Il Rifugio Bernasca è situato presso la sella del Pizzolo, nella parte alta della Valle Bernasca, laterale occidentale della Val Madre.
Dalla veranda del rifugio possiamo vedere la lunga catena della montagne valtellinesi; per citarne solo alcune tra le più importanti (da ovest
verso est): Pizzo Torrone Orientale (m. 3333), Monte Sissone (m. 3330), M. Disgrazia (m. 3678), Pizzo Cassandra (m. 3226), I Gemelli (m. 3500-3497), M.
Roseg (m. 3920), M. Scerscen (m. 3971), Pizzo Bernina (m. 4049), Cresta Guzza (m. 3869), Piz Argient (m. 3945), Pizzo Zupò (m. 3995), Pizzo Palù (m.
3905), Pizzo Scalino (m. 3323), Pizzo Painale (m. 3248), Vetta di Ron (m. 3136), Pizzo Combolo (m. 2900).
Il rifugio è un edificio in muratura, inaugurato nel 2002. Dispone di cucina con fornello con bombola, lavandino con acqua calda e fredda, forno,
madia con stoviglie, dieci tavoloni pieghevoli con panche, un tavolo e tre sedie, stufa economica e camino con legna da ardere, estintore, due bagni
con acqua calda e fredda (uno anche con doccia), una stanza con quattro letti completi di materassi, cuscini e coperte. Un'altra stanza è chiusa a
chiave. Sul soppalco, raggiungibile con una scala, ci sono altra dodici letti anch'essi completi di materassi, cuscini e coperte. Illuminazione da
pannello solare.
Il rifugio è autogestito. Per la consegna delle chiavi e per eventuali informazioni occorre rivolgersi al comune di Colorina. Telefono: 0342 492113 - Mail: info@comune.colorina.so.it -
Sito web dove scaricare il PDF con il tariffario e IBAN per il bonifico:
http://www.comune.colorina.so.it/po/mostra_news.php?id=338&area=H
Lasciamo la statale 38, dopo aver superato Talamona ed il viadotto sul fiume Tartano, al km. 18.4, per prendere sulla destra (sud) la provinciale 16.
Ottocento metri più avanti, giriamo nuovamente a destra e prendiamo la provinciale 11 con la quale, dopo dieci chilometri e undici tornanti, arriviamo
a Campo (m. 1070). La strada spiana.
Proseguiamo fino al km 12.2 dove sulla sinistra c'è un piccolo parcheggio con tre posti auto, una bacheca con tettuccio per le affissioni, un
cassonetto e un garage di legno. C'è anche la fermata dell'autobus. I segnavia indicano con il sentiero 127: Casera di Vicima a ore 2.10, Bocchetta di
Vicima a ore 3.40 (m. 1140).
Prendiamo Via Ronco, un viottolo con gradini di cemento, che sale, con una rete a quadrotti alla sinistra e un corrimano alla destra.
Tra le case di Ronco troviamo una fontana. Andiamo a sinistra, quasi in piano.
Dopo l'ultima casa saliamo a destra, ci immettiamo sulla mulattiera e proseguiamo verso sinistra (m. 1180).
In alternativa, anziché parcheggiare al km 12.2 possiamo proseguire fino al km 12.6 e prendere sulla sinistra Via Cosaggio che dopo trecento metri
termina in un grande parcheggio (m. 1170). Subito prima del parcheggio, un bollo bianco rosso segnala l'inizio della mulattiera.
Dopo un primo tratto in salita su listelli di porfido proseguiamo con minore pendenza con la mulattiera coperta da erba passando a monte delle case di Ronco.
Troviamo una cappellina contenente un quadro che raffigura il Sacro Cuore.
Dopo alcuni passi in leggera discesa incontriamo l'altro percorso che sale dalla sinistra e proseguiamo diritto (m. 1180).
Riunitesi le due varianti iniziali, continuiamo in leggera salita. Alla destra c'è un muretto.
Dopo una curva a sinistra, troviamo un tombino e, alla destra, una serie di reti parasassi a protezione del sottostante abitato. Qui troviamo anche un
bivio. Seguendo i bolli bianco-rossi giriamo a destra con un tornante (m. 1185). Saliamo nel bosco.
Dopo pochi passi quasi in piano, riprendiamo a salire. Percorriamo un tratto incassato nel terreno circostante.
Continuiamo in leggera salita con un muretto di pietre alla sinistra (m. 1205).
Superiamo un altro tratto incassato nel terreno.
La pendenza aumenta e saliamo dei rudimentali gradini di pietra (m. 1215).
Poi la pendenza diminuisce un poco per tornare ad aumentare poco più avanti (m. 1230).
Il sentiero si biforca (m. 1245). Seguendo i bolli, continuiamo diritto in salita ignorando l'altro percorso che scende a destra.
In leggera salita, superiamo un rivolo che attraversa il sentiero (m. 1250).
Dopo un tratto in salita, con il sentiero incassato tra le pietre, continuiamo con minore pendenza (m. 1260).
Un altro sentiero si immette dalla destra.
Alla sinistra troviamo una targa a memoria del "Tenente Patriota Rag. Baruffi Carletto d'anni 22, caduto vittima per giustizia e libertà. 15-9-1944"
Percorriamo una curva a sinistra e torniamo a salire con il sentiero nuovamente incassato (m. 1270).
Più avanti, con maggiore pendenza, camminiamo accompagnati alla destra da un basso muretto di pietre e cemento (m. 1285).
Arriviamo ad un bivio dove troviamo una santella con un quadro ovale raffigurante una madonna (m. 1290). Seguendo i bolli proseguiamo con un tornante
sinistrorso, subito seguito da un altro destrorso, entrambi incassati nel terreno circostante.
Allo scoperto, percorriamo un tornante sinistrorso tagliabile con una breve scorciatoia. Dal basso a destra proviene il rumore di un torrente (m. 1305).
Torniamo tra gli alberi e aggiriamo una pietra situata in mezzo al sentiero.
Superiamo un tornante destrorso seguito da uno sinistrorso all'esterno del quale c'è un mucchio di pietre (m. 1330).
Subito dopo saliamo dei gradini di pietra ben sistemati.
Appeso ad una parete di roccia, alla destra, vediamo un piccolo Sacro Cuore.
Superiamo tre tornanti destra-sinistra-destra. Quasi tutti i tornanti che troviamo in questa prima parte del cammino sono tagliabili con una breve e
ripida scorciatoia.
Percorriamo un altro tratto con il sentiero incassato tra il terreno circostante.
In leggera salita raggiungiamo un tornante sinistrorso all'interno del quale sale un sentiero, accompagnato da bolli rossi, che ignoriamo (m. 1350).
Proseguiamo in lievissima discesa fino ad una curva a sinistra oltre la quale continuiamo quasi in piano assecondando le anse della montagna.
Alla destra il pendio precipita verticalmente. Il sentiero è largo almeno un metro ma è comunque opportuno non distrarsi. In lontananza vediamo
Tartano e il sottostante viadotto della Val Vicima.
In leggera salita raggiungiamo una cappellina con la statua di Maria Regina Pacis, collocata li quasi a guardia del precipizio (m. 1355).
Subito dopo percorriamo due curve sinistra-destra tra le quali un ruscelletto attraversa il sentiero.
Alterniamo due tratti quasi in piano ad uno in leggera discesa.
Percorriamo una curva a destra attraversata da un ruscello (m. 1365).
Dopo un tratto con poca pendenza proseguiamo quasi in piano.
Presso una curva a destra troviamo un altro ruscello che attraversa il cammino.
Saliamo qualche gradino.
Dopo un tratto con poca pendenza torniamo a salire con rudimentali gradini.
In leggera salita percorriamo una curva a destra attraversata da un ruscello (m. 1395).
Torniamo a salire e superiamo un tornante sinistrorso.
Poi, con minore pendenza, percorriamo una curva a destra dove un altro piccolo ruscello attraversa il sentiero.
Percorriamo due tratti in salita divisi tra di loro da un tratto quasi in piano.
Continuiamo con poca pendenza. Il sentiero è rinforzato con un muretto che scende alla destra dove, in basso, vediamo il torrente (m. 1425).
Presso un tornante destrorso lo scavalchiamo mentre scorre incassato in uno stretto canalino di pietre.
Ora il bosco è più fitto. Torniamo a salire con delle serpentine incassate nel terreno circostante mentre alcuni tronchetti fanno da gradino.
Superiamo un tornante sinistrorso (m. 1445).
Subito dopo ne percorriamo un altro destrorso salendo dei gradini di legno.
Con maggiore pendenza percorriamo delle serpentine.
Dopo un tornante sinistrorso continuiamo in leggera salita.
Vediamo un segnavia 127 a bandierina. Il sentiero si biforca (m. 1475). Ignoriamo il ripido sentiero a gradini che sale a destra e proseguiamo diritto
quasi in piano.
Dal basso alla sinistra sentiamo provenire il rumore del torrente che però non vediamo.
Torniamo a salire e percorriamo quattro tornanti dx-sx-dx-sx.
Dopo un poco ne percorriamo un altro più ampio, destrorso.
Subito dopo una curva a sinistra arriviamo ad un bivio. Andiamo a sinistra con un tornante mentre a destra, poco più avanti, ci sono le Baite di
Vicima (m. 1505).
Su fondo roccioso percorriamo un tornante destrorso e saliamo in modo abbastanza ripido con rudimentali gradini di pietra.
La pendenza diminuisce un poco.
Il sentiero si divide solo per aggirare un grande pino da entrambi i lati (m. 1540).
Presso un tornante sinistrorso, vediamo i tetti delle sottostanti baite (m. 1550).
Saliamo alcuni gradini. Alla destra ci sono dei prati.
Dopo un tratto con poca pendenza torniamo a salire con il sentiero incassato tra il terreno alla sinistra e pietre accatastate dall'altro lato.
Percorriamo un tratto in leggera salita (m. 1570).
Proseguiamo quasi in piano mentre un rivolo bagna il sentiero.
Dopo un breve tratto in salita proseguiamo con poca pendenza.
Presso un tornante sinistrorso, un sentiero continua diritto (m. 1590) I segnavia indicano a sinistra: Casera Vicima a ore 0.40, Passo di Vicima a ore
2; diritto: Barghet a ore 0.35. Andiamo a sinistra.
In salita percorriamo un tornante destrorso.
Dopo un breve tratto con minore pendenza riprendiamo a salire.
Superiamo un tornate sinistrorso, seguito da uno destrorso.
Arriviamo ad un bivio (m. 1615), dove un cartello indica a sinistra Zocca. Lo ignoriamo e proseguiamo diritto in leggera salita.
Il sentiero è bagnato da un ruscello.
Poco dopo alla sinistra troviamo un rudere e alcune stalle. Sull'ultima vediamo il segnavia 127 a bandierina (m. 1620).
Prima di raggiungere una madonnina, percorriamo uno zig-zag sinistra-destra.
In salita, lasciamo a sinistra un casello dell'acquedotto semi interrato.
Alla sinistra troviamo un mucchio di pietre. Percorriamo varie semicurve.
Dopo un tratto quasi in piano, saliamo alcuni rudimentali gradini. Alla destra ci sono dei prati.
Su di un albero vediamo una placchetta che ricorda una persona scomparsa (m. 1645).
Proseguiamo con poca pendenza in un bosco ora più rado.
Quasi in piano arriviamo ad un ruscello che bagna il sentiero.
Percorriamo due curve sinistra-destra.
Poi in salita superiamo un tornante sinistrorso.
Ci immettiamo su di una sterrata che in questo punto, salendo, compie un tornante destrorso (m. 1660). Questa sterrata collega fra di loro i vari
alpeggi e non scende fino al fondo valle per cui, al ritorno, dovremo fare attenzione per riprendere il sentiero. Senza vedere altri bolli
bianco-rossi, seguiremo la sterrata fino all'ultima baita, dove termina.
Andiamo a sinistra in salita. Percorriamo poi un tratto abbastanza ripido.
Superata una canalina in metallo per lo scolo dell'acqua, la pendenza diminuisce un poco (m. 1675).
Un rivolo attraversa la sterrata passandole sotto in un tubo rosso (m. 1685).
Dopo pochi passi quasi in piano, con una curva a destra riprendiamo a salire.
Superiamo un'altra canalina in metallo. La pendenza aumenta.
Dopo una semicurva a sinistra continuiamo dapprima con poca pendenza (m. 1710) e poi in salita tra prati e pochi alberi.
Troviamo un'altra canalina. In questa scorre un rivolo (m. 1720).
Vediamo delle mucche al pascolo. Continuiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Dopo una curva a destra proseguiamo in leggera salita.
Superiamo una curva a sinistra.
Alla sinistra ci sono le baite della Casera Vicima mentre in basso a destra vediamo il torrente (m. 1745).
Con pochi passi in leggera discesa arriviamo ad un tornante destrorso dove lo guadiamo.
Proseguiamo in salita. Poi con minore pendenza percorriamo un tornante sinistrorso.
Torniamo a salire tra pascoli e radi alberi. Alla sinistra, oltre il torrente, vediamo un gabbiotto per la mungitura delle mucche (m. 1770).
Troviamo altre canaline di metallo, di traverso alla sterrata, per lo scolo dell'acqua.
Dopo una curva a sinistra proseguiamo quasi in piano (m. 1790).
Percorriamo due tornanti ravvicinati destra-sinistra e continuiamo in salita.
Dopo pochi passi quasi in piano torniamo a salire (m. 1810).
Percorriamo un ampio tornante destrorso all'interno del quale ci sono un rudere ed un masso mentre all'esterno c'è una baita (m. 1825).
Superiamo tre tornanti: sinistra (m. 1845), destra (m. 1860), sinistra (m. 1880).
Percorriamo due tratti con poca pendenza separati da uno in salita.
Dopo alcuni passi in lieve discesa, quasi in piano raggiungiamo un vasto pianoro. La strada si porta sul margine destro. Alla sinistra vediamo una
baita (m. 1915).
Troviamo dapprima una pozza alla sinistra e poi un masso alla destra.
Con una curva a sinistra ci spostiamo un po' verso il centro del pianoro.
Percorriamo una curva a destra e dopo un tratto in salita continuiamo con minore pendenza (m. 1930). Alla sinistra, al centro della valle, ci sono due
grandi ometti. Probabilmente lì passava il vecchio sentiero ormai abbandonato da quando esiste la sterrata. Sul lato opposto vediamo una vecchia baita.
Quasi in piano, ci portiamo verso il centro della valle.
Guadiamo il torrente, poi giriamo a destra e riprendiamo a salire (m. 1940). Ai lati della sterrata ci sono pochi alberi, erba, cespugli di rododendro
e di mirtilli.
Un rivolo passa sotto alla sterrata in un tubo arancione.
Superiamo un tornante sinistrorso (m. 1965).
Ne percorriamo poi un altro destrorso, ampio e con un ometto all'interno (m. 1980).
Alterniamo due tratti quasi in piano ad altrettanti in leggera salita.
Dopo un tornante destrorso (m. 1995), riprendiamo a salire. In alto vediamo il tetto di una baita.
Percorriamo un tratto con poca pendenza e con mucchi di pietre accatastate alla sinistra (m. 2025).
Torniamo a salire. Un rivolo attraversa la sterrata.
Dopo una curva a destra continuiamo quasi in piano e superiamo altri due rivoli che attraversano la stradina (m. 2035).
Raggiungiamo un grande ometto e un muretto realizzato con pietre piatte. Giriamo a sinistra e continuiamo in salita tra erba e pietre.
Dopo una curva a sinistra raggiungiamo l'ultima baita e una piazzola per l'atterraggio dell'elicottero (m. 2060). Qui termina la sterrata.
Senza traccia, proseguiamo quasi in piano, diritto nei prati. In alto, al Passo Vicima distinguiamo nettamente il grande ometto con la croce.
Raggiungiamo una recinzione realizzata ammucchiando delle pietre.
Proseguiamo con poca pendenza verso un secondo sbarramento di pietre e prima di raggiungerlo su di un masso torniamo a vedere un bollo bianco-rosso
(m. 2085).
Ignoriamo una traccia di sentiero che si dirige verso destra e poi si perde. Seguiamo invece un bollo bianco-rosso, che vediamo al centro, dipinto su
di un ometto (m. 2100).
Continuiamo diritto senza traccia, tra erba e pietre, verso il circo terminale della valle.
Al termine del pianoro, riprendiamo a salire e troviamo bolli e ometti (m. 2115).
Ora il sentiero diventa più evidente mentre l'ometto con la croce al passo scompare alla vista (m. 2130).
Aggiriamo alla destra un masso con i bolli (m. 2140).
Percorriamo due tratti abbastanza ripidi, divisi tra loro da pochi passi quasi in piano (m. 2150).
Troviamo un ometto che termina con una pietra a punta e un altro sentiero che si immette dalla sinistra (m. 2165).
Continuiamo a salire spostandoci verso destra.
Poi giriamo a sinistra camminando tra prati e rododendri e torniamo a vedere l'ometto al passo, in alto a sinistra (m. 2175).
Percorriamo quattro curve sx-dx-sx-dx poi saliamo in modo abbastanza ripido (m. 2200).
Superiamo due tornanti sinistra-destra (m. 2220) e proseguiamo con varie serpentine.
Vediamo il segnavia 127 a bandierina.
Con un tratto incassato tra due rocce raggiungiamo il grande ometto con la croce situato al Passo Vicina (m. 2234) aperto tra il Pizzo di Presio (m.
2392) e il Monte Gerlo (m. 2470). Splendido panorama alla sinistra verso la Valtellina. Dal passo il rifugio ed il lago ancora non si vedono.
Proseguiamo diritto in discesa seguendo una traccia tra l'erba.
Poi, in modo abbastanza ripido, scendiamo verso il fondo di un valloncello dove troviamo una pozza (m. 2205).
Scavalchiamo il rivolo emissario e proseguiamo in leggera salita.
Ed ecco apparire davanti, in basso verso destra il lago e più lontano il rifugio.
Scendiamo in un ripido canalino, inizialmente agevolati da gradini di pietra.
Giriamo a destra e poi a sinistra.
Proseguiamo con varie serpentine.
Il sentiero si divide in due tracce e poco dopo si ricompone (m. 2190).
Usciti dal canalino, continuiamo a mezza costa.
Percorriamo un tornante sinistrorso mentre il rifugio scompare alla vista (m. 2175).
La pendenza diminuisce un poco. Superiamo un tornante destrorso (m. 2160).
Dopo un tornante sinistrorso scendiamo, tra erba e poche pietre. Alla destra c'è il lago.
Continuiamo quasi in piano. Troviamo un grande ometto (m. 2140).
Torniamo ad abbassarci verso destra tra un dosso e la riva del lago.
Proseguiamo quasi in piano passiamo accanto ad un tavolo di pietra con relative panche.
Arrivati alla fine del lago, ne seguiamo l'emissario, in leggera discesa.
Dopo una curva a sinistra continuiamo quasi in piano (m. 2130).
Lasciamo a sinistra un casello dell'acquedotto. Davanti torniamo a vedere il rifugio.
Camminando sopra una pietra piatta attraversiamo verso destra il torrente.
Torniamo a scendere. In basso alla sinistra vediamo un ponticello di legno ed una grande vasca abbeveratoio in metallo e pietra.
Giunti in basso, giriamo a sinistra, aggiriamo un piccolo dosso e arriviamo al rifugio.
Tempo impiegato: ore 4 - Dislivello m. 1100 -146
Data escursione: settembre 2014
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