Il Bivacco Alpe Piazza è situato in una conca lungo il crinale che scende dal Pizzo dei Galli verso nord-ovest.
Gli fanno da corona a sud, oltre la Val Lèsina, la catena che partendo dal M. Legnone (m. 2609) prosegue verso est con la Cima di Moncale (m. 2306) e
la Cima del Cortese (m. 2427); e ad est il Pizzo dei Galli (m. 2217). Verso nord il panorama mostra la catena del Gruppo Masino-Bregaglia mentre a ovest
la vista spazia sulla parte settentrionale del Lago di Como.
Nel centro della conca che ospita il bivacco c'è un piccolo laghetto nel quale si specchiano le cime circostanti. Nel punto più alto invece è stata
sistemata una croce di legno.
Più sotto, nel punto in cui salendo si arriva sul crinale tra la Val Lesina e la Val Gerola, passa il Sentiero Andrea Paniga, sezione occidentale
della Gran Via delle Orobie (seconda tappa).
Il bivacco è una recente costruzione essendo stato inaugurato nell'anno 2002 e dispone di un locale, ricavato al centro di una malga, che contiene: 3
letti a castello (senza coperte), tavolo, sedie, cucina economica, un po' di legna, due armadietti, stoviglie, un po' di vettovaglie, cassetta di
pronto soccorso, cassetta per le offerte. Illuminazione elettrica con pannello solare. Acqua all'esterno.
Nel locale attiguo c'è il bagno ben attrezzato e con piastrelle alle pareti e perfino tenda alla finestra.
Lasciamo la statale 38 alla prima rotonda di Morbegno, per prendere sulla destra (sud) la statale 405 della Val Gerola che, all'uscita
dell'abitato, diventa la provinciale 7.
Seguiamo la provinciale per km. 3.4 e poi giriamo a destra (cartelli: Piantina km. 3, la Tagliata km. 7). Questa strada non è molto larga e, quasi
sempre, è sprovvista di protezioni a valle.
Inoltre è soggetta al pagamento di un pedaggio. Bisogna scarica l'app dal sito: https://www.consorziomiglioriemontane.it/ e pagare entro 30 giorni.
Superiamo Piantina dove c'è anche una bella chiesetta (m. 760).
Ad un bivio (m. 860) proseguiamo diritto (cartelli: Alpe Piazza, Erdona, Alpe Tagliata) ignorando la deviazione sulla destra per Arighetti.
A quota 1020 la strada diventa sterrata e prosegue in buone condizioni per altri ottocento metri, fino a trovare sulla destra uno slargo per
parcheggiare accanto ad un'edicola del Parco Orobie Valtellinesi.
Qui ci sono anche alcuni cartelloni che parlano della flora e della fauna e che mostrano una cartina. Un pannello informa che ci troviamo in località
Munt del Taja - comune di Cosio Valtellino; un altro invece in località Bagni dell'Orso a quota m. 1160 anche se in realtà siamo solo a m. 1110.
Lasciata la macchina ci incamminiamo in leggera salita. La stradina ha due strisce di cemento ai lati. Alla sinistra c'è una pineta mentre alla destra
oltre una recinzione in legno ci sono dei prati.
Più avanti la stradina gira a destra verso Erdona. Proseguiamo invece diritto con una mulattiera lastricata chiusa da una stanga (m. 1125).
Camminiamo tra la pineta e i prati e vediamo un bollo bianco su di una pietra.
Al termine della pineta sulla sinistra troviamo un cartellone, a cura del comune di Cosio, che parla di cosa è permesso e cosa è proibito fare in
questa zona. Poco dopo sulla sinistra ci sono alcune baite e l'area adibita a campeggio del Dos dei Tiun (m. 1155). Per informazioni
sull'utilizzo bisogna chiedere alla polizia locale nei giorni lavorativi (telefono 0342 634137). Vediamo anche un grande edificio chiuso che
all'apparenza doveva essere una chiesa.
Proseguiamo in salita con una stradina tra i prati e raggiungiamo una pozza che troviamo sul lato sinistro.
Nei prati un poco in basso verso sinistra c'è una baita. Su di una parete di tutte quante le baite, malghe o casere che incontreremo, troveremo una
tavola di legno incisa che ne indica il nome e l'altezza. Qui siamo al Baitùn (m. 1170).
Proseguendo con la stradina, dopo due passi quasi in piano, arriviamo ad un bivio ed andiamo a destra in salita.
Troviamo un tronco rasoterra a fare da rinforzo ed il segnavia numero 2 (in nero su fondo bianco) su di una pietra.
Dopo una curva a destra proseguiamo in leggera salita tra prati e radi alberi.
Presso un tornante a sinistra, bagnato da un rivolo che lo attraversa, una stradina prosegue diritto verso la vicina baita che si chiama Mascherpèra
(m. 1211). Il panorama già ci regala una bella vista sulle Alpi e sul fondovalle.
Subito dopo il tornante, sulla sinistra ci sono una fontana e una grossa vasca in cemento.
La stradina prosegue bagnata dall'acqua che esce da un casello dell'acquedotto, situato poco più avanti sulla destra.
Tra prati, cespugli e qualche albero continuiamo, sempre in leggera salita, fino ad una curva a destra (m. 1245) poi la pendenza aumenta e così pure il
numero di alberi.
Dopo la successiva curva, anch'essa verso destra, entriamo nel bosco e saliamo con alcuni tornanti.
Più avanti la pendenza diminuisce. Alla destra ora c'è un prato (m. 1295).
Lasciamo alla destra la Baita Primi Masùn (m. 1310). Poco più in basso a destra, nei prati, vediamo un'altra vasca abbeveratoio in cemento.
Dopo un breve tratto in piano proseguiamo in leggera salita tra prati e radi alberi.
In questo punto, in basso e in lontananza vediamo il lago.
Un gruppo di alberi alla destra ci accompagna fino ad un tornante sinistrorso. La pendenza aumenta un poco (m. 1350).
Al successivo tornante, destrorso, una stradina prosegue diritto e in breve conduce alla Baita Gnecal (m. 1381) che troviamo aperta e quindi
utilizzabile come riparo in caso di un eventuale improvviso acquazzone.
Continuiamo con una salita poco accentuata. Alla destra nei prati vediamo un'altra fontana con vascone in cemento.
Percorriamo un tornante sinistrorso con un gruppo di alberi all'esterno (m. 1415). Qui si stacca un sentiero contrassegnato da una striscia azzurra.
Proseguiamo con la stradina.
Presso una curva, sulla destra troviamo la Baita Segundi Masùn che dispone di un locale aperto con camino (m. 1443).
Continuiamo quasi in piano tra i prati. Sulla sinistra, di una vecchia costruzione rimane solo il perimetro alla base.
In leggera salita arriviamo ad un tornante destrorso dove troviamo una palina senza segnavia. Dalla sinistra si innesta un sentiero (m. 1465).
Poco prima di arrivare ad una croce in legno sulla destra, troviamo dipinte sulle pietre due frecce azzurre che indicano di andare a sinistra ed in
effetti, poco dopo, la stradina gira a sinistra (m. 1490).
Più avanti, in alto a sinistra, c'è la Casèra Vegia (m. 1515). La strada le passa una diecina di metri più in basso.
Proseguiamo quasi in piano e vediamo ancora il segnavia numero 2 su di una pietra accanto ad un larice solitario, sul lato destro del percorso.
Poi, in leggera salita, passiamo poco sotto altre due costruzioni che sono la Casèra Növa (m. 1527) e una stalla.
Arriviamo ad un bivio. Qui la stradina si divide in due e davanti sale un sentiero. I segnavia indicano: Alpe Tagliata (m. 1527); diritto G.V.O.: Alpe
Piazza a ore 0.40, Casera Mezzana a ore 1.40, Alpe Legnone a ore 4.30; diritto sentiero 122: Alpe Piazza a ore 0.40, Pizzo dei Galli a ore 2.20; a
sinistra G.V.O.: Alpe Olano a ore 1.10, Alpe Culino a ore 1.30, Lago di Trona a ore 6.50; a destra sentiero 122: Erdona a ore 1.10, Avert a ore 1.40,
Andalo a ore 2.20. Nei prati alla destra c'è una grande vasca in cemento.
Prendiamo il piccolo sentiero tra i prati davanti a noi. Ora troveremo i segnavia bianco rossi della G.V.O (Gran Via delle Orobie).
Lasciamo a destra le basi di un rudere e saliamo, ben presto in modo abbastanza ripido.
Al termine dei prati (m. 1540) proseguiamo attorniati da vari cespugli di rododendro.
Ad un bivio andiamo a destra in salita (m. 1580).
Percorriamo un tratto ripido, poi la pendenza diminuisce ma solo un poco (m. 1610).
Più avanti il sentiero piega a destra e si divide in due tracce parallele che poi tornano ad unirsi.
Arriviamo al limite di un bosco (m. 1665). La pendenza aumenta.
Saliamo in un corridoio tra un fitto bosco alla sinistra ed un altro più rado a destra.
Su una pietra vediamo delle scritte azzurre illeggibili (m. 1685). Il sentiero torna a dividersi in due tracce parallele.
Poi la pendenza diminuisce e raggiungiamo dapprima una pensana e poi due baite (m. 1740). Siamo all'Alpe Piazza. Una targa in bronzo ricorda Plinio
Zugnoni "Masnada" caricatore dell'alpe dal 1971 al 2008. Un'altra targa a lui dedicata la troveremo al bivacco.
Lasciati a destra gli edifici, seguendo una freccia bianca, riprendiamo a salire ripidamente a zig-zag. Alcune pietre fanno da rudimentale gradino.
Troviamo una freccia bianca che indica di andare a sinistra (m. 1775).
Lasciato a sinistra il basamento di un rudere, superiamo un ometto e arriviamo in cima (m. 1800). Di fronte scende la Val Lesina oltre la quale appare
la catena di monti che termina a destra con il Legnone.
Accanto ad una fontana, la cui acqua cade in un tronco scavato, troviamo una palina con vari segnavia che indicano a sinistra seguendo il crinale con
il sentiero 122: Pizzo dei Galli a ore 1.40; a sinistra lungo la Val Lesina con la G.V.O.: Casera Mezzana a ore 1, Alpe Stavello a ore 1.30, Alpe
Legnone a ore 3.50; dietro con il sentiero 122: Alpe Tagliata a ore 0.30, Erdona a ore 1.10, Andalo a ore 2.50; dietro con la G.V.O.: Alpe Tagliata a
ore 0.30, Alpe Olano a ore 1.40, Alpe Culino a ore 2.
Tra i segnavia il bivacco non è indicato. Andiamo a sinistra in salita lungo l'ampio crinale erboso e con pochi alberi. Volgendo le spalle possiamo
ammirare il Lago di Como alla destra del Legnone.
Cominciamo a vedere, in alto a sinistra, la croce in legno e poi, davanti, la bandiera del bivacco. Poco dopo lo raggiungiamo.
Tempo impiegato: ore 2.15 - Dislivello m. 730
Data escursione: maggio 2011
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