Il Bivacco Manco è situato in Val Mengasca di Samolaco, poco a monte delle baite dell'Alpe Manco, in posizione dominante sulla sottostante vallata.
Il bivacco, inaugurato nel 1997, è una costruzione in muratura a due piani.
La porta al piano terra è apribile con una chiave attaccata ad una catena appesa al muro. Qui troviamo un rustico con un tavolo e vari attrezzi, un
lavandino e un gabinetto. In una cassetta c'è la chiave che apre la porta del piano superiore.
Il piano superiore è diviso in due locali. Nel primo locale ci sono la cucina con fornello e bombola esterna, lavandino, armadietti con stoviglie,
tavolo con quattro panche e due sedie, stufa, cassapanca con la legna da ardere, cassetta per le offerte. Nel secondo locale ci sono dodici posti
letto completi di materassi e cuscini, mentre le coperte sono in un armadio. C'è anche un estintore. Illuminazione da pannello solare. L'acqua è
reperibile alla fontana situata tra l'Alpe Manco e il bivacco.
Lasciamo la statale 36 al km. 115.2 per prendere alla sinistra la provinciale 2 (cartello: Gordona).
Superato il ponte sul Mera arriviamo a Gordona. All'inizio dell'abitato troviamo una rotonda e andiamo a destra in Via Crezza.
Giriamo poi a sinistra in Via degli Emigranti e acquistiamo il permesso di transito, al costo di 6 euro per un giorno o di 9 euro per due, presso il Bar Doc.
Questo permesso si può pagare anche presso altri locali pubblici, ma questo ha il vantaggio di essere lungo il percorso.
Esponiamo la ricevuta in modo ben visibile sul cruscotto e ripartiamo.
Dopo le ultime case del paese, troviamo un parcheggio alla sinistra e un cartello che avverte che, da questo punto, il traffico è consentito solo ai
mezzi autorizzati (m. 390).
Entriamo nel bosco. Dopo tre chilometri e quattro tornanti arriviamo a Donadivo (m. 737).
La strada prosegue con poca pendenza, alta sopra il Torrente Boggia, addentrandosi nella Val Bodengo.
Arrivati a Prà Pincèe lasciamo la macchina in un parcheggio alla sinistra, di fronte ad una fontana e accanto ad una bacheca con una cartina della
zona (m. 930). I segnavia indicano: Pra Pincèe 917 m.; a sinistra oltre il Torrente Boggia: Alpe Garzelli a ore 0.25, Alpe Campo a ore 2, Bocchetta
del Ledù a ore 3.30; diritto: Strada carrozzabile per Bodengo, Corte Terza, Bivacco del Notaro; dietro: Bruciata, Gordona.
In leggera discesa raggiungiamo una santella, con un quadro raffigurante il Sacro Cuore, situata in fondo al parcheggio.
Prima della santella, alla sinistra c'è il ponticello di ferro con le sponde realizzate con paletti di ferro che reggono due reti di colore verde.
Attraversato il Boggia troviamo tre sentieri. I segnavia indicano a sinistra: Bedolina a ore 0.30, Sorboggia a ore 1, Gordona; diritto: Monte
Garzelli; a destra: Alpe Garzelli a ore 0.30, Alpe Campo a ore 2.10, Bocchetta del Ledù a ore 3.20; dietro: Pra Pincèe. Andiamo a destra, quasi in
piano, costeggiando il torrente.
Saliamo alcuni gradini e continuiamo, quasi in piano, con una rete alla sinistra.
Passiamo accanto ad un masso che si protende obliquamente (m. 925).
Poi giriamo a sinistra e camminiamo su di un lastrone di roccia.
In salita entriamo nel bosco e giriamo a destra.
Alla sinistra vediamo un masso, coperto da muschio, sopra al quale c'è un albero (m. 935).
Subito dopo, in leggera salita, attraversiamo un ruscello. Un cartello segnala il pericolo di carichi sospesi.
Superiamo un altro piccolo ruscello e torniamo a salire.
Un rivolo bagna il sentiero.
Dopo un tratto quasi in piano riprendiamo a salire.
Ci immettiamo su di una sterrata passando accanto ad un ometto al quale dovremo prestare attenzione al ritorno per imboccare il sentiero (m. 955).
Andiamo a destra in leggera salita.
Troviamo delle doppie canaline di ferro, di traverso alla strada, per lo scolo dell'acqua.
Al primo tornante sinistrorso lasciamo la sterrata per riprendere il sentiero (m. 970). I segnavia indicano seguendo la sterrata: Monte Garzelli;
continuando diritto con il sentiero: Alpe Garzelli, Alpe Campo, Bocchetta del Ledù; dietro: Pra Pincèe, Bedolina, Gordona. Un bollo bianco rosso su di
un masso conferma la giusta direzione.
Percorriamo un lungo tratto, con alcune semicurve, su di una mulattiera inerbita circondati da qualche masso, radi alberi, cespugli e felci.
Arriviamo ad un cancelletto. Un cartello invita a richiuderlo dopo il passaggio. Alla sinistra c'è un grande masso.
Notiamo che le pietre nel torrente sono rossastre (m. 990).
Torniamo a salire. Un sentiero scende a destra verso il torrente.
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire.
Lasciamo a destra una zona recintata con una rete (m. 1005).
Proseguiamo con minore pendenza e troviamo un cartello che segnala il pericolo di piene improvvise.
Torniamo a salire tra pini, larici e betulle.
Il sentiero si biforca ma dopo alcuni metri si ricompone (m. 1015).
Alterniamo alcuni tratti quasi in piano ad altri in leggera salita.
Dopo una curva a sinistra riprendiamo a salire.
Con lievi saliscendi percorriamo alcune semicurve camminando tra pietre, rododendri, felci, mirtilli e lamponi.
In salita raggiungiamo un altro cancelletto. Un cartello invita a richiuderlo dopo il passaggio. Davanti vediamo una cascata formata dal torrente (m. 1030).
Proseguiamo quasi in piano. Più avanti ci sono alcune baite raggiungibili con un piccolo sentiero tra l'erba. I segnavia indicano: Loc. Alpe Garzelli;
a sinistra: Alpe Campo. In lontananza, già vediamo spuntare le cime alla testata della valle.
Andiamo a sinistra in leggera salita.
Dopo una curva a destra guadiamo un torrente (m. 1040).
In basso alla destra vediamo le baite dell'alpeggio.
Ora saliamo tra pietre, erba, rododendri e felci.
Poi giriamo a sinistra verso una imponente parete di roccia chiamata la "Caduta dei Giganti" sulla quale sono state tracciate delle vie di
arrampicata. Camminiamo tra betulle e alcuni cespugli di more (m. 1055).
La pendenza aumenta. Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra. In basso alla destra vediamo ancora l'Alpe Garzelli. Dall'alto riusciamo a distinguere
chiaramente le cinque baite, una delle quali è addossata ad un grande masso. Su di un altro masso, in fondo all'alpeggio, vediamo una piccola croce.
Con minore pendenza arriviamo ai piedi della parete di roccia e la seguiamo verso destra (m. 1070).
In salita, giriamo a sinistra e saliamo dei gradini.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1085).
Continuiamo con alcune serpentine tra due pareti di roccia.
Al termine della parete alla destra, giriamo a sinistra e notiamo come l'alta parete alla sinistra abbia dei punti a sbalzo.
Proseguiamo in modo abbastanza ripido tra betulle e felci.
Alcuni tronchetti di legno formano dei gradini che agevolano il cammino.
La pendenza diminuisce un poco (m. 1105).
In modo abbastanza ripido superiamo due tornanti sinistra-destra vicini tra loro.
Giriamo a sinistra e poi percorriamo un tornante destrorso (m. 1125).
Saliamo alcuni gradini di pietra e di legno. Superiamo un tornante sinistrorso (m. 1130).
Poco dopo ne percorriamo uno destrorso, tagliabile alcuni metri prima con una breve scorciatoia.
Proseguiamo con altri due tornanti ravvicinati sinistra-destra (m. 1140).
Percorriamo un tornante sinistrorso più ampio degli altri.
Dopo un tornante destrorso percorriamo uno zig-zag sinistra-destra (m. 1150).
Con rudimentali gradini di pietra superiamo un tornante sinistrorso.
Poi con gradini formati da tronchetti di legno ne superiamo un altro destrorso.
Continuiamo con un tornante sinistrorso (m. 1160).
Agevolati da gradini di pietra percorriamo un tornante destrorso. La pendenza aumenta. Il sentiero si divide solo per aggirare una bassa roccetta.
Dopo altri due zig-zag, percorriamo un ampio tornante sinistrorso e continuiamo con delle serpentine (m. 1180).
La pendenza diminuisce un poco e torniamo ad avvicinarci alla parete di roccia poi giriamo a destra iniziando una sequenza di vari zig-zag (m. 1190).
Ora saliamo in modo abbastanza ripido poi giriamo a sinistra e proseguiamo quasi in piano.
Alla destra un tronco raso terra rinforza il sentiero.
Saliamo alcuni gradini e percorriamo uno zig-zag destra-sinistra.
Con poca pendenza giriamo a destra assecondando un'ansa della montagna e superando un piccolo torrente (m. 1210).
Torniamo a salire e scavalchiamo un rivolo.
Subito dopo percorriamo un tornante sinistrorso. Davanti vediamo una cascata.
Con dei gradini, percorriamo un tornante destrorso all'esterno del quale dell'acqua sorgiva esce da un tubo (m. 1220).
Continuiamo con ripide serpentine.
Poi la pendenza diminuisce un poco e percorriamo due tornanti sinistra-destra vicini tra loro (m. 1230).
Saliamo dei gradini di pietra ben sistemati.
Proseguiamo con altre ripide serpentine.
Percorriamo un tratto un po' esposto alla destra, dapprima quasi in piano e poi in leggera salita. Il sentiero è rinforzato con un asse di legno e
alcuni tronchi fissati raso terra (m. 1245).
Presso una curva a destra, quasi in piano guadiamo un torrente. Attaccato ad una roccia c'è un cavo arrotolato (m. 1255).
Poi saliamo agevolati da alcuni gradini.
Percorriamo tre tornanti sx-dx-sx.
Saliamo altri gradini e proseguiamo con delle serpentine.
Continuiamo ripidamente con gradini ben sistemati (m. 1275).
Presso un tornante sinistrorso, alla destra pare che scenda un sentiero. Lo ignoriamo e continuiamo in modo abbastanza ripido.
Percorriamo due tornanti sinistra-destra (m. 1285).
La pendenza diminuisce un poco ma ben presto riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido.
Presso un tornante sinistrorso vediamo un bollo bianco rotondo (m. 1300).
Il sentiero si divide e subito si ricompone.
Le radici di un pino formano dei gradini.
In leggera salita superiamo un tornante destrorso.
Percorriamo un tratto abbastanza ripido seguito da un altro con poca pendenza (m. 1310).
Dopo un tornante sinistrorso riprendiamo a salire.
Percorriamo un tornante destrorso.
Il sentiero si divide e si ricompone.
Subito dopo un tornante sinistrorso torniamo a salire in modo abbastanza ripido (m. 1320).
Continuiamo con delle serpentine agevolati da rudimentali gradini.
Assecondando un'ansa della montagna, pieghiamo a destra e guadiamo un piccolo ruscello (m. 1335).
La pendenza diminuisce.
Percorriamo un tornante sinistrorso passando sotto due grandi pini (m. 1340).
In modo abbastanza ripido superiamo uno zig-zag destra-sinistra.
Con minore pendenza percorriamo un tornante destrorso e riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido (m. 1350).
Saliamo dei gradini.
Superiamo alcuni tornanti vicini tra loro (m. 1360).
Dopo pochi passi quasi in piano e un tornante sinistrorso, saliamo alcuni gradini e percorriamo un tornante destrorso (m. 1370).
I successivi due tornanti sinistra-destra sono attorniati da varie pietre.
Continuiamo con delle serpentine (m. 1390).
Per un po' i pini lasciano il posto alle betulle. Con poca pendenza percorriamo un'ampia curva a sinistra oltre la quale riprendiamo a salire (m.
1405).
Ora la vegetazione è bassa e, più sotto alla destra, possiamo vedere un torrente.
Il torrente scendendo forma una cascata. Quasi in piano, presso un tornante destrorso, lo guadiamo. Su di una pietra una scritta in bianco indica
l'altezza in metri 1417.
Dopo un tratto con poca pendenza torniamo a salire con dei gradini.
Continuiamo in leggera salita fino ad un tornante sinistrorso oltre il quale proseguiamo in salita con lievi serpentine.
Dopo un tornante sinistrorso, in modo abbastanza ripido ne percorriamo un altro destrorso.
Il sentiero prosegue con uno zig-zag sinistra-destra incassato nel terreno circostante. Vediamo un bollo bianco-rosso a cerchi concentrici (m. 1445).
Camminiamo sopra alcune radici.
Ora saliamo in modo assai ripido (m. 1460).
Oltre ai bolli bianco-rossi ne vediamo anche uno bianco.
Superiamo un tornante sinistrorso incassato nel terreno circostante (m. 1470).
Saliamo con delle serpentine in modo abbastanza ripido. Poi la pendenza diminuisce un poco.
Percorriamo una curva a sinistra e un tratto abbastanza ripido.
Nuovamente la pendenza diminuisce un po'. In questa zona il bosco è composto prevalentemente da faggi.
Quasi in piano percorriamo una curva a sinistra (m. 1485).
Torniamo tra i pini e percorriamo una curva a destra con poca pendenza.
Dopo una curva a sinistra proseguiamo in salita.
Percorriamo una curva a destra. Ora gli alberi sono più radi e vediamo molte felci.
Dopo un tornante sinistrorso proseguiamo in leggera salita. Il bosco è più fitto (m. 1500).
Alterniamo alcuni tratti quasi in piano ad altri con poca pendenza tra radi alberi e arbusti. Davanti e verso destra cominciamo a vedere le cime alla
testata della valle: Pizzo Anna Maria, Pizzo Alterno, Pizzo Ledù, Motto di Campo, Pizzo Rabbi e più a destra il Monte Cucco.
Dopo una curva a sinistra torniamo a salire (m. 1515).
Percorriamo un breve tratto in leggera discesa con gli alberi solo alla sinistra.
Proseguiamo quasi in piano e dopo una curva a sinistra torniamo a salire.
Continuiamo con una curva a destra oltre la quale percorriamo due tratti quasi in piano intervallati da uno in leggera salita.
Un rivolo attraversa il sentiero (m. 1525).
Riprendiamo a salire. Percorriamo un tornante destrorso e proseguiamo con delle serpentine abbastanza ripide.
Poi la pendenza diminuisce un poco mentre camminiamo tra radi alberi.
Proseguiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita.
Guadiamo un ruscello e continuiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita (m. 1545).
Passando sotto ad un grande pino, percorriamo un tornante sinistrorso con il sentiero incassato tra terreno e pietre (m. 1550).
Alterniamo alcuni tratti quasi in piano ad altri con poca pendenza poi torniamo a salire.
Presso un ampio tornante sinistrorso, sotto ad un masso vediamo un quadretto raffigurante la Sindone (m. 1555).
Continuiamo con varie serpentine tra felci, mirtilli e radi alberi.
Il sentiero è bagnato da un rivolo che poco più avanti vediamo sgorgare dal terreno (m. 1575).
Subito dopo saliamo alcuni gradini incassati tra le pietre.
Quasi in piano, presso una curva a destra, guadiamo un torrente (m. 1585).
Torniamo a salire tra radi larici e cespugli.
Proseguiamo con poca pendenza tra pietre e cespugli di mirtilli.
Una scritta in bianco su di una pietra indica l'altezza in m. 1600.
In salita, presso una curva a destra, attraversiamo un ruscelletto che bagna il sentiero.
Continuiamo con poca pendenza tra radi larici.
Proseguiamo con una curva a destra e riprendiamo a salire attorniati da molti mirtilli (m. 1610).
Dopo una curva a sinistra percorriamo due tornanti sinistra-destra.
Arriviamo ad un bivio (m. 1635). I bolli bianco-rossi proseguono verso destra. Alla sinistra non ci sono indicazioni. Una freccia e la scritta Pra
Pincè segnalano il sentiero dal quale proveniamo. Andiamo a destra in leggera salita tra radi larici.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1645).
Continuiamo dapprima in lievissima discesa con alcuni massi alla sinistra e poi quasi in piano con un muro di pietre, sempre alla sinistra.
Torniamo a salire e giriamo a sinistra.
Davanti il panorama si apre e vediamo le cime alla testata della Val Garzelli.
Continuiamo quasi in piano. In basso a destra il torrente forma una cascata. Davanti ci sono le baite dell'Alpe Campo. Giriamo a sinistra e le
raggiungiamo.
Su di una palina leggiamo le seguenti indicazioni: Alpe Campo m. 1652; a sinistra con il sentiero D12: Bocchetta di Campo a ore 0.20, S. Teresa, S.
Pietro a ore 3.30, Alpe Borlasca a ore 1; diritto: Bocchetta del Ledù; dietro: Pra Pincè a ore 1. Quasi tutte le baite dell'alpeggio sono ben
ristrutturate. Bellissima la cerchia di monti che comprende partendo dalla sinistra: il Pizzo Anna Maria (m. 2360) e il Pizzo Alterno (m. 2397) con la
Cima Fontana (m. 2377), la Punta Secondo Sogno (m. 2370) e la Punta Primo Sogno (m. 2372); la Bocchetta della Pizzetta (m. 2246) seguita dalla piccola
Torre Riccardo (m. 2326); poi, preceduto dalla Punta Valli (m. 2445) ecco il Pizzo Ledù (m. 2503); segue il tondeggiante Motto di Campo (m. 2372); la
Bocchetta del Cannone (m. 2274) che conduce al Lago Ledù e al Bivacco Petazzi; il Pizzo Rabbi (o Pizzo Rotondo m. 2452); e dopo
un tratto senza cime chiude la sequenza la più modesta elevazione del Monte Cucco (m. 2081).
Riprendiamo il cammino aggirando alla sinistra le baite dell'alpeggio, dapprima quasi in piano e poi in leggera salita, tra erba, mirtilli e pietre.
Dopo una curva a destra riprendiamo a salire.
Percorriamo tre tornanti dx-sx-dx (m. 1670).
Con minore pendenza saliamo alcuni gradini di pietra.
Quasi in piano, circondati da moltissimi cespugli di mirtilli, percorriamo un tornante destrorso (m. 1680).
Riprendiamo a salire, tra radi larici e rododendri, con alcune serpentine, a volte con dei gradini.
Passiamo sopra ad una lastra di pietra (m. 1695).
Ora il fondo del sentiero è roccioso. Oltre agli abbondanti mirtilli troviamo anche alcuni lamponi.
Dopo una curva a destra saliamo in modo abbastanza ripido con alcune serpentine. In alcuni punti ci sono dei gradini di pietra.
Percorriamo una curva a sinistra (m. 1715).
Arriviamo ad un bivio (m. 1730). I segnavia indicano diritto: Alpe Borlasca; a destra: Alpe Manco; dietro: Alpe Campo. Andiamo a destra seguendo
tracce di sentiero tra l'erba.
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire (m. 1745).
Poi giriamo a sinistra verso una roccia sormontata da un vecchio albero morto e privo di corteccia. Alla destra c'è una pozza (m. 1750).
Proseguiamo alla sinistra della roccia tra radi larici e cespugli.
Percorriamo una curva a destra e saliamo dei gradini ben sistemati.
In leggera salita, lasciamo a destra l'albero sopra alla roccia (m. 1760).
Proseguiamo verso sinistra in modo abbastanza ripido.
Continuiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita tra larici, rododendri e mirtilli.
Quasi in piano, vediamo su di un masso una freccia con due punte che indicano le due direzioni (m. 1780).
Torniamo a salire, con delle roccette alla sinistra, camminando tra erba e rododendri.
Superiamo un tornante sinistrorso.
Passiamo tra alcuni massi.
Percorriamo una curva a destra, sempre con delle roccette alla sinistra.
Dopo un tratto quasi in piano torniamo a salire. Alla destra, tra radi larici, torniamo a vedere le cime alla testata della valle. (m. 1795).
Percorriamo un tratto quasi in piano e vediamo un bollo bianco rotondo (m. 1810).
Continuiamo tra pietre, mirtilli e rododendri dapprima in salita e poi con minore pendenza o quasi in piano.
Su di una lastra di pietra vediamo un bollo bianco ed un altro giallo-rosso.
Un rigagnolo infanga una zona che aggiriamo alla destra.
Torniamo a salire, tenendoci alla destra, in un valloncello. Alla sinistra c'è un rudere.
Poi pieghiamo a destra. La pendenza aumenta (m. 1835).
Troviamo un bollo bianco ed un piccolo ometto.
Superato un altro piccolo ometto, la pendenza diminuisce un poco.
Su pallide tracce tra l'erba raggiungiamo un valico tra rocce (m. 1850).
Dopo un tratto quasi in piano riprendiamo a salire e ci avviciniamo alla parete rocciosa situata alla sinistra ai piedi della quale troviamo un ometto
(m. 1855).
Proseguiamo in salita, a mezza costa. In basso a destra ci sono delle pietre franate.
La pendenza aumenta (m. 1870).
Percorriamo un tornante sinistrorso.
Proseguiamo con una parete di roccia alla destra.
Al termine di questa salita troviamo dei bolli bianco rossi e giallo rossi (m. 1895).
Quasi in piano tra l'erba giriamo a destra.
Continuiamo in salita tra erba e rododendri.
Arrivati ad un altro bollo bianco, giriamo a destra e torniamo a salire, in modo abbastanza ripido, in un largo canale erboso. Troviamo altri bolli bianchi.
Percorriamo un tratto con poca pendenza e riprendiamo a salire tra delle pietre (m. 1910).
In leggera salita raggiungiamo la Bocchetta di Campo (m. 1921). Alla destra c'è una pozza. Davanti possiamo vedere il sottostante Piano di Chiavenna e
le cime di fronte.
Proseguiamo diritto in discesa tra l'erba fino ad un bollo bianco-rosso che ci manda a destra (m. 1910).
Percorriamo un tratto in leggera discesa cominciando il lungo traverso a mezza costa che ci porterà all'Alpe Manco che cominciamo a vedere.
Poi la pendenza aumenta e scendiamo tra pietre, erba e rododendri seguendo vari bolli bianco-rossi, giallo-rossi o bianchi.
Passiamo sopra ad una lastra di pietra con un bollo bianco (m. 1885).
Seguiamo sempre i bolli, a volte senza traccia.
Scendiamo in modo abbastanza ripido.
Percorriamo un tratto quasi in piano e riprendiamo a scendere (m. 1865).
Dopo un altro tratto quasi in piano scendiamo passando tra alcune pietre.
Percorriamo un tratto con minore pendenza e continuiamo in discesa attorniati da parecchi cespugli di rododendro (m. 1845).
Poi, in leggera discesa, percorriamo un tratto su fondo roccioso (m. 1830).
Continuiamo in discesa. Dopo alcuni passi quasi in piano riprendiamo a scendere alternando tratti più o meno ripidi (m. 1820).
Torniamo a vedere le baite dell'Alpe Manco (m. 1800).
Giriamo a destra e poi a sinistra. La pendenza diminuisce.
Dopo un tratto quasi in piano riprendiamo a scendere. Passiamo accanto ad un ometto. Dall'alto le baite dell'alpeggio sembrano tutte in rovina. Il
bivacco ancora non si vede.
Davanti ad un grosso masso, pieghiamo a sinistra (m. 1770).
Percorriamo un tornante sinistrorso passando accanto ad un ometto.
Scendiamo ripidamente poi, con poca pendenza, raggiungiamo una fontana con vasca di legno (m. 1750). Davanti ci sono le baite dell'alpeggio. Alla
sinistra vediamo il bivacco.
Andiamo a sinistra, quasi in piano, lasciando a destra una baita.
Poi in leggera salita, raggiungiamo il bivacco.
Tempo impiegato: ore 3.30 - Dislivello: m. 1000 -180
Data escursione: settembre 2014
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