1245) e continuiamo diritto nei prati seguendo tracce di sentiero.
La pendenza aumenta (m. 1280). Passiamo accanto ad alcuni alberi di faggio, agrifoglio e sorbo.

Arriviamo in cima e ci immettiamo su una strada sterrata (m. 1301). Di fronte, recintati da una staccionata, ci sono il Laghetto del Pertus e la Cappelletta degli Alpini "G. Costa".
Un cartello indica a sinistra Via Monte Ocone. Alla sinistra vediamo il Resegone tra le cui cime riusciamo a distinguere il Rifugio Azzoni. Andiamo a destra seguendo la strada.
Raggiunta una bacheca, saliamo a destra con una stradina in cemento evitando un tornante della strada che ora è asfaltata.
Siamo alla Forcella Alta (m. 1313). Qui ci sono alcune case. Alla destra c'è il Bar Tesoro.
Alcuni segnavia indicano a destra: Monte Tesoro - sacrario a ore 0.30, Cà di Magnà a ore 0.50, Valcava (fine DOL) a ore 1.15, Monte Linzone a ore 1.20; a sinistra: Il Convento - Pertüs a ore 0.45, La Passata - miniera a ore 1.45, Rifugio Monzesi a ore 2.15, Monte Resegone a ore 4.20, Sentiero della Valle n. 801. Viene inoltre indicato, in entrambe le direzioni, il Sentiero del 70° U.O.E.I. Lecco-Monza.
Continuiamo lungo l'asfalto verso destra in leggera discesa.

Superata una casa con un grande portico a 14 archi, troviamo una sterrata sulla sinistra, Via Monte Tesoro (m. 1305). Un cartello segnala: Al Sacrario.
Prendiamo questa sterrata. In leggera salita superiamo alcune case e continuiamo, quasi in piano, tra gli alberi.
Alla sinistra ci sono una staccionata e un baitello in legno.
Raggiungiamo uno slargo e una panchina. Alcuni segnavia indicano davanti: Monte Tesoro - sacrario a ore 0.20, Cà di Magnà a ore 0.40, Valcava (fine DOL) a ore 1.10; dietro: Forcella Alta a ore 0.10, Passo del Pertüs a ore 1, La Passata a ore 2.

In leggera salita, passando tra due case, arriviamo ad un bivio dove, ignorata la stradina a sinistra, continuiamo diritto con un sentiero segnalato da un bollo rosso.
Saliamo in un prato. Troviamo un baitello di pietra a destra e poi una casa a sinistra. Qui c'è un altro bivio. Vediamo i segnavia a bandierina di colore rosso-bianco-rosso DOL e azzurro-bianco-azzurro 70°. Ci sono anche dei bolli bianco-rossi. Andiamo a destra tra gli alberi.
Poco dopo su di una roccia vediamo il segnavia 571.
Proseguiamo in leggera salita e vediamo una freccia che indica il sacrario.

Ad un bivio, i segnavia indicano a sinistra: Monte Tesoro a ore 0.10, Cà di Magnà a ore 0.25, Valcava a ore 1.
Saliamo ripidamente in un largo corridoio tra gli alberi.
Lasciata a sinistra una panchina di ferro, la pendenza diminuisce un poco (m. 1370).
Raggiungiamo un vecchio skilift in disuso e una seconda panchina (m. 1390) poi saliamo ripidamente.
Alla destra ci sono delle protezioni in legno che fungono anche da corrimano. Una freccia indica il Monte Tesoro nella nostra direzione di marcia.
Passiamo accanto ad una terza panchina (m. 1415).
Percorriamo una curva panoramica verso sinistra.
Poco dopo raggiungiamo l'Altare ai Caduti e il Sacrario nel piano inferiore del quale è situato il rifugio.

Tempo impiegato: ore 1.30 - Dislivello: m. 546
Data escursione: dicembre 2009
 
Secondo itinerario: da Boccio Alto (strada)
Come descritto all'inizio del primo itinerario, arriviamo fino al punto in cui la strada diventa sterrata e parcheggiamo la macchina (m. 885). Da questo punto infatti la circolazione è vietata agli automezzi.
Un piccolo segnavia in legno indica a destra con la mulattiera: 817, Forcella Alta a ore 0.40, Monte Tesoro a ore 1.05, Pertus.
La ignoriamo e ci avviamo lungo la strada. In basso a sinistra vediamo Carenno e i sottostanti laghetti di Garlate e Olginate.
Dopo un primo tratto quasi in piano continuiamo in leggera salita.
Più avanti, a sinistra, troviamo un gruppo di alberi.
Con il fondo in cemento percorriamo un tornante destrorso ignorando un sentiero che prosegue diritto.
Subito dopo la strada torna sterrata. Ora alla destra ci sono dei paletti di ferro che reggono due cavi.

Percorriamo una curva a sinistra (m. 910); alla destra troviamo nell'ordine: il ristorante Boccio Alto, la mulattiera che incrocia la strada per la prima volta, un cartellone posto a cura della Comunità Montana San Martino che illustra le caratteristiche geologiche della zona, un segnale stradale di divieto di transito alle persone non autorizzate ed una staccionata. Alla sinistra c'è una casa.
La mulattiera subito si stacca e riprende a salire alla sinistra. Proseguiamo diritto, in leggera salita tra gli alberi. La strada dopo un tratto con il fondo in cemento ritorna sterrata.
Troviamo una canalina per lo scolo dell'acqua di traverso alla strada (m. 925). Altre ne troveremo più avanti.
Poco dopo passiamo sotto i cavi dell'alta tensione.
Dopo una curva a destra percorriamo un tratto con maggiore pendenza, poi continuiamo in leggera salita.
Riprendiamo a salire con il fondo in cemento. Percorriamo un tornante sinistrorso all'esterno del quale vediamo un appostamento per la caccia (m. 940).
La strada ritorna sterrata. Alla sinistra troviamo un rudimentale tavolo attaccato ad un albero. Passiamo sotto a dei cavi telefonici.

Proseguiamo quasi in piano e ritroviamo la mulattiera che sale a destra. Il solito piccolo segnavia di legno indica con la mulattiera la Forcella Alta e il Monte Tesoro.
Un centinaio di metri più avanti passiamo sotto i cavi dell'alta tensione mentre la mulattiera sale dalla sinistra (m. 965).
Continuiamo in leggera salita.
Dopo un tornante destrorso, percorriamo un tratto in salita con il fondo in cemento (m. 970).
Poco dopo troviamo sulla destra una santella contenente un quadretto raffigurante una madonna con bambino.
La strada torna ad essere sterrata.

In leggera salita e con delle protezioni a sinistra arriviamo ad un bivio dove, con il fondo in cemento, percorriamo un tornante destrorso (m. 985).
Subito dopo la strada torna sterrata e procede quasi in piano.
Poco dopo percorriamo una curva a sinistra e passiamo sotto i cavi dell'alta tensione.
Continuiamo con poca pendenza e transitiamo due volte sotto a dei cavi telefonici.

Torniamo a salire. Prima di una curva a sinistra con il fondo in cemento, incrociamo nuovamente la mulattiera (m. 1000).
Dopo la curva la strada torna sterrata. Ora camminiamo quasi in piano tra i prati. A destra, un po' più in basso, c'è una stalla. In alto, davanti, vediamo la croce in cima al Monte Tesoro.
Dopo un tratto con pochissima pendenza tra gli alberi, torniamo a salire.
Poi continuiamo quasi in piano. In alto a sinistra vediamo un appostamento per la caccia (m. 1035).

Percorriamo un tornante sinistrorso ignorando la stradina che continua diritto verso Cà D'assa e Colle di Sogno (vedi il sesto itinerario).
Torniamo a salire con il fondo in cemento e con una staccionata alla sinistra.
Dopo una curva a destra la pendenza diminuisce e la strada torna ad essere sterrata.
Passiamo alla destra del casotto per la caccia che avevamo visto precedentemente.
Riprendiamo a salire (m. 1055). Percorriamo due semicurve sinistra-destra ed un tratto con il fondo in cemento.

In leggera salita su fondo sterrato e con delle protezioni a sinistra, arriviamo ad un tornante destrorso. Alla sinistra, a pochi metri di distanza, scorre la mulattiera descritta nel primo itinerario (m. 1070).
Dopo un tratto quasi in piano ed un tornante a sinistra, continuiamo tra prati e alberelli.
Superato un tornante destrorso, troviamo una stalla alla sinistra (m. 1100).
In salita arriviamo ad una curva a sinistra dove passiamo a valle di una bianca chiesetta (Auxilium Christianorum) e di un altro appostamento per la caccia.
Camminiamo dapprima in piano e poi in leggera salita.
In salita percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1150).

Poi, con minore pendenza, raggiungiamo una stanga di colore bianco che troviamo abbassata. Un segnale stradale indica il divieto di accesso a coloro che dovessero arrivare in auto dalla direzione opposta (m. 1180).
Subito dopo sulla destra c'è un altro appostamento per la caccia.
Continuiamo in piano. Alla destra troviamo un tavolo in legno, una panchina e un cartellone che parla della Val San Martino.
La strada ora è divisa in due da una sequenza di tronchi che realizzano nella parte sinistra una sorta di marciapiede riservato ai pedoni. Alla sinistra c'è una staccionata con corrimano.

Poco dopo, alla destra, troviamo un gruppo di vecchie case. Siamo alla Forcella Bassa (m. 1185).
Dalla sinistra sale la mulattiera che si immette sulla strada e poi, diventata sentiero, prosegue sulla destra dopo l'ultima casa.
Continuiamo in piano lungo la strada che, poco più avanti, si divide in due. Andiamo a destra in leggera salita. In basso a sinistra vediamo il tetto della chiesetta.

Dopo un ampio tornante destrorso (m. 1200), continuiamo con pochissima pendenza e incrociamo il sentiero che arriva da destra (m. 1215).
Passiamo per due volte sotto i cavi del telefono e continuiamo in leggera salita. Il Monte Tesoro ora è di fronte a noi.
Sulla destra troviamo una casa e successivamente un rudere ed un baitello.
Ignoriamo una stradina inerbita che si stacca a sinistra.
Attraversiamo un gruppo di faggi.

Ad un un bivio andiamo a sinistra. Ora la strada è asfaltata (m. 1260).
Ignoriamo una stradina che scende a sinistra verso alcune case.
Sempre seguendo l'asfalto, poco prima di una casa con un grande portico a 14 archi, giriamo a destra in Via Monte Tesoro (m. 1305).
A questo punto continuiamo come precedentemente descritto nell'ultima parte del primo itinerario fino alla vetta del monte e al rifugio.

Tempo impiegato: ore 2 - Dislivello: m. 546
Data escursione: dicembre 2009
 
Terzo itinerario: in auto fino alla Forcella Alta
La Forcella Alta (m. 1313) è raggiungibile anche in auto, sia dal versante lecchese (SP 179) che da quello orobico (SP 22).

a) Lasciamo la statale 36 al km. 49.5 (ponte sull'Adda a Lecco) per prendere l'uscita Bione e subito dopo giriamo a destra seguendo le indicazioni per Bergamo.
Seguiamo la sponda dell'Adda e il Lago di Garlate e poi presso una rotonda ci immettiamo sulla statale 639 andando a destra in direzione Bergamo.
Attraversiamo Vercurago e arriviamo a Calolziocorte dove, al secondo semaforo lasciamo a sinistra la provinciale 180 per Erve e Carenno (vedi il primo itinerario) e continuiamo diritto.
Superiamo un altro semaforo e una rotonda (siamo in Corso Europa).
Ora dobbiamo girare a sinistra in Via Bonacina seguendo la segnaletica che indica tra l'altro Carenno, Torre de Busi e Valcava ma non possiamo farlo in questo punto a causa della striscia continua tra le due corsie di marcia. Pertanto proseguiamo per un centinaio di metri fino ad un'altra rotonda presso la quale giriamo, torniamo indietro sull'altra corsia e poi prendiamo alla destra in Via Bonacina.
In fondo alla via giriamo a sinistra e poi a destra in Via Mandamentale Nuova che più avanti diventa la provinciale 177.
Superata San Gottardo (fraz. di Torre de Busi), giriamo a sinistra in Via Mazzini (provinciale 179 al km. 23).
Successivamente arriviamo a Torre de Busi. Al bivio davanti alla torre andiamo a sinistra (km. 24.5)
Usciti dall'abitato continuiamo con alcuni tornanti.
Al km. 26.8 lasciamo a sinistra la deviazione per Sogno e Colle di Sogno. Quest'ultima località (m. 954) è uno splendido paesino percorribile solo a piedi con strette stradine ad angolo retto per rompere il vento.
Continuiamo con la SP 179 e superiamo San Marco (fraz. di Torre de Busi).
In località Cà di Magnà (m. 1249) presso un tornante destrorso (km. 33.3), troviamo un sentiero (vedi il quinto itinerario) che sale a sinistra e va ad intercettare il percorso che proviene dal Passo di Valcava (vedi il quarto itinerario).
Continuiamo con la provinciale, raggiungiamo la frazione di Valcava e successivamente l'omonimo passo che mette in comunicazione le province di Lecco e Bergamo (m. 1340).
Proseguiamo poi in discesa verso la Valle Imagna con la stessa provinciale che ora è diventata la SP 22 fino a trovare sulla sinistra la strada che sale alla Forcella (cartello: Pertüs, Bar Tesoro).

b) Dalla Valle Imagna con la SP 14 percorriamo tutto il fondovalle. Dopo San Omobono la strada diventa SP 21 e dopo Valsecca SP 22.
Troviamo poi un bivio e andiamo a destra seguendo la segnaletica che indica: Valcava, Pertüs, Lecco.
Successivamente, troviamo sulla destra la strada che sale alla Forcella Alta (cartello: Pertüs, Bar Tesoro). Lasciamo pertanto la provinciale che continua verso il Passo di Valcava e prendiamo questa deviazione.

Arrivati alla Forcella Alta, non rimane che parcheggiare la macchina e continuare a piedi come descritto nell'ultima parte del primo itinerario.

Tempo impiegato: ore 0.20 - Dislivello: m. 118
Data escursione: dicembre 2009
 
Quarto itinerario: dal Passo di Valcava
Il Passo di Valcava (m. 1340) è raggiungibile in auto sia dal versante lecchese che da quello orobico come descritto nella prima parte del terzo itinerario.
Al passo troviamo il sentiero 571-DOL. I segnavia indicano: Monte Tesoro a ore 0.50, Passo del Pertüs a ore 2.10, La Passata-Miniera a ore 3.

Lasciata la macchina, ci incamminiamo. Dopo due passi in salita, procediamo con pochissima pendenza tra prati e alberelli.
Passiamo alla destra di una cabina elettrica recintata da una rete metallica e continuiamo in salita.
Poco prima di arrivare ad un cancello chiuso che sbarra il percorso, prendiamo un sentiero sulla destra contrassegnato dal segnavia 571 a bandierina e da bolli gialli.
Più avanti vediamo anche una freccia rossa che indica la nostra direzione di marcia.
Continuiamo quasi in piano con un sentiero tra i faggi, oltre il quale sulla sinistra c'è un prato.
Appeso ad un albero alla destra vediamo un tondino metallico, probabilmente usato come bersaglio.
Lasciata a sinistra la Capanna Luigi De Ponti (m. 1355), iniziamo a salire tra l'erba con alcune serpentine abbastanza ripide.
Poi con minore pendenza arriviamo in cima. Un cartello informa che siamo sul Pizzo (m. 1400).

Iniziamo ora a scendere l'opposto versante con prati a sinistra e alberelli a destra.
Percorriamo poi un tratto pianeggiante e torniamo a scendere.
Poi, dopo pochi passi quasi in piano, ancora in discesa entriamo nel bosco.
Superato un altro tratto quasi in piano, il sentiero si divide. Possiamo passare tra due rocce alla destra oppure aggirarle sulla sinistra.
Ci abbassiamo ancora un poco poi, quasi in piano, raggiungiamo quanto resta di una piccola costruzione di cemento sotto e legno sopra (m. 1335).
Torniamo a scendere e raggiungiamo un cassottello in lamiera diroccato.
La discesa ormai è terminata (m. 1310). In basso a sinistra, oltre i prati, vediamo la provinciale 179 e alcune case in località Cà de Magnà.

Alla sinistra del sentiero c'è una recinzione dapprima con del filo spinato e poi metallico.
Più avanti troviamo sulla destra un basso muretto a secco. Da sinistra sale il sentiero che proviene da Cà di Magnà descritto nel quinto itinerario.
In leggera salita ci portiamo sul crinale dove troviamo due roccoli e un appostamento per la caccia (m. 1330).
Proseguiamo in piano sul crinale poi riprendiamo a salire e subito troviamo un bivio. Trascurato il sentiero a sinistra, seguendo un bollo rosso prendiamo quello più ripido che continua diritto.
Al bivio successivo andiamo a destra seguendo una freccia e la scritta Monte Tesoro.
Più avanti il sentiero si divide nuovamente e, seguendo i bolli, anche questa volta andiamo a destra tra erba e roccette.
Poi la pendenza diminuisce un poco. Seguiamo la cresta con prati a sinistra e alberelli a destra.
Percorriamo un tratto quasi in piano con il sentiero che passa tra alcune roccette (m. 1395).
Torniamo poi a salire ripidamente e raggiungiamo l'asta porta bandiera (m. 1425).
Il sentiero si divide; possiamo passare a sinistra tra alcune roccette o proseguire diritto aggirandole sulla destra per poi salire a sinistra.
Ancora pochi passi e raggiungiamo la piazzola per l'atterraggio dell'elicottero, che precede il cippo dedicato alla memoria di Ettore Boschi.
Pochi passi più avanti troviamo la croce, il sacrario e il rifugio.

Tempo impiegato: ore 0.50 - Dislivello: m. 181 -90
Data escursione: dicembre 2009
 
Quinto itinerario: da Cà di Magnà (Valcava)
La località Cà di Magnà (m. 1249) è situata, sul versante lecchese, poco prima del passo di Valcava ed è raggiungibile in auto come precedentemente descritto all'inizio del terzo itinerario.

Lasciamo la macchina ai bordi della strada nei pressi di alcuni segnavia che indicano: Monte Tesoro a ore 0.30, Passo del Pertüs a ore 1.50, La Passata-Miniera a ore 2.50.
Ci incamminiamo lungo una mulattiera a gradini che si dirige verso le case dell'abitato e poi lo attraversa.
In seguito sbuchiamo su una stradina e andiamo a sinistra in leggera salita. Alla sinistra c'è un staccionata in legno e a destra due edifici e un palo con varie antenne.
Raggiungiamo poi un gruppo di alberi. Sulla destra, chiusa da una stanga, una stradina sale verso una grande cascina.
Continuiamo diritto. Alla sinistra troviamo un'altra casa.
Percorriamo pochi passi in piano, ignorando un'altra stradina che sale a destra.
Poco più avanti troviamo un cartello che indica a destra il sentiero per il Sacrario (m. 1275).

Prendiamo questo sentiero che sale tenendosi alla sinistra della recinzione della cascina.
Superato l'edificio, continuiamo con maggiore pendenza fino ad immetterci sul sentiero 571-DOL che proviene dal Passo di Valcava.
Pieghiamo a sinistra verso i due roccoli (m. 1330) e continuiamo come precedentemente descritto nel quarto itinerario.

Tempo impiegato: ore 0.30 - Dislivello: m. 182
Data escursione: gennaio 2010
 
Sesto itinerario: da Carenno
Come descritto all'inizio del primo itinerario arriviamo a Carenno.
Poco prima del Campo Sportivo di Via Verdi, giriamo a destra per imboccare la strada per Boccio.
E' opportuno lasciare subito la macchina nel grande parcheggio alla sinistra (m. 630) anche se la mulattiera che dovremo percorrere inizia solo 700 metri più avanti.
All'interno del parcheggio troviamo un cartellone intitolato: "I castagneti dell'Insubria".

Ci incamminiamo quasi in piano lungo la strada asfaltata in direzione del Monte Tesoro. Inizialmente alla sinistra c'è il marciapiede. Passiamo accanto ad un altro pannello con un cartellone che parla delle "Cave di sabbia Volpe".
Proseguiamo poi in leggera salita tra prati, recinzioni e cascine sparse.
Alla destra troviamo una panchina di ferro ed una di pietra. Per un tratto ai lati della strada ci sono dei pali di legno che reggono tre cavi.
Incrociamo una sterrata ed un ruscello che passa sotto alla strada asfaltata. La pendenza aumenta un poco (m. 650).
Passiamo accanto ad un'altra panchina (m. 660).
Dopo una semicurva verso destra ignoriamo una sterrata che si stacca alla sinistra. Ora alla destra c'è il guard-rail.

Un segnale stradale informa che siamo in Via Boccio. In questo punto alla destra parte la mulattiera per Colle di Sogno indicata da un cartello (m. 685).
Andiamo a destra in salita nel bosco camminando sulle pietre della mulattiera. Di tanto in tanto troveremo un piccolo rialzo, di traverso al percorso, per favorire il deflusso dell'acqua.
Ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra.
Poco dopo alla destra troviamo un muretto a secco coperto dal muschio (m. 700).

Ci affianchiamo ad un torrente che scorre alla sinistra.
Ora la mulattiera è parzialmente coperta dal cemento.
Alla sinistra troviamo una casa isolata (m. 740).
Proseguiamo con poca pendenza. La mulattiera diventa una stradina con il fondo in cemento. Alla sinistra, oltre il torrente, vediamo un rudere al quale si può accedere con un ponticello di legno coperto di muschio (m. 755).

Il torrente, passando sotto alla stradina, la attraversa da sinistra a destra. Invece i pali di legno che reggono un cavo, che finora ci hanno accompagnato alla destra, continuano alla sinistra della stradina. Alla sinistra troviamo una rudimentale panca in cemento. Riprendiamo a salire (m. 760).
Al primo tornante sinistrorso i pali proseguono diritto (m. 780).
Alla sinistra troviamo un sentiero che si immette sulla stradina passando nei pressi di un malconcio baitello.
Poco dopo percorriamo un tornante destrorso (m. 790).
Dal cemento della stradina affiorano alcune pietre della sottostante mulattiera. Un cartello vieta ai passanti di raccogliere le castagne.

Superiamo due tornanti ravvicinati sinistra-destra (m. 820).
Passiamo sotto ad un cavo. In alto a sinistra vediamo una vecchia casa che, poco dopo, aggiriamo con una curva a sinistra.
Percorriamo due tornanti ravvicinati sinistra-destra.

Alla sinistra troviamo una cappella al cui interno sono stati dipinti cinque santi. C'è anche un altare sul quale vediamo un quadro che raffigura una madonna con bambino. Il tutto chiuso da una grata. Ai lati della cappella ci sono due sedili di pietra (m. 830).
Percorriamo un tratto con maggiore pendenza. Alla sinistra c'è un muretto a secco. Su di un palo vediamo un segmento rosso.
Lasciata a sinistra una panchina, proseguiamo in leggera salita (m. 845).

La stradina gira a sinistra. Diritto prosegue un breve tratto della vecchia mulattiera che si perde nel nulla. Alla destra c'è una vecchia cascina. Seguiamo la stradina in cemento (m. 860).
Poco dopo percorriamo un tornante destrorso.
Torniamo a salire. Alla destra vediamo dall'alto il retro della cascina (m. 885).
La pendenza diventa abbastanza ripida. Per un tratto alla sinistra c'è un muretto a secco coperto dal muschio.

Dopo una curva a sinistra, davanti cominciamo a vedere Colle di Sogno (m. 900).
Poi la pendenza diminuisce un poco. Raggiungiamo le prime case e giriamo a sinistra (m. 950).
La stradina si divide in due parti e alla sinistra ci sono dei gradini e un corrimano.
Poco dopo ci immettiamo sulla via principale del piccolo borgo, proprio di fronte ad un cartello sul quale leggiamo: "Comune di Carenno, Frazione Colle di Sogno, Alt. 954".
 
Colle di Sogno è raggiungibile anche in auto come descritto nel terzo itinerario.

Lasciamo a destra la Locanda Colle di Sogno e andiamo a sinistra in lievissima discesa.
Dopo alcuni passi arriviamo ad una biforcazione con una santella al centro nella quale vediamo un affresco raffigurante una madonna con bambino e due santi.
Teniamo la sinistra e proseguiamo tra le case dapprima quasi in piano e poi in leggera salita. Il fondo è in cemento. Davanti vediamo il Monte Tesoro.
Lasciamo a destra una grande casa mentre alla sinistra scende un alberato pendio.
Troviamo poi alla sinistra degli spazi recintati.
Alla destra ci sono dapprima un muretto a secco e poi un muro in alto al quale vediamo una casa.
Passiamo accanto ad una santella contenente un quadretto che raffigura una madonna con bambino (m. 960).

Ora alla sinistra c'è il bosco mentre alla destra ci sono altre case, le ultime della quali sono diroccate.
Torniamo a salire. Per alcuni metri alla sinistra ci sono delle protezioni di ferro verde.
Il percorso si biforca. Proseguiamo verso sinistra con un sentiero in leggera salita, ignorando l'altro che passa accanto a due vasche in cemento e continua in salita (m. 975).
Entriamo nel bosco. Percorriamo due curve sinistra-destra a poca distanza l'una dall'altra.
Proseguiamo in leggera discesa tra faggi e betulle.
Superiamo un rivolo che attraversa il sentiero.

Dopo alcuni metri, ad una biforcazione, teniamo la destra e riprendiamo a salire. Un cartello su di un albero indica Cà D'Assa con il sentiero 823.
Poco più avanti iniziamo a salire una serie di 36 gradini in cemento situati a circa un metro di distanza l'uno dall'altro.
Poi giriamo a destra e proseguiamo quasi in piano (m. 1000).
Dopo un tratto in leggera salita la pendenza aumenta un poco.
Saliamo 11 gradini di legno.
Continuiamo con poca pendenza. Alla sinistra vediamo Colle di Sogno.

Giriamo a destra. Poco dopo alla destra troviamo una cappella nella quale, dietro ad una grata, vediamo un affresco parzialmente cancellato dal tempo (m. 1025).
Per un tratto il sentiero è incassato nel terreno circostante.
Proseguiamo quasi in piano. Vediamo un bollo giallo su di una pietra e poi altri bolli sui tronchi dei faggi.
Percorriamo un tratto in leggera discesa e continuiamo in leggera salita.
Ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra e scorre in parallelo poco più in basso.

Arriviamo al termine del bosco. Davanti vediamo le vecchie case del piccolo nucleo di Cà D'Assa (m. 1035).
Camminiamo quasi in piano circondati da prati e alberelli.
Poi riprendiamo a salire, attraversando un prato, tra due recinzioni con paletti di legno. Alcuni tronchetti fanno da gradino. In alto a destra tra gli alberi vediamo un'altra casa isolata.
Dopo una curva a sinistra arriviamo a Cà D'Assa (m. 1050). Sul primo edificio, una freccia rossa e una scritta invitano ad andare a destra evitando così di passare davanti all'unica casa tuttora abitata. Le altre costruzioni invece sono dei ruderi.
Superato il piccolo abitato, giriamo a destra, torniamo nel bosco e proseguiamo in discesa.
Quasi in piano, presso un'ansa della montagna, pieghiamo a sinistra e guadiamo un torrente (m. 1040).

Poco dopo ci immettiamo su di una strada che in questo punto compie un tornante sinistrorso. Si tratta della strada, parte sterrata e parte in cemento, che proviene da Boccio Alto (vedi il secondo itinerario).
La seguiamo verso destra in salita fino al primo tornante destrorso (m. 1070) dove alla sinistra incontriamo anche la mulattiera che sale da Boccio Alto (vedi il primo itinerario).
A questo punto possiamo scegliere se proseguire con la mulattiera o con la strada, entrambe già descritte nei primi due itinerari.

Da Carenno: Tempo impiegato ore 2 - Dislivello m. 821 -20
Da Colle di Sogno: Tempo impiegato ore 1.20 - Dislivello m. 497 -20
Data escursione: marzo 2015
 
Settimo itinerario: da Carenno (Chiesa dei Morti) per il Passo Portulena
Lasciamo la statale 36 al km. 49.5 (ponte sull'Adda a Lecco) per prendere l'uscita Bione e subito dopo giriamo a destra seguendo le indicazioni per Bergamo.
Seguiamo la sponda dell'Adda e il Lago di Garlate e poi presso una rotonda ci immettiamo sulla statale 639 andando a destra in direzione Bergamo.
Attraversiamo Vercurago e arriviamo a Calolziocorte dove, al secondo semaforo imbocchiamo sulla sinistra la provinciale 180 in direzione di Erve e Carenno.
A Rossino, ad un bivio lasciamo a sinistra la deviazione per Erve e, continuando diritto, arriviamo a Carenno.
All'inizio del paese troviamo un semaforo e andiamo a sinistra in Via Roma mentre a destra viene indicata Sopracorniola.
Superiamo una strettoia a senso unico alternato regolata da un semaforo. La strada diventa Via Cavallari.
Con un tornante sinistrorso ci immettiamo in Piazza Carale, la attraversiamo e proseguiamo verso destra con Via Pertus.
Seguiamo Via Pertus fino a raggiungere l'ampio parcheggio sterrato che precede la scalinata che sale all'Oratorio di S. Domenico tradizionalmente conosciuto come Chiesa dei Morti (m. 660).

All'inizio del parcheggio alcuni segnavia indicano verso destra, continuando con Via Pertus che diventa sterrata: percorso 817, Boccio Basso a ore 0.16, Forcella Alta a ore 1.03, Monte Tesoro a ore 1.28, Pertus.
In fondo al parcheggio ci sono, alla sinistra: una bacheca, due tavoli con relative panche e due panchine; alla destra: una fontana e il pannello con il cartellone n. 08 che parla dell'"Oratorio di San Domenico". Ai lati della scalinata i segnavia indicano, a sinistra con il percorso 802: Rifugio Alpinisti Monzesi; a destra con il percorso 815: Pertus.
Prendiamo l'802 e passiamo accanto ad un pannello con il cartellone n. 07 che parla della "Valle dei Morti".
Dopo pochi passi, alla destra troviamo un tavolo con relative panche. La stradina si biforca. Un bollo bianco-rosso e un cartello segnalano verso sinistra la Baita Genepì a 20 minuti. Andiamo a sinistra quasi in piano su sterrato mentre l'altra stradina alla destra prosegue in leggera salita con il fondo in cemento e si dirige verso un cancello. Alla sinistra scorre un ruscello.
Percorriamo una semicurva verso sinistra.

Poco dopo, alla destra, troviamo una santella contenente un dipinto raffigurante una Madonna con Bambino tra due santi.
Continuiamo con poca pendenza.
Alla sinistra c'è una recinzione. Ignoriamo un sentiero che si stacca alla destra. Una stanga chiude l'accesso ad un prato (m. 665).
La sterrata ora è incassata tra due muretti; quello alla sinistra è sormontato da una rete.
Alla destra c'è una casa.
Continuiamo quasi in piano con una rete metallica da entrambi i lati. Alla sinistra c'è una casa.

Terminata la rete alla sinistra, ignoriamo un sentiero che retrocede con un tornante sinistrorso passando su di un ponticello senza sponde. Proseguiamo diritto in leggera salita (m. 675).
Percorriamo una curva verso destra. Alla sinistra scorre il ruscello, alla destra c'è una casa, da entrambi i lati ci sono degli alberi.
Superiamo alcune semicurve.
Alla destra ci accompagna un basso muretto di pietre.

Alla sinistra, oltre il ruscello vediamo una cascina (m. 685).
Lasciamo a destra una vecchia stalla sulla quale vediamo un bollo quadrato giallo ed uno rettangolare rosso.

Dopo un tratto con il fondo in cemento torniamo a camminare su sterrato (m. 695). Alla destra abbiamo un muro di pietre a secco.
Proseguiamo nel bosco, con il ruscello alla sinistra.

All'interno di una semicurva molto ampia verso destra, dei gradini di legno salgono verso la Calchera della Fracetta.
Poco dopo la stradina si riduce a sentiero. Proseguiamo in salita su di un fondo misto di terreno e roccia (m. 725).

Attraversiamo il ruscello, da destra a sinistra, su di un ponticello di legno con protezioni di ferro ai lati (m. 735).
Continuiamo con pietre e tronchetti che formano dei gradini. Altri rudimentali gradini sono scavati nella roccia.
Ripreso il sentiero sterrato, quasi in piano percorriamo una curva verso sinistra presso la quale c'è un tronco collocato raso terra come protezione (m. 745).
Proseguiamo su fondo roccioso agevolati inizialmente da alcuni rudimentali gradini scavati nella roccia e poi da gradini di legno.
Alla destra troviamo dapprima delle protezioni di legno e poi dei tronchi collocati raso terra.
Superiamo uno zig-zag sinistra-destra (m. 755).
Continuiamo con il sentiero in leggera salita.

Arrivati davanti ad una parete di roccia giriamo a destra (m. 765).
In salita, passiamo in un intaglio tra roccette.
Subito dopo percorriamo un tornante sinistrorso su fondo roccioso. Vediamo un segnavia rettangolare rosso.
Alcuni tronchetti formano dei gradini.

Proseguiamo con poca pendenza. Alla sinistra ci sono delle protezioni di ferro di colore marrone e un ponticello di legno sopra al ruscello. Troviamo una palina bianca priva di indicazioni.
Saliamo dei gradini realizzati con tronchetti di legno.
Il sentiero si divide solo per aggirare un albero.

Passiamo accanto ad un pannello con una cartina della zona e raggiungiamo il Baitello Genepì (m. 780). Si tratta di una struttura privata di proprietà del Gruppo Escursionisti Calolziesi. Alla destra, sotto ad una tettoia, c'è l'attrezzatura per grigliare. C'è anche dell'acqua sorgiva (cartello: acqua non controllata) che sgorga da una roccia e cade in una vaschetta di pietra.
Lasciando a destra il baitello, saliamo dei gradini lastricati.
Proseguiamo con altri gradini formati da tronchetti di legno. Alla destra scorre il ruscello.
Dopo un tratto con poca pendenza torniamo a salire con il sentiero sterrato e con dei rudimentali gradini di pietra.

Continuiamo con poca pendenza. Alla destra c'è un rudere (m. 805).
Su di una pietra vediamo un grande bollo giallo.
Saliamo dei gradini di pietra.
Proseguiamo con poca pendenza. Una fila di pietre devia l'acqua alla destra verso il ruscello (m. 810).
Riprendiamo a salire. Ora i gradini di pietra sono fissati con dei picchetti di ferro.
Una freccia bianca invita a proseguire.
Superiamo uno zig-zag destra-sinistra (m. 825).
Percorriamo una curva verso destra.
Camminando su delle radici affioranti dal terreno superiamo uno zig-zag sinistra-destra (m. 830).
Pieghiamo leggermente verso destra (m. 835).

Proseguiamo con poca pendenza e attraversiamo un rivolo.
Torniamo a salire e percorriamo due tornanti sinistra-destra (m. 845).
Prima di una curva verso sinistra vediamo una freccia bianca (m. 850).
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra camminando su di un fondo misto di roccia e terreno.
Superiamo un altro zig-zag destra-sinistra (m. 860).

Proseguiamo con una curva verso sinistra tra le pietre subito seguita da un tornante destrorso (m. 865).
Vediamo una freccia bianca e un bollo giallo.
Per due volte il sentiero si divide e si ricompone dopo aver aggirato una pietra. Passiamo accanto ad un cartello che segnala il divieto di caccia. Troviamo un'altra freccia bianca e un bollo giallo.

Quasi in piano, presso una curva verso sinistra, attraversiamo un ruscelletto.
Continuiamo in salita.
Percorriamo una curva verso destra.
La pendenza aumenta. Camminiamo tra alcuni grandi alberi e parecchi alberelli.
Superiamo delle serpentine: sx-dx-sx-dx (m. 895).

Con poca pendenza percorriamo un ampio tornante sinistrorso (m. 905).
Dopo il successivo tornante destrorso riprendiamo a salire (m. 915).
Superiamo uno zig-zag destra-sinistra (m. 920).
Passiamo sotto ad un tronco caduto e rimasto ad un metro di altezza sopra al sentiero.

Continuiamo in modo abbastanza ripido con delle serpentine (m. 935).
Passiamo tra due alberi e subito percorriamo una curva verso destra (m. 960).
Superiamo uno zig-zag sinistra-destra.

Dopo pochi passi passiamo sotto ad un altro albero caduto e rimasto a circa m. 1.70 da terra. Lasciamo a sinistra un baitello sul quale vediamo un bollo giallo (m. 970).
Quasi in piano superiamo una curva verso destra camminando sopra delle radici affioranti (m. 980).
Percorriamo un tornante sinistrorso e riprendiamo a salire, ben presto in modo ripido.
Con uno zig-zag destra-sinistra aggiriamo un albero (m. 995).
La pendenza diminuisce un poco. All'esterno di un tornante destrorso troviamo una capannuccia (m. 1000).
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1005) subito seguito da un paio di zig-zag destra-sinistra. In alto a destra vediamo un torrione (m. 1015).

Un cartello segnala a meno di 50 metri un appostamento fisso per la caccia. Da questo punto già possiamo vederlo (m. 1025).
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire. Passiamo accanto ad un picchetto con una freccia bianca.
Su di un cartello giallo affisso ad un albero leggiamo: "Ambito territoriale di caccia meratese".

Siamo arrivati al Passo Pertulena. Giriamo a destra, quasi in piano (m. 1040).
Poco dopo, un sentiero si stacca alla sinistra. I segnavia indicano diritto con il percorso 812: Pertus, M. Ocone; a sinistra con il percorso 802: Rifugio Alpinisti Monzesi, Piazzo, Passata, Camozzera, Pian Munì, Nesolio, Erve. Continuiamo diritto in salita con una sterrata.
Alla destra c'è una manica a vento.

Poco dopo, presso una curva verso sinistra, troviamo dei segnavia che indicano, seguendo la sterrata: 801 Corna Camozzera; dietro: 802 Alpinisti Monzesi. Inoltre su di una roccia sono stati dipinti il segnavia 801d a bandierina e una freccia rossa (m. 1060).
Cominciamo a trovare delle canaline di pietra, per lo scolo dell'acqua, di traverso alla sterrata che prosegue nel bosco con poca pendenza.
Riprendiamo a salire.
Il fondo diventa in cemento (m. 1070).
Superiamo un tornante destrorso (m. 1075).
In modo abbastanza ripido percorriamo un tratto con pareti rocciose alla sinistra poi la pendenza diminuisce un poco.
Alla destra ci sono delle robuste protezioni di ferro dipinte di verde (m. 1095).

Subito dopo la strada torna ad essere sterrata.
Quasi in piano superiamo due semicurve destra-sinistra (m. 1110).
Dopo alcuni passi in leggera discesa proseguiamo in leggera salita. Un'apertura alla destra consente di vedere tra gli alberi il Monte Tesoro.
Percorriamo una semicurva verso destra con il fondo in cemento e con le protezioni di ferro dipinte di verde (m. 1115).
Superiamo una semicurva verso sinistra e torniamo a camminare su sterrato.
In alcuni punti, tra gli alberi alla destra, possiamo vedere il Monte Tesoro.
Dopo un tratto quasi in piano proseguiamo con poca pendenza (m. 1130).

Troviamo un ruscello che scende all'esterno di una curva verso destra. Una staccionata con tre paletti di ferro e cinque traversi di legno fa da protezione.
Dopo pochi passi quasi in piano, in leggera discesa superiamo una curva verso sinistra.
Continuiamo quasi in piano.
Percorriamo una curva verso sinistra.

Superiamo due semicurve destra-sinistra e lasciamo a sinistra un sentiero che sale in modo abbastanza ripido. Un segnavia e delle scritte su di una pietra indicano con questo sentiero: M. Ocone a 20 minuti, Nesolio, Erve, Piazzo, Passata, Camozzera, Rif. Alp. Monzesi.
Dopo alcuni metri in salita con il fondo in cemento, continuiamo in leggera salita su sterrato.

Con il fondo in cemento e con le protezioni a valle percorriamo una semicurva verso destra seguita da un ampio tornante sinistrorso. Proseguiamo su sterrato (m. 1145).
Quasi in piano superiamo delle semicurve: sx-dx-sx (m. 1150).

Ad una biforcazione lasciamo a destra la stradina chiusa da una stanga che scende in una proprietà privata e proseguiamo verso sinistra in leggera salita.
Subito dopo ignoriamo una ripida traccia che sale a sinistra.
Torniamo a salire. Percorriamo una curva verso destra con il fondo in cemento dopo la quale torniamo a camminare su sterrato.
Proseguiamo in leggera salita. Su di una roccia vediamo il segnavia 801d a bandierina.

Dopo alcuni passi quasi in piano troviamo un sentiero che sale a sinistra. Delle scritte su di una pietra segnalano che si tratta del sentiero 571 per il M. Ocone e la Passata. Troviamo anche una calchera preceduta dal cartellone n. 13 "Calchera di Monte Ocone" che ne illustra le caratteristiche. Su di una pietra vediamo il segnavia 801d a bandierina. Continuiamo con la sterrata (m. 1160).

Dopo alcuni passi in leggera discesa proseguiamo quasi in piano ed entriamo in una faggeta. Alla sinistra comunque ci sono delle pareti di roccia.
Percorriamo un tratto con poca pendenza e torniamo a camminare quasi in piano.
Per un tratto alla destra ci accompagna una staccionata di legno.

Andiamo ad immetterci su di una sterrata più grande che in questo punto effettua un tornante destrorso. La seguiamo verso sinistra in salita nel bosco mentre alla destra prosegue in discesa (segnavia 815). Un segnale stradale indica, con la sterrata dalla quale proveniamo, il divieto di transito ai mezzi non autorizzati.
Percorriamo un tornante sinistrorso all'esterno del quale c'è una staccionata di legno.
Proseguiamo con il fondo in cemento.

Accompagnati da una staccionata alla sinistra (sulla quale vediamo i segnavia 801d e 815 a bandierina), arriviamo ad un tornante destrorso presso il quale due sentieri proseguono diritto. I segnavia indicano con il sentiero più a sinistra: 801, Calolziocorte, Erve, Passata, Rif. Monzesi, Nesolio, P. Munik; e con quello più a destra: 571 e DOL, Passo del Pertüs a ore 0.10, La Passata - miniera a ore 1.10, Costa del Palio - carbonaia a ore 3.10. Verso destra seguendo il tornante vengono segnalati: Forcella Alta a ore 0.40, Monte Tesoro a ore 1.10, Valcava - fine DOL a ore 1.50. C'è anche un cartello che segnala la località "Il Convento m 1183". Andiamo a destra. La stradina per un tratto ha il fondo in cemento.

Poco dopo arriviamo ad un bivio. I segnavia indicano il percorso 811 con la sterrata che continua diritto e il percorso 571 con l'altra che effettua un tornante sinistrorso. Andiamo a sinistra con il fondo sterrato, accompagnati da un muretto di pietre sul lato destro.

Arriviamo al Convento, grande edificio in disuso chiuso da una cancellata e da una recinzione (m. 1186). Qui troviamo un tavolo in legno con relative panche e dei segnavia che indicano diritto in discesa con il sentiero 574: Costa Imagna - Cà Tedesco a ore 0.30, Valsecca SP 22 - Cimalprato a ore 1; dietro con il sentiero 571: La Passata a ore 1; a destra con il 571: Forcella Alta, Monte Tesoro, Valcava. Volgendo le spalle al Convento proseguiamo verso destra lungo un viale alberato, in leggera salita. Vediamo alcune radici che affiorano dal terreno.
Nel mezzo del percorso troviamo un palo di legno, che sorregge i cavi dell'energia elettrica, sul quale è stato dipinto il segnavia DOL.
Proseguiamo in salita. Il bosco è composto in prevalenza da faggi.
Saliamo alcuni rudimentali gradini di pietra.

Continuiamo con un sentiero, camminando su di un largo crinale. Aggiriamo alla destra una torre in cemento priva dell'uscio (m. 1200).
Quasi in piano attraversiamo uno slargo e raggiungiamo una casa con una scritta gialla sulle pareti: "Camminata". La aggiriamo alla sinistra in leggera salita. L'edificio, incompiuto e abbandonato, è privo di infissi e all'interno vediamo un camino.
Proseguiamo in salita con due semicurve sinistra-destra. Troviamo un segnavia DOL.

Continuiamo quasi in piano. Per un tratto il sentiero è più largo poi torna come prima. Vediamo un segnavia DOL (m. 1210).
Dopo pochi passi in discesa continuiamo dapprima con poca pendenza e poi salita. Alla destra, poco più in alto, ci sono delle rocce. Di tanto in tanto troviamo i segnavia DOL e 571.
Proseguiamo con pochissima pendenza lungo il crinale, con il bosco alla sinistra mentre dall'altro lato oltre una fila di alberi ci sono dei prati (m. 1220).
Continuiamo in salita. Prestiamo attenzione ad un ramo basso, di traverso al sentiero, contro il quale è possibile andare a sbattere.

Il sentiero, dopo una curva verso destra, entra in un prato (m. 1235). Troviamo una palina con dei segnavia che indicano diritto con il sentiero DOL: Forcella Alta a ore 0.25, Monte Tesoro a ore 1, Valcava - fine DOL a ore 1.45; dietro: Il Convento - Pertüs a ore 0.15, La Passata - miniera a ore 1.20, Rifugio Monzesi a ore 2. In basso alla destra vediamo la Locanda Pertusino.

Con pochissima pendenza attraversiamo il prato e quasi in piano rientriamo nel bosco.
Presso una curva verso sinistra troviamo un segnavia che indica dietro il Sentiero della Valle n. 801.
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire e, tra prati e arbusti, transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione (m. 1245).

Entriamo in un bosco di faggi.
Lasciamo a destra un sentiero che conduce in un prato dove c'è un baitello per la caccia (m. 1255).
Percorriamo due tratti con poca pendenza alternati ad uno in salita.
Troviamo delle radici che affiorano dal terreno (m. 1265).
Dopo un tratto quasi in pieno superiamo due semicurve sinistra-destra e riprendiamo a salire (m. 1280).

Raggiungiamo dei segnavia che indicano dietro con il sentiero 571: Passo del Pertus a ore 0.30, Monte Ocone a ore 1, Passata a ore 1.40. Su un cartello leggiamo: 801 Sentiero della Valle. Ci immettiamo su di una sterrata e proseguiamo quasi in piano (m. 1290).
Attraversiamo uno slargo con un tombino nel mezzo.

Troviamo altri segnavia della DOL che indicano, diritto: Forcella Alta a ore 0.10, Monte Tesoro a ore 0.45, Valcava - fine DOL a ore 1.30; dietro: Il Convento - Pertüs a ore 0.35, La Passata - miniera a ore 1.45, Costa del Palio - carbonaia a ore 3.45. Dietro ai segnavia vediamo una stalla.
Continuiamo attorniati da prati e pochi alberi.
Camminiamo con una staccionata alla sinistra. Alla destra c'è un rudere. Ignoriamo una stradina inerbita, chiusa da una catena tesa tra due paletti, che sale a sinistra. Superiamo una semicurva verso destra.
Proseguiamo con un muretto in cemento alla sinistra. La pendenza è minima.
Troviamo due case alla sinistra e una alla destra.
Un cartello indica che abbiamo percorso Via Ocone.

Con una curva verso sinistra aggiriamo la Cappelletta degli Alpini "G. Costa" e il laghetto del Pertüs, entrambi recintati da una staccionata (m. 1301).
Superiamo una grata per lo scolo dell'acqua.
Troviamo una panchina alla sinistra e due bacheche alla destra.
Subito dopo percorriamo una curva verso destra.
In salita, con il fondo in cemento, raggiungiamo il piazzale con il parcheggio della Forcella Alta (m. 1313).

Fin qui abbiamo impiegato ore 2.10 per superare un dislivello di 653 metri. Ora non ci resta che continuare come descritto nell'ultima parte del primo itinerario. Per cui complessivamente

Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello: m. 771
Data escursione: febbraio 2018
 
Ottavo itinerario: da Roncola per il M. Linzone e il Passo di Valcava
Venendo da Milano lasciamo la SS 36 all'uscita di Nibionno (km. 33), raggiungiamo una rotonda dove ci immettiamo sulla SP 342 (Bergamo-Como km. 38.7) e andiamo a destra in direzione di Bergamo.
Ad Ambivere, alla rotonda del km. 11.7 (i chilometri sono indicati a ritroso) prendiamo alla sinistra la SP 175.
Arrivati alla Rotonda del Romanico di Almenno San Bartolomeo (km. 13) prendiamo la quarta uscita direzione Roncola.
Con la SP 172, superato il km. 19 arriviamo a Roncola.

All'inizio del paese due stradine salgono a sinistra verso il cimitero. La prima è Via Pradone. Conviene prendere la seconda (da Piazza Marconi a sinistra in Via Cà Gardinello) con la quale raggiungiamo il parcheggio del cimitero nel quale lasciamo la macchina (m. 875).
I segnavia collocati in Piazza Marconi indicano: 855 m; diritto: Cà Bragos a ore 0.15, San Defendente a ore 0.20, Sentiero dei Borghi; a sinistra in salita (571): Sant. S. Famiglia a ore 1.30, Monte Linzone a ore 1.40, Valcava a ore 2.20; dietro (571): Carobais a ore 0.15, Almenno S.S. a ore 1.20.
I posti nel parcheggio del cimitero sono in parte riservati ad un hotel e in parte liberi e gratuiti.

Aggiriamo il cimitero passandogli dietro, quasi in piano. Alla destra troviamo un'altalena, una fontana e delle panchine. I segnavia indicano con il sentiero 571: Sant. S. Famiglia a ore 1.20, Monte Linzone a ore 1.30, Valcava a ore 2.10.
Dopo pochi passi in discesa giriamo a destra su Via Pradone.
In leggera salita, subito percorriamo una curva verso destra con il fondo in cemento.
Alla sinistra troviamo il sentiero 571 con il quale i segnavia indicano: Santuario Santa Famiglia di Nazareth, M. Linzone a ore 1.30, M. Resegone a ore 7, Giro alto di Valle ore 15. Alla destra c'è un cancello rosso. Prendiamo il sentiero che inizia tra due reti di recinzione.
Passiamo sotto ad un cavo. Alla destra c'è un cancello marrone (m. 890).
Il sentiero ora è pietroso.
Troviamo un cancello verde alla destra. Le recinzioni terminano. Lasciamo a sinistra un traliccio. Alla sinistra possiamo vedere la sottostante pianura (m. 915).

Percorriamo un breve ripido tratto agevolati dalla presenza di radici affioranti e da gradini di terra.
Entriamo nel bosco e continuiamo in modo abbastanza ripido.
Ad un bivio, un segnavia bianco-rosso ricurvo indica verso sinistra.
Subito dopo, con un tornante destrorso ci immettiamo su di un altro sentiero con il quale percorriamo un ampio tornante sinistrorso uscendo dal bosco.
Dopo pochi passi, ad una biforcazione, i segnavia indicano, a destra: Sorgente Canal a ore 0.30, Roncola Alta a ore 0.40, Sentiero panoramico; a sinistra con il sentiero 571: Sant. S. Famiglia a ore 1.20, Monte LInzone a ore 1.30, Valcava a ore 2.10; dietro: Piazza Marconi a ore 0.10, Sentiero dell'Acqua. Andiamo a sinistra e rientriamo nel bosco (m. 945).

Poco dopo lasciamo a destra una grotta e proseguiamo con poca pendenza.
Superiamo una semicurva verso destra seguita da uno zig-zag sinistra-destra. Un altro sentiero si immette provenendo da dietro-sinistra (m. 955).
In salita arriviamo ad una biforcazione dove proseguiamo verso destra con il sentiero più largo (m. 965).
Con poca pendenza passiamo tra due pietre con i bolli (m. 975).

Torniamo a salire, inizialmente con rudimentali gradini di pietra.
Continuiamo quasi in piano. Alla destra abbiamo una verticale parete di roccia. Passiamo tra due roccette (m. 995).
Riprendiamo a salire. Ignoriamo una scorciatoia che si stacca alla sinistra (m. 1000).
Superiamo una curva verso sinistra.
All'esterno di un tornante destrorso, un'apertura tra gli alberi consente una veduta sulla vallata. Rientriamo nel bosco (m. 1005).
Ignoriamo un sentiero che si stacca alla destra e continua parallelo (m. 1010).
Aggiriamo otto alberi, nati dalle stesso ceppo e cresciuti nel mezzo del sentiero (m. 1015).
Troviamo un masso e un altro gruppo di sei alberi all'interno del sentiero.
Continuiamo con poca pendenza.

In alto a destra vediamo una vecchia casa e un baitello. Alla sinistra abbiamo un prato recintato da un muretto a secco (m. 1030).
Proseguiamo in salita. Alla destra un muretto di pietre a secco fa da recinzione a una casa. Percorriamo una curva verso destra (m. 1035).
Ora camminiamo tra due muretti con un prato alla destra e una veduta sulla vallata alla sinistra.
Proseguiamo tra due file di alberi.

In leggera salita torniamo allo scoperto. Alla sinistra c'è una manica a vento. Ci troviamo in un punto utilizzato per il decollo con il parapendio.
Passiamo tra un ippocastano alla sinistra, una betulla e una vecchia cascina (sulla quale vediamo il segnavia 571 a bandierina) alla destra (m. 1060).
Subito dopo, ad una biforcazione i segnavia indicano a destra il Santuario Santa Famiglia di Nazareth e il Linzone - 1230 m -. Andiamo pertanto a destra.
Dopo pochi passi lasciamo a sinistra una stalla con le porte aperte.

Rientriamo nel bosco e proseguiamo in salita (m. 1070).
All'esterno di un tornante sinistrorso, ad una diecina di metri di distanza, vediamo una piccola croce (m. 1075).
Proseguiamo in salita e vediamo un altro sentiero che si avvicina alla sinistra.
Superiamo due curve sinistra-destra.
I due sentieri si uniscono. Continuiamo tra alberi più radi (m. 1090).

Per due volte il sentiero si divide e si ricompone. Rientriamo nel bosco (m. 1100).
Aggiriamo una betulla e un gruppo di carpini (m. 1110).
I rami di un grande faggio, che troviamo alla destra, si protendono sul sentiero (m. 1120).
Aggiriamo due betulle e una roccetta che affiora nel sentiero.
Percorriamo una semicurva verso destra, seguita da una semicurva verso sinistra parzialmente incassata nel terreno circostante (m. 1125).
Con poca pendenza superiamo delle serpentine appena accennate.

Torniamo a salire e ben presto in modo abbastanza ripido (m. 1135).
La pendenza diminuisce un poco. Superiamo due serpentine destra-sinistra seguite da un tornante destrorso (m. 1150).
Accanto ad un albero, troviamo un masso con i bolli. Proseguiamo in modo abbastanza ripido (m. 1155).
Troviamo una pietra con i bolli nel sentiero, il quale si divide e poco dopo si ricompone (m. 1160).
Proseguiamo in salita con una parete di roccia liscia alla sinistra (m. 1170).

Ad una biforcazione vediamo un bollo giallo alla sinistra e uno bianco-rosso alla destra. Andiamo a destra (m. 1175).
Pochi passi più avanti percorriamo una curva verso sinistra. Continuiamo con il sentiero incassato tra roccette e vediamo sia un bollo giallo che uno bianco-rosso.
Superiamo due curve destra-sinistra.
Alcune pietre formano dei rudimentali gradini.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1190).

Attraversiamo un passaggio tra le rocce. Vediamo il segnavia 571.
Quasi in piano percorriamo un tratto allo scoperto con vista sulla valle sottostante. Ad una biforcazione seguiamo il sentiero alla destra marcato con i bolli (m. 1200).

In salita arriviamo ad un bivio. Un cartello segnala a destra la Madonnina G.A.M. Ramera. Continuiamo diritto tra betulle e carpini (m. 1205).
Superiamo una semicurva verso sinistra e una serpentina sinistra-destra.
Aggiriamo quattro carpini, nati dallo stesso ceppo e cresciuti in mezzo al sentiero.

Usciamo dal bosco. Ora ci sono alberi solo alla destra (m. 1215).
Con poca pendenza superiamo un'ampia semicurva verso sinistra (m. 1225).
Torniamo a salire. Il sentiero si divide e si ricompone. Alla sinistra ci sono varie rocce.
Percorriamo una curva verso sinistra. Il sentiero ha il fondo roccioso ed è incassato tra le rocce (m. 1235).
In leggera salita superiamo una curva verso destra tra radi alberi (m. 1240).
Poco dopo continuiamo in salita attorniati dai prati.
Percorriamo un tratto in leggera salita. Davanti, vero sinistra, in lontananza vediamo il M. Rosa (m. 1255).
Continuiamo in salita.

Ci immettiamo sul sentiero che percorre la larga cresta e proseguiamo diritto con vista panoramica da entrambi i lati (m. 1270).
Troviamo un tavolo di legno con relative panche e dei ruderi (m. 1275).
Presso una semicurva verso sinistra ignoriamo un sentiero che prosegue diritto.
Percorriamo un tratto in salita su pietre lisce.
Tornati su sterrato, superiamo un ripido tratto, con un pendio prativo che scende alla sinistra (m. 1285).

Ora il sentiero è più stretto e un po' esposto. Alla sinistra troviamo due betulle. Alla destra ci sono delle roccette.
Dopo un tratto quasi in piano, in leggera salita torniamo sulla larga cresta. Davanti vediamo un rudere.
I segnavia indicano davanti il Santuario Santa Famiglia di Nazareth.
Raggiungiamo una colonna con un cartello sul quale leggiamo: "...Ecco! Cima Monte Linzone h. 0.15, Piazza del Paese h 0.50, 1320 metri slm. Dopo la salita ecco l'apertura su una visuale che spazia dalle prime propaggini dell'appennino tosco-emiliano ai maestosi gruppi alpini del "Rosa", e del "Bianco". Ne valeva la pena, no?! Ora potete scegliere: a destra per raggiungere la cima del Linzone a 1392 metri, a sinistra per scendere in paese. Per favore abbiate la cortesia di riportare a valle ogni vostro rifiuto!"
Pochi passi più avanti, alla destra troviamo una pozza recintata da una staccionata mentre alla sinistra c'è un rudere (m. 1320).

Ad una biforcazione teniamo la sinistra come indicato da un bollo bianco-rosso.
Continuiamo quasi in piano, attorniati da prati. Il sentiero si divide nuovamente e prosegue alla sinistra verso la chiesa e alla destra verso la cima. Andiamo a destra mentre la chiesa l'abbiamo visitata al ritorno.
Dopo un tratto in salita continuiamo con poca pendenza.
Lasciamo a sinistra una recinzione oltre la quale vediamo il retro di una vecchia cascina.
Quasi in piano raggiungiamo un'altra colonna e un'altra pozza (m. 1335).

Attacchiamo la ripida cresta. Il sentiero si divide in più tracce parallele. Lungo il pendio alla sinistra, ci sono moltissimi narcisi che fioriscono nella prima metà del mese di maggio.
Quando cominciamo a vedere la croce del Linzone, la pendenza diminuisce e poco dopo la raggiungiamo.
In vetta troviamo anche una piastra rotonda sulla quale sono incisi i nomi di tutte le cime che si possono vedere, la loro altezza e la direzione nella quale bisogna guardare (m. 1392).

Fin qui abbiamo impiegato ore 1.40 per superare un dislivello di metri 517.


Dalla vetta del Linzone proseguiamo diritto (direzione nord-est) con il sentiero attorniato dai prati.
Dopo un breve tratto in discesa proseguiamo quasi in piano (m. 1385).
Troviamo una freccia gialla e un bollo bianco-rosso.
Continuiamo in leggera discesa. Davanti vediamo le antenne al Passo di Valcava, ancora lontane.
Quasi in piano passiamo accanto ad un cartello che segnala una Zona cinofila tipo B temporanea (m. 1380).
Proseguiamo in leggera discesa su di un largo crinale.

In discesa raggiungiamo una palina con dei segnavia che indicano, dietro con il sentiero 571: Monte Linzone a ore 0.10; davanti/davanti verso sinistra con il sentiero 571: Valcava a ore 0.30, Monte Tesoro a ore 1.20; a destra: Sclapa a ore 0.20, Costa Imagna - Valpiana a ore 1.10, Roncola Alta a ore 1. Alla sinistra c'è una vecchia cascina. Continuiamo diritto in salita (m. 1365).
Con poca pendenza percorriamo un tratto tra gli alberi (m. 1380) e continuiamo in salita tra i prati (m. 1385).

Al termine della salita (m. 1400) proseguiamo in discesa. Alcune roccette affiorano dal terreno.
In leggera discesa superiamo una curva verso destra (m. 1385).
Continuiamo tra gli alberi.
Passiamo accanto ad un cartello illeggibile (m. 1380).
Davanti vediamo i primi tralicci.
Incrociamo un altro sentiero.
Dopo un tratto quasi in piano e uno breve in discesa, continuiamo in salita tra alberi e roccette.
Percorriamo un tratto quasi in piano, uno in salita e pochi passi in discesa (m. 1385).
Dopo una curva verso sinistra proseguiamo con poca pendenza.

Il sentiero si divide in due tracce. Entrambe scendono ripidamente e si riuniscono.
Continuiamo in leggera salita (m. 1380).
Pieghiamo a destra, vediamo il segnavia 571 su di una pietra e subito giriamo a sinistra.
Lasciamo a sinistra un alto traliccio con i ripetitori.

In salita raggiungiamo una recinzione oltre la quale vediamo quattro tralicci. In leggera salita la costeggiamo tenendola alla nostra sinistra (m. 1390).
Dopo un tratto quasi in piano proseguiamo con poca pendenza (m. 1395). Ora alla sinistra abbiamo dapprima un muretto in cemento sormontato da una rete e a seguire una fila di pali di legno uniti da un traverso nella parte alta.
Un cartello triangolare segnala la presenza di onde radio. Continuiamo quasi in piano (m. 1400).
Il sentiero si allontana di qualche metro dalla recinzione ma, fatti alcuni passi, si riavvicina.
Troviamo un altro cartello triangolare come il precedente. Alla sinistra, al di là della recinzione, vediamo una strada con il fondo in cemento che conduce verso un cancello oltre il quale ci sono i tralicci.
Proseguiamo in salita tra basse roccette.

Terminata la recinzione, il sentiero attraversa un prato. Alla sinistra ci sono tre tralicci (m. 1415).
In discesa torniamo accanto alla staccionata, terminata la quale, con minore pendenza superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1405).
Vediamo un vecchio baitello di metallo alla sinistra e superiamo due semicurve destra-sinistra.
In discesa percorriamo una curva verso destra.
Continuiamo quasi in piano tra gli alberi (m. 1390).
Superiamo un tratto in discesa ed uno in leggera discesa.
Proseguiamo in discesa tra radi alberi.
Quasi in piano, terminati gli alberi, lasciamo a sinistra un vecchio cancello di ferro.
Continuiamo in leggera discesa. Alla sinistra ci sono dei paletti di legno che reggono due cavi.
Vediamo una freccia.
Proseguiamo quasi in piano con i paletti alla sinistra e alberi alla destra (m. 1365).
Continuiamo in leggera discesa. Al termine della recinzione su di un cartellone rivolto a chi sale leggiamo una scritta in bianco su fondo rosso: "Sentiero costeggiare la vetta! Grazie" (m. 1360).

Alla sinistra abbiamo una sterrata che poco più avanti è chiusa da una stanga. Un cartello indica dietro il Monte Linzone.
Con pochi passi in discesa ci immettiamo sulla sterrata e la seguiamo verso destra.
Alla sinistra, oltre una recinzione metallica, vediamo due tralicci.

In discesa raggiungiamo il Passo di Valcava (m. 1340). I segnavi indicano, dietro: Monte Linzone a ore 0.40, Roncola - Chiesa a ore 1.40, Sclapa a ore 0.50. Altri vecchi segnavia CAI indicano con il sentiero 571, dietro: M. Linzone-Roncola a ore 2; davanti: M. Tesoro a ore 0.50, Passo Passata a ore 2.20, M. Resegone a ore 5.20.

Fin qui abbiamo impiegato ore 2.20  per superare un dislivello di m +597 -132.
Data escursione: maggio 2021

A questo punto continuiamo come precedentemente descritto nel quarto itinerario.

Complessivamente da Roncola al Rifugio Monte Tesoro
Tempo impiegato: ore 3.10 - Dislivello: m.  +778 -222

ESCURSIONI PARTENDO DAL RIFUGIO:
  • al Convento-Pertüs (m. 1186) in ore 1.10
  • a La Passata (m. 1244) in ore 1.50
  • al Rifugio Alpinisti Monzesi (m. 1173) in ore 2.30
  • al Rifugio Azzoni (m. 1860) in ore 4.40
  • al Monte Linzone (m. 1392) in ore 1





Dati del Rifugio Monte Tesoro

Altezza:
m. 1431
Gruppo:
Valli Lariane
Ubicazione:
Vetta M. Tesoro
Comune:
Carenno - LC
Carta Kompass:
105 B8
Coordinate Geo:
45°47'55.50"N
9°29'37.70"E
Gestore:
A.N.A. Carenno
Telefono gestore:
-
Telefono rifugio:
-
Posti letto:
-
Apertura:
estiva
Pagina aggiornata
il: 20/06/2021
Il Rifugio Monte Tesoro Il Monte Tesoro La chiesetta Auxilium Christianorum (1° itin.) Il laghetto alla Forcella Alta Uno dei due roccoli (4° itin.) Cappella tra Carenno e Colle di Sogno (6° itin.) Casa delle Rondini a Colle di Sogno Colle di Sogno dallˈalto Cappella tra Colle di Sogno e Cà dˈAssa (6° itin.) Cà DˈAssa (6° itin.) Carenno, la scalinata che sale alla Chiesa dei Morti (7° itin.) Santella Calchera della Fracetta Ponticello Il Baitello Genepì Appostamento al Passo Portulena Il Convento La Locanda Pertüsino Ottavo it. - Manica a vento. Zona lancio parapendio Ippocastano, betulla e vecchia cascina Sentiero tra le rocce Una pozza Capre sulle pendici del Linzone La Croce sulla cima del Linzone Narcisi in fiore Narcisi in fiore Il Santuario della Santa Famiglia Tralicci verso il Passo di Valcava La Vetta del Monte Tesoro Panorama sul versante lecchese Panorama sul versante orobico Il sacrario e la croce

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