Il Rifugio Casati è situato in posizione panoramica presso il Passo del Cevedale, tra ghiacciai e vette imponenti quali il Gran Zebrù (m. 3851), il Monte Cevedale (m. 3769) e
il Monte Pasquale (m. 3553).
E' dedicato all'ingegnere e sottotenente dell'esercito Gianni Casati caduto a Gorizia durante la prima guerra mondiale.
Alle sue spalle c'è il Rifugio Guasti che viene utilizzato principalmente come locale invernale.
Da Bormio con la provinciale 29 raggiungiamo S. Caterina Valfurva. All'inizio del paese prendiamo a sinistra Via Frodolfo.
Giunti in centro continuiamo diritto con Via Forni.
All'uscita dal paese, al termine del lungo parcheggio "La Fonte" sul lato destro della strada, vi è la presenza di un info-point con il distributore
automatico dei permessi-ticket in funzione h24 (m. 1740).
Si consiglia di munirsi di monete in quanto la macchinetta non dà resto. È possibile pagare con carte di credito e bancomat in funzione contactless
(avvicinando la carta al lettore senza necessità di inserire codice pin e senza aggravio di costi per commissioni).
Per l'anno 2024 l'importo richiesto è il seguente: Euro 10 per un giorno (24 ore dal momento del rilascio del ticket), Euro 15 per due giorni (48
ore), Euro 24 per una settimana (168 ore).
Il ticket, dà diritto a salire in auto fino al parcheggio dei Forni e non oltre.
In caso di esaurimento dei posti auto in zona Forni, la circolazione verrà sospesa in S. Caterina e verrà attivato un servizio di navetta, gratuito
per i soli possessori di permesso in corso di validità.
Ritiriamo il ticket, lo esponiamo sul cruscotto e proseguiamo sulla strada asfaltata che sale fino all'ampio parcheggio dei Forni (m. 2150).
Raggiunto il grande parcheggio dei Forni troviamo diversi segnavia che indicano le innumerevoli possibilità escursionistiche che da qui si dipartono
- a sinistra: Pradaccio dei Forni a ore 0.40, Lago della Manzina a ore 2.10, Rifugio Pizzini a ore 2, Rifugio Casati a ore 3.50, Baite Ables a ore 1.20,
Baite Confinale di Sopra a ore 2, Baite Cavallaro a ore 2.30;
- diritto: Rifugio Branca a ore 1.10;
- a destra con il sentiero 559: Cerena a ore 1.30, Losseda a ore 2.10, Santa Caterina a ore 2.50; con il sentiero 525: Alpe Tresero a ore 2.50,
Rifugio Berni a ore 4.20, Passo Gavia a ore 4.50;
con il sentiero 520: Sentiero glaciologico alto, Ponti tibetani a ore 1.50, Rifugio Branca a ore 2.30;
con il sentiero 524: Sentiero glaciologico basso, Rifugio Branca a ore 1.30;
inoltre: Punto panoramico a quota 2447 m, Trincee e fortificazioni della Grande Guerra a ore 1.
Per quanto riguarda la prima parte dell'escursione, dal grande parcheggio sotto al Rifugio Forni (m. 2150) fino al
Rifugio Pizzini (m. 2706), rimando alla pagina di quest'ultimo rifugio nella quale trovi sia la descrizione della sterrata che quella del sentiero
per salire a piedi. In alternativa è possibile utilizzare il servizio navetta al costo di Euro 10 a persona per la sola andata e di Euro 16 andata e ritorno (tariffe anno 2020).
Pochi passi dopo il Rifugio Pizzini troviamo dei segnavia che indicano: Rifugio Pizzini 2700 m; diritto con il percorso
528 (vecchia numerazione 28-B): Rifugio Casati a ore 1.50,
Cima Solda a ore 2.10; a destra: Rifugio Branca a ore 1.30; dietro con il percorso 555: Rifugio Forni a ore 1.20.
Quello di seguito descritto è il nuovo percorso (più a destra del precedente) che sostituisce l'altro in parte franato.
Ci incamminiamo sulla sterrata che procede diritto in leggera salita.
Davanti, un poco alla sinistra, abbiamo la splendida piramide del Gran Zebrù. Alla sinistra vediamo delle mucche che brucano i pochi fili d'erba di un magro pascolo mentre alla destra
ci sono delle pietre.
Proseguiamo in leggera discesa. Alla destra c'è un masso. Ignoriamo un'altra sterrata che si stacca alla sinistra (m. 2720).
Subito vediamo il segnavia 28-B dipinto su di una pietra.
Percorriamo un tratto in discesa.
Quasi in piano attraversiamo uno spiazzo e guadiamo un torrente che scende dai ghiacciai del Gran Zebrù (m. 2715).
Continuiamo in leggera salita camminando su delle piccole pietre ben spianate.
Guadiamo verso destra un altro torrente. Il corso d'acqua è formato da parecchi rivoli che dobbiamo superare, uno alla volta, camminando sui sassi che affiorano oppure
coi dei piccoli salti (m. 2720).
Pieghiamo a destra e percorriamo un tratto in leggera discesa.
Riprendiamo la sterrata e continuiamo in salita. Ai lati ci sono delle paline (una ogni circa 30 passi) che servono a segnalare i bordi della strada in caso di neve.
Superiamo un tratto con pochissima pendenza (m. 2730).
Proseguiamo in salita e vediamo il segnavia 28-B su di una pietra alla sinistra (m. 2735).
Presso un'ampia semicurva verso sinistra troviamo due massi alla sinistra della strada.
Con pochissima pendenza percorriamo un'ampia semicurva verso destra. Attorno alla sterrata ci sono pietre e un po' d'erba (m. 2745).
Percorriamo una curva verso sinistra e continuiamo quasi in piano (m. 2750).
Alla sinistra abbiamo il Gran Zebrù, in alto davanti vediamo il Rifugio Casati e alla destra il ghiacciaio del Cevedale.
Troviamo il segnavia 28-B su di una pietra alla sinistra.
Superiamo una semicurva verso destra.
Continuiamo in leggera discesa. Alla sinistra troviamo un altro segnavia 28-B.
Quasi in piano attraversiamo un ponte di legno, senza le sponde, sotto al quale scorre un torrente (m. 2755).
Alla sinistra c'è un pantano, quanto resta di un lago ormai prosciugato.
Superiamo una curva verso destra e riprendiamo a salire.
Percorriamo una curva verso sinistra divisa in due, con un masso nel mezzo (m. 2760).
Dopo circa 50 metri le due sterrate si ricongiungono. Vediamo il segnavia 28-B (m. 2775).
Percorriamo un tratto con poca pendenza.
Di tanto in tanto troviamo delle canaline di legno, di traverso alla strada, per lo scolo dell'acqua.
In salita percorriamo una curva verso sinistra (m. 2790) e una verso destra.
Continuiamo con poca pendenza trascurando un'altra sterrata più diretta che si stacca in salita, un poco alla destra, all'interno della curva.
Poco dopo anche la nostra sterrata riprende a salire.
Percorriamo una curva a destra (m. 2810).
Subito dopo presso una curva verso sinistra, dalla destra rientra l'altra sterrata.
Lasciamo a destra un piccolo dosso. Superiamo una semicurva verso sinistra.
Raggiungiamo una palina con dei segnavia che indicano, a destra con il percorso 528: Rifugio Casati a ore 1.20, Cima di Solda a ore 1.40; dietro con il percorso 528-555:
Rifugio Pizzini a ore 0.20, Rifugio Forni a ore 1.40. Lasciamo la sterrata che termina poco dopo presso la stazione a valle della teleferica di servizio
al Rifugio Casati e andiamo a destra in discesa (m. 2840).
Vediamo il segnavia 28-B. All'esterno di una curva verso sinistra vediamo due tavoli di legno con relative panche (m. 2830).
Subito dopo troviamo un altro segnavia 28-B.
Continuiamo quasi in piano.
Percorriamo una curva verso destra e, su di un ponticello senza le sponde, attraversiamo un torrente. Alla sinistra c'è un pantano, quanto resta di un lago (m. 2830).
Troviamo dei segnavia che indicano diritto con il percorso 528: Rifugio Casati a ore 1.15, Cima di Solda a ore 1.35;
dietro con il percorso 528-555: Rifugio Pizzini a ore 0.25, Rifugio Forni a ore 1.45.
Continuiamo con due tratti in leggera salita intervallati da altrettanti quasi in piano. La larghezza della sterrata è diminuita.
Ci abbassiamo un poco per superare un rivolo e risaliamo (m. 2840).
Dopo un tratto in salita, quasi in piano superiamo una semicurva verso sinistra ed una verso destra.
Percorriamo due brevi tratti, il primo in leggera salita e l'altro in leggera discesa.
Passiamo accanto ad un palo con un bollo rosso-bianco-rosso dipinto nella parte alta e proseguiamo in salita (m. 2845). Da questo punto, di tanto in tanto, troveremo un bollo
bianco-rosso.
Percorriamo due curve sinistra-destra (m. 2860).
Continuiamo in modo abbastanza ripido (m. 2875).
Troviamo un masso, con i bolli e sormontato da un ometto (m. 2895).
Passiamo accanto ad un palo di legno con un bollo rosso-bianco-rosso, come il precedente e come altri che troveremo in seguito (m. 2905).
Proseguiamo in salita (m. 2915).
Passiamo accanto ad un masso (m. 2925).
Superiamo un tratto con poca pendenza e continuiamo in salita con due semicurve destra-sinistra.
Una freccia e la scritta Casati in giallo, su di un grande masso alla destra, invitano a proseguire. Superiamo una semicurva verso sinistra (m. 2935).
Lasciamo a sinistra un palo di legno con i bolli. Dopo pochi passi troviamo un segnavia che indica il Rifugio Casati (m. 2945).
Continuiamo in modo abbastanza ripido.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 2955).
Dopo un tratto in salita, con poca pendenza superiamo una semicurva verso sinistra.
Percorriamo un tornante destrorso con un piccolo slargo per la manovra dei mezzi di servizio al rifugio (m. 2965).
Proseguiamo in salita.
All'inizio di un tornante sinistrorso molto ampio troviamo un palo di legno con i bolli (m. 2975).
Subito percorriamo due curve destra-sinistra.
Con pochissima pendenza superiamo un tornante destrorso (m. 2985).
Continuiamo in modo abbastanza ripido.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 3000).
Proseguiamo in salita. Poco dopo, all'esterno di un tornante destrorso, vediamo scorrere un ruscelletto (m. 3010).
Lasciamo a sinistra un masso con i bolli.
Percorriamo due tornanti sinistra-destra (m. 3020).
Continuiamo in modo abbastanza ripido con un ruscelletto che scorre parallelo alla sinistra.
Superiamo un tornante sinistrorso (m. 3035).
Passiamo accanto ad un ometto e ad un palo di legno con i bolli.
Dopo una semicurva verso destra ne superiamo una verso sinistra bagnata da un ruscelletto (m. 3040).
In leggera salita percorriamo una curva verso sinistra (m. 3050).
Dopo un tornante destrorso continuiamo in salita.
Lasciamo a sinistra alcuni massi.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 3070).
Superiamo un breve tratto quasi in piano e continuiamo con poca pendenza.
In salita percorriamo un tornante destrorso con massi e pietre da ambo i lati (m. 3075).
Subito dopo superiamo un tornante sinistrorso, all'esterno del quale c'è uno spazio per la manovra dei mezzi di servizio, seguito da un tornante destrorso (m. 3080).
Continuiamo in modo abbastanza ripido (m. 3085).
Passiamo accanto ad un palo di legno con i bolli (m. 3090).
Proseguiamo in salita e percorriamo un tornante sinistrorso con uno slargo all'esterno, seguito da un tornante destrorso (m. 3095).
Con poca pendenza superiamo una curva verso sinistra molto ampia (m. 3105).
Un palo di legno con i bolli precede due curve sinistra-destra vicine tra loro (m. 3110).
Dopo un tratto quasi in piano, in salita superiamo una semicurva verso destra.
Continuiamo con un altro tratto quasi in piano. Alla destra c'è un nevaio (m. 3125).
Due pali di legno con i bolli rossi, bianchi e rossi segnano la fine della stradina e l'inizio della parte con maggiore pendenza su sentiero. Troveremo anche qualche tratto
esposto ma il sentiero è abbastanza largo per poter procedere senza eccessivi patemi (m. 3130).
Superiamo alcuni zig-zag: dx-sx-dx-sx.
Vediamo una crocetta rossa dipinta su di una pietra. Saliamo nove gradini di legno e giriamo a destra (m. 3140).
Presso un tornante sinistrorso troviamo due catene, una alla sinistra fissata alla parete e l'altra alla destra sorretta da alcuni picchetti, che assicurano il cammino in un
tratto un po' esposto (m. 3145).
Continuiamo ripidamente salendo altri dieci gradini di legno mentre percorriamo tre tornanti: dx-sx-dx (m. 3155).
Superiamo un tratto in salita.
Con poca pendenza percorriamo un tornante destrorso esposto alla sinistra.
Proseguiamo in salita e passiamo accanto ad un vecchio palo.
Superiamo alcune serpentine (m. 3165).
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 3175).
Dopo un tratto un po' esposto alla sinistra continuiamo con due tornanti destra-sinistra vicini tra loro (m. 3180).
Percorriamo un tornante destrorso (m. 3185) e uno sinistrorso.
Superiamo alcuni zig-zag: dx-sx-dx (m. 3195).
Percorriamo un breve tratto quasi in piano.
Dopo un tratto tra le rocce riprendiamo il sentiero. Superiamo un tornante sinistrorso esposto alla destra (m. 3200).
Dopo pochi passi continuiamo con un tornante destrorso.
In modo abbastanza ripido percorriamo due tornanti sinistra-destra (m. 3210).
Superiamo un breve tratto con poca pendenza.
Dopo un tornante sinistrorso saliamo ripidamente e passiamo accanto ad un palo di legno con i bolli (m. 3220).
In salita percorriamo un tornante destrorso dove troviamo un altro palo di legno con i bolli (m. 3225).
Superiamo un breve tratto con poca pendenza.
Continuiamo in salita tra piccole pietre.
Dopo un tornante sinistrorso saliamo ripidamente (m. 3235).
Presso un tratto quasi in piano passiamo accanto ad un palo di legno (m. 3240).
Percorriamo un tornante destrorso esposto alla sinistra (m. 3245).
Proseguiamo in salita con due tornanti sinistra-destra (m. 3245-3250).
Troviamo un altro palo di legno e percorriamo l'ultimo tornante, sinistrorso (m. 3255).
Siamo arrivati al Passo del Cevedale.
Quasi in piano superiamo due curve destra-sinistra e aggiriamo un baitello (m. 3265). Alla sinistra, dietro al baitello, c'è un cartellone che, oltre a mostrare delle
foto di ieri e di oggi, racconta in tre lingue la storia dei Tre Cannoni.
"Più di cent'anni fa, nel maggio 1915, il Regno d'Italia dichiarò guerra alla Monarchia Austroungarica. Questo piccolo mondo di alta montagna e di ghiacciai diventò ben
presto uno scenario di Guerra. Alcuni testimoni silenziosi ricordano ancora oggi questi crudeli fatti e questo infausto periodo. I "Tre Cannoni" erano stati abbandonati
dagli italiani durante la 12^ Battaglia dell'Isonzo (ottobre/novembre 1917) e successivamente collocati dal reparto di artiglieria Austroungarica sulla Cima "Elskofel"
(3.275 m) in Alta Val Martello. A metà febbraio 1918 iniziò il trasferimento verso la Vedretta Lunga. Un cannone suddiviso in tre parti, venne caricato su pesanti slitte
di legno trascinate da 120 uomini. Solo dopo 4 mesi, nel giugno del 1918, la meta venne raggiunta."
I segnavia indicano: Rifugio Casati 3254 m; a sinistra con il percorso 555: Cima Solda a ore 0.30; dietro con il percorso 555: Rifugio Pizzini a ore 1.20,
Rifugio Forni a ore 2.40. Andiamo a sinistra verso il Rifugio Casati oltre il quale, più in alto, vediamo il Rifugio Guasti.
In discesa percorriamo una curva verso sinistra.
Continuiamo con un tratto quasi in piano seguito da un'altro in discesa.
Infine, quasi in piano raggiungiamo il Rifugio Casati (m. 3260).
Partendo dal Rifugio Pizzini. Tempo impiegato: ore 1.50 - Dislivello: m. 574 -20
Partendo dal parcheggio dei Forni. Tempo impiegato: ore 3.50 - Dislivello: m. 1130 -20
Data escursione: agosto 2020
|