Il Rifugio Baita Alpini Monte Molinasco (Ronco) è situato in una radura tra i boschi sul versante occidentale dell'omonima cima (m. 1170).
Attorno all'edificio ci sono vasti spazi attrezzati per pic-nic con griglie, tavoli e panche.
Sulla cima, facilmente raggiungibile dalla baita con dieci minuti di cammino, ci sono una tripla croce, una cappella ed una serie di tubicini con il nome del
monte sul quale sono puntati: Monte Sornadello (m. 1580), Zuccone Campelli (m. 2159), Monte Sodadura (m. 2010), Monte Cancervo (m. 1835), Monte
Venturosa (m. 1999), Monte Cavallo (m. 2323), Monte Secco (m. 2293), Monte Pagherolo (m. 2369), Monte Toro (m. 2524), Monte Menna (m. 2300), Pizzo
Arera (m. 2512), Monte Grem (m. 2049) e Monte Alben (m. 2019).
Primo itinerario: da Alino (fraz. di S. Pellegrino)
Lasciamo la statale 470 della Val Brembana al km. 22, vale a dire alla rotonda che precede San Pellegrino dove, anziché prendere la prima uscita per
aggirare il paese con il tunnel, prendiamo la seconda con la quale lo raggiungiamo e lo attraversiamo.
Superato il centro dell'abitato, a km. 2.3 dalla rotonda, prendiamo a sinistra Via F.lli Calvi, all'inizio della quale i segnali stradali indicano le
località: Torre Piazza Cava, Pradello e Alino.
La strada sale con decisa pendenza. In vista di Torre Piazza Cava gira a sinistra. Lasciamo poi a sinistra la deviazione per Pradello e
arriviamo ad Alino.
Parcheggiamo nella piazza del piccolo borgo. Alla sinistra ci sono una bacheca, una fontana senza rubinetto e tre garages, mentre alla destra c'è una
vecchia cascina (m. 685).
In fondo alla piazza escono due strade. Lasciata a destra quella che scende a Fuipiano (dove inizia il secondo itinerario) e a San Giovanni Bianco, prendiamo l'altra più a sinistra
all'inizio della quale i segnavia indicano: Cà Boffelli - Vettarola a ore 0.40, M. Molinasco - Ronco a ore 1.10, M. Sornadello a ore 2.40. Un cartello
segnala che questa strada è agro-silvo-pastorale e pertanto il traffico è consentito solo a coloro che sono autorizzati e hanno il contrassegno esposto.
Ci incamminiamo in leggera salita con un muro sormontato da una rete metallica alla sinistra ed un guard-rail alla destra. Attorno vediamo delle case
sparse. Alla destra, sul M. Molinasco, spicca la presenza di un grande traliccio.
Troviamo poi alla destra dei paletti di ferro che reggono due catenelle.
Ignoriamo una strada privata che si stacca alla sinistra (m. 695).
Presso una curva a destra, trascuriamo un sentiero che prende avvio alla sinistra. I segnavia indicano in quella direzione: Boione a ore 0.15, Vetta a ore
0.40, Aplecchio a ore 0.40.
Proseguiamo con un muretto alla sinistra e dei paletti di legno che reggono una corda sull'altro lato. Il panorama verso destra mostra una bella
veduta su Alino e sulle cime orobiche: Menna, Arera, Grem e Alben.
Dopo l'ultima casa troviamo un rivolo che attraversa la strada passandole sotto dentro ad un tubo bianco (m. 710).
Ignoriamo un sentiero che scende verso destra ed entriamo nel bosco. Da questo punto, nel periodo invernale, inizia un lungo tratto sempre in ombra
(m. 720).
Subito dopo percorriamo un tornante sinistrorso ignorando un sentiero che prosegue diritto.
Poco prima di arrivare ad un casello dell'acquedotto, prendiamo una mulattiera che sale alla destra (m. 725).
Più avanti torniamo sulla strada e la seguiamo in leggera salita (m. 745).
Ignoriamo un sentierino che sale a sinistra. Per un tratto alla destra ci sono delle protezioni di legno.
Proseguiamo in salita. Ignoriamo un piccolo sentiero che scende a destra (m. 760).
Troviamo una piazzola per lo scambio alla sinistra e riprendiamo la mulattiera che inizialmente procede in parallelo con la strada (m. 775).
Raggiungiamo una cappella che contiene un affresco raffigurante la Madonna dei Sette Dolori. Qui attraversiamo la strada, che ha appena effettuato un
tornante sinistrorso, e riprendiamo la mulattiera (m. 795).
Subito troviamo un rudere alla sinistra.
Poi, con un vecchio muretto alla sinistra, percorriamo una curva a destra.
Superiamo due tornanti sinistra-destra e un tratto incassato nel terreno circostante (m. 815).
Presso un tornante sinistrorso ignoriamo un sentiero, sbarrato con un paletto, che prosegue diritto (m. 835).
Poco dopo percorriamo un tornante destrorso.
Alla destra, sull'altro lato della valle, vediamo una vecchia casa.
Superiamo un tornante sinistrorso presso il quale, in basso a destra, vediamo una piccola baita (m. 880).
La pendenza diminuisce un poco.
Dopo un tornante destrorso, in alto alla sinistra vediamo il guard-rail della strada.
Riprendiamo a salire (m. 905).
Con un tornante sinistrorso ci immettiamo nuovamente sulla strada asfaltata e la seguiamo in leggera salita verso destra (m. 915).
Per un tratto alla destra c'è il guard-rail.
Percorriamo un tornante sinistrorso tagliabile con un piccolo sentiero.
Subito dopo, alla destra, riparte la mulattiera.
Superiamo due tornanti destra-sinistra e passiamo accanto ad una madonnina collocata nell'incavo di una roccia (m. 930).
Con una bella mulattiera, a gradini appena accennati, percorriamo un ampio tornante destrorso. Alla sinistra ci accompagna una roggetta oltre la quale
c'è un prato. Nel periodo invernale, in questo punto termina il tratto in ombra.
Superiamo una grata per lo scolo dell'acqua e continuiamo tra due file di alberi.
In un prato alla destra vediamo tre vecchie vasche da bagno riciclate come abbeveratoio.
Raggiungiamo una fitta pineta. Qui la mulattiera gira a sinistra e la fiancheggia (m. 950).
Alla sinistra c'è una recinzione con rami intrecciati mentre alla destra, ma solo per un tratto, ce n'è un'altra realizzata con vecchi paletti.
Oltre una valletta alla sinistra, vediamo due baite nei prati. Davanti ce ne sono altre. Alla destra riparte la recinzione con paletti di legno.
Raggiungiamo un gruppo di vecchie case ben conservate. Sulla prima a sinistra una targa informa che ci troviamo in "Località Cà Boffelli 974 m.".
Lasciata a destra una fontana con una grande vasca in cemento, ci immettiamo sulla strada che arriva dalla sinistra. Qui l'asfalto termina e il fondo
diventa un bell'acciottolato con cemento e pietre. I segnavia indicano a destra: M. Molinasco -Ronco- a ore 0.30, M. Sornadello a ore 2.
Proseguiamo con poca pendenza, camminando tra un muro alla sinistra e un muretto alla destra. Una dopo l'altra, superiamo tre grate per lo scolo dell'acqua.
Ignoriamo poi una mulattiera che si stacca alla sinistra e che conduce verso alcune cascine (m. 985).
Proseguiamo su asfalto. Troviamo alcune canaline di legno ed altre di metallo, di traverso alla strada, per lo scolo dell'acqua.
Il muretto alla sinistra termina. Alla destra ora c'è una vecchia staccionata di legno.
Riprendiamo a salire (m. 995).
Dopo una curva a sinistra rientriamo nel bosco (m. 1000).
Alla destra, per un breve tratto, ci sono delle vecchie protezioni di legno.
Poco dopo alla destra troviamo una stalla mentre alla sinistra una stradina sale verso una casa (m. 1010).
Percorriamo alcuni passi quasi in piano.
Ignoriamo un sentiero che scende alla destra e continuiamo in salita.
Lasciamo a sinistra un casello dell'acquedotto ed un muretto di pietre (m. 1025).
Poi, sempre alla sinistra, troviamo altri due manufatti in cemento dell'acquedotto.
Percorriamo una curva a sinistra molto ampia.
Dopo pochi passi in leggera discesa, presso una curva a destra, guadiamo un ruscello (m. 1050). Torniamo a salire.
Ignoriamo una stradina che retrocede alla sinistra verso una proprietà privata (m. 1060).
Subito dopo percorriamo una curva a destra.
Alla destra troviamo un crocefisso ed un cartello che indica il sentiero per la Baita Alpini (m. 1065). Lasciamo pertanto la strada e prendiamo il
sentiero che sale, ben marcato con vari bolli gialli.
Transitiamo sotto ad un cavo e alla sinistra troviamo il palo in metallo che lo regge (m. 1075).
Dopo un tratto quasi in piano proseguiamo in leggera salita.
Ad un bivio, seguendo i bolli, andiamo a sinistra in salita, ignorando l'altro sentiero che continua diritto (m. 1085).
Giriamo poi a destra. Più avanti raggiungiamo la radura dove sulla destra è situata la Baita degli Alpini.
Tempo impiegato: ore 1.10 - Dislivello: m. 420
Data escursione: dicembre 2014
Secondo itinerario: da Fuipiano al Brembo (fraz. di S. Giovanni Bianco)
Con la statale 470 della Val Brembana arriviamo a San Giovanni Bianco.
Dopo il benzinaio IP e prima di arrivare in centro, prendiamo la strada che inizia con un tornante sinistrorso e conduce a Fuipiano al Brembo.
Raggiunta questa frazione lasciamo la strada che continua verso Alino (dove inizia il precedente itinerario) e parcheggiamo la macchina davanti alla
chiesa (Via Fuipiano Centro - m. 470).
Volgendo le spalle alla chiesa, ci incamminiamo in leggera salita su di una stradina asfaltata, passando accanto al cassonetto per la raccolta di
indumenti e scarpe usate.
Dopo un tornante destrorso la strada diventa sterrata. Un cartello indica la Via Busi Cariani [si tratta di un pittore nato a Fuipiano 1485-1547].
Subito lasciamo la sterrata per prendere un sentiero, marcato da bolli gialli, che si stacca alla destra e sale con piccoli gradini (m. 480).
Alla sinistra c'è un traliccio dell'alta tensione mentre alla destra ci accompagnano dei vecchi paletti che reggono due cavi.
Quasi in piano pieghiamo a sinistra e attraversiamo un prato transitando sotto ai cavi dell'alta tensione.
Raggiungiamo un bosco all'inizio del quale troviamo una santella con il volto di Gesù coronato da spine. Alla destra, incassato nel terreno, scorre un
ruscello.
Protetti alla destra da un muretto in cemento, entriamo nel bosco.
Subito, con un zig-zag destra-sinistra, passiamo alla destra del piccolo corso d'acqua (m. 490).
Camminiamo su un fondo misto di pietre e cemento, protetti alla sinistra da paletti di ferro che reggono due cavi.
Dopo una curva a destra, con un tornante destrorso volgiamo le spalle al ruscello (m. 500).
Ora le protezioni sono alla destra.
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso seguito da due tornanti destra-sinistra.
Arriviamo a Pratosotto (m. 510).
Tra le poche case, giriamo a sinistra passando accanto ad un crocefisso.
Quasi in piano, ci immettiamo su di una sterrata che arriva dalla destra e prosegue davanti a noi. La seguiamo continuando diritto. In alto verso
sinistra vediamo la croce sulla vetta del M. Molinasco. Passiamo sotto ai cavi dell'alta tensione.
In leggera salita, superata una canalina di ferro per lo scolo dell'acqua, arriviamo a Pratosopra (m. 525). Troviamo una tettoia-garage alla sinistra
e una fontana con vasca-lavatoio alla destra.
Passiamo tra le poche case. Alla destra ci sono due panchine.
Troviamo poi un'altra vaschetta-lavatoio alla destra ed un pollaio alla sinistra.
Usciti dall'abitato, piegando leggermente a destra, proseguiamo con un sentiero inerbito tra i campi.
Poco dopo lasciamo a sinistra una vecchia stalla sulla facciata della quale ci sono una croce e la scritta: "Stala Betina" (m. 545).
In leggera salita raggiungiamo un incrocio dove ignoriamo sia la sterrata che prosegue verso sinistra in leggera salita sia quella che scende a
destra. Prendiamo invece l'altra che continua diritto in salita segnalata dal cartello: Ronco, Monte Molinasco.
Cominciamo a trovare delle canaline per lo scolo dell'acqua realizzate collocando di traverso alla sterrata due pali di legno squadrati.
La sterrata si divide in tre e seguiamo quella a sinistra, più larga delle altre.
Percorriamo un tornante destrorso seguito da un'ampia curva a sinistra presso la quale rientra la seconda stradina, quella al centro del precedente
bivio (m. 560).
Lasciamo a sinistra l'acquedotto mentre alla destra vediamo una cascina a un centinaio di metri di distanza.
Dopo una semicurva a destra superiamo un tratto incassato nel terreno circostante. Alla sinistra ci sono delle traversine di legno collocate
orizzontalmente.
Percorriamo una curva a sinistra.
Presso la successiva curva a destra, vediamo una baita in alto a sinistra (m. 590).
Alla destra troviamo alcuni tronchi stesi raso terra come rinforzo alla sterrata.
Dopo una semicurva a destra, raggiungiamo uno slargo (m. 600). La sterrata si divide e, ignorando la stradina alla sinistra, continuiamo diritto quasi
in piano come indicato dal cartello: Ronco, Monte Molinasco.
Vediamo un grande bollo giallo sul tronco di un albero.
Proseguiamo con pochissima pendenza superando alcune semicurve.
Percorriamo un breve tratto in salita.
Continuiamo quasi in piano con un'ampia curva verso destra passando accanto ad una santella con un crocefisso.
Presso una semicurva verso destra, alla sinistra troviamo una sorgente. L'acqua passa in una vasca e poi attraversa la sterrata. Su di un cartello
leggiamo: "Sorgente Acqua della Fame" (m. 610).
Dopo alcuni passi arriviamo ad una biforcazione. Andiamo a sinistra in leggera salita mentre l'altra stradina continua verso destra in leggera discesa.
Percorriamo una curva a sinistra.
Raggiungiamo un'altra biforcazione nel mezzo della quale c'è una santella con un crocefisso. Andiamo a sinistra, come indicato dal cartello: Ronco,
Monte Molinasco, mentre alla destra vediamo una casa.
Percorriamo un lungo tratto leggermente incassato nel terreno circostante. Cominciamo a vedere le belle fioriture bianche degli ellebori (o stelle di
Natale) presenti in grande abbondanza in questi boschi.
Lasciato uno slargo alla sinistra, riprendiamo a salire (m. 645).
Troviamo un masso alla sinistra e arriviamo ad una biforcazione dove, seguendo i bolli gialli, teniamo la sinistra (m. 655).
Una grande freccia gialla su di un tronco indica la nostra direzione di marcia.
In modo abbastanza ripido, percorriamo un lungo tratto durante il quale, uno dopo l'altro, trascuriamo due sentieri che si staccano alla sinistra.
Alla destra, oltre una valletta, vediamo delle pareti di roccia quasi verticali.
Poi la pendenza diminuisce un poco (m. 685).
Presso una curva a sinistra molto ampia, ignoriamo un sentiero che si stacca alla destra (m. 695).
Poco dopo, in leggera salita, percorriamo un tornante destrorso. La stradina ormai si è ridotta a sentiero (m. 715).
Vediamo un masso alla destra.
Continuiamo in salita. Tra gli alberi ci sono delle grosse pietre, da entrambi i lati.
Il sentiero si divide e subito si ricompone dopo aver aggirato degli alberelli nati dallo stesso ceppo (m. 730).
Un altro sentiero si immette salendo dalla destra (m. 755). Un cartello appeso ad un albero indica diritto: Ronco, Alpini Molinasco, Sornadello.
Di tanto in tanto troviamo un bollo giallo.
Dopo un ampio tornante sinistrorso, percorriamo un breve tratto incassato nel terreno circostante (m. 765).
Continuiamo con delle serpentine appena accennate. Attorno ci sono alcuni massi tra gli alberi del bosco.
Nel mezzo del sentiero troviamo una pietra con due bolli gialli (m. 785).
Percorriamo una curva a destra aggirando un masso con un bollo giallo.
Passiamo tra due massi con i bolli e subito giriamo a destra.
Superiamo un tratto incassato tra terreno e pietre seguito da un'altra curva a destra (m. 800).
Vediamo un grande bollo giallo su di un tronco.
Continuiamo con un tornante sinistrorso, seguito da uno zig-zag destra-sinistra e da un tornante destrorso.
Dopo alcune serpentine percorriamo un tornante sinistrorso incassato nel terreno circostante (m. 835).
Alterniamo due tratti con poca pendenza ad uno quasi in piano.
Scavalchiamo un albero nato alla destra e poi cresciuto alla sinistra del sentiero dopo averlo attraversato raso terra formando un gradino.
Continuiamo in salita.
In leggera salita, lasciamo a sinistra delle roccette affioranti dal terreno.
Superiamo un tornante destrorso (m. 860).
In alto a sinistra vediamo una guglia e altre cime.
Dopo un tratto quasi in piano proseguiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita (m. 870).
Percorriamo un tornante sinistrorso.
Alla sinistra vediamo il Menna e l'Arera mentre la guglia ora è di fronte a noi.
All'esterno di un tornante destrorso ci sono delle protezioni con paletti e rami intrecciati (m. 890).
La pendenza aumenta.
Superiamo uno zig-zag sinistra-destra con il sentiero incassato tra il terreno alla sinistra e delle roccette alla destra.
Dopo un tratto quasi in piano, presso un tornante sinistrorso riprendiamo a salire (m. 910).
In leggera salita percorriamo un tornante destrorso passando tra una parete di roccia alla sinistra e delle roccette alla destra.
Pochi passi più avanti troviamo delle rudimentali protezioni con rami e tronchetti. Superiamo un tornante sinistrorso (m. 920).
Riprendiamo a salire e percorriamo un tornante destrorso camminando su fondo roccioso.
Subito dopo troviamo dei tronchetti stesi alla destra come rinforzo al sentiero.
Proseguiamo con poca pendenza su sentiero sterrato.
Percorriamo due tornanti sinistra-destra (m. 930).
Torniamo a salire. Attorniati da roccette superiamo un tornante destrorso e, continuando con minore pendenza, uno sinistrorso (m. 945).
Alcuni passi più avanti ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra.
Saliamo in modo abbastanza ripido e superiamo uno zig-zag sinistra-destra. Vediamo una freccia gialla.
Presso una curva a destra, il sentiero si sdoppia e si ricompone.
Lasciamo a destra un grande faggio (m. 960).
Arrivati davanti a delle roccette, superiamo un tornante sinistrorso subito seguito da uno destrorso tra le roccette stesse.
In leggera salita percorriamo un ampio tornante sinistrorso seguito da un tornante destrorso che possiamo tagliare proseguendo diritto (m. 970).
Presso una curva a destra scavalchiamo un rivolo.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 980).
In salita superiamo uno zig-zag destra-sinistra
Proseguiamo con un tornante destrorso.
Su fondo roccioso percorriamo un tornante sinistrorso (m. 995).
Continuiamo con poca pendenza.
Saliamo alcuni gradini di roccia.
Percorriamo un tornante destrorso.
Proseguiamo con un tornante sinistrorso su fondo roccioso (m. 1010).
Il sentiero si divide per aggirare degli alberi nati dallo stesso ceppo (meglio passare alla destra con dei gradini di pietra) e subito si ricompone.
Continuiamo in salita.
Saliamo un gradino di roccia.
Superiamo uno zig-zag destra-sinistra.
Il sentiero si divide solo per aggirare un albero (m. 1030).
Un cartello appeso ad un albero segnala il divieto di caccia alle persone non autorizzate.
Dopo un breve tratto quasi in piano proseguiamo con poca pendenza (m. 1045).
Percorriamo una curva a sinistra.
Torniamo a salire e, presso una curva a destra, vediamo una freccia gialla su di un tronco (m. 1055).
Prima e dopo una curva a destra, troviamo due cartelli che segnalano il pericolo di incendi.
In questa zona il bosco è formato da alberi di conifere.
Continuiamo poi tra rade betulle (m. 1080).
Sbuchiamo in una radura. La lasciamo a sinistra e, quasi in piano, giriamo a destra (m 1090).
Dopo un tratto in salita proseguiamo con poca pendenza.
Andiamo ad immetterci su di una stradina (m. 1100). I segnavia indicano davanti (riferendosi alla stradina che incontreremo poco dopo andando a
sinistra): Foldone, Cast. Regina; a sinistra: Molinasco, Baita Alpini; a destra: Pz. Grande, Sornadello, B.te Sordad.; dietro: Cornalita, Fuipiano.
Andiamo a sinistra seguendo la stradina quasi in piano.
Poco dopo troviamo una baita alla destra, poco più in alto.
Prima di raggiungere una sterrata, deviamo a sinistra per prendere una stradina chiusa con due paletti che reggono una catena. Un segnale stradale
vieta il transito ai veicoli.
Su di un cartello verde appeso ad un albero leggiamo: Ronco, Baita Alpini. Dopo un tratto in salita proseguiamo quasi in piano e troviamo un tombino
in mezza alla stradina.
In leggera salita percorriamo un'ampia curva a sinistra.
Troviamo un altro tombino.
In leggera discesa raggiungiamo una radura dove giriamo a destra e, quasi in piano, entriamo in una faggeta.
Alla sinistra, tra gli alberi vediamo una tettoia.
Passiamo accanto ad un altro tombino.
Dopo una breve discesa, raggiungiamo la radura in fondo alla quale, proprio di fronte, vediamo la facciata del rifugio.
Tempo impiegato: ore 1.50 - Dislivello: m. 635
Data escursione: febbraio 2017
Monte Molinasco (via normale, versante nord-ovest)
Arrivati alla Baita Alpini Monte Molinasco (m. 1105), seguendo l'indicazione: "Croce del Ronco" su di un cartello appeso ad un albero,
prendiamo un sentiero che, passando alla sinistra della struttura, sale tra pini e qualche betulla.
Vediamo un bollo bianco rosso su di una pietra in mezzo al sentiero.
Dopo un tratto con poca pendenza (m. 1115) continuiamo in salita camminando sopra delle radici affioranti dal terreno.
In leggera salita attraversiamo una radura (m. 1135).
Proseguiamo in salita dapprima tra alberelli e poi anche tra abeti e betulle.
Dopo un tratto con poca pendenza, saliamo in modo abbastanza ripido (m. 1145).
Davanti verso destra, cominciamo a vedere tra gli alberi la cappellina situata poco prima della cima, davanti alla croce.
La pendenza diminuisce un poco (m. 1160).
Passiamo accanto ad una targa di marmo in ricordo di tre persone decedute.
Poco dopo arriviamo in cima.
Pieghiamo a destra, protetti a valle da paletti che reggono una catena e, in lievissima salita, raggiungiamo la croce e la chiesetta (m. 1170).
Dal rifugio abbiamo impiegato 10 minuti per superare un dislivello di m. 65.
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