Il Rifugio al Lago del Mortirolo è situato sulla sponda nordorientale dell'omonimo lago.
Primo itinerario: dal Mortirolo
Possiamo raggiungere il Mortirolo con diverse strade: da Mazzo di Valtellina (la più ripida e cara ai ciclisti), dal Passo dell'Aprica (la più lunga e
arzigogolata) e da Monno (la più tranquilla).
a) da Mazzo di Valtellina (nord).
Lasciamo la statale 38 al km. 72.9. Poco dopo, al termine della strada, giriamo a destra seguendo le indicazioni per Mazzo.
Dopo un curvone verso destra prendiamo una strada sulla sinistra all'inizio della quale viene indicato il Passo del Mortirolo. Superiamo alcune curve,
seguendo le numerose indicazioni, e arriviamo al tornante n. 33, il primo di una lunga sequenza (i tornanti sono numerati in ordine decrescente).
Al tornante n. 11, nel punto più ripido (pendenza 18%), è stato collocato un monumento dedicato all'indimenticato campione Marco Pantani.
Al tornante n. 8 dalla sinistra si immette una variante che proviene da Grosio.
Poco prima del tornante n. 4, una sterrata si stacca a sinistra e, costeggiando un laghetto, conduce al Rifugio Antonioli.
Proseguendo con la strada asfaltata arriviamo al Passo del Mortirolo, segnalato da un cippo (m. 1852).
Continuando quasi in piano raggiungiamo lo slargo dove confluiscono dalla sinistra la strada da Monno e dalla destra quella dall'Aprica.
b) dall'Aprica (ovest).
Lasciamo al statale 38 della Valtellina a Tresenda, al km. 54.8, e con la provinciale 38 raggiungiamo il Passo dell'Aprica.
Oltre il passo cominciamo a scendere poi, seguendo le indicazioni per Trivigno, prendiamo una strada che si stacca a sinistra.
Passiamo per il Pian di Gembro e iniziamo una serie di giri e saliscendi al termine dei quali raggiungiamo lo slargo dove dalla sinistra arriva la
strada da Mazzo e dalla destra quella da Monno.
c) da Monno (sud).
Lasciamo la statale 42 della Valle Camonica al km. 123.2 per prendere a sinistra la provinciale 81 con la quale attraversiamo Monno e proseguiamo verso
il Mortirolo.
Con questa strada, dopo una diecina di chilometri, superati due alberghi, prima di arrivare allo slargo dove dalla sinistra arriva la strada che
proviene dall'Aprica e dalla destra quella da Mazzo di Valtellina, troviamo sulla sinistra due stradine sterrate (m. 1830). La prima conduce ad un
agriturismo e la seconda al Rifugio al Lago del Mortirolo.
Qualunque sia la strada di accesso fin qui utilizzata, ci ritroviamo all'inizio di questa sterrata che è percorribile in auto solo se in possesso dell'apposita autorizzazione.
Lasciamo pertanto la macchina a bordo della strada e iniziamo questa breve camminata (km. 1.2).
Il primo tratto è in discesa tra pini e larici, con un prato alla sinistra.
Dopo una curva a sinistra proseguiamo quasi in piano tra i prati (m. 1815).
Ignoriamo una stradina che si stacca alla sinistra e si dirige verso una casa.
Continuiamo in leggera salita. Un ruscello attraversa la sterrata passandole sotto. Cominciamo a trovare della canaline di metallo, per lo scolo
dell'acqua, poste di traverso alla strada.
Proseguiamo in salita. Vediamo dei bolli di colore verde-bianco-rosso.
Troviamo poi alla sinistra delle protezioni in legno mentre alla destra c'è una roccia (m. 1830).
Percorriamo un tratto con minore pendenza.
Quasi in piano superiamo una ampia curva a destra subito seguita da un'altra curva a sinistra (m. 1835).
Proseguiamo tra i larici, con una curva a destra.
Torniamo a scendere e superiamo una curva a sinistra (m. 1830).
Quasi in piano ne percorriamo un'altra a destra oltre la quale proseguiamo in discesa.
Percorriamo altre due curve sinistra-destra; sotto la prima scorre un rivolo.
Ad una biforcazione, seguendo i bolli tricolore, andiamo a destra con un tornante, quasi in piano (m. 1815).
Alla sinistra cominciamo a vedere il lago e il rifugio.
Percorriamo una curva a sinistra mentre un rivolo attraversa passando sotto alla sterrata.
In leggera discesa arriviamo ad una curva a destra dove transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione.
Dopo la successiva curva a sinistra, la strada diventa acciottolata (m. 1805).
Un cartellone informa che la sistemazione della strada è stata effettuata con il contributo del "Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale".
Ancora una curva verso destra e raggiungiamo il rifugio. Il lago è sulla destra, davanti alla facciata del rifugio, e vi si può praticare la pesca sportiva di trote.
Tempo impiegato: ore 0.25 - Dislivello: m. +20 -60
Data escursione: agosto 2014
Secondo itinerario: da Monno
Lasciamo la statale 42 della Valle Camonica al km. 123.2 per prendere a sinistra la provinciale 81 del Mortirolo.
Raggiungiamo e oltrepassiamo Monno.
Parcheggiamo nello slargo a monte del campo sportivo che troviamo alla sinistra della strada (m. 1160) ma potremmo anche proseguire per altri 400 metri fino al tornante destrorso contrassegnato dal n.
12 dove lo spazio per lasciare la macchina è minore (m. 1225).
Seguiamo la strada in leggera salita e troviamo uno slargo alla destra dove vediamo una fontana con una grande vasca in cemento.
Poco dopo troviamo una casa alla sinistra e un sentiero che retrocede alla destra in salita (m. 1180).
Percorriamo un'ampia semicurva verso destra accompagnati da protezioni di ferro dipinte di grigio sul lato sinistro della strada.
Proseguiamo in salita. Troviamo una vecchia casa alla destra e subito dopo altre due a sinistra (m. 1200).
Alla sinistra c'è un piccolo parcheggio (m. 1215).
Un segnale stradale preannuncia il vicino tornante. Continuiamo con poca pendenza.
Al tornante n. 12 prendiamo la stradina asfaltata che continua diritto, segnalata dal cartello: "vecchia mulattiera Passo del Mortirolo" (m. 1225). Alla destra ci sono un crocefisso e
un cartellone che narra di un presunto passaggio di Carlo Magno da queste parti. Alla sinistra ci sono una baita e il primo di una serie di segnavia con tettuccio, molto colorati; questo
indica: "Mustü m. 1226". Un segnale stradale vieta il transito ai veicoli eccetto quelli autorizzati.
Tra gli alberi e con una staccionata di legno alla sinistra percorriamo una curva verso sinistra (m. 1235). Troviamo la prima di una serie di canaline, a volte di metallo altre di cemento, di traverso alla
strada per lo scolo dell'acqua.
Passiamo sotto a un cavo.
Continuiamo in salita (m. 1250).
Troviamo un casello dell'acquedotto alla destra e una vecchia baita alla sinistra (m. 1255).
Passiamo sotto a un altro cavo (m. 1265).
Alla sinistra, un tratto privo di alberi consente una prima veduta sui monti (m. 1270).
Torniamo tra gli alberi.
Superiamo una grata per lo scolo dell'acqua collocata di traverso alla stradina (m. 1280).
Presso un altro tratto senza alberi lasciamo a sinistra una vecchia baita con il tetto in lamiera e torniamo a vedere i monti. Alla destra ci sono alcuni massi e il bosco (m 1285).
Continuiamo in leggera salita. Ad una biforcazione trascuriamo la sterrata che si stacca alla sinistra. Il secondo segnavia colorato e con tettuccio indica: "Pradalare m. 1308" (m. 1300).
Per un tratto anche alla sinistra ci sono degli alberi poi torniamo a vedere il panorama sui monti. Camminiamo tra un muretto di pietre alla sinistra e un muro alla destra (m. 1315).
Troviamo una baita alla sinistra; altre due le vediamo più sotto (m. 1325).
Ora gli alberi sono meno vicini alla stradina e camminiamo sotto al sole. Alla destra c'è uno slargo.
Un rivolo, che scorre alla destra, entra in una grata collocata di traverso della stradina.
Proseguiamo attorniati da radi alberi da ambo i lati.
Alla sinistra troviamo la Baita Prà de Lares e ignoriamo una stradina che sale a destra chiusa da due stanghe (m. 1335).
Continuiamo con una staccionata e con il bosco alla sinistra mentre il pendio che sale a destra è coperto da un prato. Cominciamo a sentiero il rumore del Torrente Mortirolo.
Presso una curva verso sinistra vediamo il rivolo che scende dalla montagna alla destra e costeggia la stradina fino a cadere nella grata precedentemente incontrata. Alla destra c'è uno slargo. Proseguiamo
nel bosco (m. 1350).
Vediamo un bollo rosso su di una roccia alla destra.
Ad una biforcazione trascuriamo la sterrata che esce a sinistra. In questo punto alla sinistra non ci sono alberi (m. 1360).
Alla destra vediamo un bollo rosso.
Alla sinistra troviamo una piazzola di interscambio veicoli e un cartello di divieto di sosta mentre alla destra sale una stradina chiusa da una sbarra di ferro (m. 1375).
Alla sinistra c'è un prato. Un rivolo, dopo aver seguito per un tratto il lato destro della stradina, entra in una grata (m. 1380).
Proseguiamo in salita. Passiamo sotto a un cavo.
Alla sinistra troviamo una vecchia baita a due piani. Dalla destra scende il rivolo che poco sotto entra nella grata (m. 1400).
Continuiamo in leggera salita nel bosco. In alto, tre cavi seguono la stradina in parallelo. In basso alla sinistra scorre il torrente (m. 1410).
Vediamo un bollo rosso-bianco-rosso su di una roccetta alla destra. Alla sinistra c'è una staccionata di legno. All'inizio di una stradina che sale a destra, un cartello segnala il divieto di transito
ai veicoli eccetto quelli autorizzati. Percorriamo un ampio tornante destrorso trascurando una sterrata che prosegue diritto. Il terzo segnavia colorato e con tettuccio indica: "Vià de Sternorio,
Località Ruc m. 1420". Seguiamo la stradina asfaltata (m. 1420).
Alla sinistra scorre un rivolo. Passiamo sotto a tre cavi e poco dopo sotto ad un altro. Lasciamo a sinistra un piccolo baitello in cemento (m. 1430).
Riprendiamo a salire.
Alla sinistra ci sono due baite affiancate e l'insegna: "Tabla di Ruc 1420". Alla destra un ruscelletto fa un saltello (m. 1450).
Continuiamo nel bosco e superiamo due curve vicine sinistra-destra (m. 1455).
Alla sinistra c'è un prato e vediamo due serie di pali di legno, una con tre cavi e l'altra con uno solo (m. 1465).
Dopo un tratto in salita proseguiamo con poca pendenza.
Una grata raccoglie raccoglie dell'acqua che scende dalla destra.
Dopo una curva verso sinistra riprendiamo a salire (m. 1480).
Su di una roccia alla destra vediamo un bollo rosso.
Passiamo sotto ai primi tre cavi e subito dopo all'altro (m. 1495).
Su di una roccia alla destra vediamo una freccia rossa mentre alla sinistra c'è una staccionata di legno che termina presso una semicurva verso destra.
Continuiamo con pochissima pendenza e troviamo due slarghi con delle pietre piatte, uno per lato.
Ad una biforcazione abbandoniamo la stradina asfaltata e prendiamo la sterrata alla sinistra (m. 1510). Il quarto segnavia colorato e con tettuccio informa: "Via del Lac, Cornèl m.
1505". Altri segnavia indicano a sinistra: Rifugio Lago del Mortirolo a un'ora e segnalano i percorsi invernali con le ciaspole n. 12-13-14.
Alla sinistra ci sono dei paletti che reggono tre cavi. Alla destra una freccia rossa su di un masso invita a proseguire.
Subito dopo ignoriamo la sterrata a sinistra che scende al Torrente Mortirolo, lo attraversa con un guado e prosegue in salita. Continuiamo diritto con poca pendenza.
Con la sterrata incassata nel terreno circostante, superiamo una curva verso sinistra, tra gli alberi.
Continuiamo quasi in piano.
Al termine del tratto incassato, percorriamo un tornante destrorso. Alla sinistra c'è una recinzione (m. 1520).
Alla sinistra scorre il torrente.
Proseguiamo in leggera salita. In alto a destra, vediamo una vecchia baita in un prato.
Quasi in piano, dopo una curva verso sinistra, attraversiamo il vecchio ponte di pietra che la tradizione fa risalire a Carlo Magno.
Dopo il ponte giriamo a destra e proseguiamo fiancheggiando l'altra sponda del Torrente Mortirolo.
Superiamo una curva verso sinistra e continuiamo in leggera salita.
Ignoriamo una stradina con il fondo in cemento che sale a sinistra e continuiamo diritto come indicato dal segnavia del percorso invernale con le ciaspole n. 14.
Presso un tornante destrorso, attraversiamo un cancello verde che troviamo aperto e superiamo un ruscello che passa sotto alla sterrata (m. 1535).
Continuiamo con prati alla sinistra e il bosco alla destra.
Dopo una curva verso sinistra, la sterrata attraversa un prato e dopo la successiva verso destra continua tra radi alberi. Vediamo un bollo rosso su di un larice. Alla destra appare la Cima Grom (m. 1545).
Proseguiamo in salita (m. 1560).
Un rivolo attraversa la sterrata scorrendo in una canalina di metallo (m. 1565).
In modo abbastanza ripido superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1570).
Continuiamo con poca pendenza e con un'altra semicurva a sinistra (m. 1580).
Subito dopo, ad una biforcazione, trascuriamo la sterrata che sale a sinistra verso alcune baite e continuiamo diritto con una vecchia mulattiera nel bosco (m. 1585).
Poco dopo riprendiamo a salire.
Ignoriamo una stradina che sale a sinistra e proseguiamo diritto in leggera salita come indicato da un bollo rosso (m. 1600).
Un rivolo attraversa da sinistra a destra scorrendo in una canalina di cemento.
Pochi passi più avanti vediamo il rivolo che scende dalla sinistra e, dopo essere passato in un bidoncino blu, prosegue la sua corsa a lato della mulattiera.
Ora la mulattiera è inerbita e prosegue in salita.
Lasciamo a destra delle roccette e continuiamo tra gli alberi (m. 1610).
Presso un ampio tornante sinistrorso vediamo un bollo rosso su di un giovane larice (m. 1620).
Con il fondo lastricato percorriamo un tornante destrorso (m. 1625).
Torniamo a camminare sulla mulattiera inerbita a superiamo una curva verso sinistra.
Dopo pochi passi quasi in piano riprendiamo a salire (m. 1635). Alla destra scorre il torrente mentre alla sinistra vediamo una baita all'interno di una recinzione con paletti di legno.
Raggiungiamo un baitello e la stradina che alla sinistra sale alla baita. Qui giriamo a destra e guadiamo il torrente (m. 1645).
Continuiamo in salita tra erba e qualche albero.
Dopo una semicurva verso sinistra, davanti vediamo una casa (m. 1655) e con un sentiero inerbito la raggiungiamo (m. 1675).
Quasi in piano, con uno zig-zag sinistra-destra, la aggiriamo. In alto a sinistra vediamo una vecchia cascina.
Continuiamo in salita con una sterrata inerbita attorniata dai prati. In alto a sinistra c'è un muro di pietre e più sopra una casa.
Superiamo una semicurva verso sinistra e andiamo ad immetterci su di una sterrata. I segnavia indicano a sinistra: Lago, Moiàc 22. Seguiamo la sterrata verso sinistra trascurando sia la sterrata
verso destra (dove vediamo una fontana) che ritorna sulla SP 81 raggiungendola nei pressi della Chiesa di San Giacomo, che un'altra sterrata che prosegue diritto in salita (m. 1710).
Percorriamo un tratto in leggera discesa e uno in discesa.
Dopo una semicurva verso sinistra continuiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera discesa con altre semicurve (m. 1700).
Alla sinistra, oltre una recinzione, vediamo la Baita Ronco.
Lasciamo a destra un'altra baita, poco prima di un tornante sinistrorso che un ruscello attraversa passando sotto alla sterrata.
Proseguiamo con pochissima pendenza. Su di un muretto alla destra vediamo un segnavia tricolore.
Arriviamo ad un bivio (m. 1705). I segnavia indicano: Sentiero dei Boschi; diritto: Baite Stentorio; a destra: al Lago del Mortirolo, Rifugio al Lago, Moiàc 22, percorso ciaspole n. 14. Andiamo a
destra e saliamo in modo abbastanza ripido.
Alla destra abbiamo una fila di paletti di legno (qualcuno con un bollo rosso) che reggono due cavi.
Dopo una curva verso destra, continuiamo con poca pendenza e subito troviamo un bivio. Andiamo a sinistra come indicato da un bollo tricolore (m. 1720).
Alla sinistra ci sono degli alberi; alla destra un muretto di pietre a secco e un prato.
Poco dopo, il muretto prosegue verso destra mentre un cartello appeso ad un albero indica diritto il Lago del Mortirolo. Un segnale stradale vieta il transito ai veicoli. C'è anche un bollo tricolore.
Fatti pochi passi, percorriamo un tornante destrorso e riprendiamo a salire (m. 1730).
Continuiamo con pochissima pendenza (m. 1740).
Vediamo una baita in un prato, poco sotto alla destra. In alto a destra torniamo a vedere la piramide di Cima Grom.
Alla destra ci sono dei paletti di legno che reggono un cavo.
In leggera salita superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1750).
Vediamo un bollo tricolore su di una pietra alla destra (m. 1755) e poi un altro su di una pietra alla sinistra (m. 1765).
In salita transitiamo sotto a sei cavi dell'alta tensione (m. 1770).
Proseguiamo con poca pendenza. Vediamo un bollo rosso su di un larice e uno tricolore sul successivo (m. 1780).
Dopo un tratto quasi in piano proseguiamo in leggera salita.
Raggiungiamo un cartellone che parla del "Trekking delle Malghe".
Giriamo a destra e, in leggera discesa, raggiungiamo la sponda orientale del lago. Il rifugio è sulla destra in posizione leggermente sopraelevata (m. 1785).
Tempo impiegato: ore 2 - Dislivello m. 640 -15
Data escursione: giugno 2019
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