Il Rifugio Dumenza è situato in località Alpe Bovis, sulle pendici sudoccidentali del Monte Lema (m. 1621) ed è stato ricavato nel 2013 dalla
ristrutturazione di una preesistente costruzione.
All'interno, nella cucina, ci sono solo due tavoli. Altri possono essere collocati all'esterno nel portico che fa anche da legnaia e nello spiazzo
antistante. Per fermarsi a pranzo (soprattutto nel periodo invernale) è opportuno prenotare.
Primo itinerario: dall'Alpone sulla strada per Pradecolo
a) da Lugano
Lasciamo l'autostrada A2 al km. 22, all'uscita 50 di Lugano Sud, e più avanti in località Paradiso prendiamo la strada a sinistra seguendo le indicazioni per Bellinzona e Ponte Tresa.
Se invece non utilizziamo l'autostrada, a Paradiso lasciamo il lungolago girando a sinistra, e arriviamo in questo punto dalla direzione opposta, per
cui dobbiamo proseguire verso destra.
Più avanti giriamo a sinistra (cartelli: Ponte Tresa e Sorengo).
A Sorengo ci immettiamo su di un'altra strada mantenendo la stessa direzione (cartelli: Ponte Tresa e Agno).
Seguiamo questa strada, continuando diritto alle rotonde, e passiamo per Agno, Magliaso e Caslano.
Pochi metri prima della dogana di Ponte Tresa giriamo a destra e costeggiamo il Fiume Tresa per alcuni chilometri.
Rientriamo in Italia al valico di Fornasette. La strada diventa la provinciale 6 bis.
Più avanti giriamo a destra (cartello: Dumenza). Superiamo Longhirolo e Torbera. La strada termina presso una rotonda dove giriamo a sinistra.
Ad uno stop proseguiamo diritto immettendoci sulla provinciale 6 (cartelli: Curiglia e Agra).
Superiamo Dumenza, Runo, Stivigliano e Due Cossani.
Al km. 6 della provinciale, al bivio Cinquevie, giriamo a destra verso Pradecolo. La strada ora è più stretta e sale con parecchi tornanti che, in
qualche caso, possono richiedere una doppia manovra.
Dopo km. 4.5 e 25 tornanti troviamo alla sinistra il cancello dell'Alpone e alla destra l'inizio della stradina sterrata che conduce al rifugio (m. 975).
b) da Luino
Dal lungolago di Luino, in direzione nord, poco prima della fine del paese, lasciamo la statale 394 per prendere sulla destra la provinciale 6 con la
quale saliamo a Dumenza. Proseguiamo poi come precedentemente descritto.
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Lasciamo la macchina in un piccolo parcheggio alla destra della strada. Su di un cassottello vediamo un cartello con una freccia che indica verso
destra: Rifugio Dumenza Alpe Bovis m. 941, Cima Monte Lema, Sentiero degli alpeggi al Monte Lema (m. 1621), Alpe Giani, Alpe Bovis, Prà Bernardo, Prà
Fontana, Alpe Dumenza.
Alla destra si stacca una sterrata, chiusa da una sbarra, all'inizio della quale un altro cartello segnala:
Rifugio Dumenza all'Alpe Bovis (m. 941) a circa 30 minuti, Prà Bernardo (m. 1096) a 50 minuti, Prà Fontana (m. 1156) a ore 1.10, Alpetto (m. 1390),
Cima Monte Lema (m. 1621) a ore 2.30. Viene anche indicato se il rifugio è aperto o chiuso.
Ci incamminiamo quasi in piano tra betulle, faggi e castagni, lasciando a destra un rudere.
Dopo una curva a sinistra iniziamo a scendere, anche se inizialmente con poca pendenza.
Al termine della discesa, troviamo sulla sinistra un casello dell'acquedotto e un rudere; alla destra invece oltre ad un altro rudere c'è anche una
baita ristrutturata (m. 940).
Continuiamo quasi in piano. Gli alberi sono più radi.
Incrociamo un ruscello che troviamo asciutto e, subito dopo, in leggera salita rientriamo nel bosco.
Un rivolo attraversa la sterrata. Continuiamo quasi in piano e troviamo altri ruderi: due alla sinistra e uno alla destra (m. 950).
Poi riprendiamo a scendere.
Dopo una curva a sinistra, quasi in piano, guadiamo un torrente.
Lasciamo a sinistra un altro rudere (m. 935).
Proseguiamo con un vecchio muretto a secco alla sinistra.
Superiamo una curva a sinistra e continuiamo in discesa.
Presso una curva a destra guadiamo un ruscello. Alla sinistra ci sono dei tronchi posti in orizzontale come contenimento e protezione.
Dopo pochi passi in piano, lasciamo un rudere alla sinistra e torniamo a scendere.
Percorriamo una curva a sinistra. Qui nel periodo invernale inizia un tratto in ombra.
Scendiamo fino al Torrente Colmegnino, che guadiamo presso un tornante destrorso, e riprendiamo a salire (m. 910).
Al termine della salita, presso una curva a sinistra, torniamo al sole e proseguiamo quasi in piano (m. 935). Un cartello indica a sinistra: Monte
Lema; un altro dietro: Alpone C. Proserpio. Dalla destra si immette il sentiero descritto nel terzo itinerario che proviene da Due Cossani.
Poco dopo troviamo un altro cartello che indica davanti l'Alpe Bovis e il Rifugio Dumenza.
Dopo un tratto in leggera discesa, riprendiamo a salire (m. 930).
Lasciamo a sinistra una grande roccia.
Percorriamo un breve tratto quasi in piano e torniamo a salire.
Al termine della salita troviamo sulla destra due sentieri. Ignorando il primo, un cartello obliquo indica con il secondo in salita: Deviazione
Belvedere del Bovis; diritto: Rifugio Dumenza a 10 minuti (in su de chi o giò de là!)
Poi, quasi in piano, arriviamo ad un bivio (m. 950). I segnavia indicano diritto: Alpe Bovis, Rifugio Dumenza a 5 minuti; a sinistra: Prà Bernardo a
20 minuti, Prà Fontana a 40 minuti, Cima M. Lema a ore 2.
Continuiamo diritto in lievissima discesa.
Troviamo due muretti a secco alla sinistra: uno che si stacca verso l'interno e l'altro che segue la sterrata.
Alla sinistra tra gli alberi cominciamo a vedere il rifugio.
In discesa percorriamo una curva a sinistra.
Poi, quasi in piano, lasciamo a destra due rudimentali panche di pietra e raggiungiamo il rifugio.
Tempo impiegato: ore 0.30 - Dislivello: m. +60 -94
Data escursione: dicembre 2013 - maggio 2014
Secondo itinerario: da Dumenza (località Trezzino)
Come descritto all'inizio del precedente itinerario arriviamo a Dumenza.
Attraversando l'abitato con la provinciale 6 raggiungiamo la piazzetta con il monumento ai caduti e proseguiamo con Via XX Settembre addentrandoci
nella frazione Trezzino.
Lasciamo la macchina in un vasto parcheggio sulla sinistra e ci incamminiamo nella stessa direzione, in leggera salita tra le case, seguendo i bolli
bianco rossi (m. 460).
Alla sinistra, al civico 29, vediamo una targa con una foto e una scritta: "Qui nacque il giorno 8 ottobre 1881 Vincenzo Peruggia, che trafugò la
Gioconda di Leonardo da Vinci il 21 agosto 1911".
La strada diventa più stretta. Lasciamo a destra Via Rossini.
Su di un cartello leggiamo: "Località Pezzace inf." e con un ponte superiamo un torrente che scorre molto più in basso.
Troviamo poi una santella e una fontana alla sinistra. Alla destra invece ci sono un lavatoio e una mulattiera a gradini che conduce al Santuario di Trezzo
e al Valico di Astana (m. 470).
Proseguiamo nel bosco passando accanto alle ultime case della frazione.
Percorriamo tre curve: sx-dx-sx.
Arriviamo ad un bivio (m. 490). Su di un cartello ci sono delle indicazioni; a sinistra: Vigona, Pezzacce, Ponte delle
Stalle; a destra: Bois, Cortesello, Primo Fiume, Sirano. Andiamo a destra passando accanto a due segnavia che indicano la tappa n. 8 della Via Verde
Varesina da Dumenza a Curiglia. Un cartello in legno segnala invece il Sentiero Antonio Zaccheo per l'Alpe Fontana e il Monte Lema.
Proseguiamo in salita tra case e muretti di recinzione. Su di una casa leggiamo: "Ronchetto m. 500".
Ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra.
Continuiamo con il bosco alla sinistra e un muro alla destra.
In leggera salita arriviamo ad un bivio (m. 520). Un cartello della 3V indica Curiglia a sinistra e Dumenza dietro.
Andiamo a sinistra con una stradina sterrata. Alla sinistra c'è il bosco e alla destra il muro di una vecchia casa sul quale un cartello rosso segnala:
1° itinerario - Primo Fiume. Un altro cartello avverte di prestare attenzione per possibili battute al cinghiale.
Lasciamo a sinistra due baitelli senza l'uscio e proseguiamo con pochissima pendenza. In basso a sinistra scorre un torrente.
Dopo una curva a destra percorriamo un tratto in leggera discesa (m. 525).
Alla destra troviamo un casello dell'acquedotto ed una fontana.
Dopo una curva a sinistra proseguiamo quasi in piano. Alla sinistra oltre una recinzione vediamo due silos dipinti di verde ed un cassottello
di legno color marrone.
Seguendo i bolli bianco rossi dipinti sugli alberi continuiamo in leggera salita nel bosco. Scavalchiamo un rivolo.
Ignoriamo un sentiero che scende alla sinistra verso il torrente (m. 530).
Proseguiamo in salita. Più avanti alla sinistra, vediamo il punto di partenza di una teleferica (m. 545).
Un cartello rosso, ormai inglobato nel tronco di un albero, segnala l'itinerario n. 1 al Monte Lema.
Raggiungiamo un ponte, con la base in cemento e le sponde di ferro, tramite il quale passiamo alla sinistra del torrente (m. 555).
Proseguiamo con un sentiero in salita nel bosco.
Camminiamo sotto a dei cavi. La pendenza diminuisce.
Troviamo alla sinistra un masso con i bolli e alla destra l'inizio di un muro di contenimento che scende da raso terra fino al livello del torrente.
Più avanti il muro termina presso una curva a destra dove alcuni rivoli bagnano e attraversano il torrente (m. 570).
Guadiamo alcuni ruscelli e rivoli che si innestano dalla sinistra (m. 590).
Il sentiero si biforca e andiamo a sinistra in quanto a destra è sbarrato con due stanghe realizzate con dei tronchi.
Un vecchio cartello rosso, quasi illeggibile, avverte di prestare attenzione ad un filo.
Il torrente piega a sinistra mentre il sentiero prosegue diritto. Una passerella di legno consente di evitare il guado (m. 600).
Dopo un tratto in salita torniamo a camminare con poca pendenza.
Dalla destra scende un rivolo che per un tratto bagna il sentiero.
Ora alla destra c'è una parete di roccia e di terra mentre in basso a sinistra ci sono dei rinforzi.
Poco dopo alla destra troviamo un cassottello in cemento dell'acquedotto (m. 630). Riprendiamo a salire nel bosco.
L'acqua di una cascata che scende dalla sinistra alimenta il torrente (m. 640). Lo vediamo compiere
alcuni saltelli.
Subito dopo lo guadiamo verso sinistra.
Ora saliamo in modo abbastanza ripido.
Troviamo poi alla sinistra un casello dell'acquedotto con un bollo bianco rosso e la sigla "M1" (m. 655).
Proseguiamo in leggera salita e, dopo pochi passi, alla sinistra troviamo due costruzione in muratura, una piccola e una più grande; entrambe sono
parzialmente interrate ed hanno la porta di ferro.
Alla destra vediamo una cascata formata dal torrente e con un tornante sinistrorso le volgiamo le spalle (m. 665).
In salita arriviamo ad un ampio tornante destrorso all'esterno del quale si stacca un sentiero che trascuriamo (m. 680).
Ci portiamo accanto ad un altro torrente che scorre alla sinistra.
Dopo un tratto con poca pendenza, saliamo in modo abbastanza ripido (m. 690).
Poi la pendenza diminuisce un poco (m. 700). Alla destra ci sono un cancelletto di legno e l'inizio di una recinzione con una rete a quadrotti. Più in
alto cominciamo a vedere le vecchie baite dell'Alpe Cortesel.
Continuiamo in modo abbastanza ripido (m. 715). Alla sinistra troviamo un cancelletto in legno, abbandonato.
Con una piccola deviazione verso destra possiamo raggiungere le baite (m. 725). La prima è aperta; contiene una stufa e una branda con materasso e una coperta.
Il sentiero prosegue diritto quasi in piano e alto rispetto al torrente.
Poi si biforca; ignoriamo la traccia che a sinistra scende al torrente e proseguiamo diritto in salita.
Presso un tornante destrorso su di un albero vediamo un cartello che indica le due possibili direzioni: a destra oppure dietro.
La pendenza aumenta.
Dopo un tornante sinistrorso, alla destra, troviamo una recinzione con paletti di legno e una rete a quadrotti.
Percorriamo pochi passi quasi in piano poi, con un tornante destrorso, riprendiamo a salire agevolati da alcune radici affioranti dal terreno che
formano dei rudimentali gradini.
Il sentiero si biforca e i bolli sugli alberi ci mandano verso sinistra (m. 750).
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra.
Dapprima con poca pendenza e poi in salita proseguiamo con un alberato pendio che precipita alla sinistra (m. 775).
Poi, in leggera salita arriviamo ad un tornante destrorso dove, seguendo i bolli, ignoriamo un altro sentiero che continua diritto (m. 795).
Camminando sopra delle radici proseguiamo dapprima in salita e poi con minore pendenza.
Percorriamo un breve tratto abbastanza ripido.
Più avanti saliamo con alcuni zig-zag (m. 820).
Torniamo a camminare sopra delle radici.
In salita raggiungiamo uno slargo dove troviamo un masso ed un grande faggio con il numero 1 dipinto in rosso sul tronco. Passiamo poi accanto ad un
masso semi interrato e proseguiamo diritto (m. 860).
Dopo una ampia curva verso destra, la pendenza aumenta.
Poi presso un'altra ampia curva, questa volta verso sinistra, diventa abbastanza ripida.
Superiamo una curva a sinistra (m. 905).
Poi con minore pendenza ne percorriamo un'altra a destra e riprendiamo a salire (m. 915).
Lasciamo a sinistra il faggio con il numero 2 (m. 920).
Subito dopo una curva a destra, il sentiero per due volte si divide e riunisce.
Percorriamo una curva a destra e poi saliamo ripidamente (m. 940).
Per alcuni metri la pendenza diminuisce ma ben presto torniamo a salire in modo abbastanza ripido (m. 965).
Superiamo un tornante destrorso e poco dopo uno sinistrorso (m. 985).
Il sentiero si biforca e andiamo a sinistra (m. 1000).
Presso un tornante destrorso, passiamo tra un faggio con il n. 9 alla sinistra e un ometto alla destra, mentre davanti vediamo un ruscello.
Subito dopo le due tracce si riuniscono.
Percorriamo uno zig-zag sinistra-destra.
Poi pieghiamo a sinistra e saliamo ripidamente seguendo i bolli che vediamo in alto a sinistra e ignorando una traccia che prosegue diritto ed
un'altra che si stacca un poco più a sinistra (m. 1010).
Percorriamo dapprima alcuni passi quasi in piano e poi, con poca pendenza, arriviamo ad una curva a sinistra oltre la quale proseguiamo in salita (m. 1020).
Dopo la successiva curva a destra, saliamo con alcuni zig-zag (m. 1035).
Continuiamo poi in modo più diretto camminando su di alcune radici affioranti dal terreno (m. 1045).
Il sentiero si divide, solo per aggirare alcuni alberi, e poi si riunisce (m. 1055).
Camminiamo quasi in piano. Ora il sentiero è poco marcato.
Seguendo i bolli sugli alberi giriamo a sinistra e saliamo in modo abbastanza ripido.
Poi in sentiero scompare completamente. Seguiamo sempre i bolli e pieghiamo a destra (m. 1075).
La pendenza diminuisce un poco e il sentiero torna ad essere evidente (m. 1085).
Quasi in piano, lasciamo a sinistra un basso muretto di pietre (m. 1090).
Guadiamo un ruscello (m. 1100).
Percorriamo un'ampia curva a sinistra. In basso a destra scorre un ruscello.
Lo raggiungiamo e lo guadiamo. Subito dopo guadiamo anche un suo affluente. Poi giriamo a destra.
Più avanti lasciamo a sinistra un faggio con parecchi tronchi che escono dallo stesso ceppo. Giriamo a sinistra.
Arriviamo ad un bivio. I segnavia indicano a sinistra: Monte Lema, Pra Fontana; diritto: Forcola CH; dietro: Dumenza. Andiamo a sinistra in salita.
Il sentiero è un po' incassato nel terreno circostante.
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire (m. 1120).
In leggera salita arriviamo ad un altro bivio (m. 1135). I segnavia indicano a sinistra: Pra Fontana, Pradecolo; a destra: Astano CH. Andiamo a
sinistra con un ampio sentiero.
Quasi in piano percorriamo una curva a sinistra.
Poi in leggera salita superiamo altre due curve destra-sinistra.
Arriviamo all'Alpe Fontana (m. 1156). Alla destra ci sono alcune case, stalle e una fontana; alla sinistra vediamo il Lago Maggiore. Sopra la porta di
una casa, inciso nel legno leggiamo: "Cà Duboraina - Alpe Prà Fontana". Alcuni segnavia indicano a destra: Tamaro, Gradiccioli, M.te Lema
vetta; dietro: Dumenza, Forcola CH, Astano.
Continuiamo diritto quasi in piano. Poi, in leggera discesa, guadiamo un ruscello.
Dopo una curva a sinistra il sentiero si biforca (m. 1145) e i segnavia indicano a sinistra: Pra Bernardo a 20 minuti e il Rifugio Dumenza all'Alpe
Bovis a 40 minuti; a destra: Rifugio Campiglio.
Andiamo a sinistra dapprima quasi in piano e poi in leggera discesa. Sugli alberi, di tanto in tanto, vediamo un bollo rosso e uno bianco sovrapposti;
a volte sul bollo bianco è stata aggiunta a penna l'indicazione per il Rifugio Dumenza.
Percorriamo un altro tratto quasi in piano e superiamo una zona con del fango.
In leggera discesa arriviamo ad una curva a sinistra dove guadiamo un torrente.
Continuiamo quasi in piano. Un rivolo bagna il sentiero (m. 1140).
Camminiamo in lieve discesa tra alberi più radi.
Poi in discesa raggiungiamo un'altra zona un po' infangata (m. 1110).
Presso una curva a sinistra guadiamo un largo torrente (m. 1090).
Poi, quasi in piano, retrocediamo sull'altra sponda, seguendo il torrente che vediamo proseguire la sua corsa in una avvallamento alla sinistra. Alla destra c'è
un tubo nero, raso terra.
Ignoriamo poi un sentiero che scende a sinistra e percorriamo un tratto in salita.
Arriviamo a Pra Bernardo dove troviamo due vecchie case ormai in rovina (m. 1096). Aggiriamo la più grande alla destra e su di una parete vediamo dei
segnavia che indicano dietro: Pra Fontana a 20 minuti, Alpe Dumenza a 50 minuti, Cima Piancone, Cima Monte Lema. Davanti verso sinistra c'è un grande
prato. Vediamo altri segnavia che indicano a sinistra attraversando il prato: Alpe Bovis, Rifugio Dumenza a 15 minuti; a destra: Rifugio Campiglio,
Pradeccolo a 40 minuti.
Dapprima quasi in piano e poi in leggera discesa attraversiamo il prato. Alla destra, in lontananza, riusciamo a distinguere il Rifugio Campiglio.
Entriamo in un bosco di betulle (m. 1080).
In discesa percorriamo un tratto con il sentiero incassato nel terreno circostante.
Continuiamo in leggera discesa e arriviamo ad un bivio (m. 1065) dove un cartello su di un albero indica a sinistra (in giò de chi): Rifugio Dumenza
Alpe Bovis a 10 minuti; dietro (su de chi): Prà Bernardo a 5 minuti, Prà Fontana a 25 minuti.
Proseguiamo in discesa su di una sterrata.
Percorriamo due ampie curve, entrambe verso destra.
Dopo un tratto con minore pendenza continuiamo in discesa (m. 980).
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 965).
In leggera discesa arriviamo al bivio presso il quale dalla destra arriva il percorso descritto nel primo itinerario (m. 950). I segnavia indicano a
sinistra: Alpe Bovis, Rifugio Dumenza a 5 minuti; dietro: Prà Bernardo a 20 minuti, Prà Fontana a 40 minuti.
Andiamo a sinistra e, come precedentemente descritto, poco dopo arriviamo al rifugio.
Tempo impiegato: ore 2.45 - Dislivello: m. +700 -219
Data escursione: aprile 2014
Terzo itinerario: da Due Cossani (località Regordallo)
Come descritto nel primo itinerario arriviamo a Due Cossani.
Oltre l'abitato e prima di arrivare al bivio Cinquevie, troviamo sulla destra un grande spazio sterrato adibito a parcheggio (m. 555).
Lasciata la macchina torniamo indietro per un centinaio di metri e poi prendiamo la strada per il campo sportivo e Regordallo, all'inizio della quale
ci sono dei bolli bianco-rossi e un altro spazio per parcheggiare alcune autovetture. Alla destra più in basso c'è il campo di calcio.
Passiamo sotto alcuni cavi poi, in leggera salita, raggiungiamo le case del piccolo abitato.
Seguendo alcuni segnavia che indicano Astano e Miglieglia proseguiamo verso destra con una sterrata (m. 565).
Dopo una curva a sinistra percorriamo un tratto in discesa. Alla destra ci sono delle protezioni, realizzate con pilastrini di cemento e sbarre di
ferro, oltre le quali scorre il Rio Colmegnino.
Poco dopo giriamo a destra e con un ponticello lo attraversiamo, ammirando nel contempo la cascatella formata dal torrente (m. 560).
Lasciamo a destra una casa e, quasi in piano, ne costeggiamo la rete di recinzione.
Ignoriamo un sentiero che sale a sinistra e proseguiamo diritto in leggera discesa addentrandoci in un bosco nel quale ci sono anche delle felci e
parecchi cespugli di ginestra.
Poi, quasi in piano, scavalchiamo un ruscelletto (m. 545).
Alla destra tra gli alberi vediamo un vecchio baitello.
Proseguiamo in leggera salita. Superiamo il letto di un torrente in secca.
Più avanti, lasciamo a destra i ruderi di una vecchia baita e due grandi alberi con vari tronchi che escono dallo stesso ceppo (m. 555).
Continuiamo in piano, fino ad una curva a sinistra, e poi in leggera discesa. Scavalchiamo un rivolo.
Troviamo delle serre e degli orti recintati.
Torniamo a camminare quasi in piano. Alla destra c'è una casa e alla sinistra un pollaio.
A questo punto lasciamo il sentiero, che poco più avanti si immette su di una stradina asfaltata, e con un tornante sinistrorso prendiamo una
mulattiera che sale tra un muretto alla sinistra e un muro alla destra. Da questo punto non troveremo più i segnavia (m. 550).
Più avanti ignoriamo un sentiero che sale a destra e va a raggiungere una baita ristrutturata davanti alla quale c'è un pozzo; il tutto all'ombra di
faggi secolari. Proseguiamo invece diritto con poca pendenza (m. 590).
Poco dopo lasciamo alla destra una casa. Alla sinistra c'è un muretto che termina dopo una curva a destra.
Ora saliamo con un sentiero incassato nel terreno circostante.
Più avanti continuiamo con minore pendenza e troviamo un muretto alla destra (m. 615).
Seguendolo, giriamo a destra e percorriamo un tratto con maggiore pendenza.
Poi la pendenza diminuisce e arriviamo ad un bivio (m. 630). Il sentiero alla destra, chiuso da una sbarra di legno, ritorna verso la baita con il
pozzo. Prendiamo quello a sinistra.
Questo sentiero è poco praticato, come si può ben capire dai rametti secchi che si spezzano sotto gli scarponi al nostro passaggio, e si divide in due
o tre tracce parallele.
Più avanti passiamo accanto ad un ceppo dal quale escono una ventina di tronchi (m. 660).
Successivamente troviamo un masso (m. 695).
Poi giriamo a destra e ci immettiamo su di una stradina sterrata, pianeggiante verso destra e in salita verso sinistra (m. 705). Qui al ritorno,
bisognerà prestare attenzione. Non essendoci segnavia possiamo fare riferimento alla presenza di un ometto ed al cambio di pendenza della stradina.
Andiamo a sinistra.
Poco dopo, in modo abbastanza ripido, percorriamo un'ampia curva verso destra.
Poi la pendenza diminuisce un poco. Percorriamo una semicurva a destra all'interno della quale ci sono delle roccette (m. 760).
Alterniamo tre tratti incassati ad altrettanti al livello del terreno circostante.
Superata un'ampia semicurva verso destra, girando a sinistra guadiamo un torrente che prosegue la sua corsa scendendo a sinistra in una ripida gola
(m. 805).
Dopo pochi passi in piano riprendiamo a salire con una parete di roccia alla destra.
Continuiamo quasi in piano (m 815).
Percorriamo due semicurve, la prima verso destra e l'altra verso sinistra.
Poi con minore pendenza passiamo sotto ad un albero sradicato (m. 825).
Superiamo altri due tratti con la stradina incassata nel terreno circostante (m. 845).
Quasi in piano, superiamo un rivolo che sgorga dalla parete di roccia alla destra (m. 860).
Dopo due semicurve sinistra-destra riprendiamo a salire.
Percorriamo una curva a sinistra, ben arginata, presso la quale attraversiamo il letto di un torrente che prosegue la sua corsa scendendo nella
valletta alla sinistra (m. 880).
Dopo un ampio tornante destrorso riprendiamo a salire.
Alla sinistra troviamo un piccolo monumento, con una croce e una foto, a memoria di una persona deceduta (m. 900).
Dopo un tratto con maggiore pendenza, continuiamo in leggera salita.
Riprendiamo a salire camminando con una parete rocciosa alla destra.
Poco dopo, quasi in piano, superiamo due curve sinistra-destra vicine tra loro.
Con pochissima pendenza percorriamo una curva a destra molto ampia.
La stradina si biforca. Ignoriamo il percorso che prosegue a sinistra in leggera discesa e continuiamo verso destra quasi in piano (m. 930).
Poco dopo, passando accanto ad un ometto, ci immettiamo sulla sterrata descritta nel primo itinerario (m. 935). Da questo punto ricominciamo a trovare
bolli e segnavia. Un cartello indica davanti: Monte Lema; un altro a sinistra: Alpone C. Proserpio. Andiamo a destra e poco dopo troviamo un altro
cartello che indica l'Alpe Bovis e il Rifugio Dumenza.
Proseguiamo come descritto nell'ultima parte del primo itinerario.
Tempo impiegato: ore 1.30 - Dislivello: m. 386 -30
Data escursione: maggio 2014
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